sabato 5 dicembre 2015

Doc/it torna in Cina al GZDoc, Guangzhou International Documentary Film Festival (Canton) dove l'Italia è ospite d'onore

Doc/it torna quest’anno nel contesto del più importante festival e mercato cinese di documentari – GZDOC, dove l’Italia sarà presentata come Paese d’Onore. Già annunciato da Doc/it alle scorse Giornate degli Autori di Venezia, il riconoscimento di “Italy Country of Honor” è il prezioso frutto dell’accordo di cooperazione di lungo periodo siglato tra Doc/it e GZDoc, Guangzhou International Documentary Film Festival (Canton) nel 2014.

La delegazione italiana, realizzata con il contributo di ICE – MISE, MiBACT – DGC, in collaborazione con Consolato Italiano a Guangzhou, Fondazione Italia Cina e Casa del Cinema di Roma, è guidata dalla Presidente di Doc/it Agnese Fontana e vede al fianco dei produttori italiani anche la presenza di Chiara Fortuna della Direzione Generale Cinema MiBACT, di Sherin Salvetti, Managing Director del canale A&E Networks Italy e di Markus Nikel di Rai Cultura. GZDoc aprirà con un Welcome Party dedicato all’Italia, occasione nella quale verranno letti pubblicamente i saluti augurali che il Direttore Generale del MiBACT Nicola Borrelli e il Sottosegretario al MISE Antonello Giacomelli hanno indirizzato a GZDoc ai partecipanti.
Durante L’Italian Day il 9 dicembre, si terrà il Pranzo Italiano, dove i singoli delegati avranno occasione di presentare la propria attività e i progetti rivolti al mercato cinese. Seguirà il Sino-Italian Coproduction Panel, un approfondimento sulle opportunità e agevolazioni che l’Italia offre al cinema internazionale sulle modalità di coproduzione. Particolare attenzione verrà data alle tematiche culturali e creative che possono favorire la partnership tra i due mercati. Presso lo stand Italy Country of Honor si svolgeranno gli incontri tra i delegati e i decision makers cinesi organizzati dal board di GZDoc. In competizione al festival ci sarà l’italiano:”Gente dei Bagni” di Stefania Bona e Francesca Scalisi. Vi sarà inoltre un focus sulla produzione italiana composta da 5 titoli selezionati da GZDoc, le cui proiezioni si svolgeranno presso la prestigiosissima Opera House di Canton, con presentazione da parte dei delegati. Alla fine delle proiezioni si svolgerà una conversazione tra la Console italiana, il pubblico e i delegati italiani partecipanti. 3 i progetti italiani selezionati per il Pitching Pubblico: “The Garden of the Roses”- Indyca , “I sing Belcanto” - Le Talee, “Dolphin Man” – DocLab. Nell’occasione di “Italy Country of Honor” DOC/IT assegnerà un premio per il miglior pitching cinese, sponsor Sheraton Hotel. Il premio consiste nell’ospitalità a Catania con l’intento di trovare in Sicilia una storia da raccontare attraverso una co-produzione italo-cinese. Il premio verrà consegnato nella cerimonia finale del festival in diretta TV.

Al 56° Festival dei Popoli di Firenze vincono Spagna, Francia e Brasile

E’ “O Futebol” (Il calcio, Spagna, 2015), il documentario del brasiliano Sergio Oksman che racconta la relazione tra il regista e suo padre attraverso il comune amore per il calcio, a vincere il Premio Miglior Lungometraggio del Concorso Internazionale del 56/mo Festival dei Popoli, che si è chiuso ieri sera, venerdì 4 dicembre, al cinema Odeon di Firenze. Il premio (8000 euro) è stato assegnato dalla Giuria Internazionale composta da Jos de Putter (regista, Paesi Bassi), João Matos (produttore, Portogallo), ed Eva Sangiorgi (italiana, direttrice del festival FICUNAM di Città del Messico).

