martedì 13 dicembre 2016

Conclusa la rassegna del Giovane Cinema Italiano del Calcata Film Festival: l'evoluzione della Settima Arte, ma prosegue con la retrospettiva dedicata a Stefania Sandrelli, una mostra su Anna Magnani e un'altra sugli anni Trenta

Si è conclusa con grande successo di pubblico la Rassegna dedicata al Giovane Cinema Italiano del Calcata Film Festival: l’evoluzione della Settima Arte. Durante la Rassegna sono stati presentati otto lungometraggi e otto cortometraggi con diverse tematiche: alcune dolorose e sconcertanti, altre hanno fatto sorridere, lanciando comunque denunce importanti, altre hanno raccontato la Storia dell’Italia attraverso immagini emozionanti. L'incontro con i sei registi che hanno accompagnato i loro film è stato ricco di domande e di risposte che hanno scaturito anche vivi dibattiti. Si puo’ confermare che se l'obbiettivo era "Il Cinema come fattore di sensibilizzazione", è stato raggiunto a pieni voti.

I registi intervenuti al Calcata Film Festival sono stati: Fabrizio Maria Cortese che ha portato “Ho amici in paradiso”; Alessandro Valori con il suo film “Come saltano i pesci”; Emilio Briguglio con “Una nobile causa”; Alfonso Bergamo e il suo “Il ragazzo della Giudecca”; Davide Iannuzzi con il videoclip musicale “On the road”, Pierfrancesco Campanella autore del corto “La Città d’acqua” e, infine, Franco Mariotti con il film documentario “Alcide De Gasperi Il miracolo incompiuto”.
Alla giornata conclusiva della rassegna è intervenuto anche Angelo Bassi produttore e distributore (Mediterranea Productions) di diversi titoli presentati. Ma il Calcata Film Festival non finisce qui. Proseguirà, infatti, la bellissima retrospettiva dedicata a Stefania Sandrelli che vedrà la proiezione di film storici come “Sedotta e abbandonata” di Pietro Germi, “La famiglia” di Ettore Scola” e “La donna della mia vita” di Luca Lucini. Gli appuntamenti continueranno con due lezioni di cinema molto importanti: “Come si realizza un film” tenuta dal regista e critico cinematografico Claver Salizzato e “Cinema e Web” che sarà introdotta da Franco Mariotti e coordinata da Francesca Piggianelli. Registi e produttori presenteranno le serie web: “Fired” di Federico Malafronte, “Sottomessa” di Kassim Yassin Saleh, "La Spes" di Susy Laude. Dal 14 al 31 dicembre, infine, presso la Sede Parco Valle del Treja a Calcata Vecchia si terranno due interessanti Mostre: “Dal Pre-Cinema ai nostri giorni: Attrezzature degli anni ’30 e l’Esposizione fotografica dedicata ad Anna Magnani. Giunto alla sua II edizione, il Calcata Film Festival: l’evoluzione della Settima Arte, è un evento dedicato alla promozione del cinema di ieri ed oggi con una particolare attenzione alla formazione dei futuri filmmaker. La Rassegna è promossa da AmaRcorD Associazione Culturale, con il contributo della Regione Lazio - Assessorato alla Cultura e Politiche Giovanili, con il patrocinio del Comune di Calcata e del Parco Valle del Treja, e la collaborazione dell’Associazione Culturale Il Granarone e della Cineteca Lucana.

sabato 10 dicembre 2016

In attesa del programma, la 28.a edizione del Trieste FIlm Festival - 20-29 gennaio 2017 - presenta il manifesto 'd'autore', firmato dall'austriaco Andreas Franke

In attesa di svelare i titoli della 28.a edizione, in programma dal 20 al 29 gennaio 2017, il Trieste Film Festival si presenta al pubblico con un manifesto come di consueto "d'autore", firmato stavolta dall'artista austriaco Andreas Franke, fondatore dello studio Staudinger+Franke. Un'immagine poetica ed evocativa (parte del progetto "The Sinking World" avviato nel 2010) che restituisce il senso dello storico legame tra la città e il mare, invitando a scoprire le atmosfere magiche e sognanti di un mondo sommerso e sconosciuto: "Questa immagine vintage, arricchita da elementi grafici contemporanei, suggerisce

il superamento dei confini, anche mentali - spiega Max Mestroni di Climax, l'agenzia che da anni cura la creatività del TFF - e ci invita a scardinare i preconcetti, sintetizzando in un sola immagine il lavoro che il Festival propone da anni: l’abbandono dei pregiudizi nei riguardi di una cinematografia, quella dell'Europa dell'est, tra le più vive del panorama mondiale". Nato alla vigilia della caduta del Muro di Berlino (l'edizione "zero" è datata 1987), il Trieste Film Festival - diretto da Fabrizio Grosoli e Nicoletta Romeo - è il primo e più importante appuntamento italiano dedicato al cinema dell'Europa centro-orientale, che continua a essere da quasi trent'anni un osservatorio privilegiato su cinematografie e autori spesso poco noti – se non addirittura sconosciuti – al pubblico italiano, e più in generale a quello “occidentale”. Più che un festival, un ponte che mette in contatto le diverse latitudini dell'Europa del cinema, scoprendo in anticipo nomi e tendenze destinate ad imporsi nel panorama internazionale. Con il lancio della sua nuova veste grafica si apre anche la campagna abbonamenti: sul sito www.triestefilmfestival.it tutte le informazioni per richiedere l’accredito al Festival.

giovedì 8 dicembre 2016

Sabato 10 dicembre al Cubo Culture Festival di Ronciglione, "In Bici senza Sella" vincitore del Toronto Independent Film Award e presentato ad Alice nella Città

Il 10 dicembre al Cubo Culture Festival di Ronciglione sarà presentato “In bici senza sella”. La proiezione avverrà alle 21,30 al Teatro Petrolini alla presenza della protagonista Emanuela Mascherini che incontrerà il pubblico del festival. Il film che è stato presentato alla Festa del Cinema di Roma nella sezione Kino Panorama di Alice Nella Città, ha già vinto il Toronto Independent Film Award come Miglior Film, ed è uscito al cinema distribuito da Zenit Distribution e ha avuto un supporter d’eccezione in Colin Firth che ha sposato la causa dei giovani precari italiani.

Emanuela Mascherini è la protagonista di “Crisalide” uno degli episodi più esilaranti della commedia che mette in scena ricette anticrisi e esercizi di sopravvivenza nella corsa al tanto anelato posto fisso. L'episodio aggiunge al film una realtà tutta femminile raccontando l’astuzia di una giovane donna disposta a tutto pur di mantenere il tanto agognato “posto fisso” In “Bici senza Sella” racconta proprio la corsa verso il tanto anelato posto fisso! Una vera rarità ai giorni nostri. In cammino verso questo sogno irraggiungibile, i protagonisti affrontano l’implacabile quotidianità della lotta per il proprio futuro, inventando nuove ed estreme forme di sopravvivenza. Tra duelli senza esclusione di colpi e autentici miracoli, l’acrobatica, trasformista, sfrontata ricerca della stabilità economica. L'irriverente autoritratto di una generazione disposta a tutto per tagliare finalmente il traguardo.
Nel cast Riccardo De Filippis, Edoardo Pesce, Francesco Montanari, Alberto Di Stasio, Michele Bevilacqua, Luca Scapparone, Alessandro Giuggioli, Flavio Domenici, Stefano Ambrogi, Emanuela Mascherini, Alberto Gimignani, Ciro Scalera. Il film da un’idea di Alessandro Giuggioli è diretto daGiovanni Battista Origo, Sole Tonnini, Gianluca Mangiasciutti, Matteo Giancaspro, Cristian Iezzi, Chiara De Marchis e Francesco Dafano, ed è prodotto da Tandem Film Production e realizzato in collaborazione con Amaro e Tranchese Produzioni.

sabato 3 dicembre 2016

Dal 7 all'11 dicembre arriva al Cinema il X Roma Fiction Festival che festeggia l'anniversario con le migliori serie del mondo, e due in anteprima mondiale

“Per chi non può vivere senza le migliori serie televisive” approda – dal 7 all’11 dicembre 2016 - il Roma Fiction Fest che spegne le dieci candeline e celebra con un nuovo direttore artistico, anzi con un autore cinematografico come Giuseppe Piccione, comunque appassionato di serial, e proprio “sorpreso – dice – forse dall’idea sbagliata, di chi non crede sia un appassionato di serial. Comunque, in un epoca in cui sono tutti pazzi per le serie, anche noi abbiamo avuto l’occasione di ficcare il naso nelle serie, e scelto alcune veramente cult che sono state una sorta di epifania, come ‘Six Feet Under’ (nella sala appositamente dedicate ndr.) e, tra le italiane, Boris”. E, data questa bella confusione di mezzi e autori, attori e storie che oggi ‘vivono’ piccolo e grande schermo, c’è il piacere di godere la tivù in sala, per l’occasione The Space Cinema Moderno di Piazza della Repubblica nella capitale. Madrina della manifestazione l’attrice rivelazione di “Veloce come il vento” Matilda De Angelis, vincitrice del Premio Biraghi ai Nastri d’Argento, poi protagonista della versione italiana della serie americana “Parenthood”, ovvero “Tutto può succedere”, e ora sul set della seconda stagione

