venerdì 31 luglio 2015

MoliseCinema Film Festival compie tredici anni e diventa un adolescente pieno di stupore. Preapertura domenica 2 agosto con Nanni Moretti e "Mia madre"

Anche il MoliseCinema Film Festival è arrivato alla XIII edizione – in programma dal 4 al 9 agosto a Casacalenda (Campobasso) -, e per l’occasione anticipa con una pre-apertura d'eccezione il 2 agosto che vedrà Nanni Moretti ospite della serata per incontrare il pubblico della kermesse - che quest'anno gli dedica un omaggio -, e presentare la sua ultima fatica“Mia madre”, reduce del Festival di Cannes e delle sale.

Domenica 9 agosto, invece, Paolo di Paolo e Giorno Biferati, affiancati dallo scrittore Antonio Pascale, presenteranno “Viaggio a Roma con Nanni Moretti”. E dal libro è nata anche una mostra, che si inaugurerà il 5 agosto e resterà aperta fino alla fine del festival: “Spinaceto, pensavo peggio!”. Un percorso espositivo che racconta il rapporto del regista con la sua città attraverso fotogrammi, foto di scena, mappe, dettagli e tracce d’epoca.
Ma il piccolo grande Festival ha, come di consueto, un programma molto denso di corti, documentari e lungometraggi, incontri ed eventi, con la presenza di registi, attori, scrittori e protagonisti del mondo del cinema e della cultura, non solo italiani. Ed è un modo per promuovere il cinema in provincia, per offrire al pubblico locale e casuale, italiano e internazionale, l’occasione di vedere le pellicole di oggi e di ieri su grande schermo e magari scambiarsi esperienze e opinioni.
“E’ con lo stesso stupore del Totò pasoliniano di ‘Uccellacci e uccellini’ – afferma il direttore artistico Federico Pommier Vincelli - raffigurato nel nostro annuale manifesto che MoliseCinema presenta il suo programma 2015. Stupore perché se guardiamo all’indietro non ci sembra quasi vero essere arrivati alla 13a. Edizione e di avere già un bel pezzo di storia alle spalle. E come dei genitori di fronte a un figlio che entra impetuosamente nei 13 anni dell’adolescenza, noi dell’associazione MoliseCinema guardiamo con sorpresa alla crescita di questo festival che diventa sempre più consapevole, dinamico e inclusivo. Con MoliseCinema non facciamo altro che integrare due fonti energetiche che altrimenti non si incontrerebbero mai, il cinema più giovane e innovativo e il territorio molisano, che decidono di mescolarsi in questa fitta sei giorni di film, spettacoli incontri ed eventi, creando un flusso virtuoso di immagini, parole ed emozioni”.
La serata d’apertura, invece, vedrà protagonista Edoardo Leo, che oltre a presentare il fortunato e riuscito “Noi e la Giulia”, uno dei successi della stagione, andrà in scena con il reading musicale "Ti racconto una storia... letture semiserie e tragicomiche". Tra i cortometraggi del concorso internazionale (Paesi in corto), sono presenti numerose anteprime italiane e internazionali. Ed una speciale presenza è quella di Vishakha Singh (nella foto con Riccardo Rossi), giovane attrice e produttrice indiana di successo, che parteciperà alla giuria dei corti internazionali e porterà in Molise un pizzico di Bollywood.
Nella sezione italiana (Percorsi) saranno presentati tra gli altri, “Varicella” di Fulvio Risuleo, “Love Sharing” della rimpianta Monica Scattini, “Child K” di Roberto de Feo e Vito Palumbo, “L'attesa del maggio” di Simone Massi. Per il concorso documentari (Frontiere): “La compagna solitudine” di Davide Vigore, “Habitat-Note personali” di Emiliano Dante, “Napolislam” di Ernesto Pagano (uscito nelle sale un mese fa), “Local Europa. Musica Valida per l’Espatrio” di Francesco Cordio, “SmoKings” di Michele Fornasero e “Uomini proibiti” di Angelita Fiore.
Per le opere prime e seconde (Paesi in lungo) - sempre italiane - con premio assegnato dal pubblico, verranno presentati 6 film che saranno accompagnati alla manifestazione da alcuni dei registi e/o protagonisti. “Banana” di Andrea Jublin, accompagnato dai giovani attori Marco Todisco e Beatrice Proietti. “Cloro” sarà presentato dall’interprete Andrea Vergoni e con la presenza della protagonista Sara Serraiocco. “Fin qui tutto bene” di Roan Johnson sarà introdotto da Guglielmo Favilla e Melissa Anna Bartolini. “La prima volta di mia figlia” di Riccardo Rossi, sarà presentato dallo stesso regista, vivace presenza anche alla conferenza stampa romana, alla Casa del Cinema.
