venerdì 21 novembre 2014

Il 32° Torino Film Festival prende il via con il solito ricco bagaglio di film da tutto il mondo, dal thriller alla commedia, dal dramma al documentario. E il gradito omaggio alla Nuova Hollywood anni '70

Parte oggi la 32°. Edizione del Torino Film Festival – in programma fino al 29 novembre 2014 - sotto la direzione di Emanuela Martini, da anni ‘vice’ e stretta collaboratrice degli ultimi tre direttori-autori. Alla prevista e prevedibile domanda rivoltale da tanti colleghi lungo l’anno su ‘cosa resta delle precedenti edizioni’, la neodirettrice e anima del festival risponde direttamente nelle note / discorso di presentazione: “Il rigore di Nanni Moretti. La passione di Gianni Amelio. Lo spirito pop di Paolo Virzì. E naturalmente l’intelligenza con la quale tutti

e tre si sono avvicinati al Torino Film Festival, riconoscendone e apprezzandone l’identità e impegnandosi a preservarla, nel momento stesso in cui lo modellavano sui loro gusti e le loro idee di cinema”. Ma andiamo subito a vedere cosa ci riserva la selezione ufficiale e principale sezione competitiva riservata ad autori alla prima, seconda o terza opera, che presenta quindici film realizzati fra il 2013 e il 2014, inediti in Italia; i paesi rappresentati sono Argentina, Australia, Belgio, Canada, Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia, Nuova Zelanda, Olanda, Singapore, Stati Uniti, Svezia, Ungheria. Come sempre incentrato sul cinema “giovane”, il concorso si rivolge principalmente alla ricerca e alla scoperta di talenti innovativi, che esprimano le migliori tendenze del cinema indipendente internazionale. Un cinema “del futuro”, rappresentativo di generi, linguaggi e tendenze.
Ecco i titoli: “Anuncian sismos” (Annunciano sismi) di Rocìo Caliri e Melina Morcow (Argentina); “As You Were” di Jiekai Liao (Singapore); “The Babadook” di Jennifer Kent (Australia); “Big Significant Things” di Bryan Reisberg (Usa); “The Duke of Burgundy” di Peter Strickland (GB); “Felix & Meira” di Maxime Giroux (Canada); “For Some Inexplicable Reason” di Gabor Reisz (Ungheria); “Frastuono” di Davide Maldi (Italia); “Gentlemen” di Mikael Marcimain (Svezia); “Mange tes morts” di Jean-Charles Hue (Francia); “Mercuriales” di Virgil Vernier (Francia), “N-capace” di Eleonora Danco (Italia); “Violet” di Bas Devos (Belgio-Olanda); “What We Don in the Shadows” di Jemaine Clement e Taika Waititi (NZ); “Wir Waren Koenige – The Kings Surrender” di Philipp Leineman (Germania). Festa Mobile, invece, si apre con una commedia sui generis, raffinata e spiazzante “Gemma Bovery” di Anne Fontaine, tratta dal critico e sceneggiatore Pascal Bonitzer dalla graphic novel di Posy Simmons, autrice di “Tamara Drewe” portato sul grande schermo da Stephen Frears con la stessa attrice, Gemma Arterton, qui assecondata da Fabrice Luchini. E naturalmente prende spunto dal capolavoro di Flaubert.
Poi, come di consueto, la sezione presenta (fuori concorso) il ‘bottino’ di film piaciuti ai selezionatori, raccolti in giro per il mondo e ancora inediti in Italia. Dall’anteprima del nuovo film di Woody Allen “Magic in the Moonlight” a quella dei ‘ragazzi terribili’ di “Boris”, Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre e Luca Vendruscolo che portano “Ogni maledetto Natale”, cioè le due commedie in uscita la prossima settimana. Tra quelli che non sappiamo se usciranno, si va dall’argentino “Jauja” di Lisandro Alonso con Viggo Mortensen, che in Argentina ha vissuto, e ambientato in Patagonia; all’italiano “Mirafiori Luna Park” di Stefano Di Polito, dove tre pensionati della Fiat, disgustati della vita di oggi, decidono di occupare la fabbrica dove hanno lavorato; dal romeno “The Nostalgic Mechanics of Randomness” di Constantin Popescu, al giapponese “Pale Moon” di Daihachi Yoshida; dall’anomalo western “The Homesman” di e con Tommy Lee Jones, all’acidissima commedia familiare “The Mend”, opera prima di John Magary; dal francese “La chambre bleue”, che Mathieu Amalric ha tratto da Georges Simenon; al film del ritorno in patria di Susanne Bier “A Second Chance”. Ma non è tutto perché i film sono una trentina, e tra questi due restaurati: “Profondo rosso” di Dario Argento, in occasione del quarantesimo anniversario dell’uscita; e “Via col vento” di Victor Fleming per cui la Warner festeggia i 75 anni.
Seconda parte per la retrospettiva dedicata alla Nuova Hollywood anni Settanta, ovvero “Suicide is Painless: Il Nuovo Cinema Americano 1967-1976”, curata dalla stessa (specialista) Martini. In questa edizione, da “Il laureato” di Mike Nichols – purtroppo scomparso in questi giorni – a “La ballata di Cable Hogue” di Sam Peckinpah, da “I tre giorni del Condor” di Sydney Pollack a “Piccolo grande uomo” di Arthur Penn e “La conversazione” di Francis Ford Coppola, per ricordare i più famosi. Ma ci saranno anche degli inediti in Italia e altri misconosciuti come “The Outfit” (Organizzazione Crimini) di John Flynn, “The Return of the Secaucus Seven” di John Sayles, l’opera prima di Dick Richards “The Culpepper Cattle Co.” (Fango, sudore e polvere da sparo”, che precede “Marlowe il poliziotto privato”, ma uscito da noi dopo, o “The Big Fix”, diventato da noi “Moses Wine detective” di Jeremy Paul Kagan. Però ci sono anche “Ritratti d’artista” in cui sei artisti (un maestro della scena, due musicisti, un attore, un film maker, uno scrittore), fissati nel loro lavoro e nelle loro passioni, nel loro entusiasmo e nelle loro contraddizioni, nella loro vitalità e nella loro disillusione, da alcuni cineasti che li amano e che hanno condiviso con loro pezzi di lavoro e di vita. Da Luca Ronconi a Nick Cave, da Lucio Dalla a Carlo Colnaghi, dal ‘Rinoceronte Rosso’ Alberto Signetto a Tiziano Sclavi.
Poi ‘Torino incontra Berlino’ dove si potranno vedere il primo lavoro (per la televisione tedesca) e l’ultimo film di Volker Schlondorff, “Baal” (1969, da Bertolt Brecht con Fassbinder e Margharethe von Trotta (allora sua moglie) e “Diplomacy”, che esce al cinema in contemporanea col Festival. E uno dei capolavori dell’espressionismo con “Das cabinet des Dr. Caligari” di Robert Wiene (1920). Per il Premio Maria Adriana Prolo 2014 ritorna l’indimenticabile “Allegro non troppo” (1976), ora in blu-ray, per rivedere la sua ‘Fantasia’ tra ecologismo, erotismo e anti-totalitarismo sulle note di Debussy, Dvòrak, Sibelius, Ravel, Vivaldi e Stravinskij. TFF e Intesa Sanpaolo per Expo Milano 2015 presentano “So Long at the Fair” di Antony Darnborough e Terence Fisher (GB, 1950), un thriller gotico e inquietante ambientato all’Expo 1889. L’ex direttore Paolo Virzì presenta invece, ‘Diriti & Rovesci’, cinque bei documentari italiani tutti firmati da donne registe. “Cinque storie, cinque ritratti, cinque avventure – operaie, mogli, puttane, matti, esodati – che mescolate l’una all’altra tracciano un affresco di persone, dei loro diritti, difficili da maneggiare, dei loro rovesci, umani e civili, del loro cadere e del loro rialzarsi, dei loro sogni commoventi di riscossa”. “Let’s Go” di Antonietta De Lillo, “Per tutta la vita” di Susanna Nicchiarelli, “Qualcosa di noi” di Wilma Labate, “Triangle” di Costanza Quatriglio, “Il viaggio di Marco Cavallo” di Erika Rossi e Giuseppe Tedeschi.
Il consueto “After Hours, che propone i cosiddetti film da drive in o da mezzanotte, cult per cinefili e bizzarrie per spettatori spericolati. Naturalmente non mancano horror, thriller, noir, anzi, ma anche esemplari eccentrici e surreali. E quest’anno non manca nemmeno l’Italia con “In guerra” di Davide Sibaldi, tutto in una notte a Milano. Due omaggi, a due autori distanti e diversi tra loro, il primo all’italiano Giulio Questi, reduce del Premio Chiara col libro “Uomini e comandanti”, uno dei cineasti più eccentrici e inventivi degli anni ‘60/’70, che passava dallo spaghetti western (“Se sei vivo spara”) al fantahorror (“La morte ha fatto l’uovo” e “Arcana”) sempre con bizzarra originalità. In collaborazione con la Cineteca Nazionale di Roma saranno presentati i tre suoi lungometraggi, “Il passo”, episodio del collettivo “Amori pericolosi” (1964); e una selezione di corti e medio metraggi raggruppati col titolo “By Giulio Questi”, girati dall’autore con la camera digitale tra il 2002 e il 2007 per lo più a casa sua, dove interpreta tutti i personaggi delle sue ironiche e paradossali storie. Questi sarà a Torino dal 25 al 28 novembre. Il secondo omaggio è dedicato al giovane regista americano Jim Mickle, che ha presentato quest’anno alla Quinzaine des Realisateurs di Cannes il thriller “Cold in July”, tratto dal romanzo di Joe R. Lansdale, interpretato da Michael C. ‘Dexter’ Hall. Sia quest’ultimo film che i precedenti tre (“Mulberry St.”, 2006; “Stake Land”, 2010; “We are what We are”, 2013) verranno proiettati per l’occasione alla presenza dell’autore e dello scrittore Lansdale. Infine, una delle più importanti e longeve sezioni TFFdoc, ovvero la rassegna nazionale e internazionale dei documentari, a cui si aggiunge TFFdoc/democrazia, uno spazio di riflessione attorno ad un tema centrale. Per questa edizione, gli organizzatori – sollecitati sia dalla cronaca di un mondo sempre più in difficoltà, sia da alcuni film che li hanno stimolati – si prova a ragionare di ‘democrazia’. Evento specilae “CasaOz” di Alessandro Avataneo, che racconta da vicino le vite di cinque bambini colpiti da gravi malattie e delle loro famiglie. Da non dimenticare il concorso riservato a cortometraggi ovvero ‘Italiana.Corti’ quei ‘piccoli film’ che altrimenti non riuscirebbero a farsi vedere in sala.
Last but non least la selezione di ‘Onde 2014’ che è una sorta di mappa tracciata dal cinema su orizzonti geografici e strategie cinematografiche che forzano il dispositivo di filmare in direzione della vita. Ovvero un cinema per viaggi alla scoperta di topografie esistenziali, planimetrie labirintiche, biografie oceaniche e traversate della coscienza. Dall’italiano “Abacuc” di Luca Ferri a vietnamita “Black Sun” di Truong Que Chi; dall’americano “A Million Miles Away” di Jennifer Reeder all’argentino “La huella en la niebla” (t.l. L’orma nella nebbia) di Emiliano Grieco; dal kazako “Adventure” di Nariman Turebaev al francese “Sans titre” di Clément Cogitore; da, ancora dall’Italia, “Jour et Nuit – Delle donne e degli uomini perduti” dell’instancabile Tonino De Bernardi al serbo “Ocean” di Tamara Drakulic. Nella sezione, omaggio a Josephine Decker, tra le personalità emergenti del cinema indipendente made in Usa, e una filmmaker che declina una femminilità giocata fino in fondo come questione di corpo fisico e sociale, nei termini di un confronto a tutto campo con le dinamiche più profonde e immediate da filmare. Dedicato a cineasti nati o residenti in Piemonte è lo ‘Spazio Torino’, un concorso che testimonia il fervore cinematografico e artistico piemontese con quattro titoli: “Il fiume dell’orco” di Tommaso Donati, “Mon Baiser du Cinéma” di Guillaume Lafond e Gianluca Matarrese, “La notte in sogno” di Carlo Cagnasso, e “Ultimo giro” di Giuseppe Sansonna. Evento speciale “Un milione di alberi sacri e nessun dio” di Marzia Migliora, Francesco Gabrielli e Giuliano Girelli.
Chiude ‘TorinoFilmLab’, nato dal desiderio di affiancare al TFF un laboratorio nato nel 2008 e dedicato a talenti emergenti e che si è rivelato una vera e propria comunità creativa che sostiene giovani cineasti di tutto il mondo – con attenzione particolare a opere prime e seconde – attraverso attività di formazione, sviluppo e finanziamento alla produzione e alla distribuzione. Nel 2014 ha raggiunto il traguardo di 11 film realizzati, selezionati per partecipare ai più prestigiosi festival del mondo e, in gran parte, presentati nell’apposita sezione. Ma la festa è appena cominciata ed è inutile continuare a parlarne, visto che c’è tanto da vedere e sentire. José de Arcangelo