“Oggi sta cambiando tutto – afferma Piera Detassis, Presidente della Fondazione Cinema per Roma -, il Roma Fiction Fest (al secondo anno prodotto dalla Fondazione ndr.) con lungimiranza già da anni aveva avvicinato televisione e cinema, infatti, stiamo vivendo un’epoca di conversione, in cui grandi registi di cinema fanno serial e, stavolta, molte delle protagoniste sono donne”. Infatti, come accenna Piccioni, Balzac e la sua comédie humaine e i successivi romanzi a puntate che uscivano sui quotidiani e riviste, anche i serial – come già le soap opera e le telenovelas – si possono permettere di usare la digressione per portare il quotidiano di storie e personaggi trasformandoli come dichiara Lidia
Ravera, Assessore alla Cultura e Politiche Giovanili della Regione Lazio, quasi in amici di famiglia. E il festival ce li porta addirittura al cinema, occasione per socializzare e discuterne, lontani dal web. Sono 10 i titoli del concorso internazionale: unica serie italiana “Di padre in figlia”, storia dell’emancipazione femminile in Italia dal 1958 al 1980 – da un soggetto di Cristina Comencini, sceneggiato da Giulia Calenda, Francesca Marciano e Valia Santella per la regia di Riccardo Milani -, attraverso i grandi cambiamenti storici che hanno portato le donne a lottare per guadagnarsi la parità e i diritti civili: un
viaggio fra tensioni, conflitti e ribellione, amore, libertà e indipendenza. Con Stefania Rocca, Cristiana Capotondi e Matilde Gioli, assecondate da Alessio Boni, Domenico Diele, Alejandro Roja, Corrado Fortuna. Dalla Francia arriva la serie politica di Canal + “Baron Noir”, a metà fra “House of Cards” e “I Sopranos”, con un terzetto d’eccezione: Kad Merad (“Giù al Nord”, “Le petit Nicolas”), il veterano Niels Arestrup (“Il profeta”, e tanti altri) e Anna Mouglalis (dal Chabrol di “Grazie per la cioccolata” a Placido di “Romanzo criminale” e Martone de “Il giovane favoloso”). La carriera politica di Philippe Rickwaert sembra finita dopo
il sacrificio che gli è stato imposto da Francis Laugier, candidato presidenziale della Sinistra, per salvare la campagna elettorale. Ma, forse, non è proprio così. Stati Uniti e Germania, insieme, presentano “Berlin Station”, che non è quella ferroviaria della capitale tedesca, ma quella sempre meno affollata e importane della Cia. Richard Armitage è Daniel Miller, l’ultimo arrivato del gruppo di spie attive in Germania che, ovviamente, ha una missione segreta: scoprire una talpa.
Nel cast Rhys Ifans, Richard Jenkins e tra i registi l’italiano Giuseppe Capotondi (“La doppia ora”). L’irreverente comico americano Louis C.K. e la protagonista Pamela Adlon sono i creatori di “Better Things”, un’esilarane, ma anche ironicamente profonda, storia di un’attrice a Hollywood, madre di tre figlie che deve gestire una carriera, fra tivù e cinema, e allo stesso tempo provare ad educare e gestire da sola la sua turbolenta famiglia.
Arriva dal Belgio la serie dall’incredibile successo in patria “Ennemi Public” (Nemico pubblico) in cui Angelo Bison (celebre attore teatrale e nel film “La pecora nera” di Ascanio Celestini) interpreta Guy Béranger, un pericoloso assassino di bambini giunto al termine della pena detentiva e rilasciato in libertà vigilata, affidato in custodia ai monaci dell’abbazia di Vielsart. Dall’Inghilterra, invece, approda “National Treasure”, la gogna mediatica descritta dalla nuova star della scrittura televisiva ‘british’ Jack Thorne (da “This is England” a “Glue”). Ispirata a un caso di cronaca, la
serie narra l’operazione Yewtree che portò a diversi arresti nel 2015. Alcune personalità del mondo dello spettacolo furono accusata di aver compiuto abusi sessuali anche sui minori e tra queste, il caso del celebre anchorman Jimmy Saville, interpretato per l’occasione da Robbie Coltrane (della ‘serie’ cinematografica “Harry Potter”). Diretta da Marc Munden (“Utopia”). L’Australia è rappresentata da “The Kettering Incident”, serial crime ambientato, appunto, a Kettering, con la bellissima Elizabeth Debicki (“The Night Manager”), nei panni della dottoressa Anna Macy che si ritrova
inspiegabilmente collegata al caso di due ragazze che scompaiono misteriosamente in circostanze identiche, a quindici anni di distanza l’una dall’altra, nella natura selvaggia della Tasmania. Un episodio che ricorda lontanamente il celebre, e bellissimo, “Picnic a Hanging Rock” di Peter Weir (1976). Due le co-produzioni europee presenti in gara, la prima “Midnight Sun” (Francia/Svezia), un crime thriller creato da Marlind & Stein, autori della famosa serie scandinava “The Bridge”, con l’attrice francese Leila Bekhti (“Il profeta”) e l’attore svedese Gustaf Hammarsten (“Uomini che odiano le donne”). L’altra è
“Wasteland” (Repubblica Ceca/Polonia), creata da Stepàn Hulik per HBO Europe, in cui sullo sfondo della battaglia politica di una cittadina del nord della Boemia contro l’avanzare di una compagnia mineraria che vuole sgomberare gli abitanti del villaggio, c’è la scomparsa di una quattordicenne che destabilizza l’intera comunità e rivela inquietanti risvolti e oscure verità. Infine, lo statunitense “Good Behavior” in cui Michelle Dockery, smette i panni eleganti e i modi dell’alta nobiltà inglese della Lady Mary di “Downton Abbey” per vestire, invece, quelli di un’artista della truffa e di
una ladra pronta a tutto. O quasi, visto che quando incontra un killer che sta per uccidere la moglie di un uomo, decide di rischiare tutto per cercare d’impedirglielo. Naturalmente, non è tutto perché ci aspettano anche 10 anteprime fuori concorso, tra cui quattro italiane: “Amore pensaci tu”, scritta da Fabrizio Cestaro e Federico Favot, con Emilio Solfrizzi, Filippo Nigro, Giulia Bevilacqua, Carmine Recano, Fabio Troiano e Valentina Carnelutti. La regia di Francesco Pavolini e Vincenzo Terracciano. “In arte Nino” di Luca Manfredi, un viaggio nella vita del padre, il grande Nino Manfredi,
interpretato da Elio Germano, e sceneggiato dai due con Dido Castelli. “Immaturi - La Serie”, dall’omonimo film di Paolo Genovese, un serial scritto con Paola Mammini e Giovanni Guidoni per la regia di Rolando Ravello. Nel cast Ricky Memphis, Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu, Maurizio Mattioli, Sabrina Impacciatore e Nicole Grimaudo. “Il confine”, un film-tv lungo, scritto da Laura Ippoliti e Andrea Purgatori con la collaborazione del regista Carlo Carlei. La storia di tre giovani sul drammatico sfondo della Grande Guerra, interpretati da Filippo Scicchitano, Caterina Shulha e Alan Cappelli Goetz.
Ma ci sono due anteprime mondiali d’eccezione, la prima è l’attesissimo “When We Rise” (Usa), scritta dal premio Oscar, Dustin Lance Black (“Milk”), e diretta da Gus Van Sant, e di cui non sono ancora state diffuse né foto né immagini (alla stampa è riuscita a vedere solo il blindato trailer). E’ la cronaca delle conquiste del movimento LGBT a partire dai celebri eventi di Stonewall nel 1969. Nel cast Guy Pearce, Mary-Louise Parker, Rachel Griffiths, Ivory Aquino, Carrie Preston, Rosie O’Donnell e Whoopi Goldberg. La seconda è “Madiba” (Canada/Sudafrica) dedicata a Nelson Mandela, interpretato da Laurence Fishburne, con Orlando Jones,
Michael Nyqvist e Terry Pheto. Scritto da Avie Luthra e Jane Maggs. Le altre, un insolito “Maigret”, interpretato da Rowan ‘Mr. Bean’ Atkinson, tratta dai romanzi di Georges Simenon e adattati dal figlio John, che sarà presente a Roma in compagnia del celebre giallista Donato Barrisi (“Il suggeritore”). E ancora, l’evento televisivo dell’anno ovvero il rifacimento di “Roots” (Radici) che ha segnato la storia della televisione realizzata negli Stati Uniti nel 1977 e tratta dal romanzo di Alex Haley. Nel nuovo cast Forest Whitaker, Anna Paquin, Jonathan Rhys Meyers e lo stesso Fishburne. Il protagonista è il
debuttante Malachi Kirby che sarà nella capitale per presentarlo in compagnia del Kunta Kinte della miniserie originale, LeVar Burton, poi nel cast di “Star Trek: The Next Generation”. In “Madoff”, invece, il protagonista è il presidente della Giuria Internazionale della X edizione del Festival, Richard Dreyfuss, indimenticabile interprete di “American Grafiti” di George Lucas, “Lo squalo” e “Incontri ravvicinati del III tipo” di Steven Spielberg, non solo, visto che ha vinto un Oscar con “Goodbye, amore mio” (1977) e ha ricevuto una nomination per “Goodbye, Mr. Holland” (1995). Scritta da Ben Robbins e
Brian Ross, è la storia del finanziere che ha truffato migliaia di persone che andrà in onda in Italia su Sky Cinema. Ultimo titolo fuori concorso è l’inglese “Fleabag”, creato e interpretato da Phoebe Waller-Bridge. La vita della giovane donna londinese del titolo, scorre tra disavventure familiari, una situazione sentimentale pressoché caotica e l’elaborazione del lutto della sua migliore amica, con cui gestiva un piccolo bar ora sull’orlo del fallimento (viene presentata in versione integrale, 6 episodi di 30’).
Non mancherà, ovviamente, la sezione Kids & Teen con “Mini Cuccioli” del gruppo Alcuni; le canzoni dello Zecchino d’Oro raccontate in animazione; le indagini d’ispirazione letterarie di “Geronimo Stilton”, il ‘gentil topo’; le avventure del pipistrello “Bat Pat” e i suoi amici; l’eterna ricerca del tesoro in “Pirata & Capitano”; l’anteprima cinematografica di “Paw Patrol, dal 22 nelle sale italiane; “The Lion Guard”, vero e proprio sequel del cult “Il re leone”; le incredibili avventure de “Il piccolo Houdini”; la ‘latina’ “Elena di Avalor”, la nuova principessa forte, indipendente e coraggiosa di casa (globale) Disney. Con l’adolescenza si
passa alle serie con attori in carne e ossa, come l’argentina “Soy Luna”, creata da Jorge Edelstein e reduce del grandissimo successo mondiale, che ora arriva anche in Italia. Poi il primo episodio della seconda, attesissima, stagione di “Maggie e Bianca Fashion Friends” che, insieme al cast, presente in sala, faranno ballare e cantare i piccoli spettatori al ritmo delle canzoni della serie tutta italiana creata da Iginio Straffi, a cui faranno eco nella stessa giornata due episodi inediti di “World of Winx” con una performance live. Ma ci saranno anche i nuovi episodi di “Sailor Moon Crystal”, che segna il ritorno in tv di una delle eroine più amate dell’animazione giapponese anni ’90. Il programma si conclude domenica 11 con la premiazione dell’Excellence Award Ragazzi a D’Alò.
Gli altri Excellence Award vanno a Richard Dreyfuss, a Marco Giallini popolare protagonista della serie “Rocco Schiavone” che ha debuttato nella corrente stagione; a Rosario Rinaldo, presidente di Cross Productions (David di Donatello per “Certi bambini”), che ha realizzato la sopracitata serie. Le Masterclass sono due, la prima dello stesso Dreyfuss, l’altra dello sceneggiatore Umberto Contarello, collaboratore di Paolo Sorrentino, da “The Must Be The Place” a “The Young Pope”. Gli incontri con Annabel Scholey, Contessina de’ Bardi ne “I medici” e membro della giuria internazionale; con Giallini; con Pierfrancesco Diliberto (Pif) e il cast della serie “La mafia uccide solo d’estate”, ispirata al suo film omonimo; e con Luca Bigazzi, fotografo; Ludovica Ferrario, scenografa; Carlo Poggioli, backstage; Luca Canfora e Fabio Mollo, costumisti; tutti per “The Young Pope”. Tra gli eventi la presenza di Charlie Weber, l’amato Frank di “Le regole del delitto perfetto” e Bellamy Young, la First Lady Mellie Grant, prima donna presidente americano nella serie “Scandal”. Infine “10 anni del RomaFictionFest, 10 pensieri sulle serie”, incontro con gli autori delle fiction italiane.
Evento speciale - 75 anni di Wonder Woman festeggia l’eroina dei fumetti DC Comics - creata da William Moulton Marston nel 1941 - con la serie americana, trasmessa tra il 1975 e il 1979, interpretata da Lynda Carter, ex Miss America, in attesa dell’arrivo nelle sale e su grande schermo del primo film a lei dedicato. Quindi, un ricco programma che celebra anche il matrimonio tra televisione e cinema, perché ormai sul piccolo schermo la realtà supera la fantasia, pubblica e privata, reality e fiction. José de Arcangelo