“La terra dei santi” di Fernando Muraca sarà accompagnato dal regista e dall’intensa Daniela Marra, protagonista con Valeria Solarino e Lorenza Indovina. Infine, “Vergine giurata” di Laura Bispuri, con Alba Rohrwacher, sarà presentato dalla co-protagonista, l’attrice albanese Flonja Kodheli. Tra gli ospiti, inoltre, Stefano Fresi, Giulio Manfredonia, Rosaria Russo e Marco Puccioni. La XIII edizione di MoliseCinema dedicherà, inoltre, un omaggio a Pier Paolo Pasolini nel 40° anniversario della sua morte – un orribile caso di cronaca non ancora chiuso, cold case per dirla come gli americani - con la proiezione di alcuni dei suoi film più celebri: “Il Vangelo secondo Matteo”, “Mamma Roma”, “Comizi d’amore”, “Uccellacci e uccellini”, “Il fiore delle mille e una notte”. In programma anche “Pasolini”, opera dedicatagli dal regista italo-americano Abel Ferrara.
Alla retrospettiva su Pasolini farà da ottima cornice una mostra fotografica dal titolo “Pasolini sul Set” a cura di Antonella Felicioni e proposta al Festival dal CSC - Cineteca Nazionale, da quest’anno partner del Festival. Nella mostra, la straordinaria energia di Pasolini, la sua passione civile e la profondità della sua arte, la sua relazione con i luoghi, gli attori, la macchina da presa traspaiono da foto di scena e fotogrammi che lo ritraggono sia in veste di regista che in veste di attore, in film suoi e di altri maestri del cinema italiano. Per citare alcuni titoli e alcuni fotografi: “Mamma Roma” (1962), scatti di Divo Cavicchioli; “Ro.Go.Pa.G.” (1963), di Angelo Novi; “Porcile” (1969), di Velio Cioni; “Requiescant” (1966) di Carlo Lizzani, di Francesco Alessi. In parallelo alla mostra un video, ideato per l'occasione, che celebra con ulteriori immagini uno dei nostri più grandi intellettuali, artisti e poeti. Torna anche quest'anno l’ormai consolidato appuntamento con la terrazza dei libri a cui si aggiungeranno tanti altri eventi, concerti e spettacoli dal vivo, tra cui quello di Canio Loguercio e Antonio Pascale. Le giurie: Antonio Pezzuto, Vanessa Roghi e Giovanni Cioni giudicheranno i documentari della sezione Frontiere, mentre Janet de Nardis, Fabio Mollo e Elena Mazzocchi i cortometraggi italiani della sezione Percorsi. Chris Richmond, Vishakha Singh, Luca Briasco saranno i giurati dei cortometraggi internazionali della sezione Paesi in corto.
Sarà invece il pubblico a decretare il vincitore della sezione Paesi in lungo. Tra le novità, in programma un workshop dedicato al mondo delle webseries, realizzato in collaborazione con il Roma Web Fest, durante il quale saranno approfonditi i temi legati alle nuove frontiere del racconto per immagini. Ci sarà anche un Focus sul 70° anniversario della Liberazione, con la presentazione del film “Dal ritorno” di Giovanni Cioni e un omaggio ai deportati militari italiani nei campi nazisti. Altra novità di quest'anno il concorso per cortometraggi dedicato ai ‘Molisani nel mondo – Short Food Movie’ che si sono confrontati con i temi delle origini e della cultura alimentare, progetto realizzato in collaborazione con l'Ufficio molisani nel mondo della Regione Molise. Ha vinto una giovane argentina, nipote di immigrati molisani, Lucila Iaizzo con “Amore a la Molisana” divertente storia sentimentale tra cibo e memoria delle origini. Ma è il Canada a vantare la comunità più numerosa di molisani all’estero.
Il festival è organizzato dall’associazione MoliseCinema, con la direzione artistica di Federico Pommier Vincelli. Promosso da Regione Molise, Provincia di Campobasso e Comune di Casacalenda, ha il patrocinio della Direzione Cinema del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. L’edizione 2015 vede la partnership con Il CSC - Cineteca Nazionale, EXPO 2015 progetto Short Food Movie, il Patrocinio dell’Ambasciata Canadese in Italia. José de Arcangelo
Il programma e tutte le informazioni su: www.molisecinema.it e-mail:- info@molisecinema.it

giovedì 30 luglio 2015

Una 72a. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia all'insegna di una "sorprendente" selezione tra opere prime e pellicole di grandi maestri

