domenica 27 novembre 2016

Al 34° Torino Film Festival vincono Cina, Argentina, Cile e Stati Uniti, ma non solo

Assegnati i premi del Torino Film Festival, vince il cinese “The Donor of Qiwi Zang”, seguito da “Los decentes” dell’argentino Antonio Campos, e dagli attori protagonisti, il cileno Nicolàs Duran per “Jesus” e l’inglese Rebecca Hall per “Christine”. Ma i premi sono molti altri.

La Giuria del 34° Festival di Torino - Concorso Internazionale Lungometraggi -, composta da Ed Lachman (USA, presidente), Don McKellar (Canada), Mariette Rissenbeek (Germania), Adrian Sitaru (Romania), Hadas Yaron (Israele), assegnato i premi: Miglior Film (€ 15.000) a: Juan Zeng Zhe “The Donor di Qiwu Zang” (Cina) Con la seguente motivazione: “Siamo onorati di assegnare il premio a un film così meravigliosamente penetrante e così poetico nella narrazione,
nella performance, nella comprensione del mondo in cui proviamo a vivere. Pensiamo di aver trovato una nuova voce del cinema cinese che ci arricchirà tutti. Grazie”. Il Premio Speciale della Giuria - Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (€ 7.000) a: “Los decentes” di Lukas Valenta Rinner (Austria-Corea del Sud-Argentina). Con la seguente motivazione: “Questo film ci porta in un
viaggio con Belén, una collaboratrice domestica di una ricca famiglia in un quartiere sorvegliato e recintato, che trova una via di fuga dal suo mondo claustrofobico quando scopre una comunità di nudisti che vive al di là del recinto. ‘Los decentes’ esplora con grande sensibilità e penetrante spirito di osservazione l’impatto che questa nuova libertà ha sulla vita della donna. Allo stesso tempo, questa libertà provoca la reazione della borghesia del quartiere. Diamo il Premio Speciale della Giuria a questo film audace e originale”.
Premio per la Miglior Attrice a: Rebecca Hall per il film “Christine” di Antonio Campos (Usa). Con la seguente motivazione: “L’attrice, con una fortissima presenza scenica e le molte sfumature della sua performance è riuscita a ritrarre perfettamente un personaggio commovente che è in conflitto emotivo con se stesso”. Premio per il Miglior Attore a: Nicolàs
Duran per il film “Jesus” del cileno Fernando Guzzoni (Cile-Francia). Con la seguente motivazione: “Per un ritratto molto credibile, che veicola una gamma di emozioni, da parte di un talento così giovane e promettente”. Premio per la Miglior Sceneggiatura sempre a: Juan Zeng Zhe “The Donor di Qiwu Zang” (Cina). Con la seguente motivazione: “Forse saremmo stati influenzati dall’ambiente che ci circonda, ma la giuria è rimasta colpita da questo film duro ed emotivamente devastante, che mostra come la tradizione del Neorealismo italiano sia ancora
viva in angoli remoti del globo”. Premio del Pubblico a: “Wir Sind die Flut - We Are the Tide” di Sebastian Hilger (Germania). TFFdoc: la Giuria di Internazionale.doc, composta da Kamal Aljafari, Ann Carolin Renninger, Gaël Teicher, ha assegnato i seguenti premi: Miglior Film per Internazionale.doc (€ 5.000) a “Houses Without Doors” di Avo Kaprealian (Siria-Libano). Con la seguente motivazione: “In una situazione impossibile, ci fa vedere l’impossibile – dal balcone di casa egli guarda il mondo intero. Ci fa sentire come i siriani e gli armeni rappresentino tutta l’umanità e ci restituisce la fiducia nella capacità del cinema di aiutare tutti gli
essere umani a esistere e a resistere in ogni epoca”. Premio Speciale della Giuria per Internazionale.doc a: “Attaque” di Carmit Harash (Francia). Con la seguente motivazione: “Perché si pone nel cuore del caos sollevando interrogativi sulle tante immagini che ci circondano, con uno spirito libero e con uno humour che aiutano a prendere le distanze e a sconfiggere la depressione, perché propone di non credere alle immagini ma trattarle in modo originale e nuovo”.
La Giuria di Italiana.doc, composta da Eleonora Danco, Luciano Rigolini, Marcello Sannino, assegna i seguenti premi: Miglior Film per Italiana.doc (€ 5.000) a: “Saro” di Enrico Maria Artale (Italia). Con la seguente motivazione: “Un viaggio alla ricerca di un padre mai conosciuto. Un documentario intimo e spiazzante diretto con incredibile lucidità e rigore. L’autore riesce a trattare la sua storia con intensità e coraggio, attraverso una struttura narrativa coinvolgente dove la dimensione personale diventa universale”. Premio Speciale della giuria per Italiana.doc a: “Moo Ya” di Filippo Ticozzi (Italia). Con la
seguente motivazione: “Un documentario intenso e raffinato. Uno sguardo poetico che scava un territorio segnato da un trauma di violenza e morte la cui memoria è viva nel protagonista Opio e nelle persone che incontriamo. Il regista riesce a creare con sensibilità e rigore una vera mimesi tra la temporalità filmica ed il tempo sospeso della vita quotidiana dove la natura è una lunga lacrima colorata”. Assegna inoltre una Menzione Speciale a: “A Bitter Story” di Francesca Bono (Italia). Con la seguente motivazione: “La giovane autrice decide di confrontarsi con una delle questioni sociali più imminenti: l’integrazione. Gli adolescenti di una piccola comunità cinese che affrontano le decisioni sul proprio futuro sospesi in un limbo identitario e territoriale. Un approccio formale e psicologico audace che fa uso della messa in scena non escludendo momenti di autentica intimità, riuscendo così ad andare oltre il realismo frontale senza perdere la sincerità”.
Italiana.Corti La Giuria di Italiana.corti, composta da Colapesce, Lucia Veronesi, Matteo Zoppis, assegna i seguenti premi: Premio Chicca Richelmy per il Miglior Film (€ 2.000 offerti da Associazione Chicca Richelmy) a: “Ex voto” di Fabrizio Paterniti Martello (Italia). Con la seguente motivazione: “Il film racconta la tradizione di un luogo diviso fra sacro e profano e ci restituisce poeticamente l’immagine di un’Italia divisa tra tradizione e modernità”. Premio Speciale della Giuria a: “Il futuro di Era” di Luis Fulvio (Italia). Con la seguente motivazione: “Il film scolpisce la metafora della condizione umana. Propone una chiave di lettura attuale della continua e ossessiva ricerca della bellezza attraverso la sua distruzione”.
La Giuria del Premio Fipresci, composta da Frédéric Jaeger, Yael Shuv e Gianlorenzo Franzi, assegna il Premio per il Miglior Film a: “Les derniers parisiens” di Hamè Bourokba e Ekoué Labitey (Francia). Con la seguente motivazione: “Una storia attuale raccontata con empatia e urgenza, con un tocco leggero. ‘Les Derniers Parisiens’ narra il difficile rapporto tra due fratelli migranti che cercano di sbarcare il lunario a Parigi. Offre uno sguardo della vita a Pigalle e scorci sulle molte storie accennate sullo schermo”. Premio Cipputi. La Giuria, composta da Francesco Tullio Altan, Mariano Morace, Costanza Quatriglio assegna il
Premio Cipputi 2016 - Miglior Film sul mondo del lavoro a: “Lao Shi - Old Stone” di Johnny Ma (Cina-Canada). Con la seguente motivazione: “Per lo stile sospeso fra la cronaca vera e lo stato d’allucinazione con cui Johnny Ma segue la fulminante odissea tragica di un taxista rimasto coinvolto in un incidente stradale. La responsabilità non era sua, ma il senso di colpa per avere fatto sprofondare un ragazzino in coma profondo è ossessivo: niente e nessuno lo aiuteranno, né gli amici, né la famiglia sempre meno comprensiva e affettuosa, né tanto meno gli squali burocrati delle società d’assicurazione. La perdita del lavoro quotidiano provoca un fatale smarrimento dell’identità. Ognuno è solo sul cuore della terra, e il buio si avvicina”.