La 18a. edizione del Tertio Millennio Film Fest di Roma si inaugurerà con l'anteprima di "The President" alla presenza dell'autore, il pluripremiato regista iraniano Mohsen Makhmalbaf

Si aprirà con l’anteprima di “The President” e alla presenza del celebre regista iraniano Mohsen Makhmalbaf la 18ª edizione del Tertio Millennio Film Fest, in programma a Roma dal 9 al 14 dicembre. La manifestazione è organizzata dalla Fondazione Ente dello Spettacolo con il patrocinio del Pontificio Consiglio della Cultura e del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, con il sostegno del MiBACT - Direzione Generale per il Cinema e della Roma Lazio Film Commission, in partnership con Istituto Luce-Cinecittà e in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale, Rai Cinema e il Progetto culturale promosso dalla Chiesa italiana. Nel 2014 il Festival ha ottenuto nuovamente la Targa di rappresentanza del Presidente della Repubblica. Il tema scelto per quest’anno è Frontiere. Cercando un’immagine tra due mondi. Sotto questo comun denominatore il Tertio Millennio Film Fest, con la Direzione Artistica di Marina Sanna e con la collaborazione di Gianluca Arnone, ha scelto di privilegiare opere che, con alcune eccezioni, il pubblico ha difficilmente la possibilità di vedere in sala, perché prive di distribuzione o perché escluse dal tradizionale circuito cinematografico italiano. Quindici i titoli in cartellone, tutti proiettati gratuitamente al Cinema Trevi Alberto Sordi, sala del Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale. Tra questi l’attesa anteprima di “La teoria del tutto”, film di James Marsh sulla vita dell’astrofisico Stephen Hawking con Eddie Redmayne, Felicity Jones ed Emily Watson già dato come papabile agli Oscar, il francese “Le dernier coup de marteau” alla presenza della regista Alix Delaporte, “Court” di Chaitanya Tamhane e “Sivas” di Kaan Mujedi, rispettivamente vincitori del Leone del Futuro e del Premio Speciale della Giuria al 71. Festival di Venezia, “The Passage”, opera prima del pluripremiato regista italiano Roberto Minervini, inedita in Italia, “Jauja” di Lisandro Alonso con Viggo Mortensen e i documentari, in anteprima esclusiva, “Archivio Segreto Vaticano. Un viaggio nella storia” di Lucas Duran prodotto dal Centro Televisivo Vaticano e “Boko Haram – Convertitevi o morite” di Riccardo Bicicchi. Tra gli eventi in cartellone anche la proiezione del capolavoro restaurato di Marco Ferreri “L’udienza”, la proiezione del documentario “Un albero indiano” di Silvio Soldini e Giorgio Garini e la proiezione di “Una giornata balorda” di Mauro Bolognini al quale seguirà un dibattito condotto dalla giornalista Dina d’Isa. “Le frontiere che attraverso i film della rassegna abbiamo scelto di raccontare – dice Ivan Maffeis, Presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo e del Tertio Millennio Film Fest – sono frontiere chiuse, come quelle imposte dalla dittatura; frontiere smarrite negli ingranaggi della burocrazia che, dopo aver illuso, inibisce ogni desiderio d’incontro; frontiere problematiche quanto la crisi finanziaria; frontiere violente che calpestano gli affetti più sacri e costringono alla fuga chi cerca soltanto un luogo in cui sentirsi finalmente a casa. E le frontiere che condannano intere minoranze all’emarginazione o quelle del potere giudiziario che, a prescindere da torti e ragioni, rende tutti vittime; frontiere ferite, che alzano rughe e cicatrici e isolano nell’amarezza e nel risentimento. L’intento con cui le proponiamo è quello di chi non s’arrende a considerarle barriere insormontabili”. Nell’ambito del Tertio Millennio Film Fest saranno assegnati gli RdC Awards, gli storici riconoscimenti della ‘Rivista del Cinematografo’ attribuiti ogni anno ai protagonisti del mondo del cinema, della televisione e della cultura. I premi – un’elegante scultura in cristallo firmata Tiffany – saranno consegnati venerdì 12 dicembre nel corso di una serata di gala condotta da Fabio Falzone.

Dal 26 al 30 novembre torna a Roma il Karawan Film Fest: i temi della convivenza, dell'identità, dell'incontro tra culture all'insegna del sorriso. Dal Brasile alla Cina passando per il Bangladesh

Una volta ogni tanto, c’è proprio da stare allegri: dal 26 al 30 novembre torna a Roma, nel quartiere di Tor Pignattara, “Karawan”, il festival che gioca con i luoghi comuni e che (si) diverte cambiando continuamente prospettiva. Il festival si tiene - con ingresso a sottoscrizione - presso l'ex aula consiliare del Municipio, in Via dell’Acqua Bullicante, 2. Nato nel 2012, Karawan è il primo festival di cinema che affronta i temi della convivenza, dell’identità, dell’incontro tra culture in tono programmaticamente non drammatico, partendo dalla convinzione che il sorriso sia il terreno d'incontro naturale fra le diverse culture del mondo, il “luogo” ideale in cui scompaiono le differenze e ci si riscopre umani. Dopo diversi appuntamenti monografici dedicati a vari Paesi, Karawan quest’anno cambia pelle e offre una selezione di commedie da ogni angolo del mondo, per offrire un nuovo punto di vista su paesi poco conosciuti, o rappresentati attraverso stereotipi e cliché, che non rendono giustizia a cinematografie incredibilmente intense, colorate e vitali. Dalla Cina al Brasile passando per il Bangladesh, l’Azerbaijan, la Costa d’Avorio, la Palestina e il Rwanda, Karawan propone un viaggio ai confini del mondo che non a caso parte da Tor Pignattara, popolare quartiere romano divenuto negli ultimi anni il cuore multietnico della Capitale, con numerose comunità straniere residenti che ne fanno una sorta di piccola “Babele” a un passo dal centro storico. Una collezione di opere vibranti, che pur cambiando registro dalla black comedy al ritratto intimista, passando per la fiaba avventurosa e la corale saga familiare, restituisce l’immaginario di un’umanità che non vuole rinunciare a sorprendersi, divertirsi, ricominciare. Opere che senza distogliere lo sguardo da alcune delle questioni più controverse e irrisolte dei nostri tempi (dal conflitto israelo-palestinese, al genocidio in Rwanda degli anni Novanta, alla cosiddetta “questione femminile”) le attraversano con una leggerezza di tocco che non è disimpegno ma rivendicazione di un modo nuovo di guardare il mondo, un richiamo alla partecipazione. Karawan inoltre lavora sul recupero degli spazi per restituire al quartiere di Tor Pignattara il cinema di cui è orfano da oltre trent'anni. E così, schermo e proiettore in spalla, gli organizzatori se ne vanno a caccia di spazi abbandonati, e li trasformano, per una o più sere, in luoghi in cui le persone possano re-incontrarsi e godere del rito collettivo dello schermo cinematografico illuminato. Stavolta è toccato ad un'ex-aula consiliare del Municipio, recentemente messa a disposizione delle associazioni del territorio per riunioni ed eventi, ma a farci un festival di cinema ancora non c’aveva pensato nessuno. Niente è più rivoluzionario di una risata. Niente è più democratico del sorriso. Niente è più sovversivo della commedia. Venite a sorprendervi, al Karawan Fest. ALCUNI DEI FILM IN PROGRAMMA A KARAWAN FEST 2014 HE WAS A GIANT WITH BROWN EYES | anteprima nazionale di Eileen Hofer (Azerbaigian / Svizzera, 2012, 85') Dopo il divorzio dei suoi genitori, Sabina ha seguito la madre che si è trasferita in Svizzera, mentre sua sorella, Narmina, è rimasta con il padre in Azerbaigian. Cinque anni più tardi, le due sorelle si ritrovano, quando Sabina decide di passare un’estate a Baku per trascorrere del tempo con suo padre al quale è profondamente legata. Delicato ritratto dell’intimità di una famiglia e di due ragazze in cerca di risposte in un percorso universale che parla di identità, scoperta di sé e delle proprie radici, in quel grande viaggio che tutti siamo chiamati a compiere durante l’adolescenza. VENDO OU ALUGO (FOR SALE OR FOR RENT) | anteprima nazionale di Betse de Paula (Brasile, 2013, 90') Quattro generazioni di donne condividono un grande e lussuoso appartamento che non riescono più a permettersi, ma, a causa della prossimità con le favelas, non riescono a vendere né ad affittare. Imprevisti, equivoci, colpi di scena e gag si susseguono in una commedia al femminile frizzante e movimentata, fresca e colorata, che affronta senza ipocrisia tematiche importanti come la pacificazione delle favelas e la speculazione immobiliare. Con tocco tipicamente carioca, Betse de Paula racconta uno spaccato di vita quotidiana. INSEPARABILI di Dayyan Eng (Cina, 2012, 97') Primo film cinese interpretato da un attore hollywoodiano di alto profilo, Kevin Spacey, affiancato dalle superstar cinesi Daniel Wu e Beibi Gong. Li è un disegnatore di protesi che sta passando un periodo difficile a causa di una doppia tragedia familiare. Come se non bastasse, non mancano i guai nemmeno sul lavoro. Li è sul punto di farla finita, ma al momento giusto qualcuno bussa alla sua porta. È Chuck, misterioso americano che vive in Cina investendo in borsa, e che dà una scossa alla vita di Li. Ma non tutto è come sembra… Ritmo, risate e colpi di scena assicurati in questa spassosa black comedy, con un’improbabile coppia di supereroi, come non li avete mai visti. UN INSOLITO NAUFRAGO NELL’INQUIETO MARE D’ORIENTE (LE COCHON DE GAZA) di Sylvain Estibal (Francia / Israele / Germania / Belgio, 2012, 99') Jafaar è un pescatore palestinese che pesca sardine e vive con la moglie lungo il muro della Striscia di Gaza. Dimenticato da Allah, incalzato dai creditori e avvilito da una vita sorvegliata da Israele e dai suoi militari, che 'bazzicano' la sua casa e controllano ogni suo respiro, Jafaar butta la rete in mare e una mattina pesca l'impensabile: un grosso maiale vietnamita. Piccola commedia umanista e 'fraterna', Un insolito naufrago nell'inquieto mare d'Oriente trova il giusto equilibrio tra farsa e fiaba, giudaismo e islamismo, tra ḥarām e ṭaref (il cibo proibito secondo le prescrizioni alimentari di ebrei e musulmani), rinnovando il discorso su un conflitto infinito e realizzando un ritratto sensibile dove le due fazioni sono calate, con la propria umanità e la reciproca indulgenza, dentro la loro realtà complessa e davanti agli immutabili (e immutati) affanni quotidiani. Per informazioni www.karawanfest.it info@karawanfest.it

mercoledì 19 novembre 2014

Da domani al 23 novembre, alla Casa del Cinema di Roma torna il ProCult Film Festival, la rassegna dedicata al Cinema Romeno contemporaneo con 14 titoli inediti tra corti, lungometraggi e documentari