La selezione ufficiale del Festival di Venezia quest’anno è “sorprendente”, questo è emerso alla conferenza stampa di presentazione, stando all’aggettivo più usato nel discorso dal Direttore Alberto Barbera, cercando inutilmente dei sinonimi. A Roma, come è tradizione al Grand Hotel Excelsior, è stato presentato il programma definitivo della 72a. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia 2015 dallo stesso Barbera e dal Presidente della Biennale Paolo Baratta (nella foto ASAC).

Infatti, su 21 film in concorso ben 16 sono opere prime o di registi sconosciuti a livello internazionale, ma tutte le opere – anche fuori concorso o della sezione Orizzonti - offrono un’estrema varietà di approcci, punti di vista e visioni, dal film d’autore al piccolo film sperimentale, dal grande spettacolo hollywoodiano alla (ri)scoperta del genere.
“La selezione di quest’anno – ha esordito Baratta – con un alto numero di opere di grandi maestri, il gran numero di registi ‘debuttanti’, alcuni importanti ritorni e la segnalazione di opere provenienti da continenti che nel recente passato ci potevano apparire un po’ appartati (quest’anno l’America Latina) possiede la vitalità che risponde al nostro fine”.
“Sempre più, il continente del cinema – ha ribadito Barbera – si presenta come una geografia dai confini variabili e dall’articolazione interna sottoposta a continui cambiamenti quasi fosse l’esito di un quotidiano movimento di assestamento. Se volessimo pensare a una forma, sarebbe forse oggi quella di un arcipelago, composto da isole fluttuanti alcune delle quali tendono ad aggregarsi temporaneamente per poi tornare ad allontanarsi le une dalle altre. Il fatto è che dal punto di vista creativo e produttivo, la geografia del cinema segue inevitabilmente quella del mondo come lo abbiamo visto trasformarsi negli ultimi anni. Non esiste più un centro, né tantomeno un mono-duopolio (il cinema americano e quello europeo, per dirla sbrigativamente) ai margini del quale proliferavano altri più o meno ridotti agglomerati destinati a generare un equilibrio di sostanza che bastava a regolare le cose. Il Novecento è finito anche da questo punto di vista. Ci muoviamo in un territorio nuovo, che ha nuove regole, e anche una nuova forma. Solo che si tratta di una forma cangiante, e il quadro di riferimento si modifica con molta più velocità di quanto riuscissimo a immaginare non molti anni fa”.
Sono 55 i film della mostra “forse qualcosa di più” - confessa il direttore - perché ci sarà naturalmente qualche sorpresa dell’ultima ora. “La pattuglia italiana del concorso ufficiale” è composta da quattro lungometraggi, “uno più del solito e tutti belli, un segnale forte e positivo sull’ottimo stato di salute del nostro cinema (e ci sono stati ben tre a Cannes). Però, come ha dichiarato il produttore Riccardo Tozzi, forse oggi si producono troppi film, e con le stesse risorse di due anni fa, quando ne erano circa la metà, e in questo modo si perde in qualità. Però salute vuol dire soprattutto mantenere alta la qualità”.
I titolo italiani sono: “Sangue del mio sangue” di Marco Bellocchio, “Per amore vostro” di Giuseppe M. Gaudino di cui si sa ben poco e Barbera ha soltanto svelato che si tratta della storia di una madre di camorra con un figlio sordomuto però raccontata in modo inconsueto e con un’immensa Valeria Golino; “A Bigger Splash” di Luca Guadagnino con Tilda Swinton e “L’attesa” di Piero Messina con Juliette Binoche, dei quali forse se n’è parlato già troppo. Degli altri diciassette,
sono quattro anche gli americani: “Heart of a Dog” di Laurie Anderson, “un film di poesia”; “Equals” di Drake Doremus con Kristen “Twilight” Stewart; “Beasts of No Nation” di Cary Fukunaga (il fortunato autore del televisivo “True Detective”) e “Anomalisa” lungometraggio d’animazione dello sceneggiatore Charlie Kaufman e Duke Johnson; e poi “Looking for Grace” di Sue Brooks (Australia), “Abluka - Frenzy” (Turchia-Francia-Qatar); “Remember” di Atom Egoyan (Canada-