Al Cinema Trevi di Roma - dal 1° al 4 dicembre 2016 - la 13.a edizione del Festival delle Terre - Premio Internazionale Audiovisivo delle Biodiversità

La 13° edizione del Festival delle Terre - Premio Internazionale Audiovisivo delle Biodiversità torna a Roma dal 1° al 4 dicembre 2016 negli spazi del cinema Trevi di Roma, presentando numerose opere tra documentari, film d’inchiesta e animazioni per testimoniare l’universo dei diritti legati alla terra attraverso gli occhi e le parole di chi ne è protagonista: piccoli produttori di cibo, comunità locali, popoli indigeni e tutti coloro che si battono in difesa della terra, del territorio e della sovranità alimentare. 25 film in programma, 17 in concorso ospitati nelle tre sezioni “Terre Resistenti”, “Popoli nativi. Racconti di dignità” e “Preservare il Pianeta, alternative per nutrire il mondo”. Tante le storie raccontate, insieme ad autori e autrici che incontreranno il pubblico nella magnifica sala del cinema Trevi, unico cinema al mondo con al suo interno una domus romana visibile. Le storie, di cui il Festival si fa testimone, raccontano le diverse forme della negazione dei diritti, delle resistenze e delle alternative in un’ottica di conservazione della “biodiversità”, intesa come diversità biologica, sociale e culturale. Sono storie comuni e allo stesso tempo complesse che una volta conosciute possono modificare radicalmente la nostra visione del mondo. Sono le storie di chi produce cibo e resiste nei campi, nei mari, nelle foreste ma anche nelle metropoli sempre più enormi ed invivibili. Sono i temi da sempre cari al festival delle terre. E’ l’idea di sovranità alimentare come alternativa alla speculazione finanziaria sulle risorse del pianeta. La varietà delle cifre stilistiche e degli sguardi proposti non si esaurisce nell’alternanza tra fiction e cinema del reale: saranno in programmazione lavori molto diversi che spaziano all’interno del genere documentario dall’animazione (“Full Petrol Jacket”) al reportage d’inchiesta ( “I Vajont, Mare nostro”), dal documentario di ricerca (“Autostrada A3”) a quello antropologico (“Stana Udehe, Mingong”), passando attraverso testimonianze provenienti da tutto il mondo e con molte anteprime nazionali (“Code of Survival”, “Atlantic”, “Historia do futuro”, “Ethiopia Rising”). I lavori presentati arrivano da tutto il mondo: viene curata una versione sottotitolata in italiano, a disposizione degli autori, per permettere al film di raggiungere un pubblico sempre più vasto e per non alterare le testimonianze portate sullo schermo. Viene dato spazio alle opere delle piccole produzioni indipendenti, che faticano a trovare posto in un circuito commerciale che non sempre premia la qualità. L'evento vuole contribuire a far conoscere l'identità culturale dei popoli, intesa, in senso lato, come l’insieme degli aspetti spirituali, materiali, intellettuali che contraddistinguono una società o un gruppo sociale. Ecco perché l’iniziativa include anche vari documentari dedicati alla tematica dell'identità culturale e dei diritti dei migranti. Quest'anno saranno assegnati ben tre premi: Il premio Crocevia - 500 euro, il premio Berta Film per il secondo anno di seguito e una novità, il premio del pubblico. Sono promossi incontri con gli autori dei film, che sempre più numerosi partecipano in prima persona alle giornate del Festival. La difesa dei diritti collettivi sulla terra e "le ragioni dei nuovi braccianti" sono i temi dell'incontro d'approfondimento proposto quest'anno. Il 3 dicembre alle ore 18.30, un importante dibattito “Riforma agraria, tra passato e futuro”, centrato sulla nuova legge quadro per l’agricoltura contadina, in discussione alla camera dei deputati. Numerose le iniziative parallele che avranno luogo presso la Città dell’Altra Economia: esposizioni di stampe e quadri, un reading musicale, la premiazione finale ed una particolare performance di ‘Don Pasta’ prevista il 4 dicembre, oltre ad una selezione delle opere del festival e una degustazione di cibo rigorosamente biologico. Riuscire a metterlo in piedi e offrirlo al pubblico è una grande soddisfazione, il Festival è autoprodotto e ‘la spinta’ che ci porta ad impegnarci senza scambio economico si unisce a quella di milioni di donne e uomini che ostinatamente continuano a resistere in tutto il pianeta alla barbarie prodotta da un sistema che produce solo ingiustizie, la spinta delle persone che leggono, scrivono, manifestano e affermano con forza : “ Il Futuro non è scritto!”, dichiarano gli organizzatori, Danilo Licciardello, Erica Romano, Andrea Ferrari Toniolo. Il Festival delle Terre è organizzato dal Centro Internazionale Crocevia, associazione di solidarietà e cooperazione internazionale, attiva dal 1958 nei settori dell’educazione, della comunicazione e dell’agricoltura. Crocevia promuove e implementa attività di formazione, campagne e progetti a sostegno di comunità indigene e contadine, e si adopera nella costituzione di reti internazionali di solidarietà come il Comitato Internazionale per la Sovranità Alimentare (IPC on Food Sovereignity).

venerdì 25 novembre 2016

A Firenze si inaugura stasera la 57.a edizione del Festival dei Popoli con un documentario contro la violenza sulle donne e l'altro sull'odissea dei migranti

La violenza sulle donne raccontata dai suoi colpevoli e da chi si impegna a curarli in “Un altro me” di Claudio Casazza e la vita nei centri d’accoglienza per migranti in Italia in “No Borders” di Haider Rashid alla presenza di Elio Germano. Questi i titoli che inaugurano stasera la la 57.a edizione del Festival Popoli, manifestazione fiorentina dedicata al documentario sociale