Torna dal 20 al 23 novembre presso la Casa del Cinema di Roma, a ingresso gratuito fino ad esaurimento dei posti - il ProCult Film Festival/ Festival del Cinema Romeno, giunto alla quinta edizione, diretto da Teodora Madasa, Ina Sava e Adrian Grigor. Quattordici nuovi titoli in programma, tra lungometraggi, documentari e cortometraggi e un nutrito numero di ospiti per l’unica rassegna cinematografica in Italia dedicata al cinema romeno, organizzata dall’Associazione Culturale ProEvent con l’Ambasciata di Romania in Italia, l’Accademia di Romania a Roma e Noesis Media e con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura Creatività e Promozione Artistica di Roma Capitale e del Consiglio Regionale del Lazio. Il festival è realizzato con il contributo del Ministero degli Esteri Rumeno - Dipartimento per i Romeni all’Estero e alcuni sponsor privati, tra cui LycaMobile, Romania. La giuria è composta dal regista Sorin Militaru che, con lo spettacolo “La bisbetica domata” di Shakespeare, ha ottenuto il Premio per il miglior regista al Festival dei Teatri Ungheresi e il Premio speciale della Giuria al Festival Nazionale di Teatro Budapesta 2014, mentre in Serbia ha diretto lo spettacolo La donna con le scarpe, col quale ha ottenuto il premio per Il miglior spettacolo al Festival della Drammaturgia ad Novi Sad nel 2010; dall’attrice Maria Dinulescu (Premio come miglior attrice al Buenos Aires Film Festival con il film Pescuit Sportiva di Adrian Sitaru), dalla giornalista Elena Postelnicu, inviata di Radio Romania, giurata al Globo d’Oro della Stampa Estera; da Paolo Fallai, giornalista del Corriere della Sera, conduttore televisivo e scrittore e dal produttore Francesco Pamphili. Il festival prende il via giovedì 20 novembre alle ore 19.30, alla presenza dell’ambasciatrice Dana Constantinescu e della giuria, con il film di apertura, La limita de jos a cerului (The Unsaved), di Igor Cobileanski, interpretato da Igor Babiac. Il film, vincitore di numerosi premi nei festival di tutto il mondo, è stato scelto dalla Moldavia per concorrere ai prossimi Premi Oscar 2015 e racconta la storia del diciannovenne Viorel, che vive con la madre in una sperduta città moldava. Senza grandi ambizioni o speranze, guadagna un po' di soldi spacciando droga. Sua madre lo sollecita a cominciare una nuova vita, anche per salvare la donna che ama… Altro film che partecipa al Concorso Lungometraggi “Metamorfoze”, è Closer to the moon, interpretato da un cast internazionale, da Vera Farmiga (The Departed, Tra le nuvole, Source Code) a Mark Strong (Oliver Twist, RocknRolla, Babylon A.D., Kick-Ass) e diretto da Nae Caranfil, uno dei registi-simbolo del cinema romeno dagli anni Novanta, già regista di Asphalt Tango, Dolce far niente e Filantropica. Ambientato a Bucarest nel 1959, in piena Romania comunista del dopoguerra, racconta di una spettacolare rapina in banca che manda il Paese in subbuglio. Le autorità arrestano subito i colpevoli, quattro uomini e una donna, processati e condannati a morte. Nell'attesa di essere giustiziati, i cinque sono costretti a re-interpretare gli stessi eventi in un film di propaganda. Il film sarà presentato in anteprima italiana domenica 23 novembre alla presenza del regista e del produttore. La commedia è quindi padrona in Love building, opera prima di Iuglia Rugina, interpretata da Dragoş Bucur, Alexandru Papadopol e Dorian Boguta, la storia di tredici coppie riunite in un resort per sistemare le proprie vite sentimentali in sette giorni, grazie all'aiuto di tre terapeuti, anch’essi con i propri problemi. Infine, il lungometraggio Revederea, di Bogdan Alexe, che sarà presente alla proiezione, con Maia Morgenstern, Tudorel Filimon e Wilmark Hernandez, ambientato in una scuola d’arte, dove si studia teatro, musica e danza e dove arriva un direttore di casting per selezionare giovani per una grande produzione cinematografica. Per diventare una star, i giovani sono disposti a tutto, anche rovinare le proprie amicizie. Il concorso documentari “Transparente” presenta quattro titoli: The Bucharest Experiment , del regista e giornalista inglese, ma residente in Romania,Tom Wilson, vincitore del Premio Gogo come Miglior Documentario 2014. Quindi, l’anteprima assoluta di Vama Veche Veche, di Tudor Chirila, che sarà presente alla proiezione: ambientato nel 1990, in quello spazio di tranquillità e pace, il paese di Vama Veche, subisce delle modificazioni devastanti. Il film mostra in dettaglio un giorno nella vita del villaggio che di anno in anno diventa più conosciuto in Romania. Si cerca di rispondere alle questioni spinose: quanto è utile questo cambiamento da un villaggio tranquillo con poca gente a un mega-villaggio? Era meglio prima, durante il cosiddetto “periodo d’oro” o adesso che è diventato un villaggio commerciale? Altro film, Dupa fel si chip(As you like it), di Paula Onet, presentato al Festival di Karlovy Vary, che racconta, attraverso testimonianze di svariate persone, la scelta della foto per la propria futura tomba, interrogandosi su come vogliamo essere ricordati. Quindi, La nostra fede è la nostra vita - Romania, gli anni del terrore, documentario storico, scritto e diretto da Umberto Rondi, che sarà presente alla proiezione. Un documentario dedicato ai martiri romeni e a tutti coloro che soffrirono durante la lunga dittatura comunista in Romania, attraverso il racconto- di sopravvissuti, parenti, testimoni, esperti - delle persecuzioni religiose in particolare contro la Chiesa cattolica durante i più feroci anni del regime comunista imposto da Stalin. Una tragedia dimenticata e d molti sconosciuta di tante figure, che per un'eroica fedeltà al vangelo hanno testimoniato la propria fede e fedeltà alla Chiesa contro la tirannia della dittatura fino a dare la propria vita. Il documentario fa parte del programma “I militi ignoti della fede”, di Pupi Avati e trasmesso da Tv2000 , consiste in un ciclo di ventotto documentari girati nei Paesi dell'Europa orientale che sono stati scenario delle persecuzioni, per portare alla luce le storie di uomini che hanno fatto la Storia: “I militi ignoti della grande causa di Dio”, come li definì Giovanni Paolo II. Il concorso cortometraggi “Cinemagia” vede la partecipazione di film presentati e premiati nei festival di tutto il mondo, quali Treizec (Trenta), di Victor Dragomir, Ela, panda si madame, di Andrei Rautu, O lume noua (Un nuovo mondo), di Luiza Parvu, storia ispirata a eventi reali della prima generazione di emigranti romeni verso gli Stati Uniti nel 1907, Claudiu si crapii (Claudio e i pesci), di Andrei Tanase, in cui un pesce dell’acquario di un supermercato inizia a tossire.. Ma anche Sa mori de dragoste ranita, di Iulia Rugina, ispirata all’omonima canzone di Angela Similea e Retur, di Emanuel Parvu, ambientato in un paesino nel Danubio in cui le persone sono ancora guidate da credenze arcaiche. INGRESSO GRATUITO FINO AD ESAURIMENTO POSTI. Film in lingua originale con sottotitoli in italiano Info Associazione culturale ProEvent Teodora Madasa cell. 3888933428 Ina Sava cell. 3274094662 info@procult.eu www.procult.eu

martedì 11 novembre 2014

Annunciata la giuria del Concorso Internazionale Cortometraggi del IV Think Forward Film Festival. A Venezia il 12 e 13 dicembre, per approfondire, discutere e divulgare il tema dei cambiamenti climatici

Il Think Forward Film Festival annuncia i nomi della giuria che sarà chiamata a decretare il cortometraggio vincitore tra i più di 70 arrivati da tutto il mondo. La giuria del Concorso Internazionale Cortometraggi del 4° Think Forward Film Festival sarà composta dal docente di Chimica dell'Università di Venezia Carlo Barbante, dal sommelier, documentarista e cineasta indie Jonathan Nossiter, regista tra gli altri di Mondovino e Resistenza Naturale, dal primo documentarista ambientale italiano Folco Quilici, autore tra i molti lavori di Sesto Continente che ha vinto il Premio Speciale alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1954, dalla nota attrice italiana Isabella Ragonese, e dalla giornalista scientifica Cristiana Pulcinelli. “Siamo particolarmente felici di avere un panel così qualificato e insieme variegato – dichiarano i direttori Alberto Crespi e Rocco Giurato – Ci sembra che la giuria rappresenti molto bene la natura del festival, quella tensione verso il racconto scientifico attraverso il mezzo cinematografico. Siamo sicuri che il dibattito sarà di grande interesse, e rappresenterà un unicum in Italia, proprio per la capacità di unire in un solo discorso cinema, ambiente e scienza”. La 4a. edizione del Think Forward Film Festival si svolgerà a Venezia il 12 e il 13 dicembre 2014. La manifestazione nasce con l’obiettivo di approfondire, discutere e divulgare, attraverso cortometraggi e lungometraggi, il tema dei cambiamenti climatici e le questioni legate all’uso dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili. Think Forward Film Festival è stato lanciato nell’ottobre 2011 con una serie di proiezioni destinate ad un ampio pubblico. L’immediatezza del video consente di divulgare tematiche importanti e complesse quali i cambiamenti climatici e le energie rinnovabili, incoraggiandone così la discussione. L’International Center for Climate Governance (ICCG) è un’iniziativa congiunta della Fondazione Eni Enrico Mattei (FEEM) e della Fondazione Giorgio Cini. ICCG è oggi un centro di ricerca di fama internazionale sui cambiamenti climatici e sulle tematiche legate alla governance del clima. L’evento è realizzato con il sostegno di Eni e del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici e patrocinato da: Comune di Venezia, Legambiente, Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Regione del Veneto. Media Partner: Corriere del Veneto, Rai Radio3, movieplayer.it. 2014 Think Forward Film Festival Tel +39 041 2700443 fax +39 041 2700413 info@thinkforwardfestival.it www.thinkforwardfestival.it

venerdì 7 novembre 2014

Apre i battenti alla Garbatella di Roma la 22a. edizione di Arcipelago - Festival Internazionale di Cortometraggi e Nuove Immagini con un omaggio a Pippo Delbono e i corti delle Ragazze del Porno

Apre oggi venerdì 7 novembre, all’Ambra Garbatella e al Teatro Palladium la 22.a edizione di Arcipelago – Festival Internazionale di Cortometraggi e Nuove immagini, la più seguita e longeva tra le manifestazioni dedicate ai nuovi linguaggi audiovisivi e ai giovani talenti. Tutto rigorosamente a ingresso libero. Tutto al femminile è, invece, il programma al Palladium: alle 20.00 è la volta dell’erotismo de “Le Ragazze del Porno” con i corti “Ogni legame è una scelta libera” di Titta Cosetta Raccagni, “Dildotettonica per principianti” di ‘Slavina E. Basta’, “L'occhio del desiderio”, ovvero il montaggio di film erotici a cura di Mara Chiaretti. Segue incontro con il pubblico. Alle 22.00, il primo appuntamento con il Concorso Internazionale Short Planet introdotto da Regina Orioli che legge “L’idillio” di Guy de Maupassant: la condizione femminile nel mondo è al centro dei corti di questa sera. Dalle donne sfruttate nelle miniere Boliviane in “Minerita” di Raul de la Fuerte, alla visionaria animazione slovacca “Sneh” di Ivana Khatchvani, passando per il francese “Rabbit” di Laure de Clermont-Tonnerre, storia di una detenuta cui viene affidato un coniglietto che cambierà la sua vita. Alle 22.30 all’Ambra Garbatella il regista Lorenzo Sportiello, veterano del Festival con i suoi corti, presenta il suo primo lungometraggio “Index Zero”, curioso film di fantascienza ambientato nel 2035 ai confini degli Stati Uniti d’Europa, appena premiato al Trieste Science+Fiction Festival. Una giovane coppia vive oltre la grande muraglia degli Stati Uniti d’Europa, nelle terre abbandonate dopo la crisi economica globale. Lei è incinta e, per assicurare un futuro migliore al nascituro, vogliono entrare in Europa illegalmente, a ogni costo.

