venerdì 29 luglio 2016

La 73.a Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia cambia, si allarga e aggiorna ma non rinuncia al cinema d'autore, fra qualità e sperimentazione, esordienti e maestri. Leone d'oro per Belmondo e Skolimowski

L’ormai ‘anziana’ Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia – ne compie 73 anni ‘dichiarati’ ma ne ha di più – cambia, si allarga e si aggiorna ma non rinuncia ai “principi che riguardano la nostra missione di istituzione culturale, e (restano) ferme alcune formule organizzative” afferma il Presidente della Biennale di Venezia Paolo Baratta.

E così il programma di quest’anno - dal 31 agosto al 10 settembre 2016 -, visto che sempre d’Arte Cinematografica si tratta non esposta ‘l’obiettivo’ dal cinema d’autore, dalla qualità, dal nuovo né dalla sperimentazione. Tre i film italiani su 20 in concorso più altri nelle sezioni Orizzonti, Fuori Concorso per non parlare di Venezia Classici e delle ‘indipendenti’ e parallele 31.a Settimana Internazionale della Critica e Giornate degli autori. Due Leoni d’oro alla carriera per l’attore e divo anni ’60-’70 Jean-Paul Belmondo – l’altro era Alain Delon con cui ha lavorato spesso - e per il regista polacco Jerzy Skolimowski, da oltre
quarant’anni trasferitosi in Inghilterra. Evento speciale con i primi due episodi in anteprima mondiale del televisivo “The Young Pope” di Paolo Sorrentino con Jude Law e cast internazionale. Non mancano però le novità, illustrate dallo stesso Baratta: “Le tre principali novità di questa fase sono: l’apertura di una ‘sala nuova’ che è anche una sezione nuova; il rafforzamento dell’impegno per ‘Biennale College’ (strumento per favorire lo sviluppo di un progetto iniziale verso un’opera compiuta, che ha già dato più che lusinghieri risultati); l’avvio del cosiddetto ‘Venice Production Bridge’, nuovo strumento utile per portare al pieno finanziamento opere compiutamente progettate”.
E il Direttore della 73.a Mostra Alberto Barbera dichiara: “Di fronte a certi cambiamenti che si sarebbe tentati di definire epocali – l’avanzata a passo di corsa nella crescita del mercato cinematografico cinese (che ha superato per numero di spettatori quello americano), la perdita di centralità della sala cinematografica minacciata dallo streaming, l’affacciarsi impetuoso della Virtual Reality ai confini della dimensione filmica tradizionale – gli slittamenti progressivi che pure accompagnano lo sviluppo della forma festival sembrano davvero poca cosa. Se è vero che il rito festivaliero, definito da paradigmi immutabili come il radicamento in un luogo fisico e la presenza fisica di autori e produttori, rimane nel fondo identico a se stesso (ma è illusorio pensare che possa diventare qualcos’altro da sé), non si può non sottolineare come molte cose in questi anni a Venezia siano profondamente cambiate. Le sale di proiezione sono state ristrutturate e adeguate agli standard tecnologici più avanzati”.
Ritorna, quindi, sulla Biennale College che “ha prodotto risultati di eccellenza, che ne hanno fatto in poco tempo un modello di riferimento per analoghe iniziative e contribuito a lanciare nuovi autori nel circuito internazionale. La possibilità di vedere on line buona parte dei film di ‘Orizzonti’ in contemporanea con la presentazione veneziana allarga i confini dei potenziali fruitori della Mostra, utilizzando le inedite potenzialità del web. La creazione di un ‘mercato leggero’ è servita a riportare al
festival gli operatori commerciali che in epoche recenti potevano permettersi di saltare l’appuntamento veneziano. Altri cambiamenti sono in atto, a conferma delle intenzioni di procedere lungo la direttrice di una progressiva trasformazione, anche se prudente e aliena da irrealistiche ambizione”. Barbera ha poi rimarcato la nascita della nuova sezione “che mantiene il nome dell’esperimento effettuato con successo l’anno scorso – Cinema nel Giardino – ma cresce in dimensioni e portata (1400 posti all’aperto ndr.). Favorita in ciò dalla nuova sala che la copertura dello scavo (che ha deturpato per anni l’area prospiciente l’edificio del Casinò) ha portato in dono con sé, arricchendo il ventaglio delle strutture a disposizione. Una nuova sezione, che non risponde solo
all’esigenza di ospitare qualche film in più (una scelta apparentemente in contraddizione con la più volte dichiarata volontà di mantenere il programma più snello possibile), ma si propone di ampliare i confini di ciò che si può e si deve mostrare in un festival. In direzione di quel pubblico che la Mostra non ha mai tenuto fuori dai propri ambiti e orizzonti, ma che può e deve ancora crescere, se si vuole che la trincea progressivamente scavata fra cinema d’autore e cinema popolare – una dicotomia che speravamo di esserci lasciata alle spalle da molto tempo, e invece