La violenza sessuale vista dagli occhi di chi se ne è reso colpevole e di coloro che ogni giorno lavorano perché questo non accada mai più nel documentario in prima mondiale “Un altro me” di Casazza, e la vita quotidiana nei centri di accoglienza per migranti raccontata da Elio Germano nel corto “No Borders” del regista fiorentino Rashid. Queste le storie che, alle 21.00 aprono presso il nuovo cinema La Compagnia di Firenze la 57/ma edizione del festival internazionale del film documentario che continuerà fino al 2 dicembre tra proiezioni, incontri ed eventi speciali. La serata si aprirà alle 21.00 con la presentazione di “No Borders” (Italia, 2016), lavoro il cui tema centrale è la guerra, la fuga e l’accoglienza come conseguenza necessaria. Girato tra il Centro Baobab di Roma, autogestito dai cittadini romani e sgomberato nel dicembre 2015, e il No Borders di Ventimiglia, anch’esso chiuso di recente dalle forze dell'ordine, il film conduce lo spettatore in luoghi che sono ogni giorno di più al centro dell’attualità italiana. “Elio Germano fa da collante a questo percorso - spiega il regista, che sarà presente in sala insieme a Germano e al produttore Omar Rashid - portando il suo sguardo di attore e attivista, capace di empatizzare con la storia dei migranti e di farli sentire a proprio agio in un dialogo che ci racconta non solo la loro vicenda, ma anche quella dei paesi che abbandonano”. Primo film in Italia girato con la tecnica della realtà virtuale, “No Borders” potrà essere visto anche con gli appositi oculus per la visione a 360° dal 27 novembre al 1 dicembre nella saletta MYmovies.it del cinema La Compagnia. A seguire sarà il momento di “Un altro me” (Italia, 2016), che aprirà la sezione Concorso Internazionale in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne. Sergio, Gianni, Giuseppe, Valentino, Enrique sono condannati per reati sessuali, e una volta usciti dal Carcere di Bollate, dove sono reclusi, è molto probabile che ne commettano altri; un’equipe di criminologi e terapeuti porta avanti con loro il primo esperimento in Italia per evitare che questo accada. L’opera di Claudio Casazza intreccia gli interrogativi degli psicologi con i racconti, le osservazioni e le opinioni degli internati, tra alibi culturali e tentativi di deresponsabilizzazione, alla ricerca delle dinamiche profonde che li hanno portati a commettere violenza. Alla proiezione, sostenuta da Gucci, saranno presenti, oltre al regista, la produttrice Enrica Capra, l'onorevole Valeria Fedeli (vice presidente del Senato), l'onorevole Anna Rossomando (membro della Commissione Giustizia e del Comitato per le Pari Opportunità) e il criminologo Paolo Giulini, coordinatore dell’Unità di Trattamento Intensificato per autori di reati sessuali della Casa di Reclusione di Bollate a Milano. Alla Compagnia la giornata partirà alle 18.30 con “Dans les champs de bataille”, la retrospettiva dedicata al cinema di Danielle Arbid. La cineasta franco-libanese sarà in sala per introdurre al pubblico “Reddem” (Francia/Libano, 1998), storia di una giovane donna che fa ritorno a Beirut, dopo anni di assenza, sulle
tracce del fotografo che aveva immortalato la sua casa prima che fosse ridotta in macerie, e “Seule avec la guerre” (Francia/Belgio, 2000), il ritratto di un Libano che, dopo la guerra civile durata 16 anni ed ufficialmente terminata nel 1991, tenta faticosamente di rimettersi in piedi tra il trauma del conflitto, il fantasma di un nemico impunito e il peso di un passato che sanguina come una ferita aperta. Festival dei Popoli: tel. 055/244778 | info@festivaldeipopoli.org | Facebook: Festival dei Popoli | Twitter: Festival dei Popoli @FdP_Florence | Youtube: www.youtube.com/user/FestivaldeiPopoli

giovedì 24 novembre 2016

All'Istituto Italiano di Cultura di Madrid la 1.a edizione del Premio Solinas Italia-Spagna. I vincitori: "Un futuro asegurado" e "Cuatro chicos en fuga"

All’Istituto Italiano di Cultura di Madrid si è tenuta la prima edizione del concorso Premio Solinas Italia-Spagna realizzata per favorire le co-produzioni tra il cinema italiano e quello spagnolo. Difatti, oltre al premio in denaro di 2.000 euro, gli autori vincono la traduzione del proprio progetto e la partecipazione al Foro di Coproduzione Italia-Spagna nel 9º Festival del Cinema Italiano di Madrid 2016.

La Giuria della prima edizione del Concorso, composta da Laura Pugno, Annamaria Granatello, Alessandra Picone e Giovanni Pompili, ha deciso di assegnare Ex Aequo Il Premio Solinas Italia Spagna dedicato alla Miglior Sceneggiatura di 1000 euro a progetto a: “Un Futuro Asegurado” (Un futuro assicurato)di Martino Luca Greco e a “Cuatro chicos en fuga” (Quattro ragazzi in fuga) di Chiara Emanuela Rap e Giada Signorin. I premi sono stati consegnati da Annamaria Granatello (Presidente e Direttore del Premio Solinas) e Laura Pugno (Direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura di Madrid). Annamaria Granatello è lieta di annunciare che il montepremi diventa più ricco. Gli autori vincitori parteciperanno a un laboratorio di alta formazione dedicato allo sviluppo di soggetti e sceneggiature. Il lab è
realizzato dal Premio Solinas in collaborazione con Il Festival del Cinema Italiano di Madrid, l’Università degli studi di Sassari, le Università di Cagliari e Roma Tor Vergata, CINEMED/Festival International du Cinéma Méditerranéen de Montpellier, il festival "La Valigia dell'attore” e si svolgerà tra Roma, Cagliari, Sassari e l’isola di La Maddalena. Laura Pugno annuncia la seconda edizione del Premio Solinas Italia-Spagna e segnala che si aprirà alle coproduzioni con i Paesi latino-americani che fanno parte del programma IBERMEDIA. Si potrà partecipare al Concorso 2017 inviando un soggetto. Il bando di concorso sarà disponibile sui rispettivi siti a partire dal mese di Gennaio.

Apre i battenti domani la XV edizione del RIFF - Rome Independent Film Festival con 110 film e documentari provenienti da 24 paesi, 15 in anteprima mondiale

Dal 25 Novembre al 1° Dicembre 2016 apre i battenti la XV edizione del Rome Independent Film Festival - RIFF, nella location del Cinema Savoy, del Cinema Europa e della Biblioteca Europea di Roma, dove saranno protagonisti 110 titoli tra film e documentari ‘indipendenti’ provenienti da 24 paesi di cui 15 in anteprima mondiale e 10 in anteprima europea. Tutti i film in concorso sono in anteprima italiana su un totale di duemila film visionati.

