sabato 29 giugno 2013

Chiusa la 49.a edizione della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro. Vince la rumena Alexandra Gulea con "Matei Child Miner"

Il Concorso Pesaro Nuovo Cinema - Premio Lino Miccichè si è contraddistinto quest’anno per una forte componente femminile - quattro donne registe e molti ritratti di donna - e un'età media degli autori molto bassa, a partire dal ventiquattrenne Ignacio Rodriguez. I sette film in concorso: la slovacca Mira Fornay con "My Dog Killer", intenso dramma filmato con notevole realismo sul razzismo, sui conflitti etnici e, soprattutto, sulle scelte sbagliate. Arriva dalla Romania Alexandra Gulea, con il film risultato vincitore del Premio Lino Miccichè, "Matei Child Miner", incentrato sul piccolo Matei che vive col nonno e vuole scappare di casa, mentre i genitori lavorano in Italia.

"Halley", è invece una storia gotica ambientata ai giorni nostri, diretta dal messicano Sebastián Hoffman, nella quale il protagonista è una sorta di zombie umano che si va spegnendo. Nel corpo in disfacimento rimane una mente lucida. "Kayan" della regista canadese di origine iraniana Maryam Najafi, è un potente ritratto femminile, incentrato su una donna proprietaria di un ristorante dove si riunisce la comunità libanese di Vancouver. L’Italia era rappresentata quest’anno da ben due opere, a cominciare dalla seconda regia di Stefano Tummolini, "L’estate sta finendo", che racconta un “tranquillo week-end di paura” di un gruppo di ragazzi in una casa al mare, dove un incidente imprevisto trasformerà la loro vacanza in un incubo; e l’esordio di Fabiana Sargentini, "Non lo so ancora": scritto a quattro mani con Morando Morandini, racconta una storia liberamente ispirata alla loro "amicizia a prima vista”.
L’ultimo film presentato in Concorso è il cileno "La chupilca del diablo" di Ignacio Rodriguez, nel quale un uomo, giunto alla fine dei suoi giorni, tenta di riconciliarsi con la famiglia dopo una vita passata in solitudine, cercando al tempo stesso di salvare la sua piccola distilleria di liquori. Però è ora di andare a vedere i premi nel dettaglio. La giuria chiamata a decretare il vincitore del Concorso, composta dalla regista Costanza Quatriglio, dall’attrice Anna Foglietta, dal regista Vincenzo Marra (Presidente), dai critici e giornalisti cinematografici Massimo Lastrucci e Federico Pontiggia, all'unanimità, ha scelto - come già accennato sopra - film vincitore: "Matei Copil Miner / Matei Child Miner" di Alexandra Gulea (Romania/Germania/Francia, 2013) con la seguente motivazione: "Un'opera prima che rivela uno sguardo potente e libero, capace di indagare il rapporto tra habitat e vicende personali con leggerezza e profondità. Una drammaturgia matura e sensibile". La giuria ha deciso poi di attribuire una Menzione speciale al film "La chupilca del diablo" di Ignacio Rodriguez (Cile, 2012) con la seguente motivazione: "Nel raccontare il passaggio di consegne tra un vecchio e un giovane, il regista ventiquattrenne, alla sua opera prima, riesce a distillare un microcosmo privato in un racconto sottile ma critico sul Cile contemporaneo". La giuria giovani della 49a Edizione della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro ha raggiunto la decisione con non poche difficoltà vista la presenza in concorso di film davvero notevoli sotto molteplici punti di vista. Il premio è andato a maggioranza, per il contenuto e la tematica trattata, al viaggio interiore di un bambino di soli undici anni nello stesso film "Matei Copil Miner / Matei Child Miner" della rumena Alexandra Gulea. Matei riesce a superare gli ostacoli e le sfide che la vita gli pone davanti, trasformandole in opportunità, nonostante il peso delle responsabilità di cui si trova a farsi carico. È un film che riesce a dipingere un’intera nazione da una prospettiva diversa, fatta di coraggio e voglia di riscatto.
La Menzione Speciale è stata assegnata, invece, al film della regista iraniano-canadese Maryam Najafi, "Kayan", per il suggestivo e particolare modo di affrontare un viaggio interculturale, rimanendo in un unico spazio chiuso. La forza e l'emancipazione della donna si concretizzano nella figura di Hanin, ideale punto di connessione tra la cultura orientale e quella occidentale. Un apprezzamento particolare va infine a un film che è stato a lungo al centro del nostro dibattito, "Non lo so ancora" di Fabiana Sargentini, per la tematica centrale affrontata in modo originale e per la fotografia che incornicia alla perfezione le emozionanti scene del film e i suoi magnifici interpreti. La giuria giovane si augura inoltre che il consenso dimostrato dal pubblico durante la proiezione, sia replicato anche all’uscita dell’opera nelle sale italiane. Questi i membri della giuria giovane: Laura Anor, Giovanna Bottino, Fabio Chiesa, Gioia D'Angelo, Agnese Di Giovanni, Roberta Maccagnano, Serena Merico, Doris Pesce, Federico Salvatore, Serena Verrigni. Il premio “Cinema e diritti umani” di Amnesty International alla 49.a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro è stato conferito a "Nostalgia de la Luz" del regista cileno Patricio Guzmán, presente nella monografica dedicata al "nuovissimo cinema cileno".
La giuria del premio “Cinema e diritti umani” di Amnesty International Italia, presieduta da Giovanni Anzaldo, ha così motivato la decisione: “Più che un documentario, ‘Nostalgia de la luz’ può essere definito un viaggio, dove i piedi del visitatore percorrono il terreno scricchiolante del deserto e lo sguardo è diretto alle stelle, con estatico incanto. All'interno di questo percorso scopriamo persone coraggiose, a cui dovrebbe essere eretto un monumento. Il coraggio di chi studia, attraverso gli astri, l'origine del mondo e di chi cerca nel fondo del deserto i propri cari, la propria memoria. La polvere dei corpi celesti diventa tutt'uno con i resti umani che riposano nella vastità del deserto di Atacama; il meccanismo che muove il telescopio ha lo stesso suono, la stessa musica, del vento e dei passi delle donne cilene, della loro ricerca di verità spesso negata da una storia che cancella la memoria, quando essa dà fastidio. Non si può parlare in termini tecnici di ciò che è un'opera poetica; una testimonianza struggente degli atroci massacri di una dittatura militare che ha seppellito le prove dei propri orrori ma che non è riuscita a nascondere la speranza, la forza, di chi cerca la verità nonostante un passato nefasto, ma che, anzi, fa di quest'ultimo una struttura indispensabile per ripartire, per rilanciare e studiare il proprio presente. Passato-presente, Cielo-Terra: tutto fa parte della stessa materia”. La giuria del concorso video Premio CineMarche Giovani, riservato ai giovani, entro i 30 anni d’età, che vivono, studiano o lavorano nella Regione Marche (per cortometraggi a tema libero della durata massima di 3 minuti), composta dal critico Pierpaolo Loffreda (coordinatore del Premio) e dai giornalisti Paolo Angeletti (“Il Resto del Carlino”), Alberto Pancrazi e Claudio Salvi (“Il Messaggero”), ha assegnato il Premio 2013 al cortometraggio: "Ciao, Janine" di Francesca Antolini, Armencea Corina e Paolo Verzolini (studenti del Liceo Artistico Mengaroni di Pesaro) La giuria ha anche attribuito due menzioni speciali ai film: "Alto Tradimento" di Giacomo Alessandrini e "Interferenze" di Marco Romano Il video "Ciao, Janine" verrà proiettato in Piazza del Popolo sabato 29 giugno, serata di conclusione del festival (che inizierà alle 21.45). Mentre il Premio del Pubblico si saprà soltanto domani, visto che dopo la premiazione è in programma l'ultima proiezione, "Gloria" di Sebastian Lelio. Come è noto alla Mostra di Pesaro, la sezione “Cinema in Piazza” propone una selezione dei titoli presenti nelle sezioni principali del festival adatti per un pubblico meno specializzato ma altrettanto curioso. Gli spettatori della “piazza” dell’edizione 2013, sono stati chiamati a votare alla fine di ogni proiezione.