rilanciata in anni recenti da un mercato in evidente affanno – possa essere nuovamente colmata, con il contributo di tutti”. I film presentati in anteprima italiana e/o mondiale: “Inseparables” (Inseparabili) di Marcos Carnevale con Oscar Martinez e Rodrigo de la Serna, versione argentina del francese “Quasi amici”; “In Dubious Battle” di e con James Franco, con Bryan Cranston, Ed Harris, Josh Hutcherson, Robert Duvall, Sam Shepard e Selena Gomez; “The Net” dell’autore coreano Kim Kin-duk; “L’estate addosso"
di Gabriele Muccino, che uscirà nelle sale il 15 settembre; “The Secret Life of Pets” (3D) lungometraggio d’animazione firmato Chris Renaud e Yarrow Cheney; il debutto dietro la macchina da presa di Michele Santoro in “Robinù” (Italia); “My Art” di e con Laurie Simmons, con Lena Dunham e la rediviva Parker Posey (Usa). “Le serate del Cinema nel Giardino, gratuite e aperte a tutti – riprende il Direttore - offrono un ventaglio articolato di proposte di film diversi ed eterogenei, che hanno in comune la più o meno
sotterranea intenzione di rivolgersi ad un pubblico il più vasto possibile, annullando o riducendo le distanze fra spettatori cinefili e quelli che cercano in primis un’occasione di intrattenimento non banale. Non è mai stato vero che i festival – e in particolare la Mostra – s’interessano solo ai film che il grande pubblico invece ignora. La contrapposizione esiste solo in certe semplificazioni strumentali. Ma se è vero che non avrebbe senso dedicare il concorso della Mostra a film che non hanno bisogno della vetrina e della promozione di un festival (che per definizione è
dedicato all’arte cinematografico), è altrettanto vero che oggi s’impone un’altra considerazione. Esiste un cinema non strettamente riconducibile alle istanze autoriali più radicali, che si propone di proseguire lungo il sentiero tracciato da quel cinema che un tempo si definiva ‘medio’ e che oggi non sappiamo come chiamare, proteso (magari confusamente) alla ricerca di modalità narrative capaci di coinvolgere un pubblico più vasto di quello (sempre più limitato) che frequenta ancora i cinema d’essai. Un cinema che non intende cedere le armi alla volgarità imperante, non si adegua
alle semplificazioni del prodotto ‘usa e getta’, non rinuncia ad essere racconto del presente, divertissement intelligente, spettacolo per molti. Un cinema che merita oggi di essere sostenuto e incoraggiato, difeso e promosso, almeno quanto quello che per comodità continuiamo a chiamare d’autore. I festival servono anche a questo”. A questo punto, Barbera, passa ad illustrare il programma in dettaglio, partendo dai film in concorso che sono 19 + altre due anteprime fuori gara e i film di chiusura, il remake di “The
Magnificent Seven” (I Magnifici 7), a sua volta ispirato ai “7 samurai” di Akira Kurosawa (in versione restaurata a Venezia Classici) firmato dallo specialista del thriller d’azione Antoine Fuqua con Denzel Washington, Chris Pratt, Ethan Hawke, Vincent D’Onofrio, Byung-Hun Lee e Peter Sarsgaard. I lungometraggi in concorso: “The Bad Batch” dell’iraniana Ana Lily Amirpour (nemmeno un mese fa è uscita nelle sale italiane l’opera prima horror “A Girl Walks Home Alone in the Night”) con Suki
Waterhouse, Jason Momoa, Keanu Reeves e Jim Carrey (Usa); “Une vie” di Stéphane Brizé, ennesima e non ultima versione del romanzo di Guy de Maupassant (Francia-Belgio); “La La Land” di Damien Chazelle con Ryan Gosling ed Emma Stone, anche Film d’apertura, (Usa); “The Light Between Oceans” di Derek Cianfrance con Michael Fassbender e la neopremio Oscar (attrice non protagonista per “Danish Girl”) Alicia Vikander (Usa-Australia-Nuova Zelanda); “El ciudadano ilustre” (t.l. L’illustre cittadino) di Mariano Cohn e Gastòn Duprat con Oscar Martinez (Argentina-Spagna); “Spira
Mirabilis”, documentario di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti (Italia-Svizzera); “Ang Babaeng Humayo (The Woman Who Left) di Lav Diaz , della durata di quasi tre ore (Filippine); “La regiòn salvaje” (tl La regione selvaggia) di Amat Escalante (Messico); “Nocturnal Animals” di Tom Ford con Jake Gyllenhaal e Amy Adams (Usa); “Piuma” di Roan Johnson, che secondo Barbera ha ritrovato lo spirito della vera commedia all’italiana di una volta (Italia); “Rai” (Paradiso) di Andrej Konchalovsky (Russia-Germania), di cui a Venezia Classici verrà presentata la versione restaurata