Gli ospiti della kermesse sono Valeria Bruni Tedeschi, Lorenza Indovina, Silvia D’Amico, Filippo Nigro, Donatella Finocchiaro, Francesco Montanari, Stefano Fresi, Lisa Andreozzi, Biagio Izzo, Gianluca di Gennaro, Teresa Saponangelo, Enrico Loverso, Ciro Petrone, Franco Nero, Marco d’Amore, Alessandro Haber, Maurizio Sciarra, Paolo Sassanelli, Dino Abbrescia, Federico Rosati, Ivan Franek. Tra gli stranieri atteso il Premio Nobel Adolfo Peréz Esquivel. Gli attori Jamie Bamber, Kellan Lutz (“Twilight”), Edward Asner e Phedon Papamichael, direttore della fotografia nominato agli Oscar. Sono 12 i film in concorso di cui otto stranieri provenienti da Canada, Germania, Francia, Usa, Filippine, Spagna e Cile a cui si aggiungo quattro film italiani in gara. Film di apertura del Concorso Internazionale, domani 25 novembre, sarà il film cileno “You’ll Never Be Alone” (Nunca vas a estar solo) di Alex Anwandter. L’opera ha già vinto il Teddy Jury Awards alla Berlinale 2016 e sarà presentato in anteprima italiana al RIFF, che, quest’anno apre la sua selezione con un film a tematica Queer. Dopo che il figlio Pablo, adolescente gay, viene malmenato da alcuni giovani omofobi, Juan, taciturno manager di una fabbrica di manichini, lotta tra il dover pagare le esorbitanti spese mediche di suo figlio e l’ultimo tentativo di diventare socio della sua azienda. Mentre s’imbatte in vicoli ciechi e in tradimenti inaspettati, scoprirà che il mondo può essere violento anche con lui. Juan ha fatto troppi errori, ma suo figlio può ancora essere salvato.
Sabato 26 novembre sarà presentato “An Autumn Without Berlin” (Un otoño sin Berlin) della spagnola Lara Izagirre che sarà presente in sala. Dopo essere andata via di casa alla ricerca di un futuro migliore, June ritorna nella sua città natale per riprendere i contatti con Diego, il suo primo amore, e con suo padre. La giovane proverà a realizzare il suo sogno adolescenziale di andare a Berlino con Diego, ma si renderà presto conto che gli anni lo hanno cambiato.
Sempre sabato 26 sarà proiettato il film francese di animazione “The Girl Without Hands” (La Jeune Fille Sans Mains) diretto da Sébastien Laudenbach. In tempi duri, un mugnaio vende la figlia al diavolo. Protetta dalla sua purezza, lei fugge ma è priva delle sue mani. Durante il suo cammino, incontra la dea delle acque, un dolce giardiniere e il principe nel suo castello. Il suo, sarà n lungo viaggio verso la luce. Sempre il 26 novembre sarà presentato la coproduzione filippino/americana “Toto” diretto da John Paul Su che sarà presente in sala. Antonio “Toto” Estares, lavora in un hotel di Manila, ed ha sempre sognato di andare in
America per realizzare il sogno dei suoi genitori. Dopo una serie di tentativi andati a male, per ottenere un visto statunitense in cui mette a repentaglio amicizie, lavoro e dignità, perde la speranza di realizzare il suo sogno ma sarà un americano ad aiutarlo, in modo inaspettato. Domenica 27 sarà proiettato “Money” di Martín Rosete, presentato dal produttore Atit Shahe e dagli attori Jamie Bamber e Kellan Lutz. La pellicola, coproduzione Usa/Spagna, vede al centro due uomini d’affari in
procinto di scappare con 5 milioni di dollari provenienti da traffici illeciti quando ricevono una visita inaspettata. Martedì 29 sarà presentato il film tedesco “Jonathan” di Piotr J. Lewandowski. Le responsabilità di Jonathan contraddicono i suoi 23 anni. Le giornate iniziano e finisco prendendosi cura del padre malato, Burghardt, e mandando avanti la fattoria di famiglia con la zia Martha. Col passare del tempo le condizioni di Burghardt peggiorano, Martha assume Anka, un’infermiera che aiuta il padre, della quale Jonathan s’innamora. Mentre la
loro relazione fiorisce, la distanza emotiva di Burghardt dalla sua famiglia rivela devastanti segreti, uno dei quali emergerà con l’arrivo di Ron, un suo vecchio amico. Conosciuta la verità, potrà Jonathan perdonare suo padre? Mercoledì 30 novembre sarà la volta del film canadese “01:54” diretto da Yan England che saluterà il pubblico in sala. Tim, un atleta timido di 16 anni, è sia intelligente che talentuoso. Ma la pressione che subisce lo porta verso il baratro, in un luogo in cui i limiti umani raggiungono un punto di non-ritorno. La proiezione
del film rientra tra gli eventi dedicati alle scuole in cui l’incontro col regista ha l’obiettivo di stimolare l’immaginazione dei ragazzi. L’opera scelta, per la tematica affrontata e per lo stile con cui è girata, ha lo scopo di sviluppare lo sguardo critico degli studenti. Sempre il 30 sarà presentato il film statunitense “Hunky Dory” di Michael Curtis Johnson. Sidney avrebbe sempre voluto essere una rock star, ma è diventato una drag queen in una bettola. La sua vita prende una piega
drammatica quando la sua ex svanisce dopo aver inaspettatamente lasciato fuori dal suo appartamento il loro figlio undicenne. Sidney è sempre stato in grado di nascondere al figlio i suoi demoni, ma quando lo stress di ritrovarsi genitore single si fa pesante, la sua vita inizia a cadere a pezzi. Per gli italiani in concorso, venerdì 25 il primo dei film proiettato alla presenza della regista è “La Fuga” (Girl in Flight) di Sandra Vannucchi. Racconta la storia di Silvia, una bambina undicenne la cui vita a casa è
consumata dalla depressione clinica della madre. Capendo che nessuno realizzerà il suo sogno di visitare Roma, scappa, determinata a farlo da sola. Sul treno incontra una ragazza, Emina, e la segue per le vie di Roma fino al suo campo. Girato in un vero campo nomadi con attori non professionisti. Le immagini del film, catturate dal pluripremiato direttore della fotografia Vladan Radovic, mostrano il tenero, spaventoso ed emozionante percorso emotivo di una ragazzina che prende in mano la propria vita. Nel cast Donatella Finocchiaro, Filippo Nigro e Lisa Ruth Andreozzi, tutti presenti al Festival.
Sabato 26 sarà presentato anche “Sex Cowboys” diretto da Adriano Giotti. E’ un viaggio dentro la nuova generazione, la generazione perduta, destinata a vivere senza un lavoro fisso, una casa fissa e uno stile di vita ben preciso. I personaggi di questo viaggio sono nomadi, precari e immaturi. Alla rabbia di Simone e al bisogno di magia di Marla, si alterna la passione e il sesso. La crisi generazionale è dentro di noi, e noi dobbiamo trovare il modo per sopravvivere e fare del presente il nostro sogno, dato che nel futuro non avremo spazio.
Domenica 27 sarà presentato “Gramigna” (Volevo una vita normale) di Sebastiano Rizzo. Gramigna narra la storia di Luigi, figlio di Diego, uno dei più potenti boss della malavita campana che, ancora oggi, sta scontando l’ergastolo e che lui ha visto solo in galera. Luigi è costretto a fare i conti con il bene e il male, conteso tra ‘tentatori’ e ‘angeli custodi’. Gli insegnamenti di questi ultimi mettono in guardia Luigi dai rischi del malaffare e lo spronano a studiare e a lavorare, riuscendo a estirpare dalla sua mente, come una ‘gramigna’, appunto, ogni forma di tentazione che potrebbe costargli quella libertà che conquisterà a sue spese, sperimentando l’umiliazione del carcere. Nel cast Biagio Izzo, Gianluca di Gennaro, Teresa Saponangelo, Enrico Lo Verso, Ciro Petrone, tutti presenti al Festival.
Martedì 29 sarà la volta di “Da che parte stai” di Francesco Lopez. In una delle tante città del sud in piena espansione, gli ultimi abitanti di un quartiere popolare devono cedere i propri alloggi alle ristrutturazioni che trasformeranno il quartiere nella nuova area residenziale signorile del centro. Manuela, giovane madre di due bambini insieme a suo marito Nico, appena uscito di galera, e suo fratello Enzo avranno 24 ore per trovare una nuova sistemazione, ma il destino li metterà l‘uno contro l’altro e ognuno di loro dovrà scegliere da che parte stare.
Sul fronte dei documentari il RIFF ne propone 14 in concorso di cui cinque per la sezione internazionale provenienti da Nuova Zelanda, Giappone, Usa e Francia, e nove italiani. Anche la sezione documentari, da sempre, fiore all’occhiello del RIFF per l’importanza delle tematiche affrontate compie 15 anni. La selezione dei documentari Internazionali e i suoi cinque titoli, raccontando storie diverse propone uno spunto di riflessione sulla società, la politica e la storia odierna.