venerdì 2 dicembre 2016

Al Festival dei Popoli di Firenze vincono Serbia ("Depth Two) e Croazia ("Dum Spiro Spero"). Miglior corto alla Germania ("Remains from the Desert")

E’ “Depth Two” (Serbia, 2016), il documentario del regista serbo Ognjen Glavonić che indaga un crimine di guerra perpetrato in Kosovo durante il conflitto nei Balcani, e da allora passato sotto silenzio, a vincere il Premio Miglior Lungometraggio del Concorso Internazionale al 57° Festival dei Popoli, che si conclude questa sera, venerdì 2 dicembre, al cinema La Compagnia di Firenze. Il premio (8.000 euro) è stato assegnato dalla giuria internazionale, composta da Jasmin Basic (studiosa di storia del cinema e curatrice, Svizzera), Giovanni Cioni (cineasta, Belgio-Italia) e Nikolaus Geyrhalter (regista e produttore, Austria) con la seguente motivazione: “Tutto comincia su un fiume: come un viaggio contro corrente il film rivela un drammatico episodio di una guerra recente e poco distante. Voci pacate, senza emozioni, raccontano operazioni di pulizia etnica, omicidi di massa, esecuzioni. Sono registrazioni audio giudiziarie. Le immagini sono un ritorno sulla scena del crimine, oggi. Nell’articolazione tra immagini e racconti, ci immergiamo nei meccanismi di un massacro e percepiamo come questi meccanismi possano avvenire, sempre, ovunque. Una scrittura cinematografica potente, documento sulla nostra storia recente, un film dove apprendiamo su noi stessi.” Il Premio per il Miglior Mediometraggio (4.000 euro) è andato a “Dum Spiro Spero” di Pero Kvesić (Croazia, 2016). “Forse è un giornale di bordo – ha detto la giuria – pieno di ironia e di sarcasmo disperato. Forse è un viaggio nel presente, nella casa dove vivere, fino all’ultimo respiro, con le persone amate. Forse, soprattutto, è una riflessione sul tempo, sulle immagini, sulla morte - una riflessione sul fatto di fare cinema.” Il Premio per il Miglior Cortometraggio (2.500 euro) è andato a “Remains from the Desert” di Sebastian Mez (Germania, 2016). “Uno spazio sconfinato, quasi apocalittico, abitato da anime erranti oramai diventate invisibili. Uno sguardo cinematografico intenso e preciso ma anche un’importante topografia di una tragedia che si svolge in questo momento e che sembra ancora impossibile” – spiega la giuria. La Targa “Gian Paolo Paoli”, premio al miglior film etno-antropologico, è andata a “You Have no Idea How Much I Love You” di Paweł Łoziński (Polonia, 2016) con la seguente motivazione: “L’antropologia è anche nell’interrogare e mettere in scena l’intimità di una relazione familiare. In questa esperienza cinematografica sconvolgente, una madre e una figlia cercano di parlarsi sotto lo sguardo di un terapeuta. Siamo come in un film di John Cassavetes, dove i visi diventano paesaggi indimenticabili di emozioni.” Il Premio "Lo sguardo dell'altro. La sfida del dialogo tra culture e religioni” (1.500 euro), assegnato dall'Istituto Sangalli per la Storia e le Culture Religiose di Firenze, va a “Samir dans la poussière” di Mohamed Ouzine (Francia-Algeria-Qatar, 2016). “La solitudine dell’uomo, davanti a Dio e agli altri uomini, è espressa in modo esemplare e poetico in questa pellicola che colpisce anche per la bellezza della fotografia. Un film ambientato in Algeria, ma che interroga profondamente le ‘anime’ e le ‘menti’ degli occidentali, per il passato coloniale che lega questa terra alla Francia. Samir parla di sé e tra sé, con il suo Dio, Allah, a cui si affida fiducioso da buon musulmano. Ma Samir parla a tutti noi, delle sue aspirazioni, dei suoi sogni non realizzati, la casa, la terra, la famiglia. Con uno sguardo verso le luci della Spagna non lontana, a fronte del nero della notte, del nero del petrolio fonte di ricchezza solo per alcuni, del nero del cuore.” L’Istituto ha espresso anche una Menzione speciale per “Swagger” di Olivier Babinet (Francia, 2016) – “per il messaggio rilevante che individua in quel crogiuolo di etnie, culture e religioni che è la Parigi di oggi la possibilità di un futuro diverso per l’Europa di domani, e che risiede nel desiderio di questi adolescenti ‘svantaggiati’ di assomigliare, e quindi di essere ri-conosciuti, dai loro coetanei più fortunati. Con la speranza che non perdano per strada le peculiarità delle rispettive provenienze, loro o dei loro genitori, per arricchire questa Europa sempre più stanca e invecchiata.” Il Premio Cinemaitaliano.info – CG Entertainment, che consiste nella pubblicazione e distribuzione del film nella collana dvd “Popoli doc” edita da CG Entertainment, è stato assegnato a “Castro” di Paolo Civati (Italia, 2016). La giuria, composta dalla redazione di Cinemaitaliano.info, ha motivato così la scelta: “Un documentario che trasuda un grande spirito di libertà. Anime libere sono suoi i personaggi, capaci di sognare dei futuri possibili nonostante le difficoltà del quotidiano. Così come libero da ogni schema è l'occhio che le osserva, in grado di giocare con la realtà e di trasformare gli inquilini del Castro nei protagonisti di un film divertente e commovente, dolce e amaro come la vita stessa”. Sempre a “Castro” è andato il Premio “Gli Imperdibili”, che offre la possibilità di includere il film vincitore nel listino cinematografico "Gli Imperdibili" proposto da Regione Toscana al circuito dei Cinema d’Essai toscani (quarantuno sale). “Per lo sforzo produttivo e l'abilità con cui il regista è riuscito a portare sullo schermo un racconto sincero senza giudizi, una storia difficile, filmata con delicatezza. Un'avventura produttiva durata oltre un anno, un viaggio nella torre di Babele che racconta uno spaccato di Italia da conoscere e condividere, un film che ben si presta ad una distribuzione mirata in sala”. Il premio è assegnato da una giuria composta da rappresentanti di Toscana Film Commission, AGIS, ANEC e FICE e promosso da “Quelli della Compagnia” di Fondazione Sistema Toscana, AGIS, ANEC e FICE. Il Premio MyMovies.it – Il cinema dalla parte del pubblico quest’anno va a “Un altro me” di Claudio Casazza (Italia 2016) per la sezione Concorso Internazionale e ancora a “Castro” di Paolo Civati per la sezione Concorso Italiano.