di “Oci Ciornie”; “Brimstone” di Martin Koolhoven con Dakota Fanning e Guy Pearce (PaesiBassi-Germania-Belgio-Francia-GB-Svezia); il ritorno di Emir Kusturica con “On the Milky Road” con Monica Bellucci (Serbia-GB-Usa); “Voyage of Time”, un documentario particolare, fra scientifico ed esistenziale, di Terrence Malick, girato nel giro di dieci anni; “El Cristo ciego” (tl Il Cristo cieco) di Christopher Murray (Cile-Francia); “Frantz” di François Ozon (Francia-Germania); l’atteso “Questi giorni” di Giuseppe Piccioni (forse il suo capolavoro) con Margherita Buy, Marta Gastini,
Laura Adriani, Maria Roveran, Caterina Le Caselle e Filippo Timi (Italia); “Arrival” di Denis Villeneuve con Amy Adams, Jeremy Renner e Forest Whitaker; “Les beaux jours d’Aranjuez (3D)” di Wim Wenders su e con Nick Cave (Francia-Germania), “Jackie” del cileno Pablo Larraìn - arrivato in extremis – con Natalie Portman. Omaggio a due registi scomparsi recentemente: a Michael Cimino con “L’anno del dragone” e Abbas Kiarostami con il suo corto postumo “24 Frames” e “This is My Film: 76 Minutes and 15 Seconds with Kiarostami” realizzato da Seifollah Samadian, da sempre suo collaboratore che gli rende omaggio dietro le quinte.
Fuori concorso: “The Bleeder” di Philippe Falardeau con Liev Schreiber e Naomi Watts (Usa-Canada); il nuovo film di Mel Gibson regista, “Hacksaw Ridge” con Andrew Garfield, Vince Vaughn e Teresa Palmer (Usa-Australia); “The Journey” di Nick Hamm con Timothy Spall (GB); “A jamais” di Benoit Jaquot (Francia-Portogallo); “Gantz:O” film d’animazione di Yasushi Kawamura (Giappone); “The Age of Shadows” di Kim Jee Woon (Corea del Sud); “Monte” dell’iraniano Amir Naderi (Italia-Usa-Francia) e “Tommaso” (già 'L'intelligenza del maschio') di e con Kim Stuart con Camilla Diana, Jasmine Trinca e Cristiana Capotondi (Italia);
“Planetarium” di Rebecca Zlotowski (Francia-Belgio) con Natalie Portman. Inoltre ci sono anche sette documentari, tra cui “Our War” di Bruno Chiaravalloti, Claudio Jampaglia e Benedetta Argentieri; “Assalto al cielo” di Francesco Munzi; “American Anarchist” di Charlie Siskel, su un uomo che, nel ’68, scrisse un libro su come fabbricare armi e bombe in casa e diventato un best seller (oltre due milioni di copie da allora), anche quando l’autore poi lo sconfessò; “Austerlitz” di Sergei Loznitsa, realizzato a Auschwitz.
Nella sezione Venezia Classici ci sono ben 20 lungometraggi e un cortometraggio restaurati, tra cui, oltre “Oci Ciornie”, “Manhattan” di e con Woody Allen; “L’argent” di Robert Bresson, “Tutti a casa” di Luigi Comencini e “Dawn of the Dead - European Cut” (Zombi) di George A. Romero. 19 i lungometraggi e 16 corti a Orizzonti, dall’Argentina al Giappone; dalla Spagna al Nepal, e sarebbe lunga segnalarli tutti, ricordiamo gli italiani “Liberami”, documentario di Federica Di Giacomo (Italia-Francia); “Il più grande sogno” di Michele Vannucci; il corto “Molly Bloom” dell’attrice Chiara Caselli.
Naturalmente non è tutto perché ci sono ancora eventi, mostre, proiezioni collaterali e persino una Pre-apertura il 30 agosto 2016, proprio con “Tutti a casa” di Comencini in Sala Darsena al Lido. Madrina delle serate di apertura e chiusura la brava attrice Sonia Bergamasco, attivissima e premiata ormai da quindici anni, ma diventata popolarissima per “Quo vado?” di Gennaro Nunziante con Checco Zalone.
Le Giurie. Concorso Venezia 73 (Leoni d’Oro e d’Argento e Coppa Volpi: il regista inglese Sam Mendes, presidente; l’artista, cantante, regista e scrittrice statunitense Laurie Anderson, l’attrice britannica Gemma Arterton; il magistrato, scrittore, drammaturgo e sceneggiatore Giancarlo De Cataldo; l’attrice tedesca Nina Hoss; l’attrice francese Chiara Mastroianni; il regista statunitense Joshua Oppenheimer; il regista venezuelano Lorenzo Vigas; l’attrice, regista e cantante cinese Zhao Wei.
Orizzonti: il regista francese Robert Guédiguian, presidente; il critico e storico del cinema statunitense Jim Hoberman; l’attrice egiziana Nelly Karim; l’attrice italiana Valentina Lodovini; l’attrice e regista coreana Moon So-ri; il critico e studioso di cinema spagnolo José Maria (Chema) Prado; il regista indiano Chaitanya Tamhane. Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis” Leone del Futuro: l’attore e regista italiano Kim Rossi Stuart, presidente; la produttrice spagnola Rosa Bosch; l’attore e regista statunitense Brady Corbet; l’attrice spagnola Pilar Lopez de Ayala; il critico cinematografico francese Serge Toubiana. José de Arcangelo

