venerdì 21 novembre 2014

Il 32° Torino Film Festival prende il via con il solito ricco bagaglio di film da tutto il mondo, dal thriller alla commedia, dal dramma al documentario. E il gradito omaggio alla Nuova Hollywood anni '70

Parte oggi la 32°. Edizione del Torino Film Festival – in programma fino al 29 novembre 2014 - sotto la direzione di Emanuela Martini, da anni ‘vice’ e stretta collaboratrice degli ultimi tre direttori-autori. Alla prevista e prevedibile domanda rivoltale da tanti colleghi lungo l’anno su ‘cosa resta delle precedenti edizioni’, la neodirettrice e anima del festival risponde direttamente nelle note / discorso di presentazione: “Il rigore di Nanni Moretti. La passione di Gianni Amelio. Lo spirito pop di Paolo Virzì. E naturalmente l’intelligenza con la quale tutti

e tre si sono avvicinati al Torino Film Festival, riconoscendone e apprezzandone l’identità e impegnandosi a preservarla, nel momento stesso in cui lo modellavano sui loro gusti e le loro idee di cinema”. Ma andiamo subito a vedere cosa ci riserva la selezione ufficiale e principale sezione competitiva riservata ad autori alla prima, seconda o terza opera, che presenta quindici film realizzati fra il 2013 e il 2014, inediti in Italia; i paesi rappresentati sono Argentina, Australia, Belgio, Canada, Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia, Nuova Zelanda, Olanda, Singapore, Stati Uniti, Svezia, Ungheria. Come sempre incentrato sul cinema “giovane”, il concorso si rivolge principalmente alla ricerca e alla scoperta di talenti innovativi, che esprimano le migliori tendenze del cinema indipendente internazionale. Un cinema “del futuro”, rappresentativo di generi, linguaggi e tendenze.
Ecco i titoli: “Anuncian sismos” (Annunciano sismi) di Rocìo Caliri e Melina Morcow (Argentina); “As You Were” di Jiekai Liao (Singapore); “The Babadook” di Jennifer Kent (Australia); “Big Significant Things” di Bryan Reisberg (Usa); “The Duke of Burgundy” di Peter Strickland (GB); “Felix & Meira” di Maxime Giroux (Canada); “For Some Inexplicable Reason” di Gabor Reisz (Ungheria); “Frastuono” di Davide Maldi (Italia); “Gentlemen” di Mikael Marcimain (Svezia); “Mange tes morts” di Jean-Charles Hue (Francia); “Mercuriales” di Virgil Vernier (Francia), “N-capace” di Eleonora Danco (Italia); “Violet” di Bas Devos (Belgio-Olanda); “What We Don in the Shadows” di Jemaine Clement e Taika Waititi (NZ); “Wir Waren Koenige – The Kings Surrender” di Philipp Leineman (Germania). Festa Mobile, invece, si apre con una commedia sui generis, raffinata e spiazzante “Gemma Bovery” di Anne Fontaine, tratta dal critico e sceneggiatore Pascal Bonitzer dalla graphic novel di Posy Simmons, autrice di “Tamara Drewe” portato sul grande schermo da Stephen Frears con la stessa attrice, Gemma Arterton, qui assecondata da Fabrice Luchini. E naturalmente prende spunto dal capolavoro di Flaubert.
Poi, come di consueto, la sezione presenta (fuori concorso) il ‘bottino’ di film piaciuti ai selezionatori, raccolti in giro per il mondo e ancora inediti in Italia. Dall’anteprima del nuovo film di Woody Allen “Magic in the Moonlight” a quella dei ‘ragazzi terribili’ di “Boris”, Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre e Luca Vendruscolo che portano “Ogni maledetto Natale”, cioè le due commedie in uscita la prossima settimana. Tra quelli che non sappiamo se usciranno, si va dall’argentino “Jauja” di Lisandro Alonso con Viggo Mortensen, che in Argentina ha vissuto, e ambientato in Patagonia; all’italiano “Mirafiori Luna Park” di Stefano Di Polito, dove tre pensionati della Fiat, disgustati della vita di oggi, decidono di occupare la fabbrica dove hanno lavorato; dal romeno “The Nostalgic Mechanics of Randomness” di Constantin Popescu, al giapponese “Pale Moon” di Daihachi Yoshida; dall’anomalo western “The Homesman” di e con Tommy Lee Jones, all’acidissima commedia familiare “The Mend”, opera prima di John Magary; dal francese “La chambre bleue”, che Mathieu Amalric ha tratto da Georges Simenon; al film del ritorno in patria di Susanne Bier “A Second Chance”. Ma non è tutto perché i film sono una trentina, e tra questi due restaurati: “Profondo rosso” di Dario Argento, in occasione del quarantesimo anniversario dell’uscita; e “Via col vento” di Victor Fleming per cui la Warner festeggia i 75 anni.
Seconda parte per la retrospettiva dedicata alla Nuova Hollywood anni Settanta, ovvero “Suicide is Painless: Il Nuovo Cinema Americano 1967-1976”, curata dalla stessa (specialista) Martini. In questa edizione, da “Il laureato” di Mike Nichols – purtroppo scomparso in questi giorni – a “La ballata di Cable Hogue” di Sam Peckinpah, da “I tre giorni del Condor” di Sydney Pollack a “Piccolo grande uomo” di Arthur Penn e “La conversazione” di Francis Ford Coppola, per ricordare i più famosi. Ma ci saranno anche degli inediti in Italia e altri misconosciuti come “The Outfit” (Organizzazione Crimini) di John Flynn, “The Return of the Secaucus Seven” di John Sayles, l’opera prima di Dick Richards “The Culpepper Cattle Co.” (Fango, sudore e polvere da sparo”, che precede “Marlowe il poliziotto privato”, ma uscito da noi dopo, o “The Big Fix”, diventato da noi “Moses Wine detective” di Jeremy Paul Kagan. Però ci sono anche “Ritratti d’artista” in cui sei artisti (un maestro della scena, due musicisti, un attore, un film maker, uno scrittore), fissati nel loro lavoro e nelle loro passioni, nel loro entusiasmo e nelle loro contraddizioni, nella loro vitalità e nella loro disillusione, da alcuni cineasti che li amano e che hanno condiviso con loro pezzi di lavoro e di vita. Da Luca Ronconi a Nick Cave, da Lucio Dalla a Carlo Colnaghi, dal ‘Rinoceronte Rosso’ Alberto Signetto a Tiziano Sclavi.