giovedì 1 dicembre 2016

Assegnati i RIFF Awards della XV edizione del Rome Independent Film Festival al cileno "You'll Never Be Alone" (Nunca estaras solo) di Alex Anwandter e all'italiano "Sex Cowboys" di Adriano Giotti. Menzione speciale a "1:54"

Grande successo di pubblico per la XV edizione del RIFF, Rome Independent Film Festival, che si è svolta dal 25 novembre al 1° dicembre 2016 e che ha visto in programmazione, presso il Cinema Savoy e il Cinema Europa di Roma, 110 opere in concorso - tra lungometraggi, cortometraggi e documentari - provenienti da 24 paesi di cui 15 in anteprima mondiale e 10 in anteprima europea. Tutti i film in concorso sono stati presentati in

anteprima italiana. Sono stati 12 i film in concorso di cui otto stranieri provenienti da Canada, Germania, Francia, Usa, Filippine, Spagna e Cile a cui si sono aggiunti quattro film italiani. I RIFF Awards, il cui valore ammonta ad un totale di circa 50.000 Euro, sono stati assegnati nel corso della serata di premiazione alla presenza del premio Nobel per la Pace Alfonso Perez Esquivel alle seguenti opere: Miglior Lungometraggio Internazionale “You’ll Never Be Alone” di Alex Anwandter (Chile) Menzione speciale a “1:54” di Yan England (Canada)
Miglior Lungometraggio Italiano: “Sex Cowboys” di Adriano Giotti (Italy) Miglior Film Documentario Internazionale: Vincitore: “Une jeune fille de 90 ans” di Valeria Bruni Tedeschi & Yann Coridian (France) Miglior Film Documentario Italiano: “2 Girls” di Marco Speroni (Italy) Menzione speciale a “Gente di amore e rabbia” di Stefano Casertano (Italy) Miglior Cortometraggio Internazionale: “Ja passou” di Sebastiao Salgado (Portugal) Menzione speciale a “Minh Tam” di Vincent Maury (France) Miglior Cortometraggio Italiano: “E così sia” di Cristina Spina (Italy)
Menzione speciale a “Parla che ti sento” di Idria Niosi (Italy) Miglior Cortometraggio Studenti: “Anna” di Or Sinai (Israel) Menzione speciale a “America” di Aleksandra Terpinska (Poland) e “Gionatan con la G” di Gianluca Santoni (Italy) Miglior Cortometraggio d’Animazione: “Playgroung” di Francis Gavelle e Claire Inguimberty (France) Miglior Sceneggiatura per Lungometraggio: “Veleno nelle gole” di Gisella Orsini & Simona Barba
Miglior Sceneggiatura per Cortometraggio: “L’ultima partita” di Flavio Costa Miglior Soggetto: “Deserto di Ghiaccio” di Ermanno Felli & Marco Gallo. I RIFF Awards 2016 sono stati assegnati dalla Giuria Internazionale del Festival, composta dal giornalista italiano Giovanni Anversa, dal finlandese Jouni Kantola di Berta Film, dagli attori Riccardo De Filippis e Stefano Fregni, dal Presidente della FICE Domenico Dinoia, dall’operatrice culturale spagnola María del Carmen Hinojosa, dall’attrice colombiana Juana Jimenez, dalla distributrice di New Gold Serena Lastrucci, dallo
sceneggiatore e regista, Presidente ANAC, Francesco Ranieri Martinotti, dal regista spagnolo Gabriel Velázquez, dalla giornalista e produttrice canadese Megan Williams e dalla fondatrice di Wanted Cinema Anastasia Plazzotta. Tra i numerosi ospiti presenti durante la settimana del Festival ricordiamo, tra gli italiani, Valeria Bruni Tedeschi, Pippo Delbono, Valeria Golino, Isabella Ferrari, Renato De Maria, Lorenza Indovina, Niccolò Ammaniti, Silvia D’Amico, Stefano Fresi, Teresa Saponangelo, Franco Nero, Alessandro Haber, Giordano Meacci, Alessio Boni, Valentina Carnelutti, Maurizio Sciarra, Dino Abbrescia, Federico Rosati, Ivan Franek. Tra gli
stranieri il Premio Nobel per la Pace Adolfo Peréz Esquivel, l’attore britannico Jamie Bamber e il direttore della fotografia nominato agli Oscar Phedon Papamichael, gli attori canadesi Antoine Olivier Pilon e Lou-Pascal Tremblay. Con loro i registi di molti dei film presenti al Festival. Il RIFF, diretto da Fabrizio Ferrari, è realizzato con il contributo e il patrocinio della Direzione Generale Cinema - Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, dell’Assessorato alla Cultura e
Politiche Giovanili della Regione Lazio, con il contributo di Roma Capitale - Assessorato alla Crescita culturale in collaborazione con SIAE ed è inserito nell’edizione 2016 dei Festival di particolare interesse per la vita culturale della Città: “Roma, una Cultura Capitale”

domenica 27 novembre 2016

Al 34° Torino Film Festival vincono Cina, Argentina, Cile e Stati Uniti, ma non solo

Assegnati i premi del Torino Film Festival, vince il cinese “The Donor of Qiwi Zang”, seguito da “Los decentes” dell’argentino Antonio Campos, e dagli attori protagonisti, il cileno Nicolàs Duran per “Jesus” e l’inglese Rebecca Hall per “Christine”. Ma i premi sono molti altri.