Germania), per la prima volta in concorso a Venezia, con i grandi vecchi di Hollywood (non solo) Christopher Plummer e Martin Landau; “Marguerite” di Xavier Giannoli (Francia-Repubblica Ceca-Belgio); “Rabin, the Last Day” di Amos Gitai (Israele-Francia); “The Endless River” di Oliver Hermanus (Sudafrica-Francia); “The Danish Girl” di Tom Hooper (GB-Usa) con il premio Oscar Eddie Redmayne e l’attivissima Alicia Vikander; “11 minut – 11 Minutes” del maestro polacco Jerzy Skolimowski (Polonia-Irlanda); del russo Aleksandr Sokurov “Francofonia” (Francia-Germania-Paesi Bassi) che, dopo l’Ermitage (“Arca Russa”) riprende il Louvre per raccontare la storia della
Francia partendo dall’occupazione; ritorno dell’argentino Pablo Trapero (scoperto dalla SIC anni fa con “Mondo Grua”) che porta “El clan”, coproduzione con la Spagna; prima volta per il Venezuela con “Desde allà” di Lorenzo Vigas, già sceneggiatore per Guillermo Arriaga, infatti, il film è coprodotto dal Messico; la Francia (ma è coproduttrice di quasi tutti gli autori extracomunitari) si presenta con “L’hermine” di Christian Vincent con Fabrice Luchini; per concludere con l’artista cinese Liang Zhao, esordiente al cinema col documentario “Behemoth”, infatti, è coprodotto dalla francese Arté.
Fuori concorso, il film d’apertura – di cui se ne è parlato ampiamente nei giorni precedenti e girato in parte nelle Alpi italiane e a Cinecittà – “Everest” dell’islandese Baltasar Kormakur coprodotto da Usa e GB; e il film di chiusura del cinese Guan Hu “Lao pao er” (Mr. Six), grande produzione destinata ad un grande pubblico (letteralmente in Cina) che in patria uscirà a Natale e viene presentato in anteprima mondiale al Lido.
Omaggio al recentemente scomparso Claudio Caligari col suo film postumo “Non essere cattivo”, prodotto e ultimato da Valerio Mastandrea, in cui racconta gli anni Novanta come aveva fatto, con la periferia romana, Pasolini negli anni Sessanta. Altra finzione fuori concorso: “Go with Me” di Daniel Alfredson con Anthony Hopkins (Usa-Canada-Svezia); “Black Mass” di Scott Cooper che segna il ritorno di Johnny Depp al Lido; “Spotlight” di Thomas McCarthy con Michael Keaton e Mark Ruffalo,
quasi un film inchiesta sullo scandalo della pedofilia nella Chiesa di Boston; il ritorno di un vecchio maestro del cinema messicano (dopo 25 anni), Arturo Ripstein con “La calle de la amargura” (La via dell’amarezza) e una piccola chicca di Martin Scorsese “The Audition”, un corto di 16 minuti, su commissione, con un cast d’eccezione: Robert De Niro, Leonardo DiCaprio e Brad Pitt, assecondati dal regista stesso.
E ancora documentari, dato che secondo Barbera non c’è un vero fil rouge quest’anno, ma tutti i film prendono spunto dalla realtà, da fatti storici o di cronaca – di ieri e di oggi - realmente accaduti. “Winter on Fire” di Evgeny Afineevsky (Ucraina), “De Palma”, naturalmente Brian, un regista di solito schivo a interviste e incontri, che ai giovani colleghi Noah Baumbach e Jake Paltrow (fratello di Gwyneth) racconta vita, carriera e opere; “Janis” ritratto della mitica e rimpianta cantante anni ’70 firmato Amy Berg; “Sobytie” (The Event) del russo Sergei Loznitsa (Paesi Bassi/Belgio) sul colpo di stato a Yeltsin, “L’esercito più piccolo del mondo” dell’italiano
Gianfranco Pannone sulla vita delle Guardie Svizzere in Vaticano; “N ari xiawu” (Afternoon) del cinese (di Taipei) Tsai Ming-Liang che racconta il suo cinema con Lee Kang-Sheng. Proiezione speciale per “Human” di Yann Arthus-Bertrand, famoso per le sue foto dall’alto che stavolta mette a confronto in un documentario riprese del Pianeta visto dall’alto con primi piani di persone che raccontano se stesse, ovvero “la bellezza del Pianeta e la tragicità dell’esistenza umana”. La rassegna ufficiale chiude col Leone d’Oro alla Carriera a Bertrand Tavernier che per l’occasione porta “La vie et rien d’autre” (La vita e niente altro, 1989) con Philippe Noiret e Sabine Azéma. Madrina della 72a. Mostra sarà l’attrice Elisa Sednaoui che presenterà le serate di apertura e di chiusura.