Poi ‘Torino incontra Berlino’ dove si potranno vedere il primo lavoro (per la televisione tedesca) e l’ultimo film di Volker Schlondorff, “Baal” (1969, da Bertolt Brecht con Fassbinder e Margharethe von Trotta (allora sua moglie) e “Diplomacy”, che esce al cinema in contemporanea col Festival. E uno dei capolavori dell’espressionismo con “Das cabinet des Dr. Caligari” di Robert Wiene (1920). Per il Premio Maria Adriana Prolo 2014 ritorna l’indimenticabile “Allegro non troppo” (1976), ora in blu-ray, per rivedere la sua ‘Fantasia’ tra ecologismo, erotismo e anti-totalitarismo sulle note di Debussy, Dvòrak, Sibelius, Ravel, Vivaldi e Stravinskij. TFF e Intesa Sanpaolo per Expo Milano 2015 presentano “So Long at the Fair” di Antony Darnborough e Terence Fisher (GB, 1950), un thriller gotico e inquietante ambientato all’Expo 1889. L’ex direttore Paolo Virzì presenta invece, ‘Diriti & Rovesci’, cinque bei documentari italiani tutti firmati da donne registe. “Cinque storie, cinque ritratti, cinque avventure – operaie, mogli, puttane, matti, esodati – che mescolate l’una all’altra tracciano un affresco di persone, dei loro diritti, difficili da maneggiare, dei loro rovesci, umani e civili, del loro cadere e del loro rialzarsi, dei loro sogni commoventi di riscossa”. “Let’s Go” di Antonietta De Lillo, “Per tutta la vita” di Susanna Nicchiarelli, “Qualcosa di noi” di Wilma Labate, “Triangle” di Costanza Quatriglio, “Il viaggio di Marco Cavallo” di Erika Rossi e Giuseppe Tedeschi.
Il consueto “After Hours, che propone i cosiddetti film da drive in o da mezzanotte, cult per cinefili e bizzarrie per spettatori spericolati. Naturalmente non mancano horror, thriller, noir, anzi, ma anche esemplari eccentrici e surreali. E quest’anno non manca nemmeno l’Italia con “In guerra” di Davide Sibaldi, tutto in una notte a Milano. Due omaggi, a due autori distanti e diversi tra loro, il primo all’italiano Giulio Questi, reduce del Premio Chiara col libro “Uomini e comandanti”, uno dei cineasti più eccentrici e inventivi degli anni ‘60/’70, che passava dallo spaghetti western (“Se sei vivo spara”) al fantahorror (“La morte ha fatto l’uovo” e “Arcana”) sempre con bizzarra originalità. In collaborazione con la Cineteca Nazionale di Roma saranno presentati i tre suoi lungometraggi, “Il passo”, episodio del collettivo “Amori pericolosi” (1964); e una selezione di corti e medio metraggi raggruppati col titolo “By Giulio Questi”, girati dall’autore con la camera digitale tra il 2002 e il 2007 per lo più a casa sua, dove interpreta tutti i personaggi delle sue ironiche e paradossali storie. Questi sarà a Torino dal 25 al 28 novembre. Il secondo omaggio è dedicato al giovane regista americano Jim Mickle, che ha presentato quest’anno alla Quinzaine des Realisateurs di Cannes il thriller “Cold in July”, tratto dal romanzo di Joe R. Lansdale, interpretato da Michael C. ‘Dexter’ Hall. Sia quest’ultimo film che i precedenti tre (“Mulberry St.”, 2006; “Stake Land”, 2010; “We are what We are”, 2013) verranno proiettati per l’occasione alla presenza dell’autore e dello scrittore Lansdale. Infine, una delle più importanti e longeve sezioni TFFdoc, ovvero la rassegna nazionale e internazionale dei documentari, a cui si aggiunge TFFdoc/democrazia, uno spazio di riflessione attorno ad un tema centrale. Per questa edizione, gli organizzatori – sollecitati sia dalla cronaca di un mondo sempre più in difficoltà, sia da alcuni film che li hanno stimolati – si prova a ragionare di ‘democrazia’. Evento specilae “CasaOz” di Alessandro Avataneo, che racconta da vicino le vite di cinque bambini colpiti da gravi malattie e delle loro famiglie. Da non dimenticare il concorso riservato a cortometraggi ovvero ‘Italiana.Corti’ quei ‘piccoli film’ che altrimenti non riuscirebbero a farsi vedere in sala.
Last but non least la selezione di ‘Onde 2014’ che è una sorta di mappa tracciata dal cinema su orizzonti geografici e strategie cinematografiche che forzano il dispositivo di filmare in direzione della vita. Ovvero un cinema per viaggi alla scoperta di topografie esistenziali, planimetrie labirintiche, biografie oceaniche e traversate della coscienza. Dall’italiano “Abacuc” di Luca Ferri a vietnamita “Black Sun” di Truong Que Chi; dall’americano “A Million Miles Away” di Jennifer Reeder all’argentino “La huella en la niebla” (t.l. L’orma nella nebbia) di Emiliano Grieco; dal kazako “Adventure” di Nariman Turebaev al francese “Sans titre” di Clément Cogitore; da, ancora dall’Italia, “Jour et Nuit – Delle donne e degli uomini perduti” dell’instancabile Tonino De Bernardi al serbo “Ocean” di Tamara Drakulic. Nella sezione, omaggio a Josephine Decker, tra le personalità emergenti del cinema indipendente made in Usa, e una filmmaker che declina una femminilità giocata fino in fondo come questione di corpo fisico e sociale, nei termini di un confronto a tutto campo con le dinamiche più profonde e immediate da filmare. Dedicato a cineasti nati o residenti in Piemonte è lo ‘Spazio Torino’, un concorso che testimonia il fervore cinematografico e artistico piemontese con quattro titoli: “Il fiume dell’orco” di Tommaso Donati, “Mon Baiser du Cinéma” di Guillaume Lafond e Gianluca Matarrese, “La notte in sogno” di Carlo Cagnasso, e “Ultimo giro” di Giuseppe Sansonna. Evento speciale “Un milione di alberi sacri e nessun dio” di Marzia Migliora, Francesco Gabrielli e Giuliano Girelli.
Chiude ‘TorinoFilmLab’, nato dal desiderio di affiancare al TFF un laboratorio nato nel 2008 e dedicato a talenti emergenti e che si è rivelato una vera e propria comunità creativa che sostiene giovani cineasti di tutto il mondo – con attenzione particolare a opere prime e seconde – attraverso attività di formazione, sviluppo e finanziamento alla produzione e alla distribuzione. Nel 2014 ha raggiunto il traguardo di 11 film realizzati, selezionati per partecipare ai più prestigiosi festival del mondo e, in gran parte, presentati nell’apposita sezione. Ma la festa è appena cominciata ed è inutile continuare a parlarne, visto che c’è tanto da vedere e sentire. José de Arcangelo