martedì 26 luglio 2016

Alle Giornate degli Autori / Venice Days una carrellata sul cinema internazionale e una speciale attenzione all'Europa con 11 anteprime mondiali e internazionali

Anche la XIII edizione delle Giornate degli Autori / Venice Days, in programma dal 31 agosto al 10 settembre, organizzate dall’Associazione presieduta da Roberto Barzanti e promosse da Anac e 100autori, dirette da Giorgio Gosetti, si presentano ricche di proposte nazionali e internazionali con una esauriente panoramica del cinema internazionale (tante le coproduzioni) attuale proponendo opere di nuovi talenti e di maestri riconosciuti. Sezione autonoma e indipendente nell’ambito della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, le Giornate sono ormai una realtà strutturale nel più antico festival cinematografico del mondo ma, da sempre, affiancano alla selezione del cinema indipendente di qualità una fitta attività di ricerca, incontri e dibattiti che hanno il loro fulcro nella Villa degli Autori. Una selezione di prime mondiali e internazionali con una speciale attenzione all’Europa grazie alla partnership con il Parlamento Europeo per il progetto 28 Times Cinema e il Premio Lux, l’immagine delle Giornate degli Autori difende la creatività, l’innovazione e la ricerca di nuovi linguaggi dell’audioisivo così come la libera circolazione delle idee. “Il segno forte di questa selezione – afferma il delegato Giorgio Gosetti – è la creatività femminile che attraversa la gran parte dei film che abbiamo visionato e la maggior parte di quelli selezionati. E’ la conferma di quell’attenzione all’universo femminile che ormai da anni – anche grazie al creative partner Miu Miu con il progetto ‘Women’s Tales’ – abbiamo posto al centro della nostra ricerca. Ma è anche un segno forte di vitalità e ringiovanimento dell’arte cinematografica che, non a caso, si conferma nell’eccezionale numero e qualità di opere prime e seconde in cui crediamo”. Dieci i film in concorso che percorrono la strada dei generi più popolari, fra originalità e rivisitazione: “Heartstone”, opera prima di Guomundur Arnar Guomundsson (Islanda-Danimarca), racconto di formazione; “Hounds of Love”, thriller d’esordio di Ben Young (Australia); “Indivisibili” di Edoardo De Angelis (Italia) sulla scia del mélo; “Quit staring at My Plate”, debutto nel grottesco di Hana Jusic (Croazia-Danimarca); altro melodramma in “Pamilya Ordinaryo” di Eduardo Roy jr. (Filippine); il western dell’esordiente Ivan D. Gaona “Pariente” (tl Parente); ritorna sul racconto di formazione con “Polina, danser sa vie” di Valérie Muller e Angelin Prelijocal (Francia); il dramma familiare realistico “La ragazza del mondo” di Marco Danieli (Italia); il memoriale con “Sami Blood”, ancora un’opera prima di Amanda Kernell (Svezia-Danimarca-Norvegia); il road movie “The Road to Mandalay” di Midi Z (Myanmar-Taiwan-Cinea-Francia-Germania. E ancora i Women’s Tales “Seed” di Naomi Kawase (Italia-Giappone), “That One Day” di Crystal Moselle (Italia-Usa), e il film di apertura “The War Show”, video-diario nel cuore della Siria di Andreas Dalsgaar e Obaidah Zytoon (Danimarca-Finlandia). Gli eventi speciali fuori concorso presentati per temi, la prima co-produzione ufficiale tra Italia e Cina “Coffee” di Cristiano Bortone; le riflessione di due artisti, tra fede, accoglienza e umanità: Giorgio Pressburger (“Il profumo del tempo delle favole” di Mauro Caputo) e Pippo Delbono (“Vangelo”); “Always Shine” di Sophia Takal (Usa), in accordo col Tribeca Film Festival; “Rocco” di Thierry Demaiziere e Alban Teurlai (Francia) sul fenomeno Siffredi; “You Never Had It – An Evening with Bukowski” di Matteo Borgardt, un documento inedito sulla video-intervista realizzata dalla giornalista italiana Silvia Bizio nell’81. Infine, per il terzo anno consecutivo, il premio delle Giornate degli Autori Venice Days Award assegnato da una giuria d’eccezione: i 28 giovani europei di 28 Times Cinema. Il progetto, che giunge quest’anno alla sua VII edizione, è promosso dalle Giornate degli Autori, dal Lux Film Prize del Parlamento Europeo e dal network di sale d’essai di Europa Cinemas, con la collaborazione di Cineuropa. Coordinatore della numerosa giuria il direttore artistico del Festival di Karlovy Vary, Karel Och. Per 15 giorni, 17 ragazze e 11 ragazzi provenienti da tutt’europa e accomunati solo dalla passione per il cinema, si confronteranno su 11 film in concorso per il Venice Days Award. Studenti ed ex delle scuole di cinema e animazione, giornalisti, blogger, musicisti, attori, storici, ingegneri e proiezionisti e addetti ai lavori. José de Arcangelo

lunedì 25 luglio 2016

Per il cinema, alla 31.a Settimana Internazionale della Critica di Venezia, è sempre l'Anno Uno alla scoperta di nuovi talenti da tutto il mondo

Superati i trent’anni – ma non li dimostra – la Settimana Internazionale della Critica, la sezione indipendente e parallela del Festival di Venezia, organizzata dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani – Franco Montini, presidente - con la Biennale di Venezia si presenta sempre rinnovata, ricca e interessante proponendo le opere prime e seconde scovate in ogni angolo del mondo.

Infatti, come dice il Delegato Generale, Giona A. Nazzaro: “Anno uno. Il cinema è sempre un Anno Uno. Solo i numeri e le statistiche credono alla crisi (che non c’è ma si vede). Il cinema, quello per cui vale la pena scendere in campo, si continua a fare. Sta là fuori, basta vederlo. La Settimana della Critica – luogo dove sono stati scoperti autori quali Olivier Assayas, Mike Leigh, Harmony Korine, Kevin Reynolds, Pedro Costa, Antonio Capuano e Michel Bena – è da sempre interlocutrice privilegiata di questo rinnovamento”.
E il programma – dal 31 agosto al 10 settembre, quest’anno si arricchisce di sette cortometraggi italiani che precederanno la proiezione dei lungometraggi in concorso – non lo smentisce offrendo una panoramica rappresentata da sette film in gara, non a caso, molti dei quali di coproduzione segno che anche il cinema sta diventando globale, almeno dal punto di vista della produzione indipendente: “The Last of Us” di Ala Eddine Slim (Tunisia-Qatar-Uae-Libano); “Drum” di Keywan
Karimi (Francia-Iran); “Jours de France” di Jerome Reybaud”; “Los nadie” (tl “I Nessuno”) di Juan Sebastiàn Mesa (Colombia); “Prank” di Vincent Biron (Canada); “Singing in Greveyards” di Bradley Liew (Malesia-Filippine; “Le ultime cose” di Irene Dionisio (Italia-Svizzera-Francia). Due eventi fuori concorso: “Prevenge” di Alice Lowe (GB), film di apertura, e “Are We Not Cats” di Xander Robin (Usa), film di chiusura. Tutti in anteprima mondiale, tranne il colombiano in prima internazionale.
Fondata da Lino Micciché nel 1984, la 31.a Settimana Internazionale della Critica - sulla scia di quella di Cannes – si è subito rivelata cacciatrice di nuovi talenti, infatti tra i vincitori delle ultime edizioni ritroviamo Pernilla August (“Beyond”, 2010), Guido Lombardi (“Là-bas”, 2011), Gabriela Pichler (“Eat Sleep Die”, 2012), Matteo Oleotto (“Zoran, il mio nipote scemo”, 2013), Vuk Rsumovic (“Figlio di nessuno”, 2014), Martin Butler e Bentley Dean (“Tanna”, 2015).
I premi a cui partecipano i film presentati: Premio del Pubblico – Circolo del Cinema di Verona; Premio Mario Serandrei – Hotel Saturnia per il miglior contributo tecnico; Leone del Futuro – Premio Venezia Opera prima “Luigi De Laurentiis”. José de Arcangelo