Da non perdere il primo appuntamento dell’omaggio a Pippo Delbono: l’amore, la carne, il sangue - probabilmente la più completa personale sul cinema “oltre” del provocatorio regista e attore teatrale e cinematografico: a partire dalle 16.30 all’Ambra alla Garbaterlla “Sangue”, la storia dello strano incontro tra Pippo Delbono e Giovanni Senzani. Seguono “La Paura” girato con un telefonino in un campo rom e “Blue Sofa” che narra la strana routine dei fratelli Baczynski: ogni giorno, tra le 17 e le 20, Dorota, Tadeusz e Mordechaj si siedono su un divano di velluto blu ad aspettare la morte. Dalle 20.30 all’Ambra Garbatella il meglio dei Corti italiani con il primo appuntamento di ConCorto e #Forseitalia. Cronache e visioni da un paese senza. Al Palladium alle 16.00 da non perdere l’appuntamento con i nuovi talenti, le nuove forme di produzione e distribuzione con la storica Carta Bianca co-organizzata con il Dams Roma 3 (e dedicata quest’anno al Roma Tre Film Festival). Dove: TEATRO AMBRA ALLA GARBATELLA e TEATRO PALLADIUM Info : tel. 06-39388262 - e-mail: info@arcipelagofilmfestival.org - web: www.arcipelagofilmfestival.org - Infoline Ambra/Palladium: tel. 06-81173900

martedì 4 novembre 2014

Al Trieste Science+Fiction vince il cinema americano con "Time Lapse" di Bradley King e la menzione speciale a "Honeymoon" di Leigh Janiak. Méliès d'argento per "Index Zero" di Lorenzo Sportiello

Tutto americano il Premio Asteroide 2014. E’ il film statunitense “Time Lapse” di Bradley King il vincitore del Premio Asteroide (assegnato al miglior lungometraggio di fantascienza in Concorso) del Trieste Science+Fiction 14. Lo ha deciso la Giuria Internazionale presieduta dal celebre regista Enzo G. Castellari, e composta anche da Daniel Cohen, direttore artistico dello European Fantastic Film Festival di Strasburgo, e Tomaž Horvat, produttore e fondatore del Grossmann Film Festival. Questa la motivazione: “Nella tradizione di questo festival, la giuria ha scelto di premiare un vero e proprio film di fantascienza con un tema molto importante. La sceneggiatura è molto forte, intelligente e ricca di suspense, e il film è un ottimo esempio di cosa si riesca a fare con un piccolo budget, pochi mezzi ma un'intelligente sceneggiatura nelle mani di un buon regista.” Menzione speciale a “Honeymoon”, opera di debutto di una donna regista, Leigh Janiak, un premio al femminile all’interno di un genere cinematografico popolato, in maggioranza, da registi uomini. Anche questo riconoscimento va agli Stati Uniti d’America “per il suo originale mix di fantascienza e horror. La giuria è rimasta molto colpita dalla qualità artistica di questo film, opera prima di una giovanissima regista.” “Honeymoon” si aggiudica anche il Premio Nocturno Nuove Visioni, riconoscimento assegnato ad un’opera significativa e originale per l’evoluzione del cinema di genere della selezione ufficiale del Trieste Science+Fiction dalla redazione di Nocturno, la rivista più quotata in Italia per gli appassionati del cinema di genere. Per quanto riguarda l’assegnazione del Méliès d’Argento al Miglior Lungometraggio Fantastico Europeo, va a “Index Zero” di Lorenzo Sportiello. “La giuria sceglie di attribuire il Mèliès d'argento 2014 a un'opera prima a basso costo che intercetta, proiettandolo in un futuro molto prossimo, uno scenario economico e sociale che appartiene alla contemporaneità. Si segnala inoltre la scelta, in controtendenza rispetto ad altri pur pregevoli titoli della sezione destinati a una sicura visibilità, di recuperare tempi narrativi dilatati in aperto contrasto con la frenetica contrazione dei ritmi imposta dal consumo e dal mercato.” Così per la Giuria composta dal regista e sceneggiatore Lorenzo Bianchini, da Leopoldo Santovincenzo, autore e regista televisivo, responsabile della programmazione cinema di Rai4, e il produttore e distributore cinematografico Lorenzo Von Lorch. Nella sezione European Fantastic Shorts, la selezione di cortometraggi fantastici europei, il pubblico ha assegnato il Méliès d’Argento al miglior cortometraggio fantastico europeo a “The Nostalgist” di Giacomo Cimini. Il pubblico ha invece votato a maggioranza “Earth to Echo” di Dave Green. A questa pellicola americana, infatti, è andato il Premio del Pubblico 2014. Premio nuovo di zecca il Wonderland, assegnato per la prima volta in collaborazione con Wonderland, il magazine di Rai 4 dedicato all'immaginario fantascientifico. Un premio che suggella la media partnership tra la kermesse triestina e la produzione del canale Rai. Il film vincitore del Premio Wonderland è “Coherence” dell'americano James Ward Byrkit (tra gli sceneggiatori di “Rango”), “mind-bender” dalle prospettive insolite sulla meccanica quantistica, la fisica teoretica e gli universi paralleli. “Un film di fantascienza adulta che unisce, sullo sfondo del passaggio di una cometa, un’ispirazione bergmaniana con l’ultima frontiera delle leggi della fisica, aprendo una finestra sul mondo della meccanica quantistica. L’autore, alla sua opera prima, riesce – anche grazie ad un gruppo di straordinari attori - nella difficile impresa di fondere la novità di una tematica alta e un risultato pienamente godibile e avvincente” – così a detta della redazione di Wonderland. Alla serata di premiazione ha partecipato anche il Sindaco di Trieste Roberto Cosolini. “Mi pare che l’edizione di quest’anno sia stata la più straordinaria di sempre” – ha detto. “Dovremmo cominciare a pensare ad una sala più grande per questo festival, che è una delle più belle manifestazioni di questa città”. Annunciato per l’edizione 2015 un evento davvero straordinario. Il Mèliès D’Or, solitamente assegnato durante il Sitges in Spagna, verrà assegnato a Trieste. La città diventerà così la Capitale del Cinema Fantastico Europeo. Si è conclusa così questa quattordicesima edizione di Trieste Science+Fiction - Festival Internazionale della Fantascienza di Trieste), che quest’anno ha avuto l’onore di ospitare un grande Maestro come Alejandro Jodorowsky. Ma l’iniziativa - realizzata e promossa dal centro ricerche La Cappella Underground - sta già scaldando i motori in vista della sua prossima edizione. Intanto, i primi dati di questa edizione mettono in luce un record di presenze - oltre 20.000 - con un netto aumento del numero di spettatori della kermesse, e il tutto esaurito negli spettacoli serali, e non solo.

mercoledì 29 ottobre 2014

Torna alla Casa del Cinema di Roma, dall'1 al 5 novembre, il Pitigliani Kolno'a Festival, Ebraismo e Israele nel cinema con tanti film, di ieri e di oggi, omaggi e incontri. Giornata finale al Centro Ebraico

Torna dall’1 al 5 novembre 2014 alla Casa del Cinema di Roma (da sabato 1 a martedì 4) e l’ultimo giorno presso il Centro Ebraico Pitigliani (Via Arco dè Tolomei, 1), il Pitigliani Kolno’a Festival, Ebraismo e Israele nel cinema, il festival giunto alla nona edizione, prodotto dal Centro Ebraico Il Pitigliani, dedicato alla cinematografia israeliana e di argomento ebraico e diretto da Ariela Piattelli e Dan Muggia. L’attuale edizione del festival è dedicata ai personaggi che hanno fatto e attraversato la Storia del Cinema. Film di apertura sarà “Gett”, di Ronit e Shlomi Elkabetz, che uscirà nelle sale italiane il prossimo 20 novembre, distribuito da Parthénos (col titolo Viviane), pellicola appena scelta da Israele per la corsa all’Oscar come miglior film straniero. Applaudito all’ultimo Festival di Cannes, il film chiude una trilogia iniziata nel 2004 con “To Take a Wife” e proseguita nel 2008 con “7 Days”. Protagonista del film è Viviane Amsalem (interpretata da Ronit Elkabetz, anche regista e sceneggiatrice insieme al fratello Shlomi), una donna che da cinque anni cerca invano di ottenere il divorzio dal marito Elisha, davanti all’unica autorità che in Israele possa concederglielo: il tribunale rabbinico. L’ostinata determinazione di Viviane nel voler conquistare la propria libertà si scontra con l’intransigenza di Elisha e con il ruolo ambiguo dei giudici. In tribunale sfilano i testimoni convocati dalle parti, mentre il ‘processo’ si trascina coi suoi contorni al tempo stesso drammatici e assurdi. Tra gli ospiti, l’attrice Gila Almagor, definita l’Anna Magnani del cinema israeliano, che presenterà “Matzor” (Assedio, 1969) del regista italiano Gilberto Tofano, figlio di Sergio Tofano. A presentare il film anche Ya'acov Agmon, giornalista e produttore di teatro, cinema, ed eventi culturali e marito di Gila Almagor, che chiamò Tofano a dirigere il film. Il film racconta di Tamar, giovane vedova della Guerra dei Sei giorni, madre di un bambino, che in un villaggio circondata da ufficiali dell’esercito che hanno combattuto con suo marito e che lo considerano un eroe. I compagni d’armi si sentono responsabili di lei, ma Tamar tenta di uscire dal ruolo di vedova nel quale la società l’ha confinata. Sullo sfondo della ‘Guerra di logoramento’ che seguì la guerra del 1967, la storia personale di Tamar s’intreccia con documenti d’archivio. Il film sarà restaurato nel 2015 dalla Cineteca di Bologna, per un progetto coprodotto dal PKF e le cineteche di Gerusalemme e Bologna e con il sostegno del Ministero degli Esteri israeliano. Quindi, l’Omaggio all'attore e regista Assi Dayan, con la proiezione di alcuni suoi lavori, tra cui “Life According to Agfa” (interpretato proprio dalla Almagor), che racconta di un pub di Tel Aviv, frequentato da gente che non ha altri posti dove andare, dalle due padrone del locale, a Benny il poliziotto, ma anche un cantante, spacciatori di droga, qualche soldato e gli arabi che lavorano in cucina. Gila Almagor e Assi Dayan sono anche protagonisti della proiezione di due episodi di “Betipul”, serie televisiva israeliana osannata dalla critica e adattata per la televisione in America ed in Italia con il titolo di “In treatment”. La serie segue la vita privata e professionale dello psicologo Reuven Dagan (Dayan). Ogni giorno della settimana il dottor Dagan ascolta un paziente diverso. Il giovedì tocca al dottore andare a colloquio dalla sua psicologa (Almagor). Tutti i giorni gli spettatori sono invitati a 30 minuti di terapia. Dedicato a Dayan, sarà presentato anche il documentario “Life as a Rumor”, diretto da Adi Arbel e Moish Goldberg, che saranno ospiti del festival. Quest’ultimo documentario sarà in parte oggetto del primo PKF Professional Lab di quest'anno, che si tiene lunedì 3 novembre in sala Kodak alle ore 18:00: un laboratorio dedicato all'utilizzo del materiale di archivio, dal titolo ‘La storia nell'oggi’, moderato dai due direttori artistici. Mario Musumeci e Maria Cristina Misiti discuteranno del ‘Restauro e digitale nella cinematografia contemporanea’, mentre Claudio Della Seta dei ‘Filmati ritrovati’. Massimo Torre si concentrerà sul ‘Materiale di repertorio in anni di crisi: necessità o opportunità creativa?’ In chiusura, appunto, a cura di Adi Arbel e Moish Goldberg: ‘Il caso Life as a Rumor - Quando l'archivio è protagonista del racconto’. Altro documentario, “The Good Son”, di Shirly Berkovitz, che sarà ospite del festival, Premio del Pubblico all’International Documentary Film Festival di Amsterdam, storia di un giovane israeliano che si chiude in camera, nascosto dai suoi genitori conservatori. La sua tana diventa un quartier generale da dove far partire il proprio piano di truffe e inganni, per cambiare vita. La musica è protagonista del documentario “I’m Your Man”, di Lian Lunson, ritratto del musicista, poeta e scrittore Leonard Coen, raccontato da colleghi e amici, definito da Wim Wenders “uno dei più bei film sulla musica di tutti i tempi”. Tra i lungometraggi, “Big Bad Wolves”, di Aharon Keshales e Navot Papushado, film vincitore del primo premio all’Accademia Americana del Film di Fantascienza, Fantasia e Orrore, del Premio Cavallo Nero al Fantasia Film Festival di Montreal e di cinque premi dell’Accademia Israeliana del Cinema. Un thriller-horror - definito da Quentin Tarantino, ‘il miglior film dell’anno 2013’ - che racconta la personale vendetta di un poliziotto pensionato e un padre di una bambina recentemente assassinata. Altro lungometraggio, “Next to Her”, opera prima di Asaf Korman, recente vincitrice del Gran Premio al Festival di Haifa, ispirata all’esperienza di sua moglie Liron Ben Shlush, che ha scritto la sceneggiatura e che qui interpreta il personaggio principale. La storia della giovane Heli che abita da sola con la sorella Gaby (interpretata da Dana Ivgy, premio Ophir 2014 come migliore attrice non protagonista), portatrice di handicap, in uno squallido appartamento di un quartiere periferico di Haifa. Quando si scopre che Heli lascia Gaby sola per ore, per andare a lavoro, interviene l’assistente sociale, così la giovane donna è costretta a mettere sua sorella in un istituto durante il giorno. Questo evento permette al giovane Zohar di entrare nella vita di Heli e viene a crearsi un triangolo umano dove si consumano i confini tra amore, sacrificio, nutrimento e tortura. Quindi il road movie “Magic Men”, di Guy Nattiv ed Erez Tadmor, la storia di un anziano signore di origini greche e del suo viaggio a Salonicco e Santorini alla ricerca dello sconosciuto che salvò suo padre durante la Shoah. Film vincitore dell’Israel Film Academy per la straordinaria interpretazione dell’attore arabo-israeliano Makram J. Khoury. Il dramma è al centro di “Bethlehem”, di Yuval Adler, presentato al Festival di Venezia, vincitore del Premio Ophir dell’Accademia israeliana del cinema per il Miglior film e per la migliore regia, la storia del giovane palestinese Sanfur reclutato anni prima per collaborare con i servizi segreti israeliani. Tra lui e Razi, il suo contatto israeliano, si è sviluppato un rapporto intimo e di dipendenza reciproca. Quando gli israeliani vogliono ottenere informazioni sul fratello di Sanfur, ricercato per la sua attività clandestina, la faccenda si complica ed esplode. Prima di alcune proiezioni saranno mostrati al pubblico tre brevi servizi dal programma televisivo Rai, “Sorgente di Vita”, per tre storie di cantautori, poeti e musicisti, che hanno scritto, o scrivono tutt’ora, la storia della musica ebraica, da Herbert Pagani a Uri Caine passando per Noa. L’ultima giornata del festival si tiene presso il Centro Ebraico Pitigliani e prevede, oltre alla replica di due documentari quali “Life as a Rumor” e “I’m Your Man”, alle ore 18:00 la proiezione del cortometraggio “Mi ritroverai dentro di te”, scritto e diretto dal regista romano Eitan Pitigliani, interpretato dall’attore argentino Andrès Gil e girato tra i vicoli romani di Trastevere, Isola Tiberina e Tempio Maggiore, Sinagoga di Roma, e presentato in anteprima al RIFF. Il corto racconta il viaggio in Italia di Pablo, un giovane argentino alla ricerca delle proprie origini. Festival di particolare interesse per la vita culturale della Città 2014-2016, Pitigliani Kolno’a Festival è realizzato con il sostegno di Roma Capitale - Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica - Dipartimento Cultura. Info Tel. 06 5800539 www.pitiglianikolnoafestival.it PKF@pitigliani.it