lunedì 24 giugno 2013

Ha riaperto i battenti la 49.a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro, tra il Cile e la Russia

PESARO, 24 - Preapertura ieri sera con l’Avanfestival, nella tradizionale cornice di Piazza del Popolo, per la 49.a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro con "No - I giorni dell’arcobaleno" di Pablo Larraìn che anticipa l'attesa e ricca retrospettiva sul Nuovissimo Cinema Cileno. Infatti, oggi, prende il via ufficialmente il festival in tutte le sue sezioni principali. Dal film di apertura in piazza – "A Long and Happy Life" del russo Boris Khlebnikov - al concorso Pesaro Nuovo Cinema, con sette lungometraggi di giovani registi provenienti come di consueto da ogni angolo del mondo. Il 27° evento speciale sul cinema italiano è invece dedicato al nostro cinema 'Fuori norma' nel nuovo millennio, con circa quaranta lavori proposti. E ancora, continua lo 'sguardo femminile' sul cinema russo attraverso l’animazione e non mancheranno proiezioni e eventi speciali, oltre all’immancabile spazio notturno di 'Round Midnight', tra videocinema e videoarte, e un workshop, condotto quest’anno dal regista marchigiano Daniele Gaglianone. Non poteva che essere un film cileno a fare da antipasto a una edizione che vedrà il paese sudamericano tra i suoi protagonisti assoluti, con la retrospettiva sul Nuovissimo cinema cileno, la personale dedicata al regista, sceneggiatore e montatore Sebastian Lelio e la presenza di un film cileno in concorso, "La chupilca del diablo" di Ignacio Rodriguez. E’ stato quindi scelto il più celebre tra i cineasti del Nuovissimo cinema cileno, Pablo Larraìn, le cui opere sono state distribuite in Italia (e "No" proprio un mese fa) e che per questa ragione non è stato inserito nella retrospettiva, per traghettare il pubblico alla scoperta di opere inedite e di una cinematografia che nel nuovo millennio si è dimostrata tra le più attive e innovative del Sud America (e non solo), con la comparsa sulla scena di una nuova generazione di cineasti pronti a raccontare i cambiamenti di un paese che, a 25 anni dalla caduta di Pinochet, prosegue il suo processo di democratizzazione tra mille sfide sociali ed economiche. L’Avanfestival ha rappresentato, infatti, un’occasione per vedere (e/o rivedere) il bellissimo "No - I giorni dell’arcobaleno", presentato in anteprima a Cannes nel 2012, vincitore della Quinzaine des Réalisateurs. Candidato all’Oscar come miglior film straniero nel 2013, l’opera di Larraìn è ambientata nel 1988, in un momento fondamentale per la democratizzazione del Paese, all’epoca del referendum popolare per il mantenimento della dittatura (vedi recensione http://www.associazioneclaramaffei.org/claraCMS/articolo.jsp?id=1_2&sub=2&art=212). Il cinema del regista evita ogni spettacolarizzazione e proprio in questo modo riesce a penetrare ancora più a fondo negli umori e nelle emozioni dell’epoca, confezionando un’altra opera profondamente politica che affonda le sue radici nella memoria collettiva nazionale come già in Tony Manero e Post Mortem. Larraìn è stato produttore degli ultimi due lavori di Sebastian Lelio, protagonista del Focus di questa edizione. La retrospettiva darà inoltre una panoramica il più possibile esaustiva del Nuovissimo cinema con la presentazione delle opere degli altri due co-fondatori del movimento Matías Bize e Fernando Lavanderos e dei lavori di altri promettenti registi giovani come Alejandro Fernandez Almendras, Andrés Wood, Cristián Jiménez, Sebastian Silvia (conosciuto in Italia per La nana. Affetti & Dispetti), Alicia Scherson, Fernando Guzzoni, Jose Luis Torres Leiva e, infine, un omaggio a uno dei più grandi documentaristi cileni, Patricio Guzmán. Nella speranza che, a fare compagnia a Pablo Larraìn nelle nostre sale, arrivino presto anche questi giovani registi. Intanto alcuni distributori italiani sembrano aver riconosciuto la carica innovativa proveniente dal Cile, annunciando la distribuzione per l’inizio di luglio del nuovo lavoro di Alicia Scherson, "Il futuro" (adattamento di "Un romanzetto lunpen" di Roberto Bolaño) e di "Violeta Parra Went to Heaven" di Andrés Wood, presentato in anteprima alla Mostra. Anche "Gloria", ultima prova di Sebastian Lelio, film di chiusura del Festival, sarà distribuito nel nostro paese, grazie all'attivissima Lucky Red. Chissà che anche questa volta Pesaro non faccia da apripista per la scoperta di un Nuovo Cinema in Italia. Infine, tra gli eventi collaterali, si è inaugurato oggi – e proseguirà fino al primo luglio - l’ XXX FUORIFESTIVAL, una serie di spettacoli di video arte, sound art e performance multimediali. L’evento ideato e promosso da Claudia Ottaviani proporrà ogni sera, dalle 18 alle 23, una miriade di eventi ad ingresso libero che coinvolgeranno oltre 60 artisti per 49 location. Non mancheranno anche aperitivi e percorsi enogastronomici. L’evento inaugurale odierno si è svolto nel Giardino di Palazzo Ricci, con l’appuntamento di fotografia e musica proposto dal Centro “Macula” e a seguire, presso gli Orti Giuli, concerto “Bassline/SND”. Da domani, lunedì 24 giugno, si entrerà nel vivo della 49. Mostra del Nuovo Cinema di Pesaro: alle 15 al Teatro Sperimentale è prevista la proiezione dei primi lavori del 27. Evento Speciale, “Fuori Norma. La via sperimentale del cinema italiano” con Musical Fantasy Light di Danilo Torre, Miserere di Antonello Matarazzo, Lido di Marco Santi, Games IV di Silvia Di Domenico e Giulio Latini e Panorama_Roma degli Zimmerfrei e Articolazioni del collettivo Acqua-Micans Group. Seguirà alle 16.30 il primo film del Concorso Pesaro Nuovo Cinema, Halley di Sebastian Hoffman, parabola esistenziale di uno zombie pronto a ritirarsi dal mondo dei vivi. Alle 18.30 primo appuntamento anche con la sezione dedicata all’animazione russa in “rosa”, “Femminile plurale”, con l’omaggio a una delle maggiori esponenti contemporanee, Maria Murat, presente alle proiezioni delle sue opere La tormenta, Lui e lei, La fanciulla di neve e L’albero di Natale. A seguire esordirà anche la retrospettiva sul Nuovissimo cinema cileno con la presentazione di Play di Alicia Scherson, mentre alle 23 si concluderà il programma al Teatro Sperimentale con una nuova incursione nel cinema sperimentale italiano rappresentato da Helmut Doppel dei canecapovolto e dal documentario di Pietro Marcello, Il silenzio di Pelešjan. Da non perdere infine il film di apertura della Mostra, presentato Fuori Concorso alle 21.45 in Piazza del Popolo per inaugurare anche il “Cinema in Piazza”, A long and happy life di Boris Khlebnikov, potente ritratto della Russia rurale e di un uomo catturato nelle maglie di un’amministrazione corrotta e brutale, per difendere la sua terra e i contadini che vi lavorano. A chiudere la prima giornata di festival sarà lo spazio notturno dedicato al cinema sperimentale di round midnight, previsto a Palazzo Gradari dalle 00.15. con i tre nuovi progetti video del LEMS (Laboratorio Elettronico per la Musica Sperimentale) e, a seguire, un estratto di 30 minuti dal documentario Pesaro. La città si racconta di Giovanna Marcheggiani.