venerdì 22 luglio 2016

Dal 25 al 31 luglio 2016, torna a Nettuno (Roma) il Guerre&Pace FilmFest con una sette giorni ricca di film, libri e documentari sugli "Esodi di guerra"

A Nettuno (Roma) - dal 25 al 31 luglio 2016 – a ingresso gratuito fino a esaurimento posti, presso il complesso architettonico di Forte Sangallo, si terrà la quattordicesima edizione del Guerre&Pace Filmfest, vetrina più unica che rara dedicata al cinema di guerra e di pace, organizzata dall’Associazione Seven, con la direzione artistica di Stefania Bianchi. Una settimana ricca di proiezioni di lungometraggi e documentari, ma anche di mostre e libri - in collaborazione con le principali case editrici. Il tema di quest’anno è: “Esodi di guerra”, per raccontare storie di uomini e donne in fuga da esistenze difficili e in cerca di un futuro migliore, ma anche storie di convivenze e integrazione tra le diverse etnie. Un aspetto

fondamentale rispetto a guerre e conflitti, oggi è quello che riguarda la gran massa di persone che fuggono da situazioni difficili per riversarsi sull’Europa. Dove non è facile distinguere tra profughi, rifugiati e migranti. Solo dal 2011, sessanta milioni di persone hanno dovuto fuggire dalla guerra e dalla violenza. Il 2015 è stato un anno in cui le tematiche delle migrazioni hanno conquistato la ribalta mediatica per effetto dell’afflusso di persone in fuga da Libia, Siria, Corno d’Africa e da molti altri Paesi in crisi.
Il programma della 7 giorni di festival si apre lunedì 25 luglio alle 20:30 con i saluti al pubblico. Alle ore 21:15 la prima proiezione, della sezione documentari - organizzata in collaborazione con Istituto Luce Cinecittà – con “Fuocoammare” di Gianfranco Rosi, che ha per oggetto l'isola di Lampedusa e gli sbarchi di migranti che la interessano, vincitore dell'Orso d'Oro per il miglior film a Festival di Berlino di quest'anno, candidato a 4 David di Donatello e vincitore del Nastro d'Argento speciale per il Documentario. Martedì 26 luglio alle 19:00 la proiezione del documentario “Vacanze di guerra” di Alessandro Rossetto: mentre le truppe hitleriane stanno travolgendo Parigi, sei grandi navi della Marina
Militare Italiana lasciano la Libia, dirette ad un porto dell’Adriatico settentrionale. A bordo non ci sono soldati, ma bambini, dodici o tredicimila bambini, tutti i figli tra i quattro e i dodici anni di quei contadini che il regime ha convinto pochi mesi prima a mettere radici sulla ‘quarta sponda’ d’Italia. Alle 20:30 la presentazione del libro “Il mio nome è un colore”, racconto sul valore dell'essere umano ambientato nella prima metà del secolo scorso a Nettuno, realizzato dall'associazione culturale La Tamerice. Chiude la giornata la proiezione, alle ore 21:15, del lungometraggio “Dheepan - Una nuova vita” di Jacques Audiard, presentato a Cannes 2015 e vincitore della Palma d’Oro.
Mercoledì 27 luglio alle 19:00 il documentario “Fratelli d'Italia” di Claudio Giovannesi. Alle ore 20:30 la presentazione del libro “Le marocchinate” di Stefania Catallo, alla presenza dell'autrice. Quindi, alle ore 21:15, il lungometraggio “Welcome” di Philippe Loiret. Giovedì 28 luglio alle ore 19:00 il documentario “Profughi a Cinecittà” di Marco Bertozzi. Alle 20:30, alla presenza dell'autore, presentazione del libro “Notturno bizantino” di Luigi De Pascalis. Chiude la serata a partire dalle 21:15 la proiezione del lungometraggio “Terraferma” di Emanuele Crialese.
Venerdì 29 luglio alle 19:00 proiezione del documentario “Albania, il Paese di fronte”, diretto a quattro mani da Roland Sejko e Mauro Brescia. Il libro presentato alle 20:30 sarà quindi “Lettere al di là del muro” di Stefano Apuzzo, Serena Baldini e Barbara Archetti. Alle 20:30 proiezione del film diretto da Marco Tullio Giordana “Quando sei nato non puoi più nasconderti”. Sabato 30 luglio il documentario che apre la giornata, alle ore 19:00, è “Pasta nera” di Alessandro Piva. Quindi,
alle 21:15, il lungometraggio firmato da Ridley Scott, “Exodus - Re e Dei”. Nell'ultima serata del festival, domenica 31 luglio, saranno proiettati il documentario “Dustur” di Marco Santarelli e “Il Bel Canto” di Carlo Cotti, omaggio all'Opera realizzato con immagini dell’Archivio Luce da un regista che da anni abita a Nettuno. Il visual di quest’anno è la fotografia dell’artista messicano Alfredo Estrella, scattata a Chacamax Community nel Chiapas, in Messico dal titolo “A migrant run for a dream", concessa al festival.
Patrocinato, sin dalle sue prime edizioni, dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e da questa edizione anche dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e premiato nel 2005 dalla Presidenza della Repubblica per l’alto valore culturale e artistico, Guerre&Pace FilmFest è una rassegna unica in Italia a carattere ricorrente e ad ingresso gratuito dedicata al cinema di guerra e di pace. Realizzato con il patrocinio e il contributo di Regione Lazio e Città di Nettuno; con il supporto e la collaborazione di Cinecittà Luce, Comitato Atlantico Italiano, libreria Fahrenheit 451, Pro Loco Nettuno, Trattoria Romolo, Ciprari legnami e prefabbricati srl e con la media partnership di Cinecittà News. Per maggiori informazioni www.guerreepacefilmfest.it organizzazione@guerreepacefilmfest.it cell. 339 2781522