La 18a. edizione del Tertio Millennio Film Fest di Roma si inaugurerà con l'anteprima di "The President" alla presenza dell'autore, il pluripremiato regista iraniano Mohsen Makhmalbaf

Si aprirà con l’anteprima di “The President” e alla presenza del celebre regista iraniano Mohsen Makhmalbaf la 18ª edizione del Tertio Millennio Film Fest, in programma a Roma dal 9 al 14 dicembre. La manifestazione è organizzata dalla Fondazione Ente dello Spettacolo con il patrocinio del Pontificio Consiglio della Cultura e del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, con il sostegno del MiBACT - Direzione Generale per il Cinema e della Roma Lazio Film Commission, in partnership con Istituto Luce-Cinecittà e in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale, Rai Cinema e il Progetto culturale promosso dalla Chiesa italiana. Nel 2014 il Festival ha ottenuto nuovamente la Targa di rappresentanza del Presidente della Repubblica. Il tema scelto per quest’anno è Frontiere. Cercando un’immagine tra due mondi. Sotto questo comun denominatore il Tertio Millennio Film Fest, con la Direzione Artistica di Marina Sanna e con la collaborazione di Gianluca Arnone, ha scelto di privilegiare opere che, con alcune eccezioni, il pubblico ha difficilmente la possibilità di vedere in sala, perché prive di distribuzione o perché escluse dal tradizionale circuito cinematografico italiano. Quindici i titoli in cartellone, tutti proiettati gratuitamente al Cinema Trevi Alberto Sordi, sala del Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale. Tra questi l’attesa anteprima di “La teoria del tutto”, film di James Marsh sulla vita dell’astrofisico Stephen Hawking con Eddie Redmayne, Felicity Jones ed Emily Watson già dato come papabile agli Oscar, il francese “Le dernier coup de marteau” alla presenza della regista Alix Delaporte, “Court” di Chaitanya Tamhane e “Sivas” di Kaan Mujedi, rispettivamente vincitori del Leone del Futuro e del Premio Speciale della Giuria al 71. Festival di Venezia, “The Passage”, opera prima del pluripremiato regista italiano Roberto Minervini, inedita in Italia, “Jauja” di Lisandro Alonso con Viggo Mortensen e i documentari, in anteprima esclusiva, “Archivio Segreto Vaticano. Un viaggio nella storia” di Lucas Duran prodotto dal Centro Televisivo Vaticano e “Boko Haram – Convertitevi o morite” di Riccardo Bicicchi. Tra gli eventi in cartellone anche la proiezione del capolavoro restaurato di Marco Ferreri “L’udienza”, la proiezione del documentario “Un albero indiano” di Silvio Soldini e Giorgio Garini e la proiezione di “Una giornata balorda” di Mauro Bolognini al quale seguirà un dibattito condotto dalla giornalista Dina d’Isa. “Le frontiere che attraverso i film della rassegna abbiamo scelto di raccontare – dice Ivan Maffeis, Presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo e del Tertio Millennio Film Fest – sono frontiere chiuse, come quelle imposte dalla dittatura; frontiere smarrite negli ingranaggi della burocrazia che, dopo aver illuso, inibisce ogni desiderio d’incontro; frontiere problematiche quanto la crisi finanziaria; frontiere violente che calpestano gli affetti più sacri e costringono alla fuga chi cerca soltanto un luogo in cui sentirsi finalmente a casa. E le frontiere che condannano intere minoranze all’emarginazione o quelle del potere giudiziario che, a prescindere da torti e ragioni, rende tutti vittime; frontiere ferite, che alzano rughe e cicatrici e isolano nell’amarezza e nel risentimento. L’intento con cui le proponiamo è quello di chi non s’arrende a considerarle barriere insormontabili”. Nell’ambito del Tertio Millennio Film Fest saranno assegnati gli RdC Awards, gli storici riconoscimenti della ‘Rivista del Cinematografo’ attribuiti ogni anno ai protagonisti del mondo del cinema, della televisione e della cultura. I premi – un’elegante scultura in cristallo firmata Tiffany – saranno consegnati venerdì 12 dicembre nel corso di una serata di gala condotta da Fabio Falzone.