venerdì 21 giugno 2013

Arriva la 19.a edizione del MedFilm Festival, dal Maxxi a Villa Borghese: tutto il cinema dell'area Mediterranea con proiezioni, incontri, ospiti, omaggi ed eventi

Il MedFilm Festival torna quest'anno con molto anticipo sulle date storiche. Infatti, parte nel solstizio d’estate la manifestazione cinematografica più antica della Capitale che inaugurerà la sua 19.a edizione il 21 giugno, nella prestigiosa sede del Museo MAXXI, per proseguire da lunedì fino al 30 giugno, a Villa Borghese, alla Casa del Cinema e al Cinema dei Piccoli.

"Ancora una volta possiamo dirci soddisfatti del programma che andremo a presentare in versione estiva - dichiara la Presidente del MedFilm Fest, Ginella Vocca -; una selezione accurata di film, tutti di carattere, in cui si impone ai protagonisti una resa dei conti, un confronto senza mediazioni tra i propri sogni, la realtà e un futuro tutto da riscrivere. Un po' come noi del MedFilm, amati e apprezzati, ma lasciati sempre a volteggiare senza rete!". E dunque, tra un volteggio e l’altro, si darà continuità a un progetto di alto profilo culturale e istituzionale che accoglie, da 19 anni, nei luoghi più prestigiosi della Capitale, le cinematografie e le delegazioni artistiche provenienti da 40 paesi dell’area, "andando alla ricerca di quei punti di contatto e linguaggi condivisi indispensabili alla costruzione di una società più giusta e solidale, perché senza Cultura non siamo che schiavi", aggiunge Vocca. Paese Ospite d’Onore dell’edizione 2013, dedicata all’Anno Europeo dei Cittadini, è la Croazia che con il MedFilm Fest celebra il suo storico ingresso in Europa. Dal 1° luglio, sarà infatti il ventottesimo paese membro dell’Unione Europea. La manifestazione propone in omaggio alla Croazia una selezione di 14 film: cinque lungometraggi, due documentari e sette cortometraggi, un’ampia panoramica per poter rintracciare i fili di una cinematografia capace di dare rilievo a poetiche autoriali, sorprendenti film di genere, realtà significative come quelle documentaristiche, graffianti e poetiche animazioni. Se Arsen Anton Ostoji – autore dell’acclamato "A Wonderful Night in Split" – indaga con "Halima’s Path" sulle ferite ancora aperte della guerra in Bosnia, Damir Cucic realizza con "A Letter to My Father" uno struggente diario che mette a confronto il rapporto problematico di un padre e suo figlio.
Il festival propone anche "Sonja and the Bull" di Vlatka Vorkapic, tra commedia romantica e road movie, il film di maggiore successo al box office croato degli ultimi 12 anni. Di forte impatto anche i due documentari proposti, "Blokada" di Igor Bezinovic (in concorso) e "Cedo" di Nikola Strašek. Una realtà estremamente significativa quella del documentario che completa il quadro d’insieme dedicato dal festival alla cinematografia croata che chiuderà l’omaggio con il conferimento del Premio alla Carriera a Veljko Bulajic, antesignano del genere spettacolare ed epico del cinema jugoslavo. Autore di elaborati affreschi storici che hanno dipinto migrazioni forzate e lotte partigiane, incubi atomici e aspri scontri per il potere, Bulajic è alfiere di un cinema libero e cameratesco, in cui le diseguaglianza sono messe da parte in nome della sacralità dell’unione e della lotta. Una vita immersa nel mezzo della tempesta la sua, consacrata alla battaglia per la libertà, contro l’ingiustizia, la censura e ogni forma di ipocrisia.
Nove i lungometraggi presentati nel Concorso ufficiale Premio Amore e Psiche. Quattro opere prime, due opere seconde e tre opere terze che indagano le problematiche sociali e sentimentali di un Mediterraneo in crisi di mutazione. Al croato "Halima’s Path" di Arsen A. Ostojic, toccante dramma sui traumi della guerra in Bosnia, si accompagnano l’israeliano "Rock the Casbah" di Yariv Horowitz, ambientato durante la prima Intifada (1987-1993); la tragedia greca calata nella provincia algerina dal titolo "Yema", lo scioccante "The Attack" del regista libanese Ziad Doueiri, con l’attore/autore Ali Suliman ("Paradise Now", "La sposa siriana") che sarà ospite del festival insieme alla giovane regista Konstantina Voulgaris, che presenterà "A.C.A.B - All Cats Are Brilliant", reduce da un enorme successo in patria e dolorosa ricognizione sulla precarietà economica ed affettiva che affligge i ragazzi greci. Sconvolgente è anche il quadro dell’Egitto post Rivoluzione offerto da Hala Lotfy in "Coming Forth by Day", mentre l'italiano Davide Manuli in "La leggenda di Kaspar Hauser" (appena uscito in sala) riattualizza genialmente il mito del trovatello tedesco. A chiudere il cerchio, l’ambiguo noir "Nesma" di Homeida Behi, che racconta la crisi della borghesia tunisina, ed il francese "Rengaine" di Rachid Djaidani, libera improvvisazione jazz sull’integrazione e lo scontro tra culture e religioni. Il Concorso Internazionale Documentari Premio Open Eyes, la cui selezione è stata curata per il terzo anno dal regista Gianfranco Pannone, è un viaggio nei luoghi più impervi e sconosciuti del Mediterraneo. Undici le opere in concorso, dalla Turchia alla Francia, dal Libano a Israele, dalla Grecia alla Croazia, con un intreccio di storie che si agitano tra pubblico e privato, presente e passato. Tra queste, spiccano l’italiano "Nadea e Sveta" di Maura Delpero, il palestinese "Art/Violence", il croato "The Blockade", l’eco delle (fallite?) primavere arabe dal titolo "Babylon", le vicende di rifugiati africani e balcanici di "Le mond est comme ça" del sempre puntuale Fernand Melgar e il malcontento degli indignados di "Vers Madrid" del poeta e regista Sylvain George che sarà ospite del festival e al quale il MedFilm Festival dedica anche una retrospettiva.
Diciassette sono invece i cortometraggi del Concorso Internazionale Premio Methexis. La sezione, curata da Alessandro Zoppo, storica presenza del MedFilm Fest, si dipana tra incertezze quotidiane, fughe oniriche, proponendo un cinema tenace, anarchico e malinconico. Il racconto dei giovani registi del Mediterraneo è un trip tra l’asfalto ribollente delle strade di Atene, i condomini brulicanti di vita e passioni di Algeri, gli istinti soffocati di Marsiglia, i labirinti emotivi di Istanbul, i vicoli e le periferie grondanti buio e speranza di Roma. Saranno inoltre proposti due Focus: uno sulla Grecia e uno sulla Spagna. E parteciperanno al festival con film e ospiti anche Libano, Egitto, Algeria, Tunisia, Israele, Turchia, Palestina e Francia. Conferma la sua partecipazione l’artista Francesco Cuomo, che ha concesso l’utilizzo della sua opera “Dio vede e provvede” quale immagine del festival, e realizzato i cinque premi per i vincitore del MedFilm Festival 2013. Le novità di quest’anno sono due: la Sezione Le Perle: Spazio al cinema italiano. Una sezione che vuole dare luce al cinema italiano, spesso poco visibile o addirittura invisibile, ma che nonostante la crisi sta tirando fuori film coraggiosi tali da attrarre l’attenzione dei severi selezionatori del Festival. Tre i lungometraggi