giovedì 21 luglio 2016

Al Giffoni Film Festival approdano la cilena Pepa San Martìn che presenta il suo film "Rara", sui diritti dei figli nati da genitori omosessuali, e Matteo Garrone che riceve il Premio Truffaut e annuncia il suo prossimo lungometraggio su Pinocchio

E’ arrivato in concorso al Giffoni Film Festival, sezione +13, “Rara” di Pepa San Martìn accompagnata dalla giovanissima attrice protagonista Julia Lübbert, alias Sara. Il film, che al prossimo Festival di San Sebastian riceverà il Premio Sebastiane Latino, “affronta un tema di grande attualità - dice la regista. Oggi noi abbiamo il riconoscimento dei diritti sulle unioni civili ma non quelli dei figli nati da genitori omosessuali. Mi sono ispirata a un fatto di cronaca eclatante in Cile che mi ha dato spunto di grande riflessione - spiega –, ho capito che la società civile è più rapida nella sua evoluzione della politica e - aggiunge - ci possiamo trovare con coppie gay che hanno figli ma se una coppia gay si separa ecco il problema perché c’è un genitore che resta senza diritti e così i figli sono privati di un genitore quindi di un diritto. Questo è quello che ho cercato di mostrare nel film”.

“Rara”, infatti, racconta la storia di Sara, tredicenne dolce e un po’ introversa che vive una vita normale per l’età che ha, se non fosse per il fatto che i suoi genitori si sono separati e, mentre la madre vive con un’altra donna, il padre, contrario e combattivo rispetto al tema, intraprende una battaglia per ottenere la custodia di Sara e di sua sorella Cata. Il film è pensato per gli omofobici - spiega la regista - è pensato proprio per loro, perché dobbiamo abituarci alle famiglie in cui ci possono essere genitori dello stesso sesso e dobbiamo accettare, e rispettare, l’idea secondo cui un bambino possa crescere serenamente e bene, senza essere soggetto al giudizio altrui, in una famiglia in cui due omosessuali si amano, si rispettano e condividono la visione di come si possa impostare una vita insieme nel presente e nel futuro.
Matteo Garrone, invece, è pronto per una personale versione di Pinocchio, la sua nuova avventura cinematografica. Il regista, a Giffoni per ricevere il prestigioso premio Truffaut, conferma il suo prossimo impegno cinematografico, tratto dalla fiaba di Collodi. “Sarà legato alla favola, girerò in Italia e in italiano. Sto facendo provini con i bambini in tutta Italia, quello di Pinocchio è un ruolo molto complesso. Girerò in primavera per uscire nel 2018”, annuncia. “Anche 'Il Racconto dei Racconti' aveva un rapporto fiabesco con le immagini come in tutti i miei film”.
Garrone ricorda ancora una volta l'avventura di “Gomorra”. “Quando nel 2006 incontrai per la prima volta Roberto Saviano – afferma -, che allora non era ancora conosciuto come oggi e aveva pubblicato il libro da poche settimane, decidemmo di lavorare a quel progetto per rendere al meglio visivamente le pagine del libro. Ma dissi subito che la cosa migliore sarebbe stata fare una serie televisiva perché si sarebbero potuto trattare tutti i temi che affrontava. All'epoca non c'erano i presupposti per fare una serie televisiva perché il mercato non era così grande e forte come è ora. Quando dopo il film mi proposero la serie non aveva senso perché sarei dovuto tornare negli stessi luoghi e sarebbe stato difficile. Ma penso che aver fatto una serie tivù sia una scelta sacrosanta e giustissima, ha avuto un enorme successo e penso abbiano fatto un ottimo lavoro”. Garrone si tiene ben distante dalle polemiche che hanno coinvolto la serie: “Gomorra è un film che va aldilà del luogo in cui era ambientato ed è un film che parla di temi universali", dice.
A Napoli, dove sono ambientati quasi tutti i suoi film, Garrone riconosce la possibilità di offrire “espressioni, facce e caratteri importantissimi per un film”. E ai ragazzi che stanno iniziando a fare cinema dà un consiglio: “Per arrivare alla vostra destinazione ci vuole la passione autentica non mimetica – spiega - io a 13 ani volevo fare il tennista, non leggevo neanche un libro e i miei genitori erano disperati. Quando ho fallito da tennista ho ripiegato nel cinema”, conclude scherzando l’autore de “Il racconto dei racconti”.