Domenica 27 sarà proiettato, alla presenza della regista, il biografico “Crossing Rachmaninoff” diretto dalla neo-zelandese Rebecca Tansley che segue l’aspirante solista di pianoforte Flavio Villani nella sua prima performance in orchestra nel preparare il concerto N° 2 di Rachmaninoff. Lunedì 28 sarà la volta del documentario americano “Under the Gun” di Stephanie Soechtig che offre uno sguardo sul periodo immediatamente successivo al massacro di Sandy Hook e sul fatto che non determinò nessun
cambiamento nelle leggi americane sul possesso di armi da fuoco. Martedì 29 il documentario francese “Women Against Isis” diretto da Pascale Bourgaux e ambientato in Siria mostra un sorprendente numero di donne combattenti contro l’organizzazione terroristica che minaccia il territorio. Mercoledì 30 sarà presentato “Une jeune fille de 90 ans”, diretto da Valeria Bruni Tedeschi, che prenderà parte alla serata. Il documentario è il frutto di una co-regia con Yann Coridian, presente al festival, ed è
ambientato nel reparto geriatrico di un ospedale in cui il famoso coreografo Thierry Thieu Niang tiene un laboratorio di danza con i pazienti affetti dal morbo di Alzheimer. Il giapponese “A New Moon Over Tohoku” di Linda Ohama sarà presentato sempre il 30, racconta, invece, una commovente storia d’amore e di sopravvivenza attraverso la ricostruzione del dopo terremoto, dello tsunami e del disastro nucleare che nel 2011 hanno colpito il Giappone.
Al centro della proposta dei nove documentari Italiani invece ci sono l’incontro e le persone tra passato, presente e nuovi mondi da scoprire. C’è chi crea uno spazio di condivisione come in “Bar Mario” di Stefano Lisci che sarà proiettato venerdì 25 alla presenza del regista e che racconta di un bar a forma di nave punto di riferimento per gli abitanti di un quartiere di Bolzano. Sempre il 25, alla presenza dell’autore, sarà la volta di “Puzzle città immaginate” di Matteo Alemanno che racconta di una realtà urbana diventata modello sociale alternativo nato dal basso e capace di offrire importanti attività sociali. Lo
stesso giorno ci sarà anche “Ombre della Sera” di Valentina Esposito, presente in sala, e che racconta il difficile percorso di reinserimento familiare e sociale dei detenuti in misura alternativa e degli ex detenuti del Carcere di Rebibbia. Tra gli interpreti Pippo Delbono. Il 25 altri due documentari italiani in concorso. In “Europia” di Fabio Colasso & Sirio Timossi, ci si immerge nelle storie di chi ha cercato di dimenticare un paese in guerra, di fuggire da un’epidemia, di ricongiungersi ai propri cari, iniziare una nuova vita tra approdi incerti e il rischio di morte. La storia di “Sakiko” di Francesco Mancini segue, invece, una coppia siciliana che adotta una bambina in oriente: Italia e Giappone, paesi con solidissime tradizioni e davvero distanti tra loro, si ritrovano così uniti dalla storia di una bimba. Sabato 26, con il regista in sala, sarà presentato “Gente di amore e rabbia” di Stefano Casertano che ha come protagonista un luogo d’incontro e ospitalità: Corviale è infatti il più grande palazzo residenziale in Europa. Sempre sabato sarà programmato “Sull’orlo della gloria” di Maurizio Sciarra, che presenterà il documentario. Si tratta di un percorso alla scoperta delle cose e dei personaggi che hanno animato il mondo innovativo e geniale di Pino Pascali, uno dei fondatori della cosiddetta arte povera. Nel docu-film Paola Pitagora. Martedì 29 in 2 “Girls” di Marco Speroni le storie parallele di Lola e Tigist, due ragazze provenienti da paesi molto diversi quali il Bangladesh e l’Etiopia, ma che condividono la fuga come unica possibilità di salvezza da una vita di povertà e abusi. Mercoledì 30 l’immigrazione è al centro di “Porto il velo, adoro i Queen” di Luisa Porrino che descrive le nuove identità etniche presenti in Italia attraverso gli occhi delle nuove generazioni. Chiude la XV edizione del RIFF il Premio Nobel Adolfo Peréz Esquivel che sarà presente al Festival con “Rivers of Hope” di Dawn Gifford Engle che racconta la storia dell’America Latina degli ultimi ottanta anni vista attraverso gli occhi di un uomo - artista di fama mondiale, attivista per i diritti umani, e premio Nobel per la Pace, Adolfo Pérez Esquivel, appunto. Dal lavoro che ha svelato la ‘guerra sporca’ condotta dalle dittature militari, al suo periodo come ‘desaparecido’ e prigioniero politico in Argentina, Adolfo diventa simbolo della coscienza dell’America. Questo film racconta i reali progressi compiuti nella lotta per i diritti umani e la giustizia sociale. E ancora cortometraggi internazionali e nazionali e corti di animazione. Tra i numerosi cortometraggi internazionali in concorso: domenica 27 sarà presentato “A Beautiful Day” diretto da Phedon Papamichael con gli attori James Brolin e Frances Fisher. Papamichael, celebre direttore della fotografia americano, ha ricevuto una nomination agli Oscar per “Nebraska”, e sarà presente a Roma per il pubblico del festival. Qui alla regia di un interessante cortometraggio che, nel solco del nuovo fenomeno del Cinema greco, mette in risalto la fragilità della psiche umana davanti alla morte e alla sua difficile accettazione. Il regista terrà anche una masterclass sabato 26 novembre. Tra gli altri corti internazionali “A New Home” di Z. Virc (Slovenia), “Baraka” di N. Ruiz Medina (Spagna), “False Flag” di A. Urbieta (Spagna), “Home” di D. Mulloy (Kosovo/UK), “Já Passou” di S. Salgado (Portogallo), “Lethe” di D. Kulumbegashvili (Georgia/Francia), “Limbo” di K. Kotzamani (Grecia/Francia), “Minh Tâm” di V. Maury (Francia), “Mixteip - The Greatest Tape Ever Told” di T. Åke (Finlandia), “Serval and Chaumier” di B. Daret & A. Goisset (Francia), “The Beast – Zvjerka” di D. O. Pusic (Croazia/Finlandia), “The Quantified Self” di G. Osatinski (Usa), “Veil of Silence” (Un Grand Silence) di J. Gourdain (Francia), “Youth” di B. Marty (Usa). Per I cortometraggi italiani: “Buffet” di S. De Santis & A. D’Ambrosi, “E così sia” di C. Spina, “Che ora è” di F. d’Aniello, “Ego” di Lorenza Indovina con Rolando Ravello, “Il buio” di G. Oppes con Franco Nero, “La favola bella” di L. Ferrari Carissimi, “La gita” di F. Buffa, “Millelire” di A. Calculli con un numeroso cast: Paolo Sassanelli, Lorenzo De Angelis, Dino Abbrescia, Uccio De Santis, Simone Castano, Agnese Nano, Anna Ferzetti, Nando Irene. E ancora “Monica” di Alessandro Haber - presente in sala -, dedicato alla grande Monica Scattini, scomparsa nel 2015. “Mostri” di A. Giotti con Alessandro Benvenuti e Federico Rosati, “Nous revons” di A. Spaziani, “Parla che ti sento” di I. Niosi, “Santa Maria” di A. G. Giacummo, “Sogni a orologeria” di F. Colangelo, “Timballo” di M. Forcella con Maria Grazia Cucinotta e Ivan Franek, presente alla rassegna; “Tundra” di M. Nardari, “Uno di noi” di L. Ferrante & M. Ricca con Simone Montedoro ed Euridice Axen; “Uomo in mare” di E. Palamara con Marco D’Amore che sarà presente con il regista. Per I corti di animazione “Neck and Neck” di S. Clark (UK), “Nutag – Homeland” di A. Telengut (Canada), “Leerstelle” di U. Zintler (Germania), “Playground” (Cour de récré) di F.Gavelle & C. Inguimberty (Francia), “Satie’s Parade” (Parade de Satie) di Koji Yamamura (Giappone), “Urban Audio” di M. Schnider (Germania/Svizzera). Diversi anche i film italiani fuori concorso: “A proposito di Franco” di Gaetano Di Lorenzo, “Non voltarti indietro” di Francesco Del Grosso, “Fatti osceni in luogo pubblico” di Stefano Viali, “Giro di giostra” di Massimiliano Davoli, “La slitta” di Emanuela Ponzano, “L’insonne – Ouverture” di Alessandro Giordani, “Like a Butterfly” di Eitan Pitigliani (Italia/UK), “Nessuno mi aveva mai aperto la porta” di Valeria Tomasulo, “Neuf cordes” di Ugo Arsac (Italia/Francia), “Umbra” di Carlo Fenizi; e
l’americano “Where We Begin” di Hikari ovvero Mitsuyo Miyazaki (Usa), un corto sul mondo della danza. Il RIFF è realizzato con il contributo e il patrocinio della Direzione Generale Cinema - Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, dell’Assessorato alla Cultura e Politiche Giovanili della Regione Lazio, con il contributo di Roma Capitale - Assessorato alla Crescita Culturale in collaborazione con SIAE ed è inserito nell’edizione 2016 dei Festival di particolare interesse per la vita culturale della Città: “Roma, una Cultura Capitale”.