martedì 28 ottobre 2014

Dal 30 ottobre al 2 novembre torna a Firenze "France Odeon". La VI edizione del festival del cinema francese contemporaneo renderà omaggio al maestro Alain Resnais, recentemente scomparso

Sarà la VI edizione di France Odeon, il festival del cinema francese diretto da Francesco Ranieri Martinotti, in programma dal 30 ottobre al 2 novembre al cinema Odeon di Firenze, ad aprire la 50 Giorni 2014. E France Odeon non poteva non rendere omaggio quest’anno a Alain Resnais, scomparso il primo marzo. Autore poliedrico, interdisciplinare, genio assoluto sempre attuale nella forma e nel contenuto, amava Firenze e la sua formazione all’immagine la fece agli Uffizi. France Odeon, virtualmente assieme a France Cinéma, lo rappresenterà con tre suoi lungometraggi. Il primo e l’ultimo, “Hiroshima mon amour” e “Aimer boire et chanter”, il film che ha nel suo cast Laura Morante, “Coeurs”, e il corto “Guernica” del 1950, un richiamo non casuale alla mostra di Picasso di Palazzo Strozzi. Jean-Luc Douin parlerà di lui insieme a tanti amici tra cui Aldo Tassone alla presentazione all’Institut Français della bellissima monografia che ha da poco dato alle stampe (sabato 1/11, ore 10.30). La consueta selezione dei film di recente produzione prevede lungometraggi provenienti dai festival di Cannes, Venezia, Locarno e Toronto, oltre a 3 inediti assoluti: “Maestro” di Léa Fazer, la cui giovane protagonista Déborah François sarà presente all’anteprima fiorentina del film (sabato 1/11 alle 17), “La ritournelle”, interpretato da Isabelle Huppert e diretto da Marc Fitoussi, anche lui ospite in città (domenica 2/11 alle 18.30) e “Les vacances du Petit Nicolas” di Laurent Tirard, nel cui cast figura Luca Zingaretti, ospite d’onore alla pre-inaugurazione (giovedì 30 alle 18). France Odeon come collante di energie creative francesi e italiane ha affidato la creazione della nuova sigla che precede ogni proiezione all’artista bretone, fiorentino d’adozione, Clet e la realizzazione alla collaudata produzione di cartoni animati Stranemani International. Taglierà il nastro di questa VI edizione la nuova ambasciatrice di Francia, Catherine Colonna, sul palco dell’Odeon insieme a Laura Morante, alla quale sarà consegnato dalle mani di Giovanna Gentile Ferragamo il premio L’essenza del talento. L’attrice italiana, protagonista anche del film di Resnais, accompagnerà le quattro giornate del festival quale artista che più di altri rappresenta il legame tra cinema francese e italiano. Seguirà la proiezione di “3 coeurs”, ultima opera di Benoît Jacquot con Catherine Deneuve, Chiara Mastroianni e Charlotte Gainsbourg, alla presenza del regista (giovedì 30 alle 20) e “Le beau monde” di Julie Lopes Curval (ore 22.15). La seconda giornata di France Odeon, il 31 ottobre, si aprirà con il convegno ‘Belle toujours - La legge francese sul cinema’, che propone analisi e riflessioni sulle norme che regolano il cinema in Francia, ospitato dalla Regione Toscana in Palazzo Sacrati Strozzi (ore 11). Parteciperanno David Kessler (già direttore generale del CNC), Jean-Louis Livi (produttore), Angelo Cianci (regista e professore di cinema), Agnès de Sacy (sceneggiatrice), Isabelle Massot (Festival International des Scénaristes). Concluderà la Senatrice Rosa Maria Di Giorgi. All’Odeon in serata, dopo “Aimer, boire et chanter” di Resnais (18.30), seguirà “Marie Heurtin” di Jean-Pierre Améris, struggente storia di solidarietà umana realmente accaduta in Francia agli inizi del ‘900, tra una giovane suora e un’adolescente cieca e muta (ore 21). Chiude la giornata “Les nuits d’été”, opera prima di Mario Fanfani che racconta nella Francia degli anni Cinquanta l’abitudine segreta al travestitismo di un rispettabile notaio di provincia (ore 22.40). Completano la selezione “L’homme qu’on aimait trop” di André Téchiné con Catherine Deneuve, Adèle Haenel, Guillaume Canet (sabato 1/11 alle 22) e in chiusura di festival (domenica 2, ore 20.30) “Terre Battue”, di Stéphane Demoustier, che introdurrà il film, con Valeria Bruni Tedeschi, Olivier Gourmet e Charles Mérienne. Di altissimo valore sociale “Hope” di Boris Lojkine (domenica 2/11 ore 16.30), la storia senza sconti della nigeriana Hope e del camerunese Léonard che in un mondo ostile di trafficanti di carne umana cercano di avanzare insieme verso il Mediterraneo e di amarsi. Con uno scenografico allestimento nella sala del Cinema Odeon si potranno ammirare le foto delle più belle attrici francesi scattate da Kate Barry, la figlia di Jean Birkin e John Barry, recentemente scomparsa, nella mostra intitolata ‘Actrices’ (una proposta dell’Institut français che l’ha presentata in occasione del Festival Internazionale del Film di Roma). Il verrnissage sarà giovedì 30 alle 17.30, la mostra sarà visitabile fino all’11 novembre con un prolungamento reso possibile dalla collaborazione con il Festival internazionale di cinema e donne.

giovedì 16 ottobre 2014

Apre i battenti la IX edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, sempre più in bilico tra festa e festival e solo con i premi assegnati dal pubblico. Omaggio al rimpianto Mario Bava

La nona edizione del Festival Internazionale del Film di Roma apre i battenti, stavolta in anticipo e più che mai in bilico tra festa e festival e, quest’anno, senza una giuria ufficiale. Infatti, sarà il pubblico ad assegnare tutti i premi ufficiale e non solo uno come nelle precedenti edizioni. La Sala Santa Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica – la più grande “sala cinematografica” della Capitale – ospiterà stasera a partire dalle ore 19 la cerimonia di apertura del Festival, che vedrà come “padrona di casa” l’attrice romana Nicoletta Romanoff. A seguire si svolgerà la proiezione di “Soap Opera2, la nuova commedia di Alessandro Genovesi, nella linea di programma Gala. Già dalle ore 18, accanto al regista, sfileranno sul red carpet della manifestazione tutti i protagonisti del film: Fabio De Luigi, Diego Abatantuono, Cristiana Capotondi, Ricky Memphis, Chiara Francini, Elisa Sednaoui, Ale&Franz.

Alle ore 17, la Sala Petrassi ospiterà in prima mondiale la proiezione di “27 aprile 2014 - Racconto di un evento” di Luca Viotto, docufilm nato dalla collaborazione produttiva tra il Centro Televisivo Vaticano e Sky. La pellicola, che fa parte del programma degli Eventi Speciali, porta sul grande schermo un momento storico unico: Papa Francesco (con la presenza del Pontefice Emerito Benedetto XVI) proclama santi due tra i personaggi più amati del XX secolo, Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. Attraverso le testimonianze di autorevoli personaggi, da Dario Fo a Pupi Avati, il lungometraggio racconta il “dietro le quinte” del grande evento, tracciando un ritratto inedito delle figure dei due Papi santi e dell’attuale pontefice, e mostrando alcuni luoghi esclusivi della Santa Sede. Alle ore 17.30, saranno inaugurate all’Auditorium le mostre della nona edizione: “La grande bellezza”, “Actrices - Omaggio a Kate Barry” e “Asia Argento: la strega rossa”. Con la mostra “La Grande Bellezza”, Mediafriends e Festival Internazionale del Film di Roma presentano un’importante iniziativa benefica ispirata al film premio Oscar® di Paolo Sorrentino. Dal 16 al 25 ottobre, nel foyer della Sala Sinopoli, saranno esposte al pubblico centocinquanta opere, tra foto di scena e frame originali del film di Sorrentino che, nel corso della mostra, potranno essere acquistate dal pubblico a fronte di un’offerta. L’obiettivo dell’iniziativa “La Grande Bellezza” è supportare FIRA (Fondazione Italiana per la Ricerca sull’Artrite), ONLUS che promuove la raccolta di fondi per la ricerca sulle artriti e le altre malattie reumatologiche.
“Actrices - Omaggio a Kate Barry” è, invece, una mostra fotografica dedicata alla memoria dell’artista francese, morta nel dicembre 2013: dal 16 al 25 ottobre, il foyer della Sala Petrassi ospiterà i ritratti di star del cinema come Catherine Deneuve, Isabelle Adjani, Monica Bellucci e Sofia Coppola: grazie al talento dell'artista, si sono lasciate andare a una sorta di abbandono non comune. Curata da Aline Arlettaz, giornalista e fotografa, è prodotta dall'Institut Français in partenariato con Roman de Kermadec, il figlio dell'artista. L'Institut Français, che riceve il sostegno di Axa, si occupa anche della diffusione internazionale della mostra. Nel Foyer Santa Cecilia, dal 16 al 20 ottobre, è allestita la mostra "Asia Argento: la strega rossa": ispirata all’omonimo volume fotografico pubblicato dal Centro Sperimentale di Cinematografia e Edizioni Sabinae, l’esposizione rivela il talento poliedrico di Asia Argento attraverso il reportage di Stefano Iachetti, autore del libro, sui set di “Era di marzo” e “Incompresa”. Le fotografie ritraggono l’artista in azione e mostrano il suo lato meno glamour e più vero, lontano dall’icona pop e trasgressiva a cui siamo abituati. Alle ore 20 in Sala Sinopoli, per la sezione “Cinema d’Oggi”, sarà proiettato in prima mondiale “Wir sind jung. Wir sind stark” (We are Young. We are Strong), secondo lungometraggio di Burhan Qurbani. Dopo il successo di “Shahada”, premiato nel 2010 al Festival di Berlino e in altre competizioni nazionali e internazionali, il giovane cineasta tedesco di origini afghane ambienta il suo nuovo lavoro durante la rivolta xenofoba del 1992 a Rostock, raccontando i sanguinosi scontri attraverso lo sguardo dei tre protagonisti: una ragazza vietnamita, un ambizioso politico locale e un giovane leader della sommossa. Il film ospita nel cast la pluripremiata attrice Saskia Rosendahl, interprete del thriller drammatico “Lore”, Joel Basman (“Hanna”, “The Monuments Men”) e Jonas Nay, noto per le numerose partecipazioni in alcune delle più popolari serie tv tedesche. Alle ore 20.30, presso la Sala Petrassi, sarà presentato “My Italian Secret - The Forgotten Heroes” (Eventi Speciali), il nuovo lavoro di Oren Jacoby, autore di “Sister Rose’s Passion” (nominato all’Oscar®), regista e produttore di documentari riconosciuti dall’American Film Institute, dal Sundance Institute, dal Tribeca Institute e dal DuPont /Columbia Awards. Il suo ultimo lungometraggio torna alla Seconda Guerra Mondiale e racconta una vicenda poco nota al grande pubblico: quella degli italiani che rischiarono la vita per salvare gli ebrei dai rastrellamenti nazisti. Fra questi, il grande ciclista Gino Bartali, che trasportava documenti falsi nel telaio della sua bicicletta, e il dottor Giovanni Borromeo, che si inventò una malattia per tener lontane le SS dall’ospedale dove si nascondevano gli ebrei.
Il programma della giornata si chiuderà alle ore 22.30 (Sala Petrassi) con il restauro digitale di “Operazione Paura” (titolo internazionale “Kill Baby Kill”), capolavoro horror di Mario Bava - che ha ispirato persino Federico Fellini -, primo film della retrospettiva ‘Danze macabre. Il cinema gotico italiano’, presentata dal Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale e curata da Domenico Monetti, Emiliano Morreale e Luca Pallanch. Il celebre regista, produttore, montatore, attore e sceneggiatore statunitense Joe Dante, storico fan (e non solo lui) del cinema di Bava, presenterà il film. Il programma della giornata prevede inoltre, in Sala Sinopoli, due proiezioni della sezione autonoma e parallela Alice nella città: alle ore 11 sarà presentato “Guida tascabile per la felicità” di Rob Meyer, e alle ore 17 l’italiano “Mio papà” di Giulio Base, con Giorgio Pasotti, testimonial della kermesse nella kermesse. Per l’intera durata della manifestazione, sul sito infinitytv.it, aprirà i battenti una sala cinematografica virtuale, nata dalla collaborazione tecnologica fra Accenture e Infinity. Nella sala, gli abbonati potranno vedere – in contemporanea con la proiezione del Festival – una selezione dei migliori film in gara, utilizzando tutti i canali abitualmente disponibili per accedere a Infinity (sito web, app mobile, smart tv, Xbox, Playstation, Set Top Box, Chromecast).