La Giuria del 34° Festival di Torino - Concorso Internazionale Lungometraggi -, composta da Ed Lachman (USA, presidente), Don McKellar (Canada), Mariette Rissenbeek (Germania), Adrian Sitaru (Romania), Hadas Yaron (Israele), assegnato i premi: Miglior Film (€ 15.000) a: Juan Zeng Zhe “The Donor di Qiwu Zang” (Cina) Con la seguente motivazione: “Siamo onorati di assegnare il premio a un film così meravigliosamente penetrante e così poetico nella narrazione,
nella performance, nella comprensione del mondo in cui proviamo a vivere. Pensiamo di aver trovato una nuova voce del cinema cinese che ci arricchirà tutti. Grazie”. Il Premio Speciale della Giuria - Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (€ 7.000) a: “Los decentes” di Lukas Valenta Rinner (Austria-Corea del Sud-Argentina). Con la seguente motivazione: “Questo film ci porta in un
viaggio con Belén, una collaboratrice domestica di una ricca famiglia in un quartiere sorvegliato e recintato, che trova una via di fuga dal suo mondo claustrofobico quando scopre una comunità di nudisti che vive al di là del recinto. ‘Los decentes’ esplora con grande sensibilità e penetrante spirito di osservazione l’impatto che questa nuova libertà ha sulla vita della donna. Allo stesso tempo, questa libertà provoca la reazione della borghesia del quartiere. Diamo il Premio Speciale della Giuria a questo film audace e originale”.
Premio per la Miglior Attrice a: Rebecca Hall per il film “Christine” di Antonio Campos (Usa). Con la seguente motivazione: “L’attrice, con una fortissima presenza scenica e le molte sfumature della sua performance è riuscita a ritrarre perfettamente un personaggio commovente che è in conflitto emotivo con se stesso”. Premio per il Miglior Attore a: Nicolàs
Duran per il film “Jesus” del cileno Fernando Guzzoni (Cile-Francia). Con la seguente motivazione: “Per un ritratto molto credibile, che veicola una gamma di emozioni, da parte di un talento così giovane e promettente”. Premio per la Miglior Sceneggiatura sempre a: Juan Zeng Zhe “The Donor di Qiwu Zang” (Cina). Con la seguente motivazione: “Forse saremmo stati influenzati dall’ambiente che ci circonda, ma la giuria è rimasta colpita da questo film duro ed emotivamente devastante, che mostra come la tradizione del Neorealismo italiano sia ancora
viva in angoli remoti del globo”. Premio del Pubblico a: “Wir Sind die Flut - We Are the Tide” di Sebastian Hilger (Germania). TFFdoc: la Giuria di Internazionale.doc, composta da Kamal Aljafari, Ann Carolin Renninger, Gaël Teicher, ha assegnato i seguenti premi: Miglior Film per Internazionale.doc (€ 5.000) a “Houses Without Doors” di Avo Kaprealian (Siria-Libano). Con la seguente motivazione: “In una situazione impossibile, ci fa vedere l’impossibile – dal balcone di casa egli guarda il mondo intero. Ci fa sentire come i siriani e gli armeni rappresentino tutta l’umanità e ci restituisce la fiducia nella capacità del cinema di aiutare tutti gli
essere umani a esistere e a resistere in ogni epoca”. Premio Speciale della Giuria per Internazionale.doc a: “Attaque” di Carmit Harash (Francia). Con la seguente motivazione: “Perché si pone nel cuore del caos sollevando interrogativi sulle tante immagini che ci circondano, con uno spirito libero e con uno humour che aiutano a prendere le distanze e a sconfiggere la depressione, perché propone di non credere alle immagini ma trattarle in modo originale e nuovo”.
La Giuria di Italiana.doc, composta da Eleonora Danco, Luciano Rigolini, Marcello Sannino, assegna i seguenti premi: Miglior Film per Italiana.doc (€ 5.000) a: “Saro” di Enrico Maria Artale (Italia). Con la seguente motivazione: “Un viaggio alla ricerca di un padre mai conosciuto. Un documentario intimo e spiazzante diretto con incredibile lucidità e rigore. L’autore riesce a trattare la sua storia con intensità e coraggio, attraverso una struttura narrativa coinvolgente dove la dimensione personale diventa universale”. Premio Speciale della giuria per Italiana.doc a: “Moo Ya” di Filippo Ticozzi (Italia). Con la
seguente motivazione: “Un documentario intenso e raffinato. Uno sguardo poetico che scava un territorio segnato da un trauma di violenza e morte la cui memoria è viva nel protagonista Opio e nelle persone che incontriamo. Il regista riesce a creare con sensibilità e rigore una vera mimesi tra la temporalità filmica ed il tempo sospeso della vita quotidiana dove la natura è una lunga lacrima colorata”. Assegna inoltre una Menzione Speciale a: “A Bitter Story” di Francesca Bono (Italia). Con la seguente motivazione: “La giovane autrice decide di confrontarsi con una delle questioni sociali più imminenti: l’integrazione. Gli adolescenti di una piccola comunità cinese che affrontano le decisioni sul proprio futuro sospesi in un limbo identitario e territoriale. Un approccio formale e psicologico audace che fa uso della messa in scena non escludendo momenti di autentica intimità, riuscendo così ad andare oltre il realismo frontale senza perdere la sincerità”.
Italiana.Corti La Giuria di Italiana.corti, composta da Colapesce, Lucia Veronesi, Matteo Zoppis, assegna i seguenti premi: Premio Chicca Richelmy per il Miglior Film (€ 2.000 offerti da Associazione Chicca Richelmy) a: “Ex voto” di Fabrizio Paterniti Martello (Italia). Con la seguente motivazione: “Il film racconta la tradizione di un luogo diviso fra sacro e profano e ci restituisce poeticamente l’immagine di un’Italia divisa tra tradizione e modernità”. Premio Speciale della Giuria a: “Il futuro di Era” di Luis Fulvio (Italia). Con la seguente motivazione: “Il film scolpisce la metafora della condizione umana. Propone una chiave di lettura attuale della continua e ossessiva ricerca della bellezza attraverso la sua distruzione”.
La Giuria del Premio Fipresci, composta da Frédéric Jaeger, Yael Shuv e Gianlorenzo Franzi, assegna il Premio per il Miglior Film a: “Les derniers parisiens” di Hamè Bourokba e Ekoué Labitey (Francia). Con la seguente motivazione: “Una storia attuale raccontata con empatia e urgenza, con un tocco leggero. ‘Les Derniers Parisiens’ narra il difficile rapporto tra due fratelli migranti che cercano di sbarcare il lunario a Parigi. Offre uno sguardo della vita a Pigalle e scorci sulle molte storie accennate sullo schermo”. Premio Cipputi. La Giuria, composta da Francesco Tullio Altan, Mariano Morace, Costanza Quatriglio assegna il
Premio Cipputi 2016 - Miglior Film sul mondo del lavoro a: “Lao Shi - Old Stone” di Johnny Ma (Cina-Canada). Con la seguente motivazione: “Per lo stile sospeso fra la cronaca vera e lo stato d’allucinazione con cui Johnny Ma segue la fulminante odissea tragica di un taxista rimasto coinvolto in un incidente stradale. La responsabilità non era sua, ma il senso di colpa per avere fatto sprofondare un ragazzino in coma profondo è ossessivo: niente e nessuno lo aiuteranno, né gli amici, né la famiglia sempre meno comprensiva e affettuosa, né tanto meno gli squali burocrati delle società d’assicurazione. La perdita del lavoro quotidiano provoca un fatale smarrimento dell’identità. Ognuno è solo sul cuore della terra, e il buio si avvicina”.

Al Cinema Trevi di Roma - dal 1° al 4 dicembre 2016 - la 13.a edizione del Festival delle Terre - Premio Internazionale Audiovisivo delle Biodiversità

La 13° edizione del Festival delle Terre - Premio Internazionale Audiovisivo delle Biodiversità torna a Roma dal 1° al 4 dicembre 2016 negli spazi del cinema Trevi di Roma, presentando numerose opere tra documentari, film d’inchiesta e animazioni per testimoniare l’universo dei diritti legati alla terra attraverso gli occhi e le parole di chi ne è protagonista: piccoli produttori di cibo, comunità locali, popoli indigeni e tutti coloro che si battono in difesa della terra, del territorio e della sovranità alimentare. 25 film in programma, 17 in concorso ospitati nelle tre sezioni “Terre Resistenti”, “Popoli nativi. Racconti di dignità” e “Preservare il Pianeta, alternative per nutrire il mondo”. Tante le storie raccontate, insieme ad autori e autrici che incontreranno il pubblico nella magnifica sala del cinema Trevi, unico cinema al mondo con al suo interno una domus romana visibile. Le storie, di cui il Festival si fa testimone, raccontano le diverse forme della negazione dei diritti, delle resistenze e delle alternative in un’ottica di conservazione della “biodiversità”, intesa come diversità biologica, sociale e culturale. Sono storie comuni e allo stesso tempo complesse che una volta conosciute possono modificare radicalmente la nostra visione del mondo. Sono le storie di chi produce cibo e resiste nei campi, nei mari, nelle foreste ma anche nelle metropoli sempre più enormi ed invivibili. Sono i temi da sempre cari al festival delle terre. E’ l’idea di sovranità alimentare come alternativa alla speculazione finanziaria sulle risorse del pianeta. La varietà delle cifre stilistiche e degli sguardi proposti non si esaurisce nell’alternanza tra fiction e cinema del reale: saranno in programmazione lavori molto diversi che spaziano all’interno del genere documentario dall’animazione (“Full Petrol Jacket”) al reportage d’inchiesta ( “I Vajont, Mare nostro”), dal documentario di ricerca (“Autostrada A3”) a quello antropologico (“Stana Udehe, Mingong”), passando attraverso testimonianze provenienti da tutto il mondo e con molte anteprime nazionali (“Code of Survival”, “Atlantic”, “Historia do futuro”, “Ethiopia Rising”). I lavori presentati arrivano da tutto il mondo: viene curata una versione sottotitolata in italiano, a disposizione degli autori, per permettere al film di raggiungere un pubblico sempre più vasto e per non alterare le testimonianze portate sullo schermo. Viene dato spazio alle opere delle piccole produzioni indipendenti, che faticano a trovare posto in un circuito commerciale che non sempre premia la qualità. L'evento vuole contribuire a far conoscere l'identità culturale dei popoli, intesa, in senso lato, come l’insieme degli aspetti spirituali, materiali, intellettuali che contraddistinguono una società o un gruppo sociale. Ecco perché l’iniziativa include anche vari documentari dedicati alla tematica dell'identità culturale e dei diritti dei migranti. Quest'anno saranno assegnati ben tre premi: Il premio Crocevia - 500 euro, il premio Berta Film per il secondo anno di seguito e una novità, il premio del pubblico. Sono promossi incontri con gli autori dei film, che sempre più numerosi partecipano in prima persona alle giornate del Festival. La difesa dei diritti collettivi sulla terra e "le ragioni dei nuovi braccianti" sono i temi dell'incontro d'approfondimento proposto quest'anno. Il 3 dicembre alle ore 18.30, un importante dibattito “Riforma agraria, tra passato e futuro”, centrato sulla nuova legge quadro per l’agricoltura contadina, in discussione alla camera dei deputati. Numerose le iniziative parallele che avranno luogo presso la Città dell’Altra Economia: esposizioni di stampe e quadri, un reading musicale, la premiazione finale ed una particolare performance di ‘Don Pasta’ prevista il 4 dicembre, oltre ad una selezione delle opere del festival e una degustazione di cibo rigorosamente biologico. Riuscire a metterlo in piedi e offrirlo al pubblico è una grande soddisfazione, il Festival è autoprodotto e ‘la spinta’ che ci porta ad impegnarci senza scambio economico si unisce a quella di milioni di donne e uomini che ostinatamente continuano a resistere in tutto il pianeta alla barbarie prodotta da un sistema che produce solo ingiustizie, la spinta delle persone che leggono, scrivono, manifestano e affermano con forza : “ Il Futuro non è scritto!”, dichiarano gli organizzatori, Danilo Licciardello, Erica Romano, Andrea Ferrari Toniolo. Il Festival delle Terre è organizzato dal Centro Internazionale Crocevia, associazione di solidarietà e cooperazione internazionale, attiva dal 1958 nei settori dell’educazione, della comunicazione e dell’agricoltura. Crocevia promuove e implementa attività di formazione, campagne e progetti a sostegno di comunità indigene e contadine, e si adopera nella costituzione di reti internazionali di solidarietà come il Comitato Internazionale per la Sovranità Alimentare (IPC on Food Sovereignity).