lunedì 18 luglio 2016

Quest'anno, il Fantafestival romano si sposta dal 19 al 24 luglio all'Isola del Cinema sul Tevere tra proiezioni, convegni, incontri e omaggi

Il 36° Fantafestival si sposta dal 19 al 24 luglio nella splendida cornice dell’isola Tiberina nell’ambito dello storico evento dell’estate romana ‘L’Isola del Cinema’, dove si martedì 19 luglio alle ore 21:30 presso l’Arena Groupama, si terrà la cerimonia di premiazione. Anche quest’anno i film e i cortometraggi in concorso per la 36° edizione della Mostra Internazionale del Film di Fantascienza e del Fantastico si contenderanno i quattro Pipistrelli d’Oro assegnati al Miglior Cortometraggio Italiano, al Miglior Cortometraggio Straniero, al Miglior Lungometraggio Italiano e al Miglior Lungometraggio Straniero.

La giuria di esperti del settore chiamata a decretare i vincitori dell’edizione 2016 è composta da: Marco Accordi Rickards (direttore di Vigamus, docente universitario, critico videoludico), Maurizio Carrassi (regista e curatore delle attività cinematografiche delle Biblioteche di Roma) e Antonello Sarno (giornalista cinematografico e curatore del programma Supercinema per Canale 5). Il Premio “Mario Bava”, dedicato alla memoria del grande regista del brivido, assegnato alla Migliore Opera Prima tra i film italiani in concorso da Leopoldo Santovincenzo e Carlo Modesti Pauer (autori del programma Wonderland) non potrà quest’anno decretare un vincitore, vista la presenza di un’unica opera prima italiana “Possessione demoniaca” (Italia, 2015) di Alessio Nencioni.
A seguire la proiezione in anteprima dell’attesissimo film “Burying the Ex” (2014, Usa) di Joe Dante, autore di capolavori del genere come “L'ululato” (1981), “Gremlins” (1984), “Ai confini della realtà” (1983), regista, produttore cinematografico, attore, sceneggiatore e critico cinematografico statunitense, formatosi alla New World Pictures, lo studio creato da Roger Corman nel 1970.
Il Fantafestival 2016 presenta a ‘L’Isola del Cinema’ anche un calendario di conferenze, eventi speciali e proiezioni. Tra questi spiccano la serie di cinque incontri gratuiti su “Star Trek” - organizzati in collaborazione con l’associazione culturale Nel Blu Studios – in occasione del 50° anniversario dell’amata serie televisiva e in contemporanea con l’uscita nelle sale dell’ultimo film “Star Trek Beyond” diretto da Justin Lin con Chris Pine e Zoe Saldana. Gli incontri, organizzati con il patrocinio dello Star Trek Italian Club (STIC) e il contributo della Banca di Credito Cooperativo di Roma, si terranno dal 20 al 24 luglio alle ore 22:00 allo spazio Renault Lounge.

venerdì 15 luglio 2016

A Roma, nella suggestiva cornice di Santa Croce in Gerusalemme, approda la VI edizione di "Effetto notte" stavolta a bordo della mitica spider de "La dolce vita"

Arrivata ormai alla sesta edizione, si apre a Roma stasera la rassegna Santa Croce Effetto Notte, e si presenta col biglietto da visita “Un sogno di molte notti di mezza estate”. Quindi, dal 15 al 31 luglio il parco archeologico di Santa Croce in Gerusalemme si trasforma nuovamente in un’isola verde nel cuore della città, dove un mix esclusivo di cinema, archeologia, musica e cultura attende il numeroso pubblico delle precedenti edizioni e, sicuramente, ancora altri spettatori romani e turisti.