Nel film, le partite del campionato mondiale (Brasile, 2014) scandiscono i giorni che padre e figlio trascorrono insieme dopo anni di distanza: sul divano di casa, in automobile, dietro il bancone di un bar o nel letto di un ospedale. In questa ritrovata vicinanza, l’occhio del figlio si riconcilia con la figura del paterna, ne redime il passato, ne trasfigura il presente. La giuria ha assegnato il premio con la seguente motivazione: “Una storia che affronta con stile preciso i punti di tensione tra intimità e distanza, memoria e realtà, giudizio e stupore. E che ci consegna al tempo stesso una rievocazione di una partita di calcio memorabile non solo nella storia dei mondiali di calcio ma anche nella storia del cinema.”
Il Premio per il Miglior Mediometraggio (4000 euro) è andato a “Une partie de nous s’est endormie” di Marie Moreau (Francia, 2015). “Ci ha colpito l’austerità dello stile – ha detto la giuria – come base di un ritratto convincente che è al tempo intimo e fastidioso. E’ l’inizio di una grande regista”. Il Premio per il Miglior Cortometraggio (2500 euro) è andato a “A festa e os cães” di Leonardo Mouramateus (Brasile, 2015). “Un film che ci ha entusiasmati per la straordinaria creatività della narrazione. Con mezzi limitati, per la maggior parte album di fotografie e ricordi narrati da voice over, ci viene offerta una storia universale di crescita e di abbandono di persone e luoghi. Soprattutto, abbiamo qui la prova del talento cinematografico di un giovane regista” – spiega la giuria.
La Targa “Gian Paolo Paoli”, premio al miglior film etno-antropologico, è andata a “Babor Casanova” di Karim Sayad (Svizzera, 2015): “Un ritratto a profondità, in un sincero stile umanista, dei sogni di un gruppo di giovani che crescono per strade che non hanno nulla da offrirgli.” Menzione speciale della giuria per “Somos Cuba” di Annett Ilijew (Germania, 2015). “Ci ha profondamente colpiti la schietta potenza delle immagini e delle scene girate da qualcuno che sappiamo solo chiamarsi Andrés” – ha spiegato la giuria. Il Premio Cinemaitaliano.info – CG Entertainment, che consiste nella pubblicazione e distribuzione del film nella collana dvd “Popoli doc” edita da CG Entertainment, è stato assegnato a “Loro di Napoli” di Pierfrancesco Li Donni (Italia, 2015). La giuria, composta dalla redazione di Cinemaitaliano.info, ha motivato così la scelta: “Per aver saputo raccontare con grande stile la straordinaria vittoria di un gruppo di ragazzi molto bravi a tirare un calcio al pallone, e ancor più bravi nel tirare un calcio al razzismo. Un perfetto intreccio di storie di vita in una Napoli bella e multietnica."
Il Premio “Gli Imperdibili”, che offre la possibilità di includere il film vincitore nel listino cinematografico "Gli Imperdibili" proposto da Regione Toscana al circuito dei Cinema d’Essai toscani (quarantuno sale), è andato a “If I Only Were that Warrior” di Valerio Ciriaci (Italia, Usa, 2015). “Per la costanza e la determinazione con cui la produzione ha raccontato un tema difficile e sconosciuto ai più, costruendo collaborazioni internazionali e lavorando con costanza e metodo sul reperimento dei fondi. Siamo convinti che la rete degli Imperdibili possa dare il giusto credito a un soggetto che merita l'attenzione e l'interesse di tutta l'opinione pubblica”. Il premio è assegnato da una giuria composta da rappresentanti di Toscana Film Commission, AGIS, ANEC e FICE e promosso da “Quelli della Compagnia” di Fondazione Sistema Toscana, AGIS, ANEC e FICE. Il Premio MyMovies.it – Il cinema dalla parte del pubblico quest’anno va a “Sponde. Nel sicuro sole del nord” di Irene Dionisio (Italia, Francia, 2015).

domenica 29 novembre 2015

Al Moma di New York una retrospettiva omaggio per Antonio Pietrangeli "il regista italiano delle donne", importante ma poco ricordato in patria

Il Museo d’Arte Moderna di New York celebra un regista italiano grande e tra i più influenti, ma per molti versi ancora da conoscere: Antonio Pietrangeli, con una retrospettiva organizzata da Istituto Luce-Cinecittà e lo stesso MoMA. Un evento che porta al pubblico di New York 11 film,