Anche la sezione Orizzonti presenta 18 lungometraggi, tanto che ricorderemo solo alcuni, oltre i due italiani, “Pecore in erba” di Alberto Caviglia, “un divertente mockumentary” e un inedito Renato De Maria che firma “Italian Gangster”, dove racconta trent’anni di storia italiana attraverso le imprese più eclatanti della mala nostrana, dalla Banda Cavallero al ‘solista del mitra’ Luciano Lutring. Tra gli altri il ritorno dell’americano (del Nord) Dito Montiel con “Man Down” con Shia LaBeouf e Gary Oldman e del messicano Rodrigo Plà con “Un monstruo de mil cabezas” (t.l. Un mostro da mille teste). Ma il Sudamerica è presente anche con film del Brasile, in coproduzione con Argentina, “Mate-me por favor” (gioca sul doppio senso del termine, l’infusione Mate e Matame, uccidimi) di Anita Rocha da Silveira; con Uruguay e Paesi Bassi, “Boi Neon” di Gabriel Mascaro. Sono inoltre rappresentati Iran, Israele, India, Danimarca, Nuova Zelanda, Grecia, per non parlare dei corti che sono una quindicina in concorso, e uno fuori concorso.
Non mancano nemmeno i consueti appuntamenti con i film restaurati Venezia Classici, stavolta quattro sono stati scelti e saranno presentati dal premiato Tavernier: “Pattes blanches” (Zampe bianche) di Jean Grémillon (Francia, 1949); “La lupa” di Alberto Lattuada (Italia, 1953); “Sommenstrahl” (Viva la vita) di Pàl Fejos (Germania/Austria 1933) e “A Matter of Life and Death” (Scala al Paradiso) di Michael Powell ed Emeric Pressburger (GB 1946). La giuria, presieduta dal regista Francesco Patierno, e composta da studenti di cinema, per la terza volta, assegnerà i premi Venezia Classici per il miglior film restaurato e per il miglior documentario sul cinema.
Tra gli altri 21 titoli selezionati per i premi “Aleksandr Nevskij” di Sergej M. Ejzenstejn (Urss, 1938), “Amarcord” di Federico Fellini (Italia, 1973), “Apenas un delinquente” (Appena un delinquente) di Hugo Fregonese (Argentina 1949); “Le beau Serge” di Claude Chabrol (Francia, 1958); “Leon Morin, pretre” (Leon Morin, prete) di Jean-Pierre Melville (Francia, 1961), “Salò o le 120 giornate di Sodoma” di Pier Paolo Pasolini (Italia, 1975) – presentato in occasione del 40° anniversario della sua uccisione -; “Vogliamo i colonnelli” di Mario Monicelli (Italia 1973) anche per un omaggio al regista nel centenario della nascita che include un’installazione di Chiara Rapaccini, in arte RAP – compagna di una vita – ispirata alle fotografie del suo archivio privato; e “Heaven Can Wait” (Il Paradiso può attendere) di Ernst Lubitsch (Usa, 1943).
Novità di questa edizione è Il Cinema nel Giardino, film, incontri, visioni all’ombra del Casinò, destinate al pubblico locale e occasionale del festival, il tutto rigorosamente libero, gratuito e senza limitazioni, tranne quella della capienza della nuova arena all’aperto allestita nel perimetro dei giardino del Casinò, appunto. Ad aprire le serate l’incontro-colloquio con un artista, regista uomo di spettacolo che ha accettato l’invito di raccontare il proprio amore per il cinema o riflettere sul tema, oppure per dialogare intorno ai temi affrontati dal documentario o dal film proiettato subito dopo. Tra questi (anche se l’elenco non è ancora definitivo) Pif, Giuseppe Tornatore, Gianni Amelio, Arturo Brachetti, Vasco Rossi.
Infine, alla 72a. Mostra di Venezia verranno proiettati i tre lungometraggi selezionati, sviluppati e prodotti nell’ambito della terza edizione (2014/2015) di Biennale College - Cinema, laboratorio di alta formazione aperto a giovani filmmaker di tutto il mondo per la produzione di film a basso costo, lanciato dalla Biennale nell’edizione 2012. I tre film sono: “Baby Bump” opera prima di Kuba Czekaj (Polonia), Magdalena Kamiska (produttrice); “Blanka” opera prima di Kohki Hasei (Giappone), Faminio Zadra (produttore, Italia); ”The Fits” opera prima di Anna Rose Holmer (Usa), Lisa Kjerulff (produttrice). José de Arcangelo