Dal 26 al 30 novembre torna a Roma il Karawan Film Fest: i temi della convivenza, dell'identità, dell'incontro tra culture all'insegna del sorriso. Dal Brasile alla Cina passando per il Bangladesh

Una volta ogni tanto, c’è proprio da stare allegri: dal 26 al 30 novembre torna a Roma, nel quartiere di Tor Pignattara, “Karawan”, il festival che gioca con i luoghi comuni e che (si) diverte cambiando continuamente prospettiva. Il festival si tiene - con ingresso a sottoscrizione - presso l'ex aula consiliare del Municipio, in Via dell’Acqua Bullicante, 2. Nato nel 2012, Karawan è il primo festival di cinema che affronta i temi della convivenza, dell’identità, dell’incontro tra culture in tono programmaticamente non drammatico, partendo dalla convinzione che il sorriso sia il terreno d'incontro naturale fra le diverse culture del mondo, il “luogo” ideale in cui scompaiono le differenze e ci si riscopre umani. Dopo diversi appuntamenti monografici dedicati a vari Paesi, Karawan quest’anno cambia pelle e offre una selezione di commedie da ogni angolo del mondo, per offrire un nuovo punto di vista su paesi poco conosciuti, o rappresentati attraverso stereotipi e cliché, che non rendono giustizia a cinematografie incredibilmente intense, colorate e vitali. Dalla Cina al Brasile passando per il Bangladesh, l’Azerbaijan, la Costa d’Avorio, la Palestina e il Rwanda, Karawan propone un viaggio ai confini del mondo che non a caso parte da Tor Pignattara, popolare quartiere romano divenuto negli ultimi anni il cuore multietnico della Capitale, con numerose comunità straniere residenti che ne fanno una sorta di piccola “Babele” a un passo dal centro storico. Una collezione di opere vibranti, che pur cambiando registro dalla black comedy al ritratto intimista, passando per la fiaba avventurosa e la corale saga familiare, restituisce l’immaginario di un’umanità che non vuole rinunciare a sorprendersi, divertirsi, ricominciare. Opere che senza distogliere lo sguardo da alcune delle questioni più controverse e irrisolte dei nostri tempi (dal conflitto israelo-palestinese, al genocidio in Rwanda degli anni Novanta, alla cosiddetta “questione femminile”) le attraversano con una leggerezza di tocco che non è disimpegno ma rivendicazione di un modo nuovo di guardare il mondo, un richiamo alla partecipazione. Karawan inoltre lavora sul recupero degli spazi per restituire al quartiere di Tor Pignattara il cinema di cui è orfano da oltre trent'anni. E così, schermo e proiettore in spalla, gli organizzatori se ne vanno a caccia di spazi abbandonati, e li trasformano, per una o più sere, in luoghi in cui le persone possano re-incontrarsi e godere del rito collettivo dello schermo cinematografico illuminato. Stavolta è toccato ad un'ex-aula consiliare del Municipio, recentemente messa a disposizione delle associazioni del territorio per riunioni ed eventi, ma a farci un festival di cinema ancora non c’aveva pensato nessuno. Niente è più rivoluzionario di una risata. Niente è più democratico del sorriso. Niente è più sovversivo della commedia. Venite a sorprendervi, al Karawan Fest. ALCUNI DEI FILM IN PROGRAMMA A KARAWAN FEST 2014 HE WAS A GIANT WITH BROWN EYES | anteprima nazionale di Eileen Hofer (Azerbaigian / Svizzera, 2012, 85') Dopo il divorzio dei suoi genitori, Sabina ha seguito la madre che si è trasferita in Svizzera, mentre sua sorella, Narmina, è rimasta con il padre in Azerbaigian. Cinque anni più tardi, le due sorelle si ritrovano, quando Sabina decide di passare un’estate a Baku per trascorrere del tempo con suo padre al quale è profondamente legata. Delicato ritratto dell’intimità di una famiglia e di due ragazze in cerca di risposte in un percorso universale che parla di identità, scoperta di sé e delle proprie radici, in quel grande viaggio che tutti siamo chiamati a compiere durante l’adolescenza. VENDO OU ALUGO (FOR SALE OR FOR RENT) | anteprima nazionale di Betse de Paula (Brasile, 2013, 90') Quattro generazioni di donne condividono un grande e lussuoso appartamento che non riescono più a permettersi, ma, a causa della prossimità con le favelas, non riescono a vendere né ad affittare. Imprevisti, equivoci, colpi di scena e gag si susseguono in una commedia al femminile frizzante e movimentata, fresca e colorata, che affronta senza ipocrisia tematiche importanti come la pacificazione delle favelas e la speculazione immobiliare. Con tocco tipicamente carioca, Betse de Paula racconta uno spaccato di vita quotidiana. INSEPARABILI di Dayyan Eng (Cina, 2012, 97') Primo film cinese interpretato da un attore hollywoodiano di alto profilo, Kevin Spacey, affiancato dalle superstar cinesi Daniel Wu e Beibi Gong. Li è un disegnatore di protesi che sta passando un periodo difficile a causa di una doppia tragedia familiare. Come se non bastasse, non mancano i guai nemmeno sul lavoro. Li è sul punto di farla finita, ma al momento giusto qualcuno bussa alla sua porta. È Chuck, misterioso americano che vive in Cina investendo in borsa, e che dà una scossa alla vita di Li. Ma non tutto è come sembra… Ritmo, risate e colpi di scena assicurati in questa spassosa black comedy, con un’improbabile coppia di supereroi, come non li avete mai visti. UN INSOLITO NAUFRAGO NELL’INQUIETO MARE D’ORIENTE (LE COCHON DE GAZA) di Sylvain Estibal (Francia / Israele / Germania / Belgio, 2012, 99') Jafaar è un pescatore palestinese che pesca sardine e vive con la moglie lungo il muro della Striscia di Gaza. Dimenticato da Allah, incalzato dai creditori e avvilito da una vita sorvegliata da Israele e dai suoi militari, che 'bazzicano' la sua casa e controllano ogni suo respiro, Jafaar butta la rete in mare e una mattina pesca l'impensabile: un grosso maiale vietnamita. Piccola commedia umanista e 'fraterna', Un insolito naufrago nell'inquieto mare d'Oriente trova il giusto equilibrio tra farsa e fiaba, giudaismo e islamismo, tra ḥarām e ṭaref (il cibo proibito secondo le prescrizioni alimentari di ebrei e musulmani), rinnovando il discorso su un conflitto infinito e realizzando un ritratto sensibile dove le due fazioni sono calate, con la propria umanità e la reciproca indulgenza, dentro la loro realtà complessa e davanti agli immutabili (e immutati) affanni quotidiani. Per informazioni www.karawanfest.it info@karawanfest.it