esplorando un arco di carriera che va dai primi anni cinquanta alla metà dei sessanta, con la speciale inaugurazione il 3 dicembre con la versione restaurata di “Io la conoscevo bene”, che nel ’65 regalava al pubblico italiano una visione folgorante, come l’apparizione della sua protagonista Stefania Sandrelli; andando avanti con capolavori come “La visita” e “Adua e le compagne”, e altri
titoli da riscoprire come “Il sole negli occhi”, “Lo scapolo”, “La parmigiana”. Inoltre, “Io la conoscevo bene” uscirà regolarmente in sala a New York dal 5 febbraio, e in home video nella versione restaurata da Criterion; una conferma di come l’opera di promozione culturale promossa da Luce-Cinecittà possa trasformarsi talvolta in nuove possibilità commerciali per il nostro cinema. “Antonio Pietrangeli: A Retrospetive” si pone come occasione per omaggiare un maestro autentico ma laterale nelle storiografie del cinema, figura appartata nel passaggio epocale tra i due grandi momenti del cinema italiano – il Neorealismo e la Commedia all’italiana – ma che ha avuto un’influenza sotterranea e talvolta dichiarata in due generazioni successive di registi.
E un appuntamento che consente di verificare la straordinaria tenuta di film che se non hanno consegnato la figura del loro regista al vertice della fama con altri più consacrati colleghi, sembrano non sentire i segni del tempo o perdere in fascino, e provocazione. Una verifica tanto più interessante perché alla prova di un pubblico come quello americano. Possiamo chiamarlo ‘il regista italiano delle donne’, perché – fatto più unico che raro nel nostro cinema – i suoi film sono nella maggior parte ritratti femminili, intensi e toccanti, altre volte romantici o divertenti.
Quindi questo è un appuntamento che ridà luce, con proiezioni in pellicola, a un cinema che è così una lezione attualissima, di scrittura (al fianco di nomi come Flaiano, Suso Cecchi d’Amico, Age e Scarpelli, Ruggero Maccari, Ettore Scola…) capace di portare in primo piano personaggi femminili come raramente accaduto, in affascinante bilico tra realismo e fughe nella commedia più sottile. Un cinema grandemente d’attore: con le presenze e i volti della Sandrelli, di Alberto Sordi, Sandra Milo, Manfredi, Mastroianni… portavoci di pellicole poco classificabili, con un’ambiguità che non temeva (che non teme) di arrivare al grande pubblico. In una parola, il cinema della modernità.
Questi i titoli di Antonio Pietrangeli: A Retrospective tutti presentati in copie in pellicola al MoMA – The Roy and Niuta Titus Theaters “Io la conoscevo bene”, 1965, con Stefania Sandrelli, Nino Manfredi, Ugo Tognazzi, Enrico Maria Salerno, Mario Adorf, Jean-Claude Brialy, Joachim Fuchsberger, Franco Fabrizi, Robert Hoffman, Franco Nero, Turi Ferro, Veronique Vendell, Franca Polesello, Solvi Stubing. Giovedì 3 dicembre
“Adua e le compagne”, 1960, con Simone Signoret, Sandra Milo, Emmanuelle Riva e Gina Rovere Venerdì 4 dicembre
“La visita”, 1963, con Sandra Milo e François Perier Sabato 5 dicembre “Fantasmi a Roma”, 1961, ancora con la Milo, Marcello Mastroianni, Vittorio Gassman, Tino Buazzelli, Eduardo De Filippo, Belinda Lee, Claudio Gora, Lilla Brignone. Sabato 5 dicembre
“Souvenir d’Italie”, 1957, con June Lewerick Isabelle Corey, Inge Schoener, Alberto Sordi, Massimo Girotti, Antonio Cifariello, Gabriele Ferzetti e Vittorio De Sica Domenica 6 dicembre “Lo scapolo”, 1955, con Alberto Sordi, Sandra Milo e Nino Manfredi Domenica 6 dicembre
“Il sole negli occhi”, 1953, con Irene Galter e Gabriele Ferzetti Lunedì 7 dicembre “Fata Marta”, 1966, episodio di “Le fate”, con Capucine e Alberto Sordi Lunedì 7 dicembre
“Nata di Marzo”, 1957, con Jacqueline Sassard e Gabriele Ferzetti Lunedì 7 dicembre “La parmigiana”, 1963, con Catherine Spaak e Nino Manfredi “Il magnifico cornuto”, 1964, con Claudia Cardinale e Ugo Tognazzi Martedì 8 dicembre
Antonio Pietrangeli: A Retrospective, è organizzata da Dave Kehr, Adjunt curator del Department of Film del MoMA, e da Camilla Cormanni e Paola Ruggiero di Istituto Luce-Cinecittà.

venerdì 27 novembre 2015

Concluso il Pitigliani Kolno'a Festival a Roma. Premiato dal pubblico "Vice Versa" di Amichai Greenberg, tratto dal racconto del fratello Yehoshua