sabato 25 luglio 2015

Le Giornate degli Autori / Venice Days portano sul Lido - dal 2 al 12 settembre - film dai cinque continenti con un occhio di riguardo al cinema italiano

Anche le Giornate degli Autori / Venice Days, arrivate alla 12a. edizione e promosse dalle Associazione Italiane degli Autori (Anac e 100autori), in accordo con la Biennale di Venezia porterà nel periodo della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica – dal 2 al 12 settembre 2015 - film da tutto il mondo, anzi dai cinque continenti. L’attuale selezione delle Giornate, infatti,

è la più varia, imprevedibile, internazionale e, soprattutto, 'italiana' nella storia dell'ormai consolidata sezione promossa dalle Associazioni Italiane degli Autori che portano ogni anno al Lido “le voci del cinema indipendente di tutto il mondo, ma senza dimenticare il dialogo e la ricerca in uno spirito che va oltre la semplice passerella di anteprime” e sempre in collaborazione con la Sic e Cinecittà Luce.
Sono 20 film provenienti da 15 paesi, 8 opere prime, 18 prime mondiali, 8 registe donne, un maestro del cinema come lo spagnolo Carlos Saura che stavolta è andato in "Argentina" alla scoperta delle radici della musica e della danza folk del grande paese sudamericano; il premio Nobel per la letteratura Orhan Pamuk e il fondatore dell'Odin Teatret, Eugenio Barba; tutti e tre protagonisti degli eventi speciali. Ma anche la presenza della Palma d'Oro Laurent Cantet presidente della giuria; la musa ed autrice della Nouvelle Vague, Agnès Varda al centro del progetto Women's Tales realizzato insieme a Miu Miu, con il suo film "10 Les 3 Boutons (l'altra regista è la giovane Alice Rohrwacher con "9 De Djess").
Ma le opere, in concorso e non porteranno al Lido anche attori e personaggi famosi come Luis Tosar, Miranda Otto, Sam Neill, Paul Ducet, Suzanne Clément, Riccardo Scamarcio, Alba Rohrwacher, Celia Rowlson Hall, Massimo Popolizio, Valentina Carnelutti, Roberto Bolle, Elio e Cristiana Capotondi.
I titoli del concorso. Tre gli italiani: "Viva la sposa" di e con Ascanio Celestini, l'opera prima "Arianna" di Carlo Lavagna con Ondina Quadri - figlia di Jacopo, che si preannuncia come una vera rivelazione - e "La prima luce" di Vincenzo Marra, girato fra Puglia e Cile in coproduzione;
"La memoria del agua" (La memoria dell'acqua) del cileno Matias Bize; "A peine j'ouvre les yeux (Appena apro gli occhi) dell'esordiente Leyla Bouzid (Francia/Tunisia/Belgio); "Klezmer" del polacco Piotr Chrzan; "Island City" dell'indiano Ruchika Oberoi; "Underground Fragrance" di Pengfei, coproduzione Francia/Cina; "Early Winter" di Michael Rowe, coproduzione fra Australia e Canada.
Il classico fil rouge sembra essere quello dei ‘non luoghi’ della nostra civiltà: “sottosuolo e superficie di una terra che non trova più radici e che rigetta l’omologazione del potere e dell’individualità egoista”. Apertura, in concorso, con "El desconocido" (Retribution - Lo sconosciuto) dello spagnolo Dani de la Torre e chiusura, fuori concorso, con la saga familiare "The Daughter" di Simon Stone con Geoffrey Rush, Miranda Otto e Sam Neill.
Però ci saranno ancora eventi speciali per "Milano 2015" di Elio, Roberto Bolle, Silvio Soldini, Walter Veltroni, Cristiana Capotondi, Giorgio Diritti, nato come reinterpretazione del documentario di Ermanno Olmi "Milano '83", per fotografare le tante anime contemporanee che costituiscono
l'identità della metropoli nell'anno dell'Expo; "Bangland" di Lorenzo Berghella, sorta di Simpson all'italiana, ovvero l'America distopica di un giovane animatore di Pescara; "Harry's Bar" di Carlotta Cerquetti che ricostruisce la storia di una famiglia (e di un locale) in cui si è
specchiata Venezia; "Viva Ingrid!" di Alessandro Rossellini, la stagione italiana di una diva hollywoodiana vista da se stessa (i suoi filmini, cinegiornali, brani di film), in occasione del centenario della nascita; e poi "Innocence of Memories - Orhan Pamuk's Museum and Istambul" di Grant Gee e "Il paese dove gli alberi volano. Eugenio Barba e i giorni dell'Odin" di Davide
Barletti e Jacopo Quadri. E ancora "Ma" di Celia Rowlson Hall, in accordo con Tribeca Film Festival, e "I sogni del Lago Salato" un documentario di Andrea Segre realizzato in Kazakistan. Venezia sarà, ancora una volta, la sede ideale delle iniziative del Parlamento Europeo per il
Premio Lux con la presentazione delle tre opere finaliste dell’anno (in accordo con la Mostra) e il progetto ’28 volte cinema’ che porta alle Giornate altrettanti giovani cinefili di tutti i paesi dell’Unione Europea con il sostegno di Europa Cinemas e il contributo di Cineuropa.org. I finalisti per il Premio Lux sono “Mediterranea” di Jonas Carpignano (Italia-Usa-Germania-Francia-Qatar), “Mustang” di Deniz Gamze Erguven (Turchia) e “The Lesson” di Kristina Grozeva e Petar Valchanov (Bulgaria-Grecia).
Infine, "Laguna Sud - Il cinema fuori dal Palazzo", un progetto di Giorgio Gosetti e Andrea Segre, che porta le Giornate degli Autori al di fuori del Lido: A Chioggia, dal 21 al 24 agosto, in collaborazione con il Comune, e a Pellestrina dall'11 al 13 settembre, la Laguna abbraccia idealmente Venice Days con un prologo e un epilogo pensati per raccontare il passato e il futuro della sezione indipendente. Si chiude poi a Roma nell’ambito di Venezia a Roma, dove verrà proposta – come di consueto - una selezione della selezione. José de Arcangelo