proposti: "Bellas Mariposas" di Salvatore Mereu, adattamento dell’omonimo romanzo di Sergio Atzeni, nel quale si combinano realismo disperato e magia in una Cagliari periferica ed inedita; "Sta per piovere" del regista italo-iracheno Haider Rashid, che racconta attraverso la storia di Said, un immigrato di seconda generazione intrappolato negli ingranaggi della legislazione italiana, le questioni legate all’identità e al concetto di “straniero”; "Padroni di casa" di Edoardo Gabbriellini, unico film italiano in concorso all’ultimo Festival di Locarno, thriller ad alta tensione sul cuore nero della provincia italiana interpretato da Valerio Mastandrea, Elio Germano, Gianni Morandi e Valeria Bruni Tedeschi. A testimonianza della varietà di voci e stili presenti nella sezione, sarà dedicato un evento speciale alle nuove tecnologie e al 3D immersivo con il documentario in anteprima mondiale, "Apollineum 3D - Viaggio in 3D nel Parco degli Dei" di Jordan River. E il documentario "Fatti corsari" di Stefano Petti e Alberto Testone, racconto che mescola linguaggi, stili, generi e materiali diversi nella storia di un uomo incredibilmente somigliante a Pier Paolo Pasolini, tale da fondere in una sola cosa realtà e palcoscenico. Infine, concludono la sezione sei cortometraggi inediti, tra cui la sorprendente docu-fiction "La strada di Raffael", la delicata animazione "Forcine" e l’astratto ed intenso "Inassenza".
La Sezione Libri Letture dal Mediterraneo è la seconda novità: una vetrina di incontri letterari dedicata al legame tra racconto scritto e racconto filmato. Nei pomeriggi di giugno, nella bella cornice di Villa Borghese, si terranno gli incontri con gli scrittori del mare, curati per il MedFilm Festival da Giulia Riva della libreria Griot. Saranno ospiti: Sarah Zuhra Lukanic, Stefano Polli, Cosimo Rega, Helene Paraskeva e Francesca Bellino. Lo showcase che accoglie i molteplici sguardi che fanno della società francese un esempio vivacissimo di multiculturalismo, la sezione Le Regard des Autres, ospita quest’anno un omaggio al documentarista francese Sylvain George, da sempre attento a tematiche legate all’immigrazione clandestina e all’incontro tra culture differenti. Inoltre, il MedFilm Fest rafforza la partnership con l’Istituto Cervantes Roma grazie alla sezione Territorio Documental, ciclo di quattro film che rappresentano le varie forme creative del documentario spagnolo, offrendo una proposta estremamente stimolante delle sue possibilità nella sua natura transnazionale. Il Premio Koinè 2013 andrà al Ministro per l’integrazione Cécile Kyenge, da sempre impegnata per i diritti dei migranti e nella promozione del dialogo tra le culture, attraverso la sua attività politica e l’associazione DAWA di cui è anche fondatrice. Oltre al maestro del cinema croato Veljko Bulajic, anche l’autore egiziano Yousry Nasrallah sarà insignito del Premio alla carriera. Regista da sempre interessato a temi come l’integralismo religioso e l’emigrazione, Nasrallah presenterà al Medfilm Fest il suo ultimo film "Aprés la Bataille", un’opera di straordinaria intelligenza che ha saputo anticipare, prima degli altri, le contraddizioni emerse nei mesi successivi alla caduta di Mubarak. Lontano dai toni trionfalistici di tanto cinema politico e militante il film rappresenta, a distanza di un anno dalla sua prima mondiale, un documento storico di capitale importanza, uno spartiacque nella cinematografia egiziana. La consegna del Premio avverrà il 21 giugno, presso il Museo MAXXI, in occasione della Cerimonia di apertura del festival. Una Giuria speciale e tutta italiana per il Concorso, Premio Amore e Psiche, che vede la partecipazione della giornalista e critica cinematografica Fulvia Caprara, dello sceneggiatore e regista Franco Bernini, dell’attrice Anita Kravos, del giornalista, critico cinematografico e programmer Giona A. Nazzaro. Per il terzo anno la giuria ufficiale sarà affiancata dalla giuria formata da Più Culture, testata giornalistica online focalizzata sulla vita quotidiana degli stranieri che vivono a Roma, in particolare nel II Municipio. Questa giuria speciale sarà composta da Alexandra Crasnaru Dragomir (Romania), Fadoua Jalmous (Marocco), Hussein Ben Hussein (Libia), Parisa Nazari (Iran), Pape Kanouté (Senegal), Silan Evinci (Turchia) e Sekou Maouka Diabate (Costa D’Avorio). Anche per il Concorso Internazionale Documentari Open Eyes ci sarà una giuria speciale, formata dalla giornalista Cristina Piccino, dalla scrittrice e sceneggiatrice Mariolina Venezia e dal regista Rachid Benhadj. Ad assegnare i premi del Concorso Internazionale Cortometraggi Premio Methexis, gli studenti diplomandi delle Scuole Nazionali di Cinema dei paesi dell’area mediterranea che affiancheranno la giuria formata dai detenuti della Casa Circondariale di Rebibbia. Un ringraziamento particolare va al DAP-Ministero della Giustizia e al Garante dei diritti dei detenuti del Lazio per il fondamentale supporto dato al Progetto Methexis. Forum: Aspettando “Europa Creativa”… Quali azioni per abbattere le barriere culturali in Europa ed allargare la cooperazione con la sponda sud del Mediterraneo? L’incontro organizzato in collaborazione con il Dipartimento delle Politiche europee, Media Desk Italia, Museo MAXXI e Roma Lazio Film Commission, intende approfondire le possibilità offerte da un potenziale mercato euro-mediterraneo dell’audiovisivo, che per molti, nonostante la vicinanza geografica dei Paesi che compongono quest’area, sembra ancora un’utopia. In particolare, nell’anno europeo dei cittadini, si intende sottolineare il fondamentale ruolo che la cultura può avere per rafforzare una maggiore coscienza e consapevolezza dell’essere cittadini europei. All’incontro prenderanno parte i rappresentanti delle istituzioni e i professionisti delle due sponde del Mediterraneo tra cui: l’On. Silvia Costa, membro del parlamento europeo e relatore del Programma Europa Creativa; Damir Grubiša, Ambasciatore di Croazia in Italia; Giovanna Melandri, Presidente della Fondazione Maxxi; Valerio Caruso, Programma Euromed Audiovisual; Luciano Sovena, Luce Cinecittà; Gianluca Chakra, distributore dell’area del Golfo; Habib Attia, produttore e distributore tunisino; Alessandra Priante, Attaché culturale per l’area del Golfo al Ministero Affari Esteri; Gian Paolo Manzella, consigliere Regionale del Lazio; Ginella Vocca, Presidente del MedFilm Festival. Presso la suggestiva location del Cinema dei Piccoli e con la collaborazione del Medfilm Festival, prenderà il via Scrivere il Documentario: il primo workshop sulla scrittura del reale interamente organizzato all’interno di un festival capitolino. 24 ore totali di lezione ed esercitazioni lungo due week end intensivi (22/23 e 29/30 giugno), per un numero massimo di 20 partecipanti che, divisi per coppie, realizzeranno uno script/dossier per un documentario di mezzora, il tutto sotto la guida di docenti d’eccezione: il regista Gianfranco Pannone e lo scrittore e autore di documentari Cosimo Calamini.