mercoledì 19 novembre 2014

Da domani al 23 novembre, alla Casa del Cinema di Roma torna il ProCult Film Festival, la rassegna dedicata al Cinema Romeno contemporaneo con 14 titoli inediti tra corti, lungometraggi e documentari

Torna dal 20 al 23 novembre presso la Casa del Cinema di Roma, a ingresso gratuito fino ad esaurimento dei posti - il ProCult Film Festival/ Festival del Cinema Romeno, giunto alla quinta edizione, diretto da Teodora Madasa, Ina Sava e Adrian Grigor. Quattordici nuovi titoli in programma, tra lungometraggi, documentari e cortometraggi e un nutrito numero di ospiti per l’unica rassegna cinematografica in Italia dedicata al cinema romeno, organizzata dall’Associazione Culturale ProEvent con l’Ambasciata di Romania in Italia, l’Accademia di Romania a Roma e Noesis Media e con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura Creatività e Promozione Artistica di Roma Capitale e del Consiglio Regionale del Lazio. Il festival è realizzato con il contributo del Ministero degli Esteri Rumeno - Dipartimento per i Romeni all’Estero e alcuni sponsor privati, tra cui LycaMobile, Romania. La giuria è composta dal regista Sorin Militaru che, con lo spettacolo “La bisbetica domata” di Shakespeare, ha ottenuto il Premio per il miglior regista al Festival dei Teatri Ungheresi e il Premio speciale della Giuria al Festival Nazionale di Teatro Budapesta 2014, mentre in Serbia ha diretto lo spettacolo La donna con le scarpe, col quale ha ottenuto il premio per Il miglior spettacolo al Festival della Drammaturgia ad Novi Sad nel 2010; dall’attrice Maria Dinulescu (Premio come miglior attrice al Buenos Aires Film Festival con il film Pescuit Sportiva di Adrian Sitaru), dalla giornalista Elena Postelnicu, inviata di Radio Romania, giurata al Globo d’Oro della Stampa Estera; da Paolo Fallai, giornalista del Corriere della Sera, conduttore televisivo e scrittore e dal produttore Francesco Pamphili. Il festival prende il via giovedì 20 novembre alle ore 19.30, alla presenza dell’ambasciatrice Dana Constantinescu e della giuria, con il film di apertura, La limita de jos a cerului (The Unsaved), di Igor Cobileanski, interpretato da Igor Babiac. Il film, vincitore di numerosi premi nei festival di tutto il mondo, è stato scelto dalla Moldavia per concorrere ai prossimi Premi Oscar 2015 e racconta la storia del diciannovenne Viorel, che vive con la madre in una sperduta città moldava. Senza grandi ambizioni o speranze, guadagna un po' di soldi spacciando droga. Sua madre lo sollecita a cominciare una nuova vita, anche per salvare la donna che ama… Altro film che partecipa al Concorso Lungometraggi “Metamorfoze”, è Closer to the moon, interpretato da un cast internazionale, da Vera Farmiga (The Departed, Tra le nuvole, Source Code) a Mark Strong (Oliver Twist, RocknRolla, Babylon A.D., Kick-Ass) e diretto da Nae Caranfil, uno dei registi-simbolo del cinema romeno dagli anni Novanta, già regista di Asphalt Tango, Dolce far niente e Filantropica. Ambientato a Bucarest nel 1959, in piena Romania comunista del dopoguerra, racconta di una spettacolare rapina in banca che manda il Paese in subbuglio. Le autorità arrestano subito i colpevoli, quattro uomini e una donna, processati e condannati a morte. Nell'attesa di essere giustiziati, i cinque sono costretti a re-interpretare gli stessi eventi in un film di propaganda. Il film sarà presentato in anteprima italiana domenica 23 novembre alla presenza del regista e del produttore. La commedia è quindi padrona in Love building, opera prima di Iuglia Rugina, interpretata da Dragoş Bucur, Alexandru Papadopol e Dorian Boguta, la storia di tredici coppie riunite in un resort per sistemare le proprie vite sentimentali in sette giorni, grazie all'aiuto di tre terapeuti, anch’essi