venerdì 24 luglio 2015

La Settimana Internazionale della Critica compie 30 anni e festeggia rinnovando la sigla, premiando il miglior film del passato e riflettendo sul cinema che cambia

In attesa della presentazione stampa del programma definitivo della 72a. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia 2015 - il 29 luglio al Grand Hotel Excelsior di Roma - è stata intanto illustrata una delle rassegne parallele e indipendenti che si svolgono nell'ambito della stessa e nell’arco del medesimo periodo, ovvero dal 2 al 12 settembre: la Settimana della critica

celebra la sua 30a. edizione rinnovando la propria “sigla” e affidando ad Alessandro Rak (l’autore de L’arte della felicità, che proprio alla SIC ebbe il suo battesimo) la realizzazione di un piccolo grande gioiello animato che da quest’anno darà il benvenuto agli spettatori prima di ogni proiezione
La Settimana Internazionale della Critica, organizzata dal SNCCI – dal 2 al 12 settembre nell’ambito della 72°. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia -, si è presentata all'insegna della famiglia, tema universale che, tra attualità e riflessione, crisi mondiale e spaesamento, lega i sette film in concorso, opere prime che indagano tra pubblico e privato, rapporti e incontri, disagi e conflitti contemporanei.
“Il traguardo delle 30 edizioni rappresenta per la SIC, – dichiara il delegato generale Francesco De Pace -, un evidente motivo di soddisfazione, ma anche il momento ideale per ripensare, in un’ottica non solo celebrativa, al lavoro svolto negli ultimi 30 anni dalle varie commissioni di selezione. Quanto sia cambiato il cinema, nel corso di questo periodo, e sotto gli occhi di tutti: sono cambiate le possibilità produttive per un regista esordiente, certamente in meglio per un accesso al mezzo più agevole e 'leggero'; in peggio per la contrazione di investimenti economici, siano essi pubblici o privati.
Sono cambiate le sue modalità di fruizione, soprattutto per il cinema cosiddetto d’autore o di ricerca, da una parte con la diminuzione degli schermi cinematografici ad esso destinati, dall’altra però con una straordinaria possibilità di accesso attraverso nuove piattaforme online o vod, più o meno legali. Il costante impegno di questa sezione, organizzata dal Sindacato dei Critici Cinematografici Italiani, e comunque stato quello di trovare in ambito internazionale registi in grado di operare un rinnovamento del cinema, di scoprire talenti disposti con coraggio, e anche con una certa incoscienza tipica del momento dell’esordio, ad anticipare tendenze e non a incamminarsi su strade rassicuranti”.
Tutti film di qualità elevata e parlano di famiglia - confermano i selezionatori Nicola Falcinella, Giuseppe Gariazzo, Anna Maria Pasetti e Luca Pellegrino che quest'anno finiscono il loro 'mandato' -, ma anche di condivisione, sono opere prime che sorprendono perché realizzate da giovani che riflettono sulla vita degli anziani, lavorano sulla memoria dei territori, sulla riscoperta del luogo, indagano sulla trasformazione di città e paesi, dalla Cina a Bagnoli, da Singapore al Portogallo.
Però il programma quest'anno prevede un momento celebrativo perché si apre con il Premio Speciale alla migliore Opera Prima di questi 30 anni, assegnato attraverso un referendum fra i critici italiani al regista e attore Peter Mullan, che con il suo ‘Orphans’ (verrà proiettato in apertura alla presenza dell'autore) nel 1998 rivelò il suo talento proprio nel programma della Sic, quattro anni prima di conseguire il Leone d’Oro per "Magdalene".