venerdì 25 novembre 2016

A Firenze si inaugura stasera la 57.a edizione del Festival dei Popoli con un documentario contro la violenza sulle donne e l'altro sull'odissea dei migranti

La violenza sulle donne raccontata dai suoi colpevoli e da chi si impegna a curarli in “Un altro me” di Claudio Casazza e la vita nei centri d’accoglienza per migranti in Italia in “No Borders” di Haider Rashid alla presenza di Elio Germano. Questi i titoli che inaugurano stasera la la 57.a edizione del Festival Popoli, manifestazione fiorentina dedicata al documentario sociale

La violenza sessuale vista dagli occhi di chi se ne è reso colpevole e di coloro che ogni giorno lavorano perché questo non accada mai più nel documentario in prima mondiale “Un altro me” di Casazza, e la vita quotidiana nei centri di accoglienza per migranti raccontata da Elio Germano nel corto “No Borders” del regista fiorentino Rashid. Queste le storie che, alle 21.00 aprono presso il nuovo cinema La Compagnia di Firenze la 57/ma edizione del festival internazionale del film documentario che continuerà fino al 2 dicembre tra proiezioni, incontri ed eventi speciali. La serata si aprirà alle 21.00 con la presentazione di “No Borders” (Italia, 2016), lavoro il cui tema centrale è la guerra, la fuga e l’accoglienza come conseguenza necessaria. Girato tra il Centro Baobab di Roma, autogestito dai cittadini romani e sgomberato nel dicembre 2015, e il No Borders di Ventimiglia, anch’esso chiuso di recente dalle forze dell'ordine, il film conduce lo spettatore in luoghi che sono ogni giorno di più al centro dell’attualità italiana. “Elio Germano fa da collante a questo percorso - spiega il regista, che sarà presente in sala insieme a Germano e al produttore Omar Rashid - portando il suo sguardo di attore e attivista, capace di empatizzare con la storia dei migranti e di farli sentire a proprio agio in un dialogo che ci racconta non solo la loro vicenda, ma anche quella dei paesi che abbandonano”. Primo film in Italia girato con la tecnica della realtà virtuale, “No Borders” potrà essere visto anche con gli appositi oculus per la visione a 360° dal 27 novembre al 1 dicembre nella saletta MYmovies.it del cinema La Compagnia. A seguire sarà il momento di “Un altro me” (Italia, 2016), che aprirà la sezione Concorso Internazionale in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne. Sergio, Gianni, Giuseppe, Valentino, Enrique sono condannati per reati sessuali, e una volta usciti dal Carcere di Bollate, dove sono reclusi, è molto probabile che ne commettano altri; un’equipe di criminologi e terapeuti porta avanti con loro il primo esperimento in Italia per evitare che questo accada. L’opera di Claudio Casazza intreccia gli interrogativi degli psicologi con i racconti, le osservazioni e le opinioni degli internati, tra alibi culturali e tentativi di deresponsabilizzazione, alla ricerca delle dinamiche profonde che li hanno portati a commettere violenza. Alla proiezione, sostenuta da Gucci, saranno presenti, oltre al regista, la produttrice Enrica Capra, l'onorevole Valeria Fedeli (vice presidente del Senato), l'onorevole Anna Rossomando (membro della Commissione Giustizia e del Comitato per le Pari Opportunità) e il criminologo Paolo Giulini, coordinatore dell’Unità di Trattamento Intensificato per autori di reati sessuali della Casa di Reclusione di Bollate a Milano. Alla Compagnia la giornata partirà alle 18.30 con “Dans les champs de bataille”, la retrospettiva dedicata al cinema di Danielle Arbid. La cineasta franco-libanese sarà in sala per introdurre al pubblico “Reddem” (Francia/Libano, 1998), storia di una giovane donna che fa ritorno a Beirut, dopo anni di assenza, sulle
tracce del fotografo che aveva immortalato la sua casa prima che fosse ridotta in macerie, e “Seule avec la guerre” (Francia/Belgio, 2000), il ritratto di un Libano che, dopo la guerra civile durata 16 anni ed ufficialmente terminata nel 1991, tenta faticosamente di rimettersi in piedi tra il trauma del conflitto, il fantasma di un nemico impunito e il peso di un passato che sanguina come una ferita aperta. Festival dei Popoli: tel. 055/244778 | info@festivaldeipopoli.org | Facebook: Festival dei Popoli | Twitter: Festival dei Popoli @FdP_Florence | Youtube: www.youtube.com/user/FestivaldeiPopoli

giovedì 24 novembre 2016

All'Istituto Italiano di Cultura di Madrid la 1.a edizione del Premio Solinas Italia-Spagna. I vincitori: "Un futuro asegurado" e "Cuatro chicos en fuga"

All’Istituto Italiano di Cultura di Madrid si è tenuta la prima edizione del concorso Premio Solinas Italia-Spagna realizzata per favorire le co-produzioni tra il cinema italiano e quello spagnolo. Difatti, oltre al premio in denaro di 2.000 euro, gli autori vincono la traduzione del proprio progetto e la partecipazione al Foro di Coproduzione Italia-Spagna nel 9º Festival del Cinema Italiano di Madrid 2016.

La Giuria della prima edizione del Concorso, composta da Laura Pugno, Annamaria Granatello, Alessandra Picone e Giovanni Pompili, ha deciso di assegnare Ex Aequo Il Premio Solinas Italia Spagna dedicato alla Miglior Sceneggiatura di 1000 euro a progetto a: “Un Futuro Asegurado” (Un futuro assicurato)di Martino Luca Greco e a “Cuatro chicos en fuga” (Quattro ragazzi in fuga) di Chiara Emanuela Rap e Giada Signorin. I premi sono stati consegnati da Annamaria Granatello (Presidente e Direttore del Premio Solinas) e Laura Pugno (Direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura di Madrid). Annamaria Granatello è lieta di annunciare che il montepremi diventa più ricco. Gli autori vincitori parteciperanno a un laboratorio di alta formazione dedicato allo sviluppo di soggetti e sceneggiature. Il lab è
realizzato dal Premio Solinas in collaborazione con Il Festival del Cinema Italiano di Madrid, l’Università degli studi di Sassari, le Università di Cagliari e Roma Tor Vergata, CINEMED/Festival International du Cinéma Méditerranéen de Montpellier, il festival "La Valigia dell'attore” e si svolgerà tra Roma, Cagliari, Sassari e l’isola di La Maddalena. Laura Pugno annuncia la seconda edizione del Premio Solinas Italia-Spagna e segnala che si aprirà alle coproduzioni con i Paesi latino-americani che fanno parte del programma IBERMEDIA. Si potrà partecipare al Concorso 2017 inviando un soggetto. Il bando di concorso sarà disponibile sui rispettivi siti a partire dal mese di Gennaio.

Apre i battenti domani la XV edizione del RIFF - Rome Independent Film Festival con 110 film e documentari provenienti da 24 paesi, 15 in anteprima mondiale

Dal 25 Novembre al 1° Dicembre 2016 apre i battenti la XV edizione del Rome Independent Film Festival - RIFF, nella location del Cinema Savoy, del Cinema Europa e della Biblioteca Europea di Roma, dove saranno protagonisti 110 titoli tra film e documentari ‘indipendenti’ provenienti da 24 paesi di cui 15 in anteprima mondiale e 10 in anteprima europea. Tutti i film in concorso sono in anteprima italiana su un totale di duemila film visionati.