venerdì 18 novembre 2016

Chiude domani il Saturno Film Festival con la presentazione in anteprima del cast di "Nato a Casal di Principe" di Bruno Oliviero, dal libro di Amedeo Letizia

Sabato 26 novembre alle ore 20.00 presso il Convento del Carmine di Velletri, nell’ambito della serata conclusiva e di Premiazioni della 12^ edizione del Saturno Film Festival (21 - 26 novembre), sarà presentato in anteprima il cast del film “Nato a Casal di Principe” di Bruno Oliviero e tratto dall’omonimo libro scritto da Amedeo Letizia insieme alla giornalista Paola Zanuttini. Alessio Lapice, Donatella Finocchiaro e Massimiliano Gallo saranno i protagonisti di questa storia “in sospeso”, che narra la vicenda di Paolo Letizia, fratello di Amedeo, rapito nel 1989 in circostanze misteriose e mai più tornato a casa. Le riprese del film, prodotto da Sergio De Angelis in collaborazione Mariella Li Sacchi, Amedeo Letizia e con Rai Cinema, inizieranno a febbraio 2017. Durante la serata di gala, alla presenza degli interpreti e del regista, sarà presentato un estratto delle riprese fatte durante i sopralluoghi, di alcuni provini e di laboratori realizzati con gli attori protagonisti. Dopo la scomparsa di Paolo, Amedeo Letizia ha vissuto in un limbo emotivo, pur trovando la forza di intraprendere con successo prima la carriera di attore (famosa la sua partecipazione alla fiction generazionale “I ragazzi del muretto”) e poi quella di produttore cinematografico. Il Saturno Film Festival che, come dagli esordi, è presieduto dal regista Giuliano Montaldo e la cui direzione artistica è affidata alla produttrice Mariella Li Sacchi, Vice Presidente e fondatrice del Festival, anche in questa edizione avrà ospiti illustri come l’attore Gianmarco Tognazzi, Niccolò Campriani, medaglia d’oro olimpiadi 2016, Tiro a segno italiano, Giordano Meacci, finalista al Premio Strega 2016, il giornalista Gianni Minà e molti altri.

Domani parte Il Pitigliani Kolno'a Festival, Ebraismo e Israele nel cinema, con il meglio della produzione cinematografica israeliana degli ultimi anni

Torna da domani, 19 novembre, al 24 novembre 2016 - a ingresso gratuito fino a esaurimento posti - alla Casa del Cinema di Roma e al Centro Ebraico Italiano Il Pitigliani (Via Arco de' Tolomei, 1) il Pitigliani Kolno’a Festival, Ebraismo e Israele nel cinema. L'inaugurazione, domani sera, si terrà per la prima volta al MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo (via Guido Reni, 4). Il festival, giunto alla sua undicesima edizione, prodotto dal Centro Ebraico Italiano Il Pitigliani e dedicato alla cinematografia israeliana e di argomento ebraico, è diretto da Ariela Piattelli e Dan Muggia.