domenica 16 giugno 2013

Al XXXIII Fantatestival di Roma vincono l'horror corale italiano "P.O.E." e il thriller fantascientifico "Error of the Human Body" di Eron Sheean

ROMA, 16 – Ha chiuso i battenti la XXXIII edizione del FantaFestival, Mostra Internazionale dei Film di Fantascienza e del Fantastico – svoltasi dal 10 giugno al 21 settembre 2013 -, diretta da Adriano Pintaldi e Alberto Ravaglioli e promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Direzione Cinema, dall’Assessorato alla Cultura Arte e Sport della Regione Lazio, e realizzata in collaborazione con la Cineteca Nazionale - Centro Sperimentale di Cinematografia - con la tradizionale serata di premiazione. Si è aggiudicato il Pipistrello d’Oro al Miglior Lungometraggio Fantastico Italiano "P.O.E. - Project of Evil", horror 'corale' firmato Angelo Capasso, Giuseppe Capasso, Domiziano Cristopharo, Donatello Della Pepa, Giuliano Giacomelli, Remy Ginestet, Nathan Nicholovitch, Edo Tagliavini e Alberto Viavattene. Ovvero una serie di episodi ispirati a diversi racconti di Edgar Allan Poe, dai risultati, ovviamente diversi per stile e narrazione, però tutti al di sopra della media del genere. Pipistrello d’oro anche a "Error of the Human Body" di Eron Sheean, Miglior Lungometraggio Fantastico Internazionale. Quanto ai corti, i migliori sono stati giudicati "Bios" di Grazia Tricarico, Miglior cortometraggio italiano, e "Fist of Jesus" di Adrián Cardona e David Muñoz, Miglior cortometraggio straniero.