Gli ospiti della kermesse sono Valeria Bruni Tedeschi, Lorenza Indovina, Silvia D’Amico, Filippo Nigro, Donatella Finocchiaro, Francesco Montanari, Stefano Fresi, Lisa Andreozzi, Biagio Izzo, Gianluca di Gennaro, Teresa Saponangelo, Enrico Loverso, Ciro Petrone, Franco Nero, Marco d’Amore, Alessandro Haber, Maurizio Sciarra, Paolo Sassanelli, Dino Abbrescia, Federico Rosati, Ivan Franek. Tra gli stranieri atteso il Premio Nobel Adolfo Peréz Esquivel. Gli attori Jamie Bamber, Kellan Lutz (“Twilight”), Edward Asner e Phedon Papamichael, direttore della fotografia nominato agli Oscar. Sono 12 i film in concorso di cui otto stranieri provenienti da Canada, Germania, Francia, Usa, Filippine, Spagna e Cile a cui si aggiungo quattro film italiani in gara. Film di apertura del Concorso Internazionale, domani 25 novembre, sarà il film cileno “You’ll Never Be Alone” (Nunca vas a estar solo) di Alex Anwandter. L’opera ha già vinto il Teddy Jury Awards alla Berlinale 2016 e sarà presentato in anteprima italiana al RIFF, che, quest’anno apre la sua selezione con un film a tematica Queer. Dopo che il figlio Pablo, adolescente gay, viene malmenato da alcuni giovani omofobi, Juan, taciturno manager di una fabbrica di manichini, lotta tra il dover pagare le esorbitanti spese mediche di suo figlio e l’ultimo tentativo di diventare socio della sua azienda. Mentre s’imbatte in vicoli ciechi e in tradimenti inaspettati, scoprirà che il mondo può essere violento anche con lui. Juan ha fatto troppi errori, ma suo figlio può ancora essere salvato.
Sabato 26 novembre sarà presentato “An Autumn Without Berlin” (Un otoño sin Berlin) della spagnola Lara Izagirre che sarà presente in sala. Dopo essere andata via di casa alla ricerca di un futuro migliore, June ritorna nella sua città natale per riprendere i contatti con Diego, il suo primo amore, e con suo padre. La giovane proverà a realizzare il suo sogno adolescenziale di andare a Berlino con Diego, ma si renderà presto conto che gli anni lo hanno cambiato.
Sempre sabato 26 sarà proiettato il film francese di animazione “The Girl Without Hands” (La Jeune Fille Sans Mains) diretto da Sébastien Laudenbach. In tempi duri, un mugnaio vende la figlia al diavolo. Protetta dalla sua purezza, lei fugge ma è priva delle sue mani. Durante il suo cammino, incontra la dea delle acque, un dolce giardiniere e il principe nel suo castello. Il suo, sarà n lungo viaggio verso la luce. Sempre il 26 novembre sarà presentato la coproduzione filippino/americana “Toto” diretto da John Paul Su che sarà presente in sala. Antonio “Toto” Estares, lavora in un hotel di Manila, ed ha sempre sognato di andare in
America per realizzare il sogno dei suoi genitori. Dopo una serie di tentativi andati a male, per ottenere un visto statunitense in cui mette a repentaglio amicizie, lavoro e dignità, perde la speranza di realizzare il suo sogno ma sarà un americano ad aiutarlo, in modo inaspettato. Domenica 27 sarà proiettato “Money” di Martín Rosete, presentato dal produttore Atit Shahe e dagli attori Jamie Bamber e Kellan Lutz. La pellicola, coproduzione Usa/Spagna, vede al centro due uomini d’affari in
procinto di scappare con 5 milioni di dollari provenienti da traffici illeciti quando ricevono una visita inaspettata. Martedì 29 sarà presentato il film tedesco “Jonathan” di Piotr J. Lewandowski. Le responsabilità di Jonathan contraddicono i suoi 23 anni. Le giornate iniziano e finisco prendendosi cura del padre malato, Burghardt, e mandando avanti la fattoria di famiglia con la zia Martha. Col passare del tempo le condizioni di Burghardt peggiorano, Martha assume Anka, un’infermiera che aiuta il padre, della quale Jonathan s’innamora. Mentre la
loro relazione fiorisce, la distanza emotiva di Burghardt dalla sua famiglia rivela devastanti segreti, uno dei quali emergerà con l’arrivo di Ron, un suo vecchio amico. Conosciuta la verità, potrà Jonathan perdonare suo padre? Mercoledì 30 novembre sarà la volta del film canadese “01:54” diretto da Yan England che saluterà il pubblico in sala. Tim, un atleta timido di 16 anni, è sia intelligente che talentuoso. Ma la pressione che subisce lo porta verso il baratro, in un luogo in cui i limiti umani raggiungono un punto di non-ritorno. La proiezione
del film rientra tra gli eventi dedicati alle scuole in cui l’incontro col regista ha l’obiettivo di stimolare l’immaginazione dei ragazzi. L’opera scelta, per la tematica affrontata e per lo stile con cui è girata, ha lo scopo di sviluppare lo sguardo critico degli studenti. Sempre il 30 sarà presentato il film statunitense “Hunky Dory” di Michael Curtis Johnson. Sidney avrebbe sempre voluto essere una rock star, ma è diventato una drag queen in una bettola. La sua vita prende una piega
drammatica quando la sua ex svanisce dopo aver inaspettatamente lasciato fuori dal suo appartamento il loro figlio undicenne. Sidney è sempre stato in grado di nascondere al figlio i suoi demoni, ma quando lo stress di ritrovarsi genitore single si fa pesante, la sua vita inizia a cadere a pezzi. Per gli italiani in concorso, venerdì 25 il primo dei film proiettato alla presenza della regista è “La Fuga” (Girl in Flight) di Sandra Vannucchi. Racconta la storia di Silvia, una bambina undicenne la cui vita a casa è
consumata dalla depressione clinica della madre. Capendo che nessuno realizzerà il suo sogno di visitare Roma, scappa, determinata a farlo da sola. Sul treno incontra una ragazza, Emina, e la segue per le vie di Roma fino al suo campo. Girato in un vero campo nomadi con attori non professionisti. Le immagini del film, catturate dal pluripremiato direttore della fotografia Vladan Radovic, mostrano il tenero, spaventoso ed emozionante percorso emotivo di una ragazzina che prende in mano la propria vita. Nel cast Donatella Finocchiaro, Filippo Nigro e Lisa Ruth Andreozzi, tutti presenti al Festival.
Sabato 26 sarà presentato anche “Sex Cowboys” diretto da Adriano Giotti. E’ un viaggio dentro la nuova generazione, la generazione perduta, destinata a vivere senza un lavoro fisso, una casa fissa e uno stile di vita ben preciso. I personaggi di questo viaggio sono nomadi, precari e immaturi. Alla rabbia di Simone e al bisogno di magia di Marla, si alterna la passione e il sesso. La crisi generazionale è dentro di noi, e noi dobbiamo trovare il modo per sopravvivere e fare del presente il nostro sogno, dato che nel futuro non avremo spazio.
Domenica 27 sarà presentato “Gramigna” (Volevo una vita normale) di Sebastiano Rizzo. Gramigna narra la storia di Luigi, figlio di Diego, uno dei più potenti boss della malavita campana che, ancora oggi, sta scontando l’ergastolo e che lui ha visto solo in galera. Luigi è costretto a fare i conti con il bene e il male, conteso tra ‘tentatori’ e ‘angeli custodi’. Gli insegnamenti di questi ultimi mettono in guardia Luigi dai rischi del malaffare e lo spronano a studiare e a lavorare, riuscendo a estirpare dalla sua mente, come una ‘gramigna’, appunto, ogni forma di tentazione che potrebbe costargli quella libertà che conquisterà a sue spese, sperimentando l’umiliazione del carcere. Nel cast Biagio Izzo, Gianluca di Gennaro, Teresa Saponangelo, Enrico Lo Verso, Ciro Petrone, tutti presenti al Festival.
Martedì 29 sarà la volta di “Da che parte stai” di Francesco Lopez. In una delle tante città del sud in piena espansione, gli ultimi abitanti di un quartiere popolare devono cedere i propri alloggi alle ristrutturazioni che trasformeranno il quartiere nella nuova area residenziale signorile del centro. Manuela, giovane madre di due bambini insieme a suo marito Nico, appena uscito di galera, e suo fratello Enzo avranno 24 ore per trovare una nuova sistemazione, ma il destino li metterà l‘uno contro l’altro e ognuno di loro dovrà scegliere da che parte stare.
Sul fronte dei documentari il RIFF ne propone 14 in concorso di cui cinque per la sezione internazionale provenienti da Nuova Zelanda, Giappone, Usa e Francia, e nove italiani. Anche la sezione documentari, da sempre, fiore all’occhiello del RIFF per l’importanza delle tematiche affrontate compie 15 anni. La selezione dei documentari Internazionali e i suoi cinque titoli, raccontando storie diverse propone uno spunto di riflessione sulla società, la politica e la storia odierna.
