mercoledì 31 agosto 2011

George Clooney riconquista il Lido all'apertura della 68a. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia

Cerimonia di apertura al Lido – rigorosamente ad inviti -, alle ore 19.00 nella restaurata Sala Grande del Palazzo del Cinema, della 68a. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica, condotta dalla madrina Vittoria Puccini. A seguire, proiezione di “The Ides of March” di George Clooney – acclamato dagli spettatori internazionali dell’anteprima stampa -, che apre il concorso alla presenza dell'intero cast, tranne il giovane protagonista Ryan Gosling. Oltre a Clooney erano presenti Paul Giamatti, Philip Seymour Hoffman, Marisa Tomei
, Evan Rachel Wood. Alle ore 22.00, proiezione del documentario sudamericano (coproduzione fra Cile, Argentina, Germania e Olanda) “¡Vivan las Antipodas!” di Victor Kossakovsky, fuori concorso. Entrambi i film sono stati proiettati anche al PalaBiennale a partire dalle ore 20.00.
Il film di e con Clooney racconta con impegno e passione i retroscena delle campagne elettorali presidenziali in America, anzi gli ultimi frenetici giorni della corsa per le primarie in Ohio, in cui un giovane addetto stampa viene coinvolto in uno scandalo politico che minaccia di compromettere la campagna elettorale, e finisce invischiato in una rete di intrighi, pericolose manipolazioni di veterani della casta e sedotto da una stagista. Quindi, un’intensa storia di sesso, ambizione, lealtà, tradimento e vendetta, ambientato nel contesto del potere e della politica del mondo contemporaneo. Anche se il sempre impegnato e democratico divo dichiara che è incentrato soprattutto sul punto di vista morale. Un dilemma che coinvolge tutti quelli che hanno a che fare con successo e potere, fin dai tempi di Giulio Cesare, come da titolo ispirato al dramma di William Shakespeare.
“E’ un adattamento dell’opera teatrale ‘Farragut North’ di Beau Willimon – afferma l’attore-regista. Dopo aver letto la pièce, Grant Heslov e io ne abbiamo acquisito i diritti unendovi le nostre idee. Eravamo in preproduzione ne 2007 e in procinto di iniziare le riprese quando fu eletto il presidente Obama. Un film cinico sulla politica sembrò improvvisamente fuori luogo. Tutti erano troppo ottimisti. Perciò mettemmo da parte il progetto per riprenderlo in mano circa un anno dopo, quando tutto l’ottimismo era già evaporato. Non si tratta di un film sulla politica. E’ un film su un giovane che impara ad avere successo ai più alti livelli, a prezzo dell’anima. E’ un’allegoria morale che per caso si svolge nell’ambito della politica. Poteva anche trattarsi di un avvocato o di un agente, ma la politica è molto più divertente”.
Col suo documentario Kossakovsky realizza, invece, un suo desiderio d’infanzia. Da bambini, non ci siamo forse domandati tutti dove sbucheremmo se scavassimo una galleria che passasse per il centro della terra? Chi non si è mai chiesto che cosa stia succedendo in questo preciso momento sotto i nostri piedi dalla parte opposta del pianeta?
In questo film, tali fantasticherie diventano realtà. Attraverso immagini mozzafiato e uno straordinario montaggio compiamo un viaggio verso quei rari luoghi abitati del pianeta che possiedono degli antipodi. Scopriamo le meraviglie e le contraddizioni della natura e degli esseri umani intorno al mondo. Eccezionali movimentidi macchina, nuove ed esaltanti prospettive mettono alla prova la nostra convenzionale visione del mondo. Al titolo evocativo segue un film rivoluzionario che celebra il nostro Pianeta e i suoi abitanti in tutto ciò che li rende opposti e al contempo eguali: ¡Vivan las Antipodas!
Tris d´assi per l’inaugurazione delle Giornate degli Autori, la rassegna indipendente promossa dalle associazioni italiane degli autori di cinema (Anac e 100Autori) e diretta da Giorgio Gosetti: il programma di oggi allinea infatti l´esordio da sceneggiatore e protagonista di Erri De Luca con il personalissimo corto “Di là dal vetro”, diretto da Andrea Di Bari e promosso nel quadro del Progetto Cinema di Pasta Garofalo; il nuovo documentario di un maestro inconfondibile come Frederick Wiseman dedicato ai segreti del “Crazy Horse” e accompagnato al Lido da due delle artiste del famoso cabaret parigino; e infine la passione a luci rosse tra il "Profeta" Tahar Rahim e la bellissima Corinne Yam, protagonisti di “Love and Bruises” di Lou Ye. Tre pellicole in anteprima mondiale e tre percorsi di cinema destinati a segnare fortemente la selezione 2011 delle Giornate.
"Non ha senso questa volta - dice Gosetti - proporre un solo filo rosso per collegare tutti i titoli del nostro programma. Abbiamo infatti cercato di dar voce alla creatività internazionale incrociando l´esperienza dei maestri e la vitalità degli esordienti nella chiave di opere forti, intense per tematiche e scelte stilistiche, quasi un caleidoscopio della realtà contemporanea. Colpisce però da una parte la voglia di impegno, di confronto con l´urgenza della realtà; e dall´altra la ricerca di una forma espressiva che vada nel senso dei gusti del pubblico, ma tenga alta la guardia a favore di un cinema che appassiona, emoziona, coinvolge. I nostri film approdano a Venezia in prima mondiale ma fin da ora ci sembrano destinati a una lunga carriera nei più diversi mercati, capaci di farsi ascoltare e amare dai pubblici più diversi".
Nella Retrospettiva sono stati proposti “Hermitage” (1967) di e con Carmelo Bene (Italia,26'), e con Lydia Mancinelli: “Il canto d’amore di Alfred Prufrock” (1967) di e con Nico D’Alessandria (Italia, 20’); “Bis”(1967) di Paolo Brunatto (Italia, 20’) con Carmelo Bene, Lydia Mancinelli, Maria Monti, Ornella Ferrari, Sylvano Bussotti, Vittorio Gelmetti; “Vieni dolce morte (dell’Ego)” (1967-68), sempre firmato da Brunatto (Italia, 55’, senza dialoghi).
Ma la vera maratona inizia domani quando si apriranno anche le altre sezioni, come Orizzonti e la Settimana della Critica, per non parlare di eventi, incontri e retrospettive.
José de Arcangelo