Invariate le sezioni del festival, dallo Sguardo sul nuovo cinema israeliano, ai Percorsi ebraici, cui si aggiunge l'Omaggio del PKF dedicato alla regista e attrice Ronit Elkabetz, morta lo scorso aprile. Spazio come di consueto anche al PKF Lab (lunedì 21 novembre alle ore 18), dedicato quest'anno a Il cinema al tempo di Netflix. Ne discuteranno, moderati da Dan Muggia, tra gli altri, Giorgio Gosetti, direttore della Casa del Cinema; Nicola Borrelli, Direttore Generale Cinema del Mibact; Fabio Amadei, Direttore del Cinema Farnese di Roma; Andrea Morini, Responsabile della programmazione del Cinema Lumière della Cineteca di Bologna; Pini Schatz, Programmatore della Cineteca di Tel Aviv, Antonio Urrata, Direttore Generale della Fondazione Ente dello Spettacolo.
Ricca la selezione della sezione Sguardo sul nuovo cinema israeliano. “One week and a day”, film che, in anteprima italiana, apre il festival (sabato 19 allo ore 20:00 al MAXXI; proiezione a inviti e replica per il pubblico domenica 20 novembre alle ore 17:00), opera prima di Asaph Polonsky, che affronta il soggetto della morte e del lutto in chiave umoristica, già vincitore del premio per il Miglior Film Israeliano al Festival di Gerusalemme. Il film, che sarà distribuito in sala in Italia da Parthenos, sarà presentato in entrambe le proiezioni dall'attrice protagonista Evgenia Dodina (“The attack”; “Made in Israel”; “Love & Dance”), che ha lavorato in più di una occasione con Ronit Elkabetz.
Già al Festival di Cannes 2015 e vincitore del Gran Premio al Festival del cinema di Haifa, arriva al PKF “Afterthought”, di Elad Keidan, commedia esistenziale ambientata proprio ad Haifa, dove le infinite scalinate della montagna guidano i destini degli abitanti della città. Quindi, “Mr. Gaga anima e corpo di un genio della danza”, di Tomer Heymann, la storia di Ohad Naharin, nato e cresciuto in un kibbutz, uno dei coreografi più importanti e innovativi al mondo, conosciuto a livello internazionale per aver creato il linguaggio di movimento corporeo chiamato “Gaga”. “Presenting Princess Shaw”, di Ido Haar, è invece la storia di Samantha Montgomery, cantautrice americana dal passato difficile, dotata di una splendida voce e di un enorme talento compositivo, che su un canale YouTube, con il nome di Princess Shaw, posta confessioni personali e performance musicali.
Due i film che affrontano le tematiche gay, dalla commedia tutta colori e musica di “Cupcakes”, di Eytan Fox, definito l'Almodovar israeliano; a “Barash”, opera prima di Michal Vinick, già presentato in centinaia di festival in tutto il mondo. Quindi, “Tikkun”, di Avishai Sivan, film vincitore del Primo Premio al Festival di Gerusalemme e del Premio Speciale della Giuria a Locarno, la vita di un giovane ultra-ortodosso sconvolta da un incidente automobilistico. Anche documentari in questa sezione, con “Never Turn Your Back on Sparks”, di Pini
Schatz, che sarà presente alla proiezione, che, in chiave di commedia musicale, racconta gli Sparks, gruppo pop americano. Altro documentario, “Twilight of Life”, di Sylvain Biegeleisen, che racconta, con l'ausilio del bianco e nero e delle canzoni di Jacques Brel, la madre 95enne del regista, affrontandone l'inevitabile addio senza funebri sentimentalismi. La sezione Percorsi ebraici presenta una variegata e ricca selezione di film, due dei quali raccontano la Shoah con un nuovo stile e approccio. A partire da “Il labirinto del silenzio”, di Giulio Ricciarelli, film scelto dalla Germania per concorrere ai Premi Oscar come Miglior Film
Straniero. Due le due proiezioni al PKF (lunedì 21 alle ore 21:30 e mercoledì 23 alle ore 21:00), realizzate in collaborazione con la Fondazione Museo della Shoah, per un film che racconta, per la prima volta e attraverso la ricostruzione della 'macchina della morte', la progressiva presa di coscienza della società tedesca dei crimini nazisti. Altro film di punta della sezione e del festival, “Un appuntamento per la sposa” (proiezioni in lingua originale con sottotitoli in italiano martedì 22 a inviti e per il pubblico mercoledì 23 novembre alle ore 21:00), scritto e diretto da Rama Burshtein, già regista de “La sposa promessa”, che sarà
distribuito in Italia da Cinema, incentrato sulla storia di una donna religiosa (interpretata da Noa Keller, premiata come Miglior Attrice Protagonista dall'Accademia Israeliana e al Festival del cinema di Haifa) che prende la forma della commedia romantica di stampo americano, ambientata nel mondo ortodosso israeliano. Quindi, “Il figlio di Saul”, di Làszlò Nemes, film vincitore del Premio Oscar 2016 per il Miglior Film Straniero e del Golden Globe 2016 nella stessa sezione, che ritrae l'inferno nazista di Auschwitz tramite l'esperienza soggettiva del protagonista, un ebreo ungherese reclutato come sonderkommando. Due i documentari della sezione. Il primo, in anteprima romana, “Il Ghetto di Venezia - 500 anni di vita”, di Emanuela Giordano, che sarà presente al festival (proiezioni domenica 20 ore 12 e lunedì 21 novembre ore 21).
Il film, che sarà distribuito in Italia da Tamgram, ripercorre, anche grazie a inserti di ricostruzione storica realizzati in animazione, le vicende del ghetto più antico d’Europa, ricorrendo inoltre ai ricordi e alle testimonianze di “testimoni eccellenti”, tra cui Amos Luzzatto e Riccardo Calimani. Si andrà alla scoperta della vita quotidiana e della tradizione, così come delle sinagoghe nascoste e dell’antico cimitero ebraico. Quindi, “Hummus! The movie”, di Oren Rosenfeld, che chiuderà il festival con la proiezione di giovedì 24 novembre alle ore 20:15 presso il Centro Ebraico Italiano Il Pitigliani, cui seguirà una degustazione di hummus. Un film, presentato all'ultima edizione del
Religion Today Film Festival di Trento, che non solo racconta, attraverso varie ricette, la preparazione della famosa salsa mediorientale, ma che sottolinea quanto questo piatto possa unire le varie religioni dell'area, dall'ebraismo al cristianesimo all'islam. Infine, il cortometraggio “The Little Dictator”, di Nurith Cohn, vincitore del Gran Premio “nello Spirito della Fede” all'ultima edizione del Religion Today Film Festival di Trento, che sarà presentato da Emanuel Cohn e che attraverso umorismo e paradosso, affronta i temi della Storia e della vita raccontando la situazione in cui si
trova un grigio professore di Storia durante la festa di compleanno di una donna sopravvissuta alla Shoah. L'Omaggio PKF di questa edizione è dedicato a Ronit Elkabetz, regista, sceneggiatrice e attrice, scomparsa nell’aprile del 2016. “Ronit - sottolineano i direttori artistici - ha scritto la storia del cinema israeliano degli ultimi vent’anni. Pluripremiata ai festival internazionali, assieme al fratello Shlomi, con cui ha
diretto la Trilogia di “Viviane”, ha portato il cinema israeliano alla ribalta. Come attrice, memorabile il ruolo di protagonista nell’esordio alla regia di Eran Kolirin, “La banda”, che le valse il Premio Ophir, il massimo riconoscimento del cinema israeliano. A Ronit, va l’omaggio del PKF, che riattraverserà attraverso la Trilogia e la voce di Shlomi Elkabetz, la sua storia e il suo cinema”. Saranno infatti proiettati, alla presenza del fratello e co-regista Shlomi, “To take a Wife”, “Seven Days” e “Viviane” (scelto come film israeliano candidato ai Premi Oscar 2014) Info Tel. 06 5800539 www.pitiglianikolnoafestival.it pkf@pitigliani.it

Dal 23 al 27 novembre 2016, la VII edizione del Procult Film Festival, un suggestivo viaggio nell'universo creativo rumeno a Roma, tra l'Accademia di Romania, l'Institut Français e la Casa del Cinema di Villa Borghese