Infine, un Premio Speciale è andato a Federico Zampaglione per il suo "Tulpa - Perdizioni Mortali", presentato in anteprima nella serata di chiusura di questa edizione, alla vigilia dell'uscita (20 giugno) nelle sale italiane. Si è conclusa in questo modo una settimana ricca di anteprime, di retrospettive e di titoli che hanno coinvolto il grande pubblico di appassionati del fantaorrore cinematografico nelle tre 'nuove' location che hanno fatto da set alla manifestazione: Casa del Cinema, Cinema Barberini e Cinema Trevi. Ma le proposte del Fantafestival non si esauriscono nella settimana 10-16 giugno: la manifestazione infatti si articolerà su tutta Roma con una FantaEstate che farà la felicità degli appassionati fino al 21 settembre con numerose proposte culturali che si articoleranno presso alcune biblioteche del Comune, centri culturali e strutture appartenenti al carcere Circondariale di Rebibbia.
Ma torniamo a "Tulpa", presentato al Frightfest di Londra e alle più prestigiose e specializzate vetrine internazionali, come i festival di Sitges 2012, San Sebastian 2012, il Fantasporto 2013 e il Noir in Festival di Courmayeur, dove è stato accolto in maniera entusiastica da una parte e controversa dall'altra parte, dalla critica di tutto il mondo. Infatti, Federico Zampaglione, dopo la commedia nera "Nero bifamiliare" e l'inquietante horror "Shadow", torna per la terza volta dietro la macchina da presa realizzando una pellicola dal ritmo vertiginoso, soprattutto nella prima parte, arricchita da morbose sfumature erotiche, perversioni sessuali e una serie di omicidi, prende ispirazione dal thriller all'italiana anni Sessanta/Settanta, e in primis dal maestro del genere Dario Argento. Nel ruolo della sensuale protagonista della pellicola troviamo la sempre affascinante Claudia Gerini - insieme al compagno regista presente alla cerimonia di premiazione -, che sul suo personaggio ha affermato: “E' il mio film più controverso. Sicuramente ho vissuto un'esperienza totalmente diversa dalle precedenti ed è stato difficile rivedermi sullo schermo. ”
Nel film, l'attrice è Lisa, donna in carriera solitaria e incapace di legarsi sentimentalmente, che comincia a frequentare il Tulpa, un night-club dove si soddisfano strani e misteriosi piaceri sessuali che possono dar vita, a volte, a demoni in carne ed ossa. Ma tra i personaggi che ruotano attorno a questo universo sotterraneo, si nasconde un misterioso assassino - li sta macellando uno ad uno - che incombe su una Roma oscura e tentatrice, ambientata all'Eur di argentiana memoria. Ma cosa spinge il killer a fare del male? E chi sarà la prossima vittima? La risposta al cinema, anche se per gli appassionati il giallo non è così complicato, anzi prevedibile. Suspense e brivido, come accennavamo, regnano nelle prime scene, ovvero nel lungo prologo quando l'assassino mette in scene il primo, crudele e spietato, omicidio lasciando però un indizio rivelatore. Nel cast del discusso thriller anche i premiati Michele Placido, Michela Cescon e Nuot Arquint, già inquietante protagonista di “Shadow”.
Oltre ai film premiati nel concorso e/o in anteprina c'erano anche altre produzioni (o coproduzioni) italiane indipendenti più che interessanti, a dimostrare che, se l'horror all'italiana è rinato, lo ha fatto in quel cinema 'sotterraneo' low budget che però vende e si vede più all'estero che in patria. Tra questi "Wrath of the Crows" (t.l. L'ira dei Corvi) di Ivan Zuccon, nome ormai noti agli appassionati non solo italiani. Un horror carcerario e una storia sovrannaturale originale, brutale e coinvolgente, tra brividi ed efferatezze, trovate e colpi di scena. Nel cast due attrice 'specializzate' come Tiffany Sheepis e Tara Cardinal, vista anche in "Gemini
Rising" di Dana Schroeder, sulla strada delle dive del genere. E i riferimenti dei giovani registi non sono più, anzi non solo, Mario Bava e Riccardo Freda oppure Argento, ma anche Lucio Fulci, Antonio Margheriti (alias Anthony M. Dawson), Umberto Lenzi e Ruggero Deodato, tutti presenti nella restrospettiva che il Fantavestival ha dedicato a loro, dal titolo "Spaghetti Horror", venerdì 14 e sabato 15 giugno al cinema Trevi. José de Arcangelo

sabato 8 giugno 2013

Alla 49.a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro ritornano il "nuovissimo cinema cileno" e quello italiano "fuori norma"

Quasi cinquant'anni ma non li dimostra. Infatti, la Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro è arrivata alla 49a. edizione, in programma dal 24 al 30 giugno 2013 e - nonostante i 'tagli' si ripresenta ricca di film e proposte concentrati in una sei giorni, come ha detto Bruno Torri, presidente del Comitato scientifico e cofondatore della Mostra "sotto il segno dell'innovazione e della continuità della tradizione".