Domenica 27 sarà proiettato, alla presenza della regista, il biografico “Crossing Rachmaninoff” diretto dalla neo-zelandese Rebecca Tansley che segue l’aspirante solista di pianoforte Flavio Villani nella sua prima performance in orchestra nel preparare il concerto N° 2 di Rachmaninoff. Lunedì 28 sarà la volta del documentario americano “Under the Gun” di Stephanie Soechtig che offre uno sguardo sul periodo immediatamente successivo al massacro di Sandy Hook e sul fatto che non determinò nessun
cambiamento nelle leggi americane sul possesso di armi da fuoco. Martedì 29 il documentario francese “Women Against Isis” diretto da Pascale Bourgaux e ambientato in Siria mostra un sorprendente numero di donne combattenti contro l’organizzazione terroristica che minaccia il territorio. Mercoledì 30 sarà presentato “Une jeune fille de 90 ans”, diretto da Valeria Bruni Tedeschi, che prenderà parte alla serata. Il documentario è il frutto di una co-regia con Yann Coridian, presente al festival, ed è
ambientato nel reparto geriatrico di un ospedale in cui il famoso coreografo Thierry Thieu Niang tiene un laboratorio di danza con i pazienti affetti dal morbo di Alzheimer. Il giapponese “A New Moon Over Tohoku” di Linda Ohama sarà presentato sempre il 30, racconta, invece, una commovente storia d’amore e di sopravvivenza attraverso la ricostruzione del dopo terremoto, dello tsunami e del disastro nucleare che nel 2011 hanno colpito il Giappone.
Al centro della proposta dei nove documentari Italiani invece ci sono l’incontro e le persone tra passato, presente e nuovi mondi da scoprire. C’è chi crea uno spazio di condivisione come in “Bar Mario” di Stefano Lisci che sarà proiettato venerdì 25 alla presenza del regista e che racconta di un bar a forma di nave punto di riferimento per gli abitanti di un quartiere di Bolzano. Sempre il 25, alla presenza dell’autore, sarà la volta di “Puzzle città immaginate” di Matteo Alemanno che racconta di una realtà urbana diventata modello sociale alternativo nato dal basso e capace di offrire importanti attività sociali. Lo
stesso giorno ci sarà anche “Ombre della Sera” di Valentina Esposito, presente in sala, e che racconta il difficile percorso di reinserimento familiare e sociale dei detenuti in misura alternativa e degli ex detenuti del Carcere di Rebibbia. Tra gli interpreti Pippo Delbono. Il 25 altri due documentari italiani in concorso. In “Europia” di Fabio Colasso & Sirio Timossi, ci si immerge nelle storie di chi ha cercato di dimenticare un paese in guerra, di fuggire da un’epidemia, di ricongiungersi ai propri cari, iniziare una nuova vita tra approdi incerti e il rischio di morte. La storia di “Sakiko” di Francesco Mancini segue, invece, una coppia siciliana che adotta una bambina in oriente: Italia e Giappone, paesi con solidissime tradizioni e davvero distanti tra loro, si ritrovano così uniti dalla storia di una bimba. Sabato 26, con il regista in sala, sarà presentato “Gente di amore e rabbia” di Stefano Casertano che ha come protagonista un luogo d’incontro e ospitalità: Corviale è infatti il più grande palazzo residenziale in Europa. Sempre sabato sarà programmato “Sull’orlo della gloria” di Maurizio Sciarra, che presenterà il documentario. Si tratta di un percorso alla scoperta delle cose e dei personaggi che hanno animato il mondo innovativo e geniale di Pino Pascali, uno dei fondatori della cosiddetta arte povera. Nel docu-film Paola Pitagora. Martedì 29 in 2 “Girls” di Marco Speroni le storie parallele di Lola e Tigist, due ragazze provenienti da paesi molto diversi quali il Bangladesh e l’Etiopia, ma che condividono la fuga come unica possibilità di salvezza da una vita di povertà e abusi. Mercoledì 30 l’immigrazione è al centro di “Porto il velo, adoro i Queen” di Luisa Porrino che descrive le nuove identità etniche presenti in Italia attraverso gli occhi delle nuove generazioni. Chiude la XV edizione del RIFF il Premio Nobel Adolfo Peréz Esquivel che sarà presente al Festival con “Rivers of Hope” di Dawn Gifford Engle che racconta la storia dell’America Latina degli ultimi ottanta anni vista attraverso gli occhi di un uomo - artista di fama mondiale, attivista per i diritti umani, e premio Nobel per la Pace, Adolfo Pérez Esquivel, appunto. Dal lavoro che ha svelato la ‘guerra sporca’ condotta dalle dittature militari, al suo periodo come ‘desaparecido’ e prigioniero politico in Argentina, Adolfo diventa simbolo della coscienza dell’America. Questo film racconta i reali progressi compiuti nella lotta per i diritti umani e la giustizia sociale. E ancora cortometraggi internazionali e nazionali e corti di animazione. Tra i numerosi cortometraggi internazionali in concorso: domenica 27 sarà presentato “A Beautiful Day” diretto da Phedon Papamichael con gli attori James Brolin e Frances Fisher. Papamichael, celebre direttore della fotografia americano, ha ricevuto una nomination agli Oscar per “Nebraska”, e sarà presente a Roma per il pubblico del festival. Qui alla regia di un interessante cortometraggio che, nel solco del nuovo fenomeno del Cinema greco, mette in risalto la fragilità della psiche umana davanti alla morte e alla sua difficile accettazione. Il regista terrà anche una masterclass sabato 26 novembre. Tra gli altri corti internazionali “A New Home” di Z. Virc (Slovenia), “Baraka” di N. Ruiz Medina (Spagna), “False Flag” di A. Urbieta (Spagna), “Home” di D. Mulloy (Kosovo/UK), “Já Passou” di S. Salgado (Portogallo), “Lethe” di D. Kulumbegashvili (Georgia/Francia), “Limbo” di K. Kotzamani (Grecia/Francia), “Minh Tâm” di V. Maury (Francia), “Mixteip - The Greatest Tape Ever Told” di T. Åke (Finlandia), “Serval and Chaumier” di B. Daret & A. Goisset (Francia), “The Beast – Zvjerka” di D. O. Pusic (Croazia/Finlandia), “The Quantified Self” di G. Osatinski (Usa), “Veil of Silence” (Un Grand Silence) di J. Gourdain (Francia), “Youth” di B. Marty (Usa). Per I cortometraggi italiani: “Buffet” di S. De Santis & A. D’Ambrosi, “E così sia” di C. Spina, “Che ora è” di F. d’Aniello, “Ego” di Lorenza Indovina con Rolando Ravello, “Il buio” di G. Oppes con Franco Nero, “La favola bella” di L. Ferrari Carissimi, “La gita” di F. Buffa, “Millelire” di A. Calculli con un numeroso cast: Paolo Sassanelli, Lorenzo De Angelis, Dino Abbrescia, Uccio De Santis, Simone Castano, Agnese Nano, Anna Ferzetti, Nando Irene. E ancora “Monica” di Alessandro Haber - presente in sala -, dedicato alla grande Monica Scattini, scomparsa nel 2015. “Mostri” di A. Giotti con Alessandro Benvenuti e Federico Rosati, “Nous revons” di A. Spaziani, “Parla che ti sento” di I. Niosi, “Santa Maria” di A. G. Giacummo, “Sogni a orologeria” di F. Colangelo, “Timballo” di M. Forcella con Maria Grazia Cucinotta e Ivan Franek, presente alla rassegna; “Tundra” di M. Nardari, “Uno di noi” di L. Ferrante & M. Ricca con Simone Montedoro ed Euridice Axen; “Uomo in mare” di E. Palamara con Marco D’Amore che sarà presente con il regista. Per I corti di animazione “Neck and Neck” di S. Clark (UK), “Nutag – Homeland” di A. Telengut (Canada), “Leerstelle” di U. Zintler (Germania), “Playground” (Cour de récré) di F.Gavelle & C. Inguimberty (Francia), “Satie’s Parade” (Parade de Satie) di Koji Yamamura (Giappone), “Urban Audio” di M. Schnider (Germania/Svizzera). Diversi anche i film italiani fuori concorso: “A proposito di Franco” di Gaetano Di Lorenzo, “Non voltarti indietro” di Francesco Del Grosso, “Fatti osceni in luogo pubblico” di Stefano Viali, “Giro di giostra” di Massimiliano Davoli, “La slitta” di Emanuela Ponzano, “L’insonne – Ouverture” di Alessandro Giordani, “Like a Butterfly” di Eitan Pitigliani (Italia/UK), “Nessuno mi aveva mai aperto la porta” di Valeria Tomasulo, “Neuf cordes” di Ugo Arsac (Italia/Francia), “Umbra” di Carlo Fenizi; e
l’americano “Where We Begin” di Hikari ovvero Mitsuyo Miyazaki (Usa), un corto sul mondo della danza. Il RIFF è realizzato con il contributo e il patrocinio della Direzione Generale Cinema - Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, dell’Assessorato alla Cultura e Politiche Giovanili della Regione Lazio, con il contributo di Roma Capitale - Assessorato alla Crescita Culturale in collaborazione con SIAE ed è inserito nell’edizione 2016 dei Festival di particolare interesse per la vita culturale della Città: “Roma, una Cultura Capitale”.