In partenza la settima edizione del Procult Film Festival che si svolgerà a Roma dal 23 al 27 novembre 2016. Promossa da ProEvent insieme all’Ambasciata di Romania in Italia e all’Accademia di Romania a Roma – con il sostegno del Ministero Affari Esteri - Dipartimento Politiche per le Relazioni con i Romeni all’Estero e dell’Istituto Culturale Romeno – la mostra è nata per favorire la costruzione di una memoria collettiva, dedicando particolare attenzione alle opere che raccontano aspetti sociali, ambientali, politici e culturali della comunità rumena, per creare un

luogo di comunicazione e di dialogo tra i due paesi attraverso il cinema. La rassegna propone un viaggio nell’universo creativo rumeno alla scoperta del suo cinema ed è un’occasione di incontro con gli artisti rumeni ospiti. Quest’anno il Festival avrà luogo presso l’Accademia di Romania, l’Institut Français e la Casa del Cinema. Il calendario prevede una “cinque giorni” densa di appuntamenti ad ingresso gratuito: eventi, proiezioni in lingua originale con sottotitoli in italiano, conferenze e dibattiti con i registi dei film presentati.
Mercoledì 23 novembre 2016 aprirà il Festival, presso l’Accademia di Romania, la proiezione del documentario “Il Tramonto degli Orafi” di Cristina Onacea, un focus sull’ultima generazione di orafi attraverso cinquemila anni di storia nelle miniere delle montagne Apuseni, fra tradizione e leggenda, archeologia ed ambiente. Alle 19:30 sarà la volta del lungometraggio “Live” di Vlad Păunescu, film che racconta la vicenda di Emma, conduttrice di un popolare show d’inchieste investigative, la cui vita sarà stravolta da un caso che la scaglierà nel vortice di uno scandalo politico.
Giovedì 24 novembre alle 18:00 – presso l’Institut Français, a Roma (Largo Toniolo 20/22, tra Piazza Navona e Pantheon) – sarà proiettato “Il Concerto” di Radu Mihăileanu, film che vanta 6 Nomination Cesar nel 2009 e 4 Premi Gopo per la migliore sceneggiatura, fotografia e colonna sonora. La storia è quella di un ex direttore d’orchestra che – licenziato trent’anni prima dal regime di Brežnev perché rifiutatosi di espellere i suoi musicisti ebrei – ruba un invito per suonare al Théȃtre du Chȃtelet di Parigi, riunisce i componenti della sua vecchia orchestra e li conduce sul palcoscenico francese sotto mentite spoglie.
Venerdì 25 novembre, presso l’Accademia di Romania si terrà la serata dedicata al Maestro Horaţiu Mălăele, noto attore, regista, sceneggiatore, grafico e caricaturista romeno, protagonista di decine di spettacoli teatrali e film. Alle 19:30 sarà proiettato il lungometraggio da lui diretto “Le Nozze Mute”, film sull’assurdità della Storia e su come il destino individuale possa essere stravolto dalla cecità collettiva: è il 5 marzo 1953 e Mara e Iancu stanno celebrando il loro matrimonio quando – nel bel mezzo delle nozze – viene annunciata la morte di Stalin. Alle ore 20:30, dopo la proiezione del film, Mălăele si esibirà nel monologo “Sono cieco” e a fine serata presenterà la sua mostra di caricature, visitabile negli spazi dell’Accademia.
abato 26 novembre la Manifestazione si sposterà presso la Casa del Cinema di Roma – Largo Marcello Mastroianni, 1 –, il pomeriggio inizierà alle 15:30 con il dibattito: “Collaborazioni cinematografiche e produzioni Italo-Rumene”. I relatori presenti in sala saranno i registi Vlad Păunescu, Horaţiu Mălăele, Nae Caranfil, Antonio Palumbo e lo sceneggiatore Marco Bonini. Modererà il dibattito l’attore Marius Bizău, testimonial del Procult Film Festival. A seguire, dalle 18:00, saranno proiettati tre cortometraggi: “Un’altra strada” Andrei Robert Popa ci fa vivere le paure di una ragazza tormentata dai suoi possibili problemi di salute; “Meda” di
Emanuel Pȃrvu ci svela le contraddizioni dei servizi sociali rumeni, infatti, mentre individui senza scrupoli sono accusati di adottare bambini per incassare il sussidio statale, Meda deve tornare in orfanotrofio. L’esilarante “Perché io?” di Dan Chişu racconta invece la trovata estrema di tre registi esordienti che, pur non avendo chance per “sfondare” nel mondo dello spettacolo, non si danno per vinti. Alle ore 18:45 sarà proiettato il documentario “Romania: Quattro Patrie” di Alexandru Solomon, che vanta come protagonisti quattro scrittori romeni di generazioni e stili differenti, i quali – attraverso le loro esperienze di vita – compongono un affresco complesso e sorprendente. Quattro geografie soggettive prendono vita dalle parole di Norman Manea, Gabriela Adameșteanu, Mircea Cărtărescu e Florin Lăzăresc, sovrapponendosi per disegnare la cartina di un Paese che cerca ancora il suo posto nel mondo. Alle 20:00 chiuderà la giornata la proiezione del lungometraggio “Filantropica” di Nae Caranfil con le disavventure di un professore di liceo che per amore s’avventurerà nel mondo della mafia e dei mendicanti alla ricerca di fonti di guadagno integrative.
La settima edizione del Procult Film Festival si chiuderà domenica 27 novembre, presso la Casa del Cinema. Alle 16:30 il lungometraggio “Il Cappello Fatale” di Adrian Munteanu ci farà vivere un’avventura magica, ricca di colpi di scena e sotto il segno del “doppio”: due gemelle, Maria e Aurelia, due chiavi e due rose rosse, ricevute in dono da una zingara. Alle 19:00 sarà proiettato il cortometraggio “Megatron” di Marian Crişan, vincitore della Palme d’Or al Festival del Film di Cannes nel 2008, storia di un bambino che – nel giorno del suo compleanno – vuole trascorrere la giornata da McDonald’s con entrambi i genitori divorziati; a seguire il cortometraggio “Il Miscelatore” di Liviu Săndulescu che racconta una vicenda di comune inquinamento acustico: in un quartiere di Bucarest, con la comparsa di un cantiere, rumori molesti disturbano i residenti giorno e notte, così per contrastarli un uomo troverà un’insolita forma di protesta. Alle 19:30 il documentario “MoJo - Mobile Journalism” del progetto TVR Cluj presenta un nuovo tipo di giornalista: il “MoJo”, ovvero un giornalista che utilizza lo smartphone per registrare, editare, condividere foto, testi, video e trasmetterli in diretta utilizzando Skype o Google+. Alle 20:15 chiude la rassegna “Kyra Kyralina” di Dan Pita, film – dall’adattamento del romanzo di Panait Istrati – dall’atmosfera orientale che narra le peripezie di due belle e misteriose donne, madre e figlia. Chiude la cerimonia di premiazione.
La VII Edizione del Festival del Film Rumeno a Roma Organizzata da: ProEvent con il sostegno del Ministero Affari Esteri-Dipartimento Politiche per le Relazioni con i Romeni all’Estero e dell’Istituto Culturale Romeno; con il patrocinio dell’Ambasciata di Romania in Italia, Accademia di Romania a Roma, Ministero del Turismo Rumeno, Roma Capitale, EUNIC Roma, Istituto Francese, Casa del Cinema, Zètema Progetto Cultura; in collaborazione con Vocea Romanilor, 101 Proservices, “Associazione Parole, Musica e Cinemania”.. Proiezioni in mostra: 14 Date: dal 23 al 27 novembre 2016 Luogo: ROMA – Accademia di Romania; Istitut Français; Casa del Cinema. Biglietti: ingresso libero fino ad esaurimento posti. Sponsor: Banca Transilvania, MoneyGram, Compagnia Aerea Bluair, Gran Suite Corso, Supermercato Egàl, Vatican House, Pasticceria Grama, Autonoleggio Autovip, Ristorante Castro Silvania, Ristorante Trattoria Moderna, Happy Communication, Size Tour.