con i propri problemi. Infine, il lungometraggio Revederea, di Bogdan Alexe, che sarà presente alla proiezione, con Maia Morgenstern, Tudorel Filimon e Wilmark Hernandez, ambientato in una scuola d’arte, dove si studia teatro, musica e danza e dove arriva un direttore di casting per selezionare giovani per una grande produzione cinematografica. Per diventare una star, i giovani sono disposti a tutto, anche rovinare le proprie amicizie. Il concorso documentari “Transparente” presenta quattro titoli: The Bucharest Experiment , del regista e giornalista inglese, ma residente in Romania,Tom Wilson, vincitore del Premio Gogo come Miglior Documentario 2014. Quindi, l’anteprima assoluta di Vama Veche Veche, di Tudor Chirila, che sarà presente alla proiezione: ambientato nel 1990, in quello spazio di tranquillità e pace, il paese di Vama Veche, subisce delle modificazioni devastanti. Il film mostra in dettaglio un giorno nella vita del villaggio che di anno in anno diventa più conosciuto in Romania. Si cerca di rispondere alle questioni spinose: quanto è utile questo cambiamento da un villaggio tranquillo con poca gente a un mega-villaggio? Era meglio prima, durante il cosiddetto “periodo d’oro” o adesso che è diventato un villaggio commerciale? Altro film, Dupa fel si chip(As you like it), di Paula Onet, presentato al Festival di Karlovy Vary, che racconta, attraverso testimonianze di svariate persone, la scelta della foto per la propria futura tomba, interrogandosi su come vogliamo essere ricordati. Quindi, La nostra fede è la nostra vita - Romania, gli anni del terrore, documentario storico, scritto e diretto da Umberto Rondi, che sarà presente alla proiezione. Un documentario dedicato ai martiri romeni e a tutti coloro che soffrirono durante la lunga dittatura comunista in Romania, attraverso il racconto- di sopravvissuti, parenti, testimoni, esperti - delle persecuzioni religiose in particolare contro la Chiesa cattolica durante i più feroci anni del regime comunista imposto da Stalin. Una tragedia dimenticata e d molti sconosciuta di tante figure, che per un'eroica fedeltà al vangelo hanno testimoniato la propria fede e fedeltà alla Chiesa contro la tirannia della dittatura fino a dare la propria vita. Il documentario fa parte del programma “I militi ignoti della fede”, di Pupi Avati e trasmesso da Tv2000 , consiste in un ciclo di ventotto documentari girati nei Paesi dell'Europa orientale che sono stati scenario delle persecuzioni, per portare alla luce le storie di uomini che hanno fatto la Storia: “I militi ignoti della grande causa di Dio”, come li definì Giovanni Paolo II. Il concorso cortometraggi “Cinemagia” vede la partecipazione di film presentati e premiati nei festival di tutto il mondo, quali Treizec (Trenta), di Victor Dragomir, Ela, panda si madame, di Andrei Rautu, O lume noua (Un nuovo mondo), di Luiza Parvu, storia ispirata a eventi reali della prima generazione di emigranti romeni verso gli Stati Uniti nel 1907, Claudiu si crapii (Claudio e i pesci), di Andrei Tanase, in cui un pesce dell’acquario di un supermercato inizia a tossire.. Ma anche Sa mori de dragoste ranita, di Iulia Rugina, ispirata all’omonima canzone di Angela Similea e Retur, di Emanuel Parvu, ambientato in un paesino nel Danubio in cui le persone sono ancora guidate da credenze arcaiche. INGRESSO GRATUITO FINO AD ESAURIMENTO POSTI. Film in lingua originale con sottotitoli in italiano Info Associazione culturale ProEvent Teodora Madasa cell. 3888933428 Ina Sava cell. 3274094662 info@procult.eu www.procult.eu

martedì 11 novembre 2014

Annunciata la giuria del Concorso Internazionale Cortometraggi del IV Think Forward Film Festival. A Venezia il 12 e 13 dicembre, per approfondire, discutere e divulgare il tema dei cambiamenti climatici