Si è conclusa a Roma ieri, 26 novembre 2015, presso il Centro Ebraico Italiano il Pitigliani di Trastevere, la X edizione del Pitigliani Kolno’a Festival - Ebraismo e Israele nel cinema, dedicato alla cinematografia israeliana e di argomento ebraico e diretto da Ariela Piattelli e Dan Muggia. Grande l'affluenza di pubblico alla Casa del Cinema - dove si sono svolte le proiezioni -, nonostante le misure di sicurezza approntate non solo nei luoghi del festival ma in tutta la città a seguito degli attacchi terroristici di Parigi: la popolazione romana ha risposto al terrore riempiendo le sale della Casa del Cinema con calore ed entusiasmo. Dai voti raccolti a ridosso delle proiezioni è risultato vincitore del Premio del Pubblico 2015 il film “Vice Versa” (tit. orig. ‘Ha’Hefech’), di Amichai Greenberg, che racconta la storia di un rapporto innocente tra un giovane studente ortodosso di Yeshiva (la scuola religiosa) e una ragazza di diciotto anni affetta da un tumore. La relazione tra i due diviene man mano sempre più intima e appassionata, sino a trascendere le regole della religione e della società. Il film, basato su un controverso racconto di Yehoshua Greenberg e brillantemente diretto dal fratello Amichai, si è già aggiudicato la menzione speciale al Religion Today Festival 2015.

mercoledì 25 novembre 2015

Al via venerdì 27 novembre, a Firenze, il 56° Festival dei Popoli, Cinema & Musica di ieri, oggi e domani: dal jazz alle sonorità elettroniche, dal rock al punk

Prende il via venerdì 27 novembre il 56° Festival dei Popoli con “Mr.Gaga”, il documentario di Tomer Heymann che racconta la vita e l’arte di Ohad Naharin, uno dei coreografi più importanti e innovativi al mondo. Attraverso immagini di repertorio, estratti mozzafiato sul palco e momenti inediti durante le prove, il film, vivace, penetrante e contagioso, conduce il pubblico nel mondo dell’artista israeliano. Un’inaugurazione che anticipa un tema ricorrente, sei, infatti, i titoli di questa edizione del Festival dei Popoli (Firenze, dal 27 novembre a 4 dicembre 2015) dedicati al veicolo comunicativo che più degli altri riesce ad oltrepassare confini geografici e barriere culturali: la musica. Sei storie rappresentative di epoche e culture diverse. Storie di Jazz di ieri e oggi

La storia di Nick La Rocca, fondatore nel 1911 dell’Original Dixieland Jazz Band, ci permette di scoprire le influenze esercitate dagli emigranti italiani sull'allora nascente fenomeno musicale. Il film, intitolato “Sicily Jass” e diretto da Michele Cinque, vede la partecipazione di Roy Paci e Salvatore Bonafede, ospiti del festival. I giovani talenti sono i protagonisti di “Quest’Italia suona il jazz”, film diretto da Marco Guelfi che ruota intorno alla formazione dell’Orchestra Nazionale Jazz Giovani Talenti diretta dal maestro Paolo Damiani. 125 musicisti provenienti da tutta Italia partecipano alle selezioni per dare vita ad un'orchestra di venticinque elementi. Un sogno accomuna i protagonisti del film: vivere suonando. Attraverso l’avventura di questa orchestra il film racconta il presente e il futuro del nostro paese.
Leggende della musica Il ritratto del ‘Re del R&B’ firmato da Alex Gibney con “Mr Dynamite: the Rise of James Brown”, porta sul grande schermo la storia del musicista e attivista per i diritti degli afroamericano grazie a materiali d’archivio e testimonianze di amici e collaboratori (tra gli altri, Mick Jagger, anche produttore del film). Il film, di grande impatto spettacolare, presenta molti materiali inediti e compie una ricognizione a 360° intorno alla leggendaria figura di James Brown. Un'inedita incursione sulla scena punk in Birmania è quella proposta nel film “My Buddha is Punk”, di Andreas Hartmann. Qui giovani ragazzi con le tipiche pettinature "a cresta" usano la loro musica graffiante per mettere in discussione le regole religiose e la mancanza di democrazia nel loro paese. Di Rock e altre storie Le sonorità elettroniche di “Daft Punk Unchained” di Hervé Martin Delpierre ci fanno esplorare, tra finzione e realtà, magie e segreti del popolare duo francese. Agli inizi degli anni novanta, tre ragazzi di provincia si barcamenano tra piccole feste di paese e locali dove tentano di suonare. La vita non è facile ma tengono duro fino a che non si trovano nel posto giusto al momento giusto, quando incontrano l'uomo che cambierà le loro sorti e quelle del rock italiano. Quei ragazzi sono i Marlene Kuntz e da quell’incontro nacque Catartica, album che ha sancito un prima e un dopo nella storia del rock indipendente italiano. Il passato e il presente della band ce li racconta il regista Sebastiano Luca Insigna in “Complimenti per la festa”. Ecco le schede dei film in programma e gli eventi live: “Mr. Dynamite - The Rise of James Brown” di Alex Gibney (USA, 2014, 120') Il film rievoca la carriera musicale di James Brown a partire dal