"L'anno prossimo festeggeremo nozze d'oro - afferma Torri -, ma la cultura e il cinema subiscono l'assenteismo di una politica culturale seria e responsabile, la realizzazione e la programmazione sono sempre in sospeso, ci sono ricadute negative sul festival al cento per cento, ci saranno dei tagli lo sappiamo, speriamo contenuti. La situazione è resa più difficile dalla crisi economica e dalla mancanza di liquidità. Infatti, gli interessi accrescono le difficoltà. Per il momento non c'è nulla di nuovo che possa rassenerarci. Comunque, anche quest'anno il festival sarà ricco, le giornate dense, le iniziative principali, dedicate al Cile e allo sperimentalismo italiano, si presentano particolarmente interessanti, sempre in linea con la vocazione del festival, magari in modo più generico". "La monografica si riallaccia alla vecchia Pesaro - prosegue -, nel 1973 c'erano parecchi cineasti cileni, e la mostra si svolgeva allora a settembre quando ci fu il colpo di Stato di Pinochet, e loro restarono in Italia per non rincorrere nei castighi della violenza e della ferocia della dittatura. E' stato un shock quello che era avvenuto in Cile, ma prevedibile. Stavolta è una rivincita morale e politica, un risarcimento critico e politico al cinema cileno. Il festival del resto, ha molto a che fare con lo sperimentalismo, tanto che la 3a. edizione era stata dedicata all'underground statunitense, in quelle successive a quello italiano, sono passati tanti autori di questa linea espressiva, da Griffi aToti".
"Per un caso a circa quarant'anni dalla dittatura cilena - ribatte Giovanni Spagnoletti, direttore artistico della Mostra -, quando c'erano cineasti come Raul Ruiz, Miguel Littin, Patricio Guzman, oggi abbiamo l'occasione di assistere a una manifesta fioritura del cinema, del 'nuovissimo cinema cileno', per distinguerlo da quello degli anni '70. Ora la società cilena è una delle più dinamiche dal punto di vista sia economico sia culturale, tant'è che al Salone del libro di Torino sono state protagoniste la letteratura e la poesia cinema. Anche noi senza nessuno tipo di sintonie, non dichiarate né telefonate né dette, avevamo idea da qualche anno di questa maturazione, dalla visibilità internazionale. Da 'No' di Larrain che è stasto candidato all'Oscar a 'Gloria' che avuto il premio alla miglior interpretazione femminile a Berlino, mentre alla Quinzaine di Cannes c'erano tre film cileni. Un fermento e un interesse che abbiamo cercato di capitalizzare per il mercato itaiano. Abbiamo pensato ad un quadro delle diverse sfacettature del cinema cileno recente, dal 2004, ma di fatto il cuore della rassegna sono film molto recenti, dal 2009 ad oggi. Una recognizione molto ravvicinata sulla nuova generazione di autori nati nel Cile stesso o negli Usa, dovuta ad una straordinaria dinamicità in economia, è una delle poche che corre internazionalmente. Per fortuna non è solo economica ma qualitative. Avrei voluto offrire una panoramica molto più grande, ma non c'è nessun tipo di abbassamento della qualità, si tratta di una selezione nella selezione, e soprattutto film mai presentati in Italia, tra essi abbiamo poi scoperto che il film su Violeta Parra è stato acquisito dalla Monkey Creative Studios, mentre quello che racconta la storia della dittatura cilena "Gloria" di Sebastian Lelio, fa particolare piacere l'interesse della Lucky Red che l'ha acquistato ( uscirà ad ottobre), dopo il grandissimo successo a Berlino e all'uscita cilena".
"Tra i film in concorso - continua - in un primo momento sembrava ci dovessero essere solo registi donne, poi invece sono comparsi anche i maschi e, tra sfuggiti e proposti, sono sette film per tener conto delle nuove tendenze internazionali, dagli ex paesi dell'Est allo stesso Cile, e una particolare attenzione al cinema italiano, non per necessità ma per una convinzione: esiste una parte del cinema italiano che non ambisce solo a Venezia o Roma, ma che dimostra a livello verticale una trasformazione generazionale e una crescita sia di attori che di registi, nel raccontare il Paese in maniera diversa da quella a cui siamo abituati. Uno appresso all'altro, due film che ci sono piaciuti sinceramente, in programma senza dover dire c'è bisogno di difender. E' stata completamente una selezione critica. Dopo quindici anni di direzione, la manifestazione rivolge particolarmente l'occhio verso il cinema italiano che non fosse più commerciale, più di genere, non centrato e dove ognuno fa il proprio mestiere per coltivare un campo consono. Piaceranno o no, saranno preferiti gli stranieri o no. L'importante è che partecipasse alla lotta di resistenza del cinema in generale, italiano in particolare".
"Data la difficile situazione economica abbiamo dovuto compattare il festival in 6 giorni pieni, visti i costi in continua trasformazione, in piazza le proieione saranno in digitale, mentre l'anno prossimo dovremo avere un budget che ci consenta di trasformare la sala del Teatro Sperimentale (dove vengono proiettati la maggior parte dei film in concorso e non ndr.), visto che entro la fine di quest'anno le proiezione in digitale vanno a regime. Un po' come il passaggio dal muto al sonoro, nell'arco qualche anno, credo, ci saranno forme diverse di cinema. Oggi, però, parla solo ed esclusivamente la lingua digitale". "Ma ci sono alltri piccoli eventi - conclude -, come la rassegna sull'animazione russa, una volta tra le più importanti al mondo, ma per ragioni politico-culturali poco conosciuta oggi. Anni fa circolavano anche da noi. La Mostra che ha spesso dedicato particolare attenzione al cinema dell'ex Urss e, negli ultimi anni, della Russia, ha un filo diretto con la Federazione russa, e ha organizzato con le loro istituzioni culturali quattro programma d'animazione dedicato alle migliori autrici. 'Uno sguardo femminile' diverso da quello tradizionalmente esplorato".
"L'evento speciale è veramente speciale - afferma il curatore Adriano Aprà -, non retrospettivo ma prospettivo, qualcosa di nuovo su uno sguardo in avanti, per gettare luce su un vasto territorio di produzione italiana che non ha visibilità nel circuito tradizionale, ma fuori dalle strutture consolidate della produzione e della distribuzione. Infatti, molti si possono vedere sulla rete, ma bisogna fare attenzione. In programma una selezione che non ha tenuto conto della distinzione tra finzione, documentario, animazione, sperimentale, né del formato in pellicola, video o altro. Non mi sono posto il problema, ma solo dal punto di vista estetico e in che misura rapprentavano il cinema fuori norma, al di fuori dei parametri produttivi estetici consolidati, un cinema contro corrente ma non marginale. Né di eccezione (nella retrospettiva), un materiale enorme, centinaia di opere ma avevo l'impressione che mancassero molte cose. Allora dei giovani si sono procurati dei dvd, e ho scoperto che c'è ancora un sommerso che non ha l'occasione della visione. Si