venerdì 27 luglio 2012

Amore e politica, rapporti padre e figli, e soprattutto Flavio Insinna al Fiuggi Family Fest

FIUGGI, 26 - Fitto il programma di oggi, come avevamo anticipato, e partenza con il primo film in concorso, il messicano "Ella y el candidato" (Lei e il candidato), un dramma di attualità fra amore e politica, immagine e ideali, onestà e corruzione, 'spionaggio e negoziati'. Niente di nuovo, soprattutto riguardo al cinema statunitense si pensa vedendolo - da "Il candidato" anni Settanta, con Robert Redford, al recente "Le idi di marzo" di George Clooney -, ma è forse la prima volta per il cinema messicano che, attraverso una romantica storia d'amore, di cui vediamo i precedenti nel prologo, tra un maturo candidato alle presidenziali, Luis Fernando Grama (Héctor Arredondo), e la moglie, Lorena (Rocio Verdejo), con cui ha avuto tre figli.

Il dramma riflette sul fatto 'conviene rinunciare a tutto' - perché alla fine si è costretti anche a 'trattare' se non a lasciarsi corrompere -, inclusa la famiglia, per una guerra - oggi più mediatica che mai - dove alla fine trionfano ambizione e soprattutto la vanità. Certo, non è giusto nemmeno lasciar perdere, perché altrimenti questo nostro mondo non cambierà mai. E, forse, è già troppo tardi. Tra alti e bassi, un ritratto contemporaneo nella miglior tradizione del melodramma messicano o se volete delle telenovelas, ma quello misurato, mai sopra le righe, magari un po' convenzionale. Nel cast un grande del cinema messicano Jorge Lavat, nel ruolo dell'anziano zio, a cui la pellicola è stata dedicata perché scomparso dopo le riprese. Nel pomeriggio, in contemporanea con la presentazione del libro di Flavio Insinna, il secondo film in gara, ovvero il francese "Les papas du dimanche" di Louis Becker, con Sandra Becker, Sacha Bourdo, Thierry Neuvic, Olivier Baroux, Arauna Beralheim-Dennery e la partecipazione del veterano Thierri Lhermitte, nel ruolo di Morgan. Ma l'evento della giornata è stato proprio, Flavio Insinna che ha accettato con entusiasmo di essere al Fiuggi Family Festival per presentare il suo libro "Neanche con un morso all'orecchio". Infatti, il popolare personaggio televisivo - attore e presentatore - racconta il suo rapporto col padre e come la sua morte abbia cambiato il corso della sua esistenza.
Quel rapporto che ci fa diventare grandi, ci fa scoprire pian piano il senso di una vita intera. Un percorso faticoso che Insinna racconta senza sconti rivolgendosi al padre in un corpo a corpo serrato; un mattatore del piccolo schermo che esplora il mondo nascosto dei sentimenti e del dolore, dei conflitti e dell'amore. Di questo e di altro ha parlato prima con la stampa e poi nell'incontro col pubblico della kermesse e della cittadina. Quindi, una riflessione in cui la famiglia, tema e partecipante della kermesse, ha un posto davvero importante. "Perché una famiglia sia degna di questo nome ci vogliono tanti sacrifici da parte di tutti - esordisce l'attore -, e alla fine ci si può anche divertire insieme, ma non una famiglia tipo 'Mulino bianco', perché bisogna esserci. Sempre. Mio padre c'è stato molto, anche troppo secondo noi, tanto che quando tornava del lavoro la sera a me e a mia sorella ci faceva ripetizioni di latino e greco che, ovviamente, sapeva meglio di noi, dopo 50 anni. Ma non ha mai detto non c'ho tempo. Ci vuole un grande impegno, rimboccarsi le maniche. Da questo punto di vista la nostra è stata una famiglia privilegiata, perché anche polemizzando duramente siamo stati sempre uniti. Possiamo dire che quando uno ha vinto abbiamo vinto tutti, quando uno ha person abbiamo perso tutti insieme". "Te l'avevo detto, mio padre non l'ha mai affermato, persino quando gli ho detto che non volevo fare l'avvocato ma l'attore: ha pianto per due anni, ma poi mi ha detto basta che studi, che non ti veda bighellonare per casa. Più che parole dava l'esempio, tanto che quando se ne andato era consumato come medico, come uomo, marito e padre, pur con difetti, durezze, spigoli. Non ha mai cercato di essere un amico ma mio padre. 