Il Think Forward Film Festival annuncia i nomi della giuria che sarà chiamata a decretare il cortometraggio vincitore tra i più di 70 arrivati da tutto il mondo. La giuria del Concorso Internazionale Cortometraggi del 4° Think Forward Film Festival sarà composta dal docente di Chimica dell'Università di Venezia Carlo Barbante, dal sommelier, documentarista e cineasta indie Jonathan Nossiter, regista tra gli altri di Mondovino e Resistenza Naturale, dal primo documentarista ambientale italiano Folco Quilici, autore tra i molti lavori di Sesto Continente che ha vinto il Premio Speciale alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1954, dalla nota attrice italiana Isabella Ragonese, e dalla giornalista scientifica Cristiana Pulcinelli. “Siamo particolarmente felici di avere un panel così qualificato e insieme variegato – dichiarano i direttori Alberto Crespi e Rocco Giurato – Ci sembra che la giuria rappresenti molto bene la natura del festival, quella tensione verso il racconto scientifico attraverso il mezzo cinematografico. Siamo sicuri che il dibattito sarà di grande interesse, e rappresenterà un unicum in Italia, proprio per la capacità di unire in un solo discorso cinema, ambiente e scienza”. La 4a. edizione del Think Forward Film Festival si svolgerà a Venezia il 12 e il 13 dicembre 2014. La manifestazione nasce con l’obiettivo di approfondire, discutere e divulgare, attraverso cortometraggi e lungometraggi, il tema dei cambiamenti climatici e le questioni legate all’uso dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili. Think Forward Film Festival è stato lanciato nell’ottobre 2011 con una serie di proiezioni destinate ad un ampio pubblico. L’immediatezza del video consente di divulgare tematiche importanti e complesse quali i cambiamenti climatici e le energie rinnovabili, incoraggiandone così la discussione. L’International Center for Climate Governance (ICCG) è un’iniziativa congiunta della Fondazione Eni Enrico Mattei (FEEM) e della Fondazione Giorgio Cini. ICCG è oggi un centro di ricerca di fama internazionale sui cambiamenti climatici e sulle tematiche legate alla governance del clima. L’evento è realizzato con il sostegno di Eni e del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici e patrocinato da: Comune di Venezia, Legambiente, Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Regione del Veneto. Media Partner: Corriere del Veneto, Rai Radio3, movieplayer.it. 2014 Think Forward Film Festival Tel +39 041 2700443 fax +39 041 2700413 info@thinkforwardfestival.it www.thinkforwardfestival.it

venerdì 7 novembre 2014

Apre i battenti alla Garbatella di Roma la 22a. edizione di Arcipelago - Festival Internazionale di Cortometraggi e Nuove Immagini con un omaggio a Pippo Delbono e i corti delle Ragazze del Porno

Apre oggi venerdì 7 novembre, all’Ambra Garbatella e al Teatro Palladium la 22.a edizione di Arcipelago – Festival Internazionale di Cortometraggi e Nuove immagini, la più seguita e longeva tra le manifestazioni dedicate ai nuovi linguaggi audiovisivi e ai giovani talenti. Tutto rigorosamente a ingresso libero. Tutto al femminile è, invece, il programma al Palladium: alle 20.00 è la volta dell’erotismo de “Le Ragazze del Porno” con i corti “Ogni legame è una scelta libera” di Titta Cosetta Raccagni, “Dildotettonica per principianti” di ‘Slavina E. Basta’, “L'occhio del desiderio”, ovvero il montaggio di film erotici a cura di Mara Chiaretti. Segue incontro con il pubblico. Alle 22.00, il primo appuntamento con il Concorso Internazionale Short Planet introdotto da Regina Orioli che legge “L’idillio” di Guy de Maupassant: la condizione femminile nel mondo è al centro dei corti di questa sera. Dalle donne sfruttate nelle miniere Boliviane in “Minerita” di Raul de la Fuerte, alla visionaria animazione slovacca “Sneh” di Ivana Khatchvani, passando per il francese “Rabbit” di Laure de Clermont-Tonnerre, storia di una detenuta cui viene affidato un coniglietto che cambierà la sua vita. Alle 22.30 all’Ambra Garbatella il regista Lorenzo Sportiello, veterano del Festival con i suoi corti, presenta il suo primo lungometraggio “Index Zero”, curioso film di fantascienza ambientato nel 2035 ai confini degli Stati Uniti d’Europa, appena premiato al Trieste Science+Fiction Festival. Una giovane coppia vive oltre la grande muraglia degli Stati Uniti d’Europa, nelle terre abbandonate dopo la crisi economica globale. Lei è incinta e, per assicurare un futuro migliore al nascituro, vogliono entrare in Europa illegalmente, a ogni costo.

Da non perdere il primo appuntamento dell’omaggio a Pippo Delbono: l’amore, la carne, il sangue - probabilmente la più completa personale sul cinema “oltre” del provocatorio regista e attore teatrale e cinematografico: a partire dalle 16.30 all’Ambra alla Garbaterlla “Sangue”, la storia dello strano incontro tra Pippo Delbono e Giovanni Senzani. Seguono “La Paura” girato con un telefonino in un campo rom e “Blue Sofa” che narra la strana routine dei fratelli Baczynski: ogni giorno, tra le 17 e le 20, Dorota, Tadeusz e Mordechaj si siedono su un divano di velluto blu ad aspettare la morte. Dalle 20.30 all’Ambra Garbatella il meglio dei Corti italiani con il primo appuntamento di ConCorto e #Forseitalia. Cronache e visioni da un paese senza. Al Palladium alle 16.00 da non perdere l’appuntamento con i nuovi talenti, le nuove forme di produzione e distribuzione con la storica Carta Bianca co-organizzata con il Dams Roma 3 (e dedicata quest’anno al Roma Tre Film Festival). Dove: TEATRO AMBRA ALLA GARBATELLA e TEATRO PALLADIUM Info : tel. 06-39388262 - e-mail: info@arcipelagofilmfestival.org - web: www.arcipelagofilmfestival.org - Infoline Ambra/Palladium: tel. 06-81173900

martedì 4 novembre 2014

Al Trieste Science+Fiction vince il cinema americano con "Time Lapse" di Bradley King e la menzione speciale a "Honeymoon" di Leigh Janiak. Méliès d'argento per "Index Zero" di Lorenzo Sportiello