Celebrativo anche l’evento di chiusura di questa edizione con il nuovo film di finzione di Antonio Capuano ‘Bagnoli Jungle’, ennesimo esempio di libertà espressiva e di coraggio dell'autore vincitore nel 1991 proprio alla Settimana della Critica con ‘Vito e gli altri’. “Il suo ultimo film mette a confronto tre generazioni, attraverso storie che si incastrano l’una nell’altra, che si muovono in un territorio difficile, spesso degradato ma estremamente vitale come la periferia nord di Napoli che si sviluppa attorno all’ex stabilimento siderurgico di Bagnoli”.
Entrambi i film-evento girano intorno, neanche tanto casualmente, ad alcune costanti che si riscontrano nei titoli del nostro programma: famiglie dissestate, disagi adolescenziali e conflitti parentali, generazioni che si confrontano nel territorio del privato ma anche in quello della politica, spaesamenti indotti dalla crisi economica che portano a scelte radicali nella propria vita.
I sette film in concorso provengono da tre continenti e due sono firmati da donne: "Ana yurdu" (Motherland - Madrepatria) della turca Senem Tuzen, in coproduzione con Grecia; "Banat" (Il viaggio) dell'italiano Adriano Valerio, in coproduzione con Romania-Bulgaria-Macedonia; Kalo Pothi (La gallina nera) del nepalese Min Bahadue Bham, in coproduzione con Francia e Germania; "Light Years" (Anni luce) della britannica Esther May Campbell; Montanha (Montagna) del portoghese Joao Salaviza, in coproduzione con la Francia; "The Return" (Il ritorno) di Green Zeng, targato Singapore; e "Tanna" di Martin Butler e Bentley Dean, Australia-Vanuatu. Tutti film in prima mondiale (World Première).
Ma non è tutto, ci sarà un evento speciale (fuori concorso) in pre-apertura, è il cinese "Jia" (Famiglia) di Liu Shumin, in coproduzione con l'Australia, paese dove l'autore si è trasferito. Eccezionale anche la durata 4 ore e 40' e per ciò la SIC apre un giorno prima, rispetto alle scorse edizioni, ovvero il giorno stesso dell'inaugurazione del Festival di Venezia.
Le opere concorrono a due premi: Premio del pubblico Pietro Barzisa (alla memoria dello studioso e critico) - 30a. Settimana Internazionale della Critica, sponsorizzato dal Circolo del Cinema di Verona e del valore di 5.000 Euro. Leone del Futuro - Premio Venezia Opera Prima "Luigi De Laurentiis", insieme a tutti gli altri lungometraggi d'esordio presenti nelle sezioni competitive della Mostra, e a 100.000 dollari Usa messi a disposizione da Filmauro di Aurelio e Luigi De Laurentiis, che saranno divisi in parti uguali tra il regista e il produttore. Oltre a Barzisa verrà ricordato, da un’iniziativa del SNGCI (Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani) il giornalista e critico cinematografico Callisto Cosulich, storica firma del quotidiano “Paese Sera” e di tante altre pubblicazioni, recentemente scomparso.
Anche quest'anno, la Fedeora, l'Associazione dei Critici Cinematografi dell'Europa e del Mediterraneo, assegnerà due premi collaterali ai film della Settimana: uno al miglior film, l'altro a scelta tra la migliore sceneggiatura, migliore fotografia o migliore interpretazione. José de Arcangelo