mercoledì 8 ottobre 2014

Presentata a Roma la VII edizione del Gala del CInema e della Fiction in Campania che allarga il campo attribuendo in anteprima l'Excellence Award al regista britannico Peter Greenaway

Presentata a Roma la VII edizione del Gala del Cinema e della Fiction in Campania, che si rafforza sempre di più allargando i suoi orizzonti nel quadro dello Showbiz internazionale, attribuendo in anteprima, al Teatro Bellini di Napoli, l’Excellence Award ad un regista di fama mondiale come Peter Greenaway di cui viene distribuita in Italia la sua ultima opera Goltzius and the Pelican Company da Maremosso e Lo Scrittoio. Durante la conferenza stampa è stato dato a sorpresa il primo premio ufficiale della kermesse: Miglior Attrice di Fiction a Maria Pia Calzone per “Gomorra”, dato che l’attrice volerà oggi in Francia e sarà quindi assente giustificata alla premiazione di sabato prossimo. Top secret invece gli altri premi, Miglior Film e Miglior Fiction, Migliore Webserie, Miglior Attore/Attrice di Film, Miglior Attore di Fiction, che saranno assegnati da una giuria di autorevoli esperti quali Fulvia Caprara, Enrico Magrelli, Tonino Pinto, Alessandro Cecchi Paone, Giustino Fabrizio, il regista Riccardo Grandi, Daniele Cesarano e Pasquale Sommese (Assessore al Turismo Regione Campania). Per la sezione Cinema, “Perez”, “Song’e Napule”, “Take Five”, “Notte tempo” per la Fiction, “Gomorra-la serie”, “Un Posto al sole”, “L’Oro di Scampia”, “Per amore del mio popolo-Don Diana” e per le Webseries, “Gli effetti di Gomorra la serie sulla gente”, “Il mestiere più antico del mondo” e “Fratelli Katano”. Il Gala conclusivo che si svolgerà nel suggestivo Castello Medioevale di Castellammare di Stabia, la sera dell”11ottobre, sarà condotto dal regista Maurizio Casagrande, affiancato dall’affascinante Yuliya Mayarchuk, mentre la madrina di questa nuova stagione sarà la bellissima Rocío Muñoz Morales, l’attrice attualmente impegnata sul set della nuova serie televisiva su RAI 1 “Un passo dal cielo”. Nel corso della serata saranno attribuiti vari Premi Speciali. In particolare verranno insigniti: il maestro Pupi Avati (Premio Speciale all’Eccellenza Artistica), Miriam Mauti (Premio Speciale Migliore Giornalista dell’anno), Pivio e Aldo Scalzi (Premio speciale Colonna Sonora), Enzo D’Alò (Premio Speciale alla Carriera), Anna Valle (Migliore Attrice di fiction dell’anno) Giuseppe Zeno (Migliore attore di Fiction dell’anno), Erminia Manfredi (Premio Speciale impegno nel sociale), Chiara Francini (Migliore attrice di cinema dell’anno) Elena Santarelli (Rising Star), Euridice Axen (Premio Speciale impegno nel sociale), Gianfelice Imparato (Premio Banca Stabiese). Tanti gli ospiti presenti al Gala finale dell’11 ottobre, anche la giornalista e conduttrice televisiva esperta di nutrizione, Rosanna Lambertucci, le attrici Elisabetta Pellini, Alessia Fabiani, Michela Andreozzi, Serena Rossi, Vittoria Schisano. Un concept originale e costruttivo, di grande interesse per lo sviluppo del nostro territorio, che da sempre focalizza i suoi sforzi sul fenomeno del “Cineturismo” quale prezioso indotto di incremento economico della Regione Campania, ma che oggi si arricchisce di nuovi contenuti, puntando sul binomio vincente “Cinema e Cibo”. Come riferisce la stessa ideatrice e produttrice del festival, Valeria Della Rocca, Amministratore di “Solaria Service” Event Organizer, “Il Gala del Cinema e della Fiction, pur prestando la rituale attenzione verso il “Cineturismo”, premiando l’eccellenza delle opere audiovisive realizzate nella nostra Regione, si pone quest’anno in maniera propositiva ed innovativa nei confronti di un tema ricorrente e scottante quale il “Cibo”, sviscerato in un’ottica cinematografica. Non a caso, tanti sono i film e le fiction girati in Campania ed in Italia, che vedono il cibo assurgere ad un ruolo se non proprio di protagonista, di certo di primaria importanza. Diffondere attraverso l’audiovisivo esperienze sensoriali legate al cibo di un determinato territorio, conferisce maggiore e migliore visibilità allo stesso, che diventa una meta turistica appetibile non solo dal punto di vista paesaggistico ed artistico ma anche sul piano meramente eno-gastronomico”. La Manifestazione che vede il Patrocinio della Regione Campania, Provincia di Napoli, Comune di Napoli, e la collaborazione della Film Commission Regione Campania, vanta puntualmente la direzione artistica del critico cinematografico Marco Spagnoli, che in tono quasi di sfida, recita: “Cosa manca alla Campania per divenire un polo imprescindibile dell’audiovisivo mondiale? Un progetto economico-culturale che vada a sviluppare in maniera sempre più incisiva una filiera produttiva in grado di passare dall’artigianalità all’industria. Un sistema integrato tra attività produttive, promozione del territorio, turismo e -ovviamente- sistema della formazione, perché nella grande rivoluzione della scrittura per il cinema e la televisione tutto nasce ancora da un foglio di carta, da un’idea, da un soggetto”.

mercoledì 1 ottobre 2014

Arriva domani la XVI edizione di Romics - Festival Internazionale del Fumetto, dell'Animazione e dei Games con una quattro giorni dal ricchissimo programma

Reduce dello straordinario successo dell'edizione di primavera - un record di 135mila presenze -, parte domani la XVI edizione del Romics, Festival Internazionale del Fumetto dell'Animazione e dei Games, e si svolgerà fino al 5 ottobre 2014, come di solito, alla (nuova) Fiera di Roma. Una quattro giorni di spettacolo, fantasia e divertimento per appassionati e non, con eventi, incontri e proiezioni. Ovviamente è il fumetto il protagonista con L'officina del Fumetto e della Multimedialità, seguito dal grande cinema al Romics Movie Village; i giochi e videogiochi al Romics Game Village; la Gara Cosplay - in collaborazione col Giappone -, il Romics Kids & Junior e chi più ne ha più ne metta perché c'è un fittissimo che si svolgerà in diverse sale contemporaneamente. E stavolta Romics rende omaggio alle Grandissime Matite Italiane, quelle che hanno conquistato il mondo: da Bonelli Editore che presenterà la sua nuova serie 'Adam Wild' all'omaggio a Topi e Paperi con tanti eventi e autori Disney doc. Il Grande cinema inaugura con la proiezione speciale dell'attesissimo 'Sin City: una donna per cui uccidere' di Frank Miller e Robert Rodriguez - ai quali è stato assegnato il Romics d'Oro Special il 15 settembre, durante l'affollatissima conferenza stampa di promozione del film - e la presentazione de "Il ragazzo invisibile" di Gabriele Salvatores - anch'esso attesissimo -, con footage del film e del fumetto ad esso ispirato. Inoltre ci saranno tantissime spettacolari preview dei maggiori film in uscita, incontri e costume characters: da "Hunger Games - Il canto della rivolta Parte I" a "I pinguini di Madagascar", da "I cavalieri dello zodiaco" a "Boxtrolls - Le scatole magiche", che uscirà in sala subito dopo. Inoltre, un'altra occasione attesissima è la presentazione del 'Secondo Volume della Biografia di Elio e le Storie Tese: Storie Tese illustrate: 1996 - 2003' di Enrico Trentin, Shockdom. Infine, le celebrazioni dedicate ai serial d'animazione che compiono 40 anni, da 'Il grande Mazinga' ad 'Heidi' e 'Barbapapà', e persino per i 15 anni della 'giovanissima' serie tv cult 'I Griffin'. Grandi maestri internazionali del fumetto, dell'illustrazione e del cinema saranno premiati con il Romics d'Oro, il prestigioso riconoscimento della manifestazione riservato ai grandi artisti che hanno segnato l'immaginario collettivo. E, quindi, gli illustri ospiti saranno protagonisti di fumetti in diretta, workshop, tavole rotonde durante i quali il pubblico li potrà anche incontrare. I nomi: Lele Vianello, grande artista del fumetto italiano e internazionale, già collaboratore di Hugo Pratt per 'Corto Maltese', e di riviste come 'Venezia 7', 'Sinbad' e 'Il Mago'; e autore di story-board; lo spagnolo Enrique Fernandez, particolarissima matita che inizia la sua carriera proprio con gli storyboard dei lungometraggi d'animazione 'El Cid, la leyenda' (2003) e 'Nocturno' (2007), e debutta nel fumetto in Francia con lo scrittore David Chauvel, per l'adattamento de 'Il mago di Oz'; Luca Enoch, disegnatore e sceneggiatore, creatore di agguerritissime e decise eroine, dalla teenager 'Sprayliz' (1992) a 'Morgana' e 'Rangaku'; Stefano Babini, grandissima matita italiana, anche lui in contatto con Hugo Pratt, che debutta nella 'Rivista Aeronautica', per la quale scrive e disegna ancora oggi. Ma nel 2006 entra a far parte dello staff dei disegnatori di 'Diabolik', nel 2009 pubblica la graphic novel 'Non è stato un pic nic!' e nel 2010 il suo secondo libro sketcbook 'Welcome bye bye'. Altri ospiti speciali, come anticipavamo, le grande matite dell'Universo Disney: Marco Gervasio e Fabio Pochet; le super matite italiane che hanno conquistato l'America: Federica Manfredi, Werther dell'Edera, Valerio Schiti, Stefano Caselli. E gli amatissimi autori di Casa 'nostra' Bonelli: oltre a Enoch, Roberto Diso (Tex), Emiliano Mammucari (Orfani), Nicola Mari (Dylan Dog), Silvia Califano (Dampyr), Alessandro Nespolino (Adam Wild), Giovanni Bruzzo (Tex), tutti vi aspettano presso lo stand dell'omonimo editore. Inoltre tanti autori ospiti in accordo con le case editrici che presenteranno novità e incontreranno il loro pubblico per rilasciare autografi. E ancora Dimmelo con un selfie, il primo concorso fotografico della kermesse, per tutti gli appassionati di fotografia e social media, le mostre, tra cui gli straordinari acquerelli originali di Lele Vianello; 'Mostri e Alieni orrorifici: ...Altri occhi ci guardano', una rassegna di mostri, alieni ed esseri straordinari nelle illustrazioni e nelle copertine dei pulp fantastici dagli anni '30 ai '50. Il concorso Romics / I Castelli Animati / Tutto Digitale, riservato agli home video d'animazione usciti in Italia; il Romics Cosplay Award; il Romics Karaoke Award; il primo K-PopArtist italiano Alex Chu che presenterà il nuovo singolo 'Fake Heart Girl'; Youtuber con i più divertenti, audaci e funambolici commentatori del mondo dei vigames. Da non dimenticare, nel Romics Game Village e Area Entertainment, in assoluta anteprima nazionale, se volete essere proiettati in un mondo 3D stereoscopico con tutta la magia del Full-Hda e del motion tracking, che vi permetterà anche di muovervi letteralmente all'interno di uno spazio virtuale. Il tutto è organizzato in collaborazione con Vigamus, il Museo del Videogioco di Roma José de Arcangelo Info: 06 877 29 190 info@romics.it

mercoledì 30 luglio 2014

Le Giornate degli Autori approdano al Lido con l'11a. edizione per scoprire 'un nuovo pubblico per un cinema nuovo' e rimettersi in gioco