Presentata alla stampa stamattina alla presenza di Nicola Borrelli, Direttore DG Cinema; Giampaolo D’Andrea, Capo di Gabinetto del Mibact; Enrico Bufalini, Direttore Archivio Storico, Cinema e Documentaristica dell’Istituto Luce – Cinecittà, e il giornalista e critico cinematografico Enrico Magrelli nelle vesti di moderatore. Assenti giustificati il sottosegretario al Ministero dei Beni e le Attività Culturali e del Turismo Dorina Bianchi che ha mandato, comunque, una lettera e Gian Luigi Rondi, Presidente dell’Accademia del Cinema Italiano – Premio David di Donatello. Infatti, la gustosa e ricca rassegna, oltre il meglio del cinema italiano della stagione appena conclusa e i classici del nostro glorioso passato, offre al pubblico visite guidate, musei aperti, concerti e, soprattutto, la magia del cinema in una delle più grandi e suggestive arene estive di Roma.
Si parte con “Schermi Italiani” (15-24 luglio) che propone per dieci serate una selezione in digitale dei migliori film italiani della stagione, con un’ attenzione particolare alle opere prime. Ad inaugurare sarà la proiezione dell’opera postuma di Claudio Caligari “Non essere cattivo”, e, a seguire, il film italiano rivelazione dell’anno e pluripremiato non solo in patria, “Lo chiamavano Jegg Robot”, di Gabriele Mainetti. Le proiezioni saranno precedute o seguite da incontri con registi e attori, tra cui, per citarne solo alcuni fra quelli invitati a incontrare il pubblico, Gabriele Mainetti, Carlo Verdone, Monica Guerritore, Gianfranco Rosi, Stefano Accorsi, Elio Germano, Pierfrancesco Favino. Dopo i dieci appuntamenti dedicati al meglio del cinema di oggi, il cinema a Santa Croce in Gerusalemme torna protagonista con “Amarcord 35mm” (25-31 luglio), un ciclo che rende omaggio ai classici italiani, con proiezioni in pellicola, un vero e proprio avvenimento nell’era del cinema ‘digitale’ a tutti gli effetti.
Tra i dodici capolavori da vedere o rivedere in formato originale (alcuni anche con sottotitoli in inglese per gentile concessione di Cinecittà Luce) ci sono “Il Gattopardo” e “Rocco e i suoi fratelli” di Luchino Visconti, “Ballando ballando” di Ettore Scola, “L’armata Brancaleone” di Mario Monicelli, “Mamma Roma” di Pier Paolo Pasolini, un omaggio ad Anna Magnani a 60 anni dall’Oscar, “Caro Diario” di Nanni Moretti, “Il segno di Venere” di Dino Risi.
Tre grandi novità di quest’anno e prime assolute, sempre nell’area cinema, tre grandi novità e prime assolute: 1. Per l’intera durata della manifestazione, nel cortile dell’Arena Mibact, sarà allestita la Mostra di manifesti cinematografici originali, curata dall’Archivio Storico del Cinema Italiano – Associazione Culturale Onlus “Caro Marcello…” dedicata a Marcello Mastroianni nel ventennale dalla sua scomparsa. La mostra sarà arricchita dall’esposizione della mitica automobile Triumph Tr3, spider del film “La dolce vita” (1959) di Federico Fellini. Un affascinante tuffo negli anni del boom economico, tra nostalgia e storia.
2. Dal 15 al 17 luglio, nell’ambito di Schermi italiani, di pomeriggio a partire dalle 17.00/18.00, nella Sala Rocca della Direzione Cinema, si terrà Ciak d’arte, rassegna di film sull’arte e sul patrimonio artistico, architettonico e paesaggistico a cura di Barbara Cannata. La rassegna sarà inaugurata il 15 luglio alle 17.00 con una tavola rotonda avente per tema: Cinema/Arte, alla quale parteciperanno Antonio Paolucci, Achille Bonito Oliva, Italo Moscati, Marco Maria Gazzano; proseguirà il 16 /17 luglio con una monografica di film sull’arte del regista svizzero Adriano Kestenholz presentata da Bruno Di Marino. Prima delle proiezioni del 17 luglio alle 18.00 si terrà anche un concerto dell’Ensemble Chordis di Remo Guerrini;
3. Domenica 24 luglio e venerdì 29 luglio ci saranno, sempre nella Sala Rocca della Direzione Cinema, due eventi speciali a cura dell’Associazione Giovani Produttori Cinematografici Indipendenti: il 24 alle 19.30 Serata sull’animazione con Giuseppe Squillaci e il 29 alle 19.00 proiezione di “WAX: We Are the X” di Lorenzo Corvino (2015, 85’). A seguire incontro con l’autore.
Sul fronte storia, archeologia e musica, Santa Croce Effetto Notte apre l’intera Area Archeologica al pubblico per l’intera durata della manifestazione. Ogni sera alle ore 19.00 verranno effettuate visite guidate all’Acquedotto Claudio, al Circo Variano, ad alcune parti del Palazzo Sessoriano, alla Basilica civile, al Tempio di Venere e Cupido, alle case private a due piani, costruite per i dignitari della corte di Elena, e alla Domus di Via Eleniana. In particolare, sabato 16 luglio alle ore 18.00 la visita al complesso archeologico sarà sostituita da ricostruzioni storiche e laboratori didattici a cura della Legio XXX Ulpia Victrix dal titolo “Una giornata in una casa dell’antica Roma”. Per mezzo di un plastico sarà possibile entrare all’interno di una casa romana e visitare tavoli espositivi a tema su alcuni aspetti della vita quotidiana dell’epoca.
Il Museo dei Granatieri rimarrà aperto dalle ore 19.00 per tutta la durata della manifestazione e il 15 luglio alle ore 20.00, nel Museo dei Granatieri, si terrà il Concerto Inaugurale eseguito dalla “Banda dei Granatieri di Sardegna”. La Basilica di Santa Croce in Gerusalemme e gli annessi orti saranno visitabili in apertura straordinaria notturna fino alle ore 22.30. Santa Croce Effetto Notte è realizzata da: Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo; Direzione Generale Cinema; Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma; Museo Nazionale degli Strumenti Musicali del Polo Museale del Lazio; Esercito Italiano - Museo dei Granatieri. Con la collaborazione di: Cinecittà Luce; Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale; Accademia del Cinema Italiano – Premio David di Donatello; Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani (SNGCI); Archivio Storico del Cinema Italiano – Associazione Culturale Onlus; Associazione Giovani Produttori Cinematografici Indipendenti. Con la partecipazione di Parrocchia di Santa Croce in Gerusalemme.
Nota di servizio: è consentito il parcheggio nella Piazza Santa Croce in Gerusalemme e per tutta la durata della manifestazione è a disposizione un servizio di ristorazione. Contatti pubblico: tel: 0667233203 Per il programma completo vedere il sito web: www.cinema.beniculturali.it facebook: https://www.facebook.com/dgCinews?pnref=lhc