'In famiglia potrai sempre tornare perché nessuno ti tradirà'. La mia più grande fortuna è la mia famiglia, quella che nessuno mi potrà mai levare. E' il suo amore l'Oscar della mia vita". "Una cosa che ripeteva spesso - prosegue - era 'quando sbagli non dare mai la colpa agli altri e avrai la coscienza a posto'. Non bisogna scaricare barile ma pretendere tutto da te stesso nel bene e nel male. 'Se un giorno ti dicono che sei un genio e l'altro che sei un bricco non farci caso perché la verità sta nel mezzo. Se scrivono che sei una monnezza ricordati che il giorno dopo su quel giornale mettono un merluzzo al mercato'." "Una volta gli ho chiesto, tu medico non hai mai rubato? lui mi rispose: 'un giorno capirai la bellezza di dormire sonni tranquilli'. E quando vedeva in televisione qualcuno a cui era stato spiccato un avviso di garanzia, che finiva indagato o in manette, scuoteva la testa e diceva amaro 'la disonestà è non lavorare'; lo diceva proprio lui, nato in un paesino a due passi da Corleone, un ragazzo che era riuscito a laurearsi con due anni di anticipo. Infatti, ci diceva a proposito degli studi 'le cose o le sai o non le sai, a torto o a ragione, perché lo studio è fatto di testardaggine e applicazione: una paginetta al giorno'. Tanto che quando noi facevamo le nottate a studiare, passava e diceva ora non staresti così se avessi fatto come me, hai fatto il cretino e ora ti devi alzare alle 3 a studiare. Roba semplice per persone perbene. Basta che ti impegni tutti i giorni come io in chirurgia. Addirittura quando vedevo che la mia carriera non ingranava e gli avevo detto: Smetto! Lui disse: 'Non puoi scappare adesso dopo tanti sacrifici. Noi Insinna non scappiamo mai, e dormirai ore serene". A proposito di Canale 5 o al ritorno su Rai1, dice "Per me è stato come fare un giro in Rolls Royce, sei ti chiedono di condurre 'La corrida', che fai? Non accetti? Ma io non ho mai stipulato un contratto di esclusiva con nessuno. Faccio una cosa per volta, sia Rai3, Raisat, Mediaset, Rai1 non conta dove ma
cosa fai. Se quello che ti propongono è bello va bene ovunque. I momenti di transizione lo passano, anzi li viviamo tutti, anche Canale 5, Raiuno, il cinema... Basta andare avanti a testa alta, sereni. Faccio un mestiere in cui si vive di quello che non fai. Tornare in Rai per fare una cosa in cui non ci credo, che non vale la pena fare, non è da me. Entrambi le parti devono essere convinte di quello che vogliono fare. C'è qualcosa in programma ma ci dobbiamo ancora mettere d'accordo". Intanto da metà settembre condurrà una trasmissione su Radio2 il sabato e la domenica dalle 13.00 alle 14. Poi si vedrà. "La sofferenza del nostro paese la pagano sempre i meno i disagiati - conclude -, mi dispiace profondamente che i lavoratori siano costretti a scioperare, che le famiglie non riescano a pagare le medicine, a fare la spesa. Si parla sempre di progresso ma non vale per tutti, se pensiamo che a un'ora di volo si muore ancora di morbillo, che dei bambini muoiono nel deserto, in isolamento completo, riusciamo a capire che un paese fortunato ha bisogno di poveri". La giornata si è conclusa con la versione musical di Peter Pan "Seconda Stella a Destra" con musiche di edoardo Bennato messa in scena dai giovani volontari dello StaFFF. José de Arcangelo