Le Giornate degli Autori - Venice Days alla 71.a Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia approdano all'11a. edizione, ed essendo organizzate dagli autori non premiano gli autori: "è un principio che ha sempre guidato il nostro lavoro - dicono - e a cui non deroghiamo neppure nell'anno in cui istituiamo il Premio Venice Days. Nessuna giuria tradizionale in campo, nessun rituale consueto. Vogliamo invece che sia il pubblico - per quannto si tratti di un campione accuratamente selezionato e internazionale - a prendere in mano il senso stesso di un riconoscimento, facendone oggetto di riflessione e dibattito. Proprio ciò che a nostro avviso si è perso nella tradizione delle grandi rassegne e che va invece riconquistato come strumento per costruire una nuova platea di spettatori appassionati". Quindi sarà un pubblico di appassionati a giudicare, di quel pubblico che ama il cinema incondizionatamente e lo vuole ancora vedere in sala per reagire, emozionarsi, ridere, commuoversi, magari arrabbiarsi insieme agli altri per dopo discuterne, difendendo un'opera piuttosto che un'altra, amandola oppure odiandola, ma comunque sempre dopo averla vista. "Ricominciare dall'undicesima edizione - affermano gli Autori - significa rimettersi in gioco e questo abbiamo inteso fare con una selezione ormai storicamente 'asciutta' - appena dodici film e qualche evento speciale negli unidici giorni di programmazione , una serie di iniziative mirate ai temi che le associazioni degli autori hanno ritenuto di stretta attualità, un tono generale che cerca la provocazione e la diversità. Non per il piacere di stupire e di scandalizzare, ma per rispondere alla richiesta di novità e di intelligenza che il pubblico ormai attende con insistenza dai grandi festival, per non vederli ridotti a semplice vetrina del consenso. Nel motto 'scopriamo' un nuovo pubblico per un cinema nuovo' c'è tutta la nostra sfida dei prossimi anni che punta a uno svecchiamento deciso dei linguaggi e delle liturgie, a un cinema 'giovane' nelle intenzioni e nelle esigenze". Ed ecco i titoli: "One on One" di Kim Ki-duk (Corea del Sud), in apertura fuori competizione, una studentessa viene rapita, stuprata e uccisa. Sette membri delle 'Ombre', terrorizzano i sette sospettatidel delitto; "El 5 de Talleres" di Adriàn Biniez (Argentina), attraverso la vicenda di Patòn Bonassiolle, 35enne giocatore di calcio di una squadra di serie C, racconta una società in cui il disagio batte alla porta e il vero eroe è il perdente; "Retour a Ithaque" (Ritorno all'Avana) di Laurent Cantet ("La classe"), dal romanzo del cubano Leonardo Padura, narra di cinqui amici riuniti per festeggiare il ritorno di Amadeo dopo sedici anni di esilio; "Before I Disappear" di Shawn Christensen (Usa-GB), opera prima che narra di Richie che, al punto più basso della sua resistibile esistenza, riceve una telefonata che potrebbe cambiargli la vita: la sorella gli chiede di badare per qualche ora alla nipotina undicenne Sophia; "I nostri ragazzi" (The Dinner) di Ivano De Matteo, con Alessandro Gassman, Giovanna Mezzogiorno, Luigi Lo Cascio e Barbara Bobulova, in prima mondiale, che racconta di due fratelli opposti, uno avvocato di grido, l'altro pediatra impegnato e le loro moglie perennemente ostili l'una all'altra, che s'incontrano da anni, una volta al mese in un ristorante di lusso, ma i figli...; "Les Nuits d'eté" di Mario Fanfani (Francia), opera prima, nella Francia del 1959, mentre i coscritti partono per l'Algeria, Michel ed Hélène vivono la loro esistenza di coppia esemplare; "Patria" di Felice Farina (Italia), dal libro di Enrico Deaglio, la storia di un operaio, un sindacalista e un impiegato, arroccati in cima a una torre mentre la loro fabbrica si prepara a chiudere i battenti; "Metamorphoses" di Christophe Honoré (Francia), in cui Europa scappa da scuola a bordo di un camion guidato dal giovane fascinoso Giove, ma appena oltre l'asfalto dell'autostrada c'è una terra abitata da dei potenti che sanno trasformare gli uomini in animali e piante in un batter d'occhio...; "Tussen 10 en 12" (Between 10 and 12) di Peter Hooendoorn (Belgio-Francia-Olanda), è ambientato in una giornata estiva, gli effetti devastanti della notizia che due normali poliziotti portano ad una famiglia; "Mita Tova" (The Farewell Party) di Sharon Maymon e Tal Granit (Israele), un gruppo di anziani che vivono insieme in una casa di riposo decidono di mettere a punto un rudimentale strumento per dare la 'dolce morte' a un amico che vuole finire la sua vita con dignità; "The Goob" di Guy Myhill (GB), nel pieno di un'ondata di calore che stringe alla gola la campagna assolata di Fenlnad, il sedicenne Goob Taylor incontra una seducente Eva, mentre la mamma ha altri pensieri in testa, dopo aver incontrato un affascinante straniero; "Ashajaor Majhe" (Labour of Love) di Adityavikram Sengupta, opera prima in cui, come in un racconto di Calvino, marito e moglie condividono la stessa casa e un amore intenso ma sono costretti a non incontrarsi quasi mai; "He Ovat Paenneet (They Have Escaped) di JP Valkeapaa, narra di un ragazzo, addetto al servizio civile in un centro per adolescenti problemati, che s'innamora di una delle paziente. I due rubano una macchina e fuggono verso un destino che rischia di essere mortale. Attesissimo il film di chiusura firmato Alex de la Iglesia (Spagna), girato tra Buenos Aires, Rosaro e Barcellona su sceneggiatura del campione del mondo argentino Jorge Valdano (anche narratore), "Messi" mischia ricostruzioni con attori, materiale d'archivio e interviste a ex calciatori e allenatori (da César Luis Menotti a Diego Armando Maradona, da Alejandro Sabella a Johan Cruyff), giornalisti argentini e spagnoli, i compagni di squadra Mascherano, Pinto, INiesta e Piqué, l'endocrinologo che curò il piccolo Lionel per il suo disturbo della crescita, e i dirigenti dello F.C. Barcelona. Però anche le Giornate degli autori riservano altri eventi e proiezioni speciali. Si apre con Women's Tale con i corti "Spark and Light" di So Yong Kim e "Somebody" di Miranda July per una serata speciale tutta al femminile, poi ci saranno la presentazione, in accordo con la 71a. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica, di "9 x 90" di Marco Bonfanti, Claudio Giovannesi, Alina Marazzi, Pietro Marcello, Sara Fgaier, Giovanni Piperno, Costanza Quatriglio, Paola Randi, Alice Rohrwacher e Roland Sejko. Nove registi per un grande archivio, quello dell'Istituto Luce che compie novant'anni. Per festeggiare questo compleanno, alcuni dei più apprezzati nuovi autori italiani sono stati invitati a realizzare un piccolo film di dieci minuti con immagini dell'Archivio. E' nato un album di narrazioni diverse che raccontano il primo giorno di una guerra e di invocazioni di pace; di crolli e ricostruzioni; memorie di paesaggi e realtà (forse) perdute; miracoli, superstizioni e sogni. Si parla dela condizione delle donne, di sessualità, del significato di una canzone, della luna. Ci sono la favola e il diario, la fantastoria e la poesia, le parole di grandi scrittori e quelle di persone comuni. Con personaggi reali e storici, e anche di pura finzione. In accordo con Tribeca Film Festival approda "Five Star" di Keith Miller che, ambientato a Brooklyn, racconta dell'adolescente John che, dopo la morte del padre colpito da una pallottola vagante, viene accolto da Primo, deciso a educarlo alla legge della strada. Attesissimo anche "The Show Mas Go On" di Ra di Martino con Sandra Ceccarelli, Iaia Forte, Maya Sansa e Filippo Timo. Tra documentario e finzione, mito e commedia, la storia di MAS, i Magazzini allo Statuto che aprì i battenti a Roma all'inizio del Novecento come grandi magazzini di lusso. Di quell'epoca sono rimasto solo i lampadari a mezz'aria e i Mas sono diventati i magazzini del Popolo. E se la loro chiusura viene sbandierata da 40anni (quasi siamo arrivati nella capitale allora già era annunciata), ancora viene frequentata da un'umanità vasta e variopinta: dalle drag-queen alle badanti rumene, dai giovani sposi moldavi alle suore, dalle attrici ai costumisti. Un luogo di culto che diventa 'palcoscenico' su cui il tessuto urbano che normalmente lo frequenta si intreccia a scene recitate e citazioni cinematografiche, per cercare di restituirne lo spirito, la potenzialità e l'energia. Infine "The Lack" di Masbedo, tratto da un soggetto di Beatrice Bulgari e Mitra Divshali e girato tra l'Islanda e Lisca Bianca nelle Eolie, mette in scena quattro varizioni sul tema della 'mancanza', rappresentata da sei personaggi femminili. Ogni donna è immersa in una propria natura silenziosa e primitiva. José de Arcangelo

lunedì 28 luglio 2014

La 29a. Settimana Internazionale della Critica al Festival di Venezia porta sette opere prime e seconde da tutto il mondo, tra storie di donne, neonati e ragazzi

Sette film da tutto il mondo per la 29a. Settimana Internazionale della Critica al Festival di Venezia, dal 27 agosto al 6 settembre 2014. Argomenti e contenuti diversi nella sezione indipendente della Mostra dedicata esclusivamente alle opere prime e perciò ci offre la possibilità di scoprire - come è accaduto in passato - voci e talenti emergenti del cinema mondiale. Da Kevin Reynolds a Olivier Assayas, da Carlo Mazzacurati a Roberta Torre, per ricordarne solo alcuni. E se quest'anno sembrano primeggiare pellicole su donne incinte, neonati e bambini, però la provenienza e le vicende raccontate non sono tutte di finzione, anzi. I titoli sono "Binguan" (The Coffin in the Mountain - Una bara da seppellire di Xin Yujun (Cina), un rito funebre visto da più punti di vista; "Dancing with Maria" di Ivan Gergolet (Italia-Argentina-Slovenia), un film non biografico su Maria Fux, l'anziana danzatrice argentina, che nel suo studio accoglie ballerini di qualsiasi condizione sociale, ma anche uomini e donne con limitazione fisiche e mentali, formando gruppi di danza (terapia) integrati; "Dap canh giura khong trung" (Flapping in the Middle of Nowhere - Agitarsi in mezzo al nulla) di Nguyen Hoang Diep (Vietnam-Francia-Norvegia-Germania), sui cui ci antipano la 'raffinatezza stilistica', un film shock al femminile che parla di sesso, ossessioni ed altro attraverso una trasgender incinta; "Nicije dete" (No One's Child - Figlio di nessuno) di Vuk Rsumovic (Serbia), storia di un ragazzo trovato in un bosco della Bosnia in stato selvaggio e portato a Belgrado per la rieducazione, un tema non nuovo e pieno di riferimenti (da Truffaut a Herzog), il cui spunto è la guerra; "Terre Battue" (40-Love - Terra battuta) di Stéphane Demoustier (Francia-Belgio), prodotto dai fratelli Dardenne, con Olivier Gourmet e Valeria Bruni Tedeschi, narra la storia di un uomo che perde il lavoro e diventa vittima della crisi economica e sentimentale; "Villa Touma" di Suha Arraf (Palestina), già sceneggiatrice de "Il giardino dei limoni" e "La sposa siriana", porta una storia su tre donne rinchiuse al mondo in cui, apparentemente, non parla del presente; "Zerrumpelt Herz" (The Council of Birds - Cuore frantumato) di Timm Kroeger (Germania), un saggio di diploma "dal rigore stilistico pazzesco", che racconta una storia misteriosa ambientata alla fine degli anni Venti su un musicista che va a trovare un amico rinchiusosi nel bosco e che risulta scomparso. Tutti i film in concorso sono in prima mondiale. Ma non è tutto perché ci sono il film di apertura, in prima internazionale, "Melbourne" di Nima Javidi (Iran), con il protagonista di "Una separazione", e quello di chiusura, "Arance e Martello" di Diego Bianchi (Italia), una commedia su una storia vera, la chiusura del mercato rionale San Giovanni di Orvieto, luogo in cui è stato ambientato tanto cinema popolare italiano, anni '40/'50. I film in concorso concorrono a due premi: Premio del pubblico RaroVideo del valore di 5.000 euro, e Leone del Futuro - Premio Venezia Opera Prima "Luigi De Laurentiis", 100.000 dollari messi a disposizione da Filmauro di Aurelio e Luigi De Laurentiis. Anche per questa edizione, inoltre, la FEDEORA, Associazione dei Critici Cinematografici dell'Europa e del Mediterraneo, assegnerà due premi collaterali ai film della Settimana: uno al miglior film, l'altro a scelta tra migliore sceneggiatura, migliore fotografia o migliore interpretazione. Fondata da Lino Micciché nel 1984, la Settimana Internazionale della Critica ha come presidente Franco Montini e fanno parte della commissione di selezione Francesco Di Pace (delegato generale), Nicola Falcinella, Giuseppe Gariazzo, Anna Maria Pasetti e Luca Pellegrini. E quest'anno è dedicata alla cara memoria di Claudio G. Fava e Sandro Zambetti. Grazie al fondamentale contributo della Regione Veneto, i film della SIC saranno riproposti al termine della 71a. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia in diverse città del Veneto e, grazie ai fondi della Provincia autonoma di Trento e della Provincia autonoma di Bolzano, alcuni titoli potranno raggiungere le due città. José de Arcangelo