tratta di un vero fenomeno che non può considerarsi marginale, ma accanto, e credo sia il seme di un cinema italiano di domani". "Per ragione di spazio abbiamo accorpati alcuni corti - conclude Aprà -, non perché uno vale l'altro, ma perché ciascuno merita di essere visto, senza nessuna unità tematica ma per ragioni di durata. Quando ho concepito l'idea della via sperimentale, ignorando la retrospettiva, pensavo di farla partendo dagli anni '60, ma non aveva senso perché troppo vasta. In un secondo tempo abbiamo detto concentriamoci sugli anni 2000, ma abbiamo dovuto fare una selezione, tagliare a metà e privilegiare i giovani (dai '90 ai 2000), lasciando da parte, forse, i più visibili o noti. Ho selezionato un'opera per autore, solo due eccezione fuori programma, un documentario su Griffi per riallarciarci al suo lavoro e presenza alla Mostra in passato, e alcune opere di Mauro Santini pesarese. Alcuni saggi (nel volume "Fuori norma" pubblicato da Marsilio per la Mostra) indagano da diversi punti di vista i 'fuori norma' e la via sperimentale ".
"Come presidente della federazione dei festival italiani - chiude spagnoletti -, spero che tra le prospettive del nuovo governo, ci sia quella di evitare che il patrimonio culturale del festival venga distrutto dalla mancanza di finanziamenti, visto che gli sponsor in Italia non sono come negli Usa, ma legati a rapporti politici, e difficili da convincere soprattutto per una manifestazione come la nostra senza red carpet e star. I nostri divi sono registi e attori, magari non di importanza internazionale, ma sul fermo principio del cinema, sempre corredata da una festa-incontro che riesce a unire personalità diverse, a farle incontrare, dialogare col pubblico. Poi le proiezioni in piazza (1500 spettatori) di film che la gente non andrebbe mai a vedere in una sala chiusa perché li proiettiamo in v.o. con sottotitoli. Chiediamo che questo patrimonio non venga anichilito, perché sappiamo benissimo che il finanziamento scenderà, a livello di produzione ed esercizio. La promozione è un capitolo piccolo, cifre molto minori anche sui dati della produzione, è un impasse grave. Il Festival di Roma che non aveva mai chiesto il finanziamento pubblico, stavolta chiede al MiBac. Non dobbiamo scendere alla tradizionale lotta tra poveri, cerchiamo di mantenere un rapporto solidale tra le nostre rassegne, anche piccole, dedicate ai corti, tra cui anche il Festival di Torino, il Noir che contano relativamente su un budget più consistente. Più si riesce a ottenere più abbiamo la possibilità di trasformare tutto ciò in promozione per il cinema, il nostro è una sorta di secondo circuito, senza rete, che offre film che non avranno mai l'occasione di essere visti in paesi diversi dai quali sono usciti, un circuito non paragonabile a quello commerciale. Speriamo che il nuovo ministro ne tenga conto in maniera adeguata".
Ed ecco in dettaglio il programma della Mostra. In primo piano la ‘Nuova Ola Chilena’, per festeggiare la vitalità del nuovissimo cinema cileno – soprattutto dell’ultimo decennio e grande attesa per il pluripremiato film sulla cantautrice e artista Violeta Parra, “Violeta se fué a los cielos” (V. Went to Heaven) - e presentare un focus su Sebastian Lelio con una selezione dei suoi lavori; poi il 27° evento speciale, quest’anno dedicato alla ‘meglio gioventù’ del cinema italiano ‘fuori norma’, ovvero alla ‘via’ sperimentale del cinema del Belpaese nel nuovo millennio con una selezione di quaranta opere che spaziano dall’animazione al documentario, dal corto al lungometraggio. Al centro il tradizionale concorso ‘Pesaro nuovo cinema’, il cui premio è dedicato alla memoria di Lino Miccichè, fondatore e storico direttore del festival, che presenta sette film provenienti dai quattro angoli del mondo e dove l’Italia, per la prima volta, viene rappresentata da ben due film: “L’estate sta finendo” di Stefano Tummolini, un weekend che inizia come una commedia e finisce come un thriller, e “Non lo so ancora” del’esordiente Fabiana Sargentini, con Donatella Finocchiaro e Giulio Brogi, ispirato ad un incontro con il critico Morando Morandini. Lo stesso Cile concorre con “La chupilca del diablo” di Ignacio Rodriguez, il Messico con l’horror ‘naturalistico’ “Halley” di Sebastian Hoffman, la Romania con “Matei Child Miner” di Alexandra Gulea, la Slovacchia con “My Dog Killer” di Mira Fornay, e il Canada con “Kayan” di Maryan Najafi. Il Cinema in Piazza accoglierà anche quest’anno una selezione di opere proveniente da tutte le sezioni del festival, a cominciare dal film di apertura, “A Long and Happy Lifes” di Boris Khlebnikov, già applaudito alla Berlinale, e si chiuderà con l’anteprima del film di Sebastian Lelio, “Gloria”, per dimostrare che il grande cinema, quello veramente ‘nuovo’ e quello che ha fatto la storia, piace anche al cosiddetto grande pubblico. E l’Avanfestival, il 23 giugno, per restare in tema presenterà il film cileno “No - I giorni dell’arcobaleno” di Pablo Larrain, premiato a Cannes e uscito nelle sale recentemente. Riconferma anche per lo spazio anticonvenzionale, notturno e cinefilo, del dopofestival “Round Midnight”, incursione nelle nuove frontiere dell’audiovisivo dedicato, tra gli altri, a Mauro Santini, Francesco Lettieri e al Lems. Omaggio al grande amico Gianni Toti, precursore della videoarte italiana e inventore della poetronica, scomparso nel 2007, con l’anteprima di “Scenari dal Toti-verso. Lo ‘Sguardo femminile’ del cinema russo, stavolta è rivolto al cinema d’animazione attraverso le registe Maria Murat, Natalia Davizha, Irina Marglina ed Ekaterina Skvortsova. Il Workshop, sarà condotto da un’importante personalità del settore come il regista marchigiano Daniele Gaglianone - autore di “Pietro” e “Ruggine” -, e sarà l’occasione per sperimentare l’intero processo produttivo di un cortometraggio.
Non mancherà nemmeno il Premio Amnesty International che, per la settima volta, premierà il film più attento alla difesa e alla promozione dei diritti umani. In collaborazione con “Cliciak”, il concorso per fotografi di scena del Centro Cinema Città di Cesena, e l’Associazione Culturale Il Teatro degli Artisti, si svolgerà presso la Galleria di Franca Mancini la mostra fotografica “Tra ricerca e regionalismo, Cinema Indipendente Italiano (2000-2012)”, ideale proseguimento dell’evento speciale sul nostro cinema sperimentale. Infine, il Premio Cinemarche Giovani, il Perf 2013, la giuria giovane, il marketing Guerilla, Pesaro a Roma (naturalmente nelle prime settimane di luglio) e Pesaro Online. La Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro è realizzata con i contributi della Direzione Generale per il Cinema del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dell’Assessorato ai Beni e alle Attività Culturali della Regione Marche, della Provincia di Pesaro e Urbino – che come si sa è in via di smantellamento – e del Comune di Pesaro. José de Arcangelo