Tutto americano il Premio Asteroide 2014. E’ il film statunitense “Time Lapse” di Bradley King il vincitore del Premio Asteroide (assegnato al miglior lungometraggio di fantascienza in Concorso) del Trieste Science+Fiction 14. Lo ha deciso la Giuria Internazionale presieduta dal celebre regista Enzo G. Castellari, e composta anche da Daniel Cohen, direttore artistico dello European Fantastic Film Festival di Strasburgo, e Tomaž Horvat, produttore e fondatore del Grossmann Film Festival. Questa la motivazione: “Nella tradizione di questo festival, la giuria ha scelto di premiare un vero e proprio film di fantascienza con un tema molto importante. La sceneggiatura è molto forte, intelligente e ricca di suspense, e il film è un ottimo esempio di cosa si riesca a fare con un piccolo budget, pochi mezzi ma un'intelligente sceneggiatura nelle mani di un buon regista.” Menzione speciale a “Honeymoon”, opera di debutto di una donna regista, Leigh Janiak, un premio al femminile all’interno di un genere cinematografico popolato, in maggioranza, da registi uomini. Anche questo riconoscimento va agli Stati Uniti d’America “per il suo originale mix di fantascienza e horror. La giuria è rimasta molto colpita dalla qualità artistica di questo film, opera prima di una giovanissima regista.” “Honeymoon” si aggiudica anche il Premio Nocturno Nuove Visioni, riconoscimento assegnato ad un’opera significativa e originale per l’evoluzione del cinema di genere della selezione ufficiale del Trieste Science+Fiction dalla redazione di Nocturno, la rivista più quotata in Italia per gli appassionati del cinema di genere. Per quanto riguarda l’assegnazione del Méliès d’Argento al Miglior Lungometraggio Fantastico Europeo, va a “Index Zero” di Lorenzo Sportiello. “La giuria sceglie di attribuire il Mèliès d'argento 2014 a un'opera prima a basso costo che intercetta, proiettandolo in un futuro molto prossimo, uno scenario economico e sociale che appartiene alla contemporaneità. Si segnala inoltre la scelta, in controtendenza rispetto ad altri pur pregevoli titoli della sezione destinati a una sicura visibilità, di recuperare tempi narrativi dilatati in aperto contrasto con la frenetica contrazione dei ritmi imposta dal consumo e dal mercato.” Così per la Giuria composta dal regista e sceneggiatore Lorenzo Bianchini, da Leopoldo Santovincenzo, autore e regista televisivo, responsabile della programmazione cinema di Rai4, e il produttore e distributore cinematografico Lorenzo Von Lorch. Nella sezione European Fantastic Shorts, la selezione di cortometraggi fantastici europei, il pubblico ha assegnato il Méliès d’Argento al miglior cortometraggio fantastico europeo a “The Nostalgist” di Giacomo Cimini. Il pubblico ha invece votato a maggioranza “Earth to Echo” di Dave Green. A questa pellicola americana, infatti, è andato il Premio del Pubblico 2014. Premio nuovo di zecca il Wonderland, assegnato per la prima volta in collaborazione con Wonderland, il magazine di Rai 4 dedicato all'immaginario fantascientifico. Un premio che suggella la media partnership tra la kermesse triestina e la produzione del canale Rai. Il film vincitore del Premio Wonderland è “Coherence” dell'americano James Ward Byrkit (tra gli sceneggiatori di “Rango”), “mind-bender” dalle prospettive insolite sulla meccanica quantistica, la fisica teoretica e gli universi paralleli. “Un film di fantascienza adulta che unisce, sullo sfondo del passaggio di una cometa, un’ispirazione bergmaniana con l’ultima frontiera delle leggi della fisica, aprendo una finestra sul mondo della meccanica quantistica. L’autore, alla sua opera prima, riesce – anche grazie ad un gruppo di straordinari attori - nella difficile impresa di fondere la novità di una tematica alta e un risultato pienamente godibile e avvincente” – così a detta della redazione di Wonderland. Alla serata di premiazione ha partecipato anche il Sindaco di Trieste Roberto Cosolini. “Mi pare che l’edizione di quest’anno sia stata la più straordinaria di sempre” – ha detto. “Dovremmo cominciare a pensare ad una sala più grande per questo festival, che è una delle più belle manifestazioni di questa città”. Annunciato per l’edizione 2015 un evento davvero straordinario. Il Mèliès D’Or, solitamente assegnato durante il Sitges in Spagna, verrà assegnato a Trieste. La città diventerà così la Capitale del Cinema Fantastico Europeo. Si è conclusa così questa quattordicesima edizione di Trieste Science+Fiction - Festival Internazionale della Fantascienza di Trieste), che quest’anno ha avuto l’onore di ospitare un grande Maestro come Alejandro Jodorowsky. Ma l’iniziativa - realizzata e promossa dal centro ricerche La Cappella Underground - sta già scaldando i motori in vista della sua prossima edizione. Intanto, i primi dati di questa edizione mettono in luce un record di presenze - oltre 20.000 - con un netto aumento del numero di spettatori della kermesse, e il tutto esaurito negli spettacoli serali, e non solo.