domenica 27 luglio 2014

Al Fiuggi Family Festival vince due volte lo svedese "Nobodys Owns Me" di Kjell-Ake Andersson. Le giurie giovani scelgono "Barfi" e "Locke"

FIUGGI, 27 – Il drammatico "Nobody Owns Me", dello svedese Kjell-Ake Andersson, vince la VII edizione del Fiuggi Family Festival. Al centro della storia il forte rapporto - anche d'amicizia - tra la piccola Lisa e il padre sopraffatto dalle avversità della vita - abbandonato dalla moglie e deluso dal duro lavoro - e con un rapporto difficile con il proprio genitore.

“Il film di Andersson racconta con verità e grande sensibilità artistica un rapporto di paternità che resiste alle durezze della vita e agli errori personali”, questa la motivazione della scelta della Giuria ufficiale presieduta dal regista Gennaro Nunziante e composta da Airaldo Piva, AD Hengdian Group Europe; il Maestro Antonio D’Antò; Cesare Fragnelli, di Microcinema. Concorde - ma non troppo - anche la Giuria della Stampa accreditata: “Film di grande intensità emozionale, carico delle contraddizioni di una società solo apparentemente giusta, ma in realtà distruttiva verso i più deboli”. Menzione speciale della stampa per "Locke" di Steven Knight, anche perché era già, non solo nella selezione ufficiale del Festival di Venezia, uscito nelle sale italiane.
“Un film geniale e originalissimo. E costruito sulla misura: dei tempi serrati, delle voci, dei sentimenti forti e fuori da ogni retorica – si legge nella motivazione - Il tema del legame parentale nelle due direzioni: verso il padre rispetto al quale comunque il protagonista si confronta, verso i figli che non lascia soli condividendone anche la gioia di una vittoria sportiva. La sceneggiatura sempre uguale a se stessa è metafora dell’alienazione dell’uomo moderno e dei suoi rapporti umani vissuti nella rete o al telefono”. "Locke" si è anche aggiudicato il premio della giuria giovani composta da ragazzi dai 16 ai 29 anni; questa la motivazione: “Grazie alla perfetta costruzione della sceneggiatura, il film presenta una situazione umana che riusciamo a sentire nostra, e allo stesso tempo i dialoghi ci accompagnano nella scoperta di un personaggio che spiazza nella sua atipicità. Incisiva l’interpretazione dell’attore Tom Hardy”. Mentre la riuscita e toccante commedia indiana "Barfi" di Anurag Basu, è stata premiata dalla giuria di trenta ragazzi tra i 14 e i 17 anni dell’Associazione Arca-Enel, assieme ai giovani giurati del Cgs. Una paternità ‘nonostante tutto’, declinata nei protagonisti anche degli altri film in programma, ha caratterizzato la proposta filmica di questa settima edizione del festival.
Infatti, anche il 'trascurato' "Ismael" di Marcelo Pineyro - per cui c'è stata un'accessa discussione tra la stampa accreditata che ad un certo punto si era divisa in due - racconta di un padre (assente fin dalla nascita) e un figlio che lo cerca e lo costringerà a fare i conti col proprio passato e con la sua responsabilità di padre. Il motivo principale è che la pellicola spagnola del regista argentino (da "Tango Feroz" e "Caballos salvajes" a "Kamchatka" e "Il metodo", presentati a Venezia) affronta temi importanti, per meglio dire seri, ma lo fa con leggerezza, delicatezza e ricco di sfumature, anche psicologiche e sociali. E quell'apparente convenzionalità viene proprio dai fatti della nostra vita quotidiana, purtroppo, sono i luoghi comuni dell'esistenza umana.
In occasione della serata di gala del festival, presentata da Fabrizio Frizzi - è stato anche 'costretto' a fare l'imitazione di Piero Pelù - affiancato dal cantautore/attore Attilio Fontana, è arrivato anche il saluto del ministro dell’Istruzione Stefania Giannini che ha voluto esprimere il suo “più vivo apprezzamento per l’iniziativa e per gli obiettivi che si desiderano raggiungere offrendo un valido contributo sociale e culturale al nostro Paese”. E durante la serata, Antonella Bevere, Presidente dell'Associazione Fiuggi Family Festival - oltre a ringraziare e salutare tutti i presenti - ha fatto un'importante rivelazione: dal prossimo anno il nome della manifestazione sarà Fiuggi Film Festival, anche se non perderà la sua identità di festival della famiglia. Nel ricco programma di questa edizione, anche una masterclass di cinema per i giovani giurati presenti per il primo anno al festival, alla quale ha dato il suo contributo anche il regista svedese Andersson in una lezione sulla realizzazione di un film. A conclusione di un 'corso' a cui hanno partecipato, tra gli altri, i registi Gennaro Nunziante e Fernando Muraca.
Non poteva mancare un appello alla Pace in Israele e Palestina, con una doppia proiezione del bel documentario "Jerusalem, Dreams and Reality", diretto da Lia G. Beltrami e prodotto da Aurora, sul bilancio, tra desideri e realtà, del rivoluzionario progetto Women of Faith for Peace: Jerusalem, attivo da quattro anni. Ospite eccellente alla prima proiezione l’ambasciatrice del Ghana in Italia e presidente dell’agenzia Onu World Food Programme, Evelyn Anita Stokes-Hayford; e, tra gli altri, anche l’attrice Daniela Poggi e il produttore Andrea Morghen. Altri eventi, Emi De Sica, primogenita del grande attore e regista ciociaro, nel ritirare il riconoscimento europeo in occasione del quarantennale della scomparsa del padre ne ha ripercorso la carriera, ricordandone aneddoti e momenti familiari. L’evento è stato promosso dal Comune di Fiuggi in qualità di membro ordinario dell’itinerario culturale europeo E.H.T.T.A, European Historic Thermal Towns Association.
Il Safer Internet Centre Italia – Generazioni Connesse è stato presente al festival e alla serata conclusiva per sensibilizzare sul tema dell'utilizzo responsabile e positivo di internet e delle nuove tecnologie da parte dei più giovani.​ Il direttore del festival, Angelo Astrei, ha dato le primissime anticipazioni dell’edizione 2015: il cambio del nome che diventerà Fiuggi Film Festival e il nuovo logo realizzato dal prof. Mauro Palatucci dell’Accademia di Belle Arti di Frosinone con l’intenzione di dare all’ormai tradizionale evento fiuggino “un aspetto più moderno e coinvolgente, più adatto per essere veicolato su smartphone, computer, video e gadget.” José de Arcangelo

sabato 26 luglio 2014

Un sorprendente Attilio Fontana, con la sua band e la complicità di Emiliano Reggente, conquista il pubblico del Fiuggi Family Festival

FIUGGI, 25 - Ultimo giro di boa per il Fiuggi Family Festival con gli ultimi film in concorso e il concerto di Attilio Fontana e la sua band. L'ex cantante dei "Ragazzi italiani", diventato solista negli anni Duemila, passando per il suo progetto musicale al fianco dell'illustre chitarrista Franco Ventura - con lui ha pubblicato l'album "A" nel 2008 - per finire sul podio del programma televisivo dell'anno, "Tale e Quale Show", di cui è stato vincitore.

Una vera sorpresa, anzi una scoperta, per chi aveva perso di vista il cantautore, cantante e attore romano (nato a Viterbo), e una conferma della nuova affermazione per chi lo seguiva fin dagli anni Novanta. Un concerto vivace e riuscito che ha portato tanta allegria e divertimento nell'affollato teatro di Fiuggi, coinvolgendo gli spettatori per quasi due ore di spettacolo. Tra una canzone nuova (un brano in anteprima dell'album "Formaggio" in uscita a settembre) e vecchi successi, Fontana ha offerto anche qualche imitazione/citazione (da Ornella Vanoni a Fabrizio Concato) e ha svelato qualche segreto della sua carriera. E ha concluso con un omaggio al suo cantautore del cuore, Rino Gaetano.
Ma c'è stata anche l'esilarante incursione di un ospite speciale, Emiliano Reggente, attore teatrale e doppiatore, che insieme a Fontana ha eseguito una serie di gag e sketch anche in assolo e/o musicali, quasi un'anteprima dello spettacolo che stanno preparando per settembre a Roma, alla Sala Umberto. Un mix che si preannuncia sulla scia delle performance di Lillo & Greg, ovvero della 'strana coppia' da palcoscenico. Sette film in concorso, tra cui due editi come "Locke" Steven Knight e "Zoran" di Matteo Oleotto, quelli in gara. "Ombline" di Stéphane Cazes, storia di una ventenne condannata a tre anni di prigione per una violenta aggressione e scopre di essere incinta; "Barfi" di Anurag Basu, storia del giovane Barfi, innamoratosi di una bellissima donna che poi sposa un uomo ricco, ma poi ritrova l'amica d'infanzia Jhilmil, affetta d'autismo. E con lei inizierà un nuovo capitolo delloa sua vita, tra difficoltà, scoperte e possibilità inattese.
Nel programma anche un documentario, "Me, We" di Marco Zuin, che racconta le storie di Makara, Njuguna, Simon e i ragazzi di strada Macharia, George, June, Mike, Grace e Martin, nel contesto africano del St. Martin, un'organizzazione attiva sugli altopiani a nord del Kenya. Un documentario formalmente tradizionale che si impone per l'importanza dei contenuti e l'intensità dei ragazzi. Segue, lo spagnolo "Ismael" firmato dall'argentino Marcelo Pineyro, che - in bilico tra dramma e commedia - narra la storia di un bambino di otto anni, Ismael, alla ricerca del suo padre biologico a Barcellona. Una pellicola ben girata e meglio interpretata, da un ottimo cast sui cui primeggia Belen Rueda (Nora, la nonna) e il piccolo che conquista lo spettatore 'regalandogli un sorriso'. Infine, il melodramma familiare "Nobody Owns Me" dello svedese Kjell-Ake Andersson - già passato nella precedente edizione di "Alice nelle città" -, incentrato sul rapporto padre-figlia. La piccola Lisa è testimone della profonda crisi dei suoi genitori, Hasse e Katja, la quale abbandona figlia e marito. Hasse, occupato a tempo pieno in acciaieria, prova a crescere la sua bambina nel miglior modo possibile, tra responsabilità e dolcezza. Ma col passar del tempo i sogni s'infrangono e il loro rapporto si incrina, perché Hasse - convinto comunista -, deluso dal lavoro e da una donna, comincia a bere in modo sempre più eccessivo. Dramma duro e crudo, quindi realistico - ambientato negli anni Settanta - che colpisce lo spettatore non solo al cuore, ma forse troppo lungo e angosciante per coinvolgere il grande pubblico e, comunque, a coquistare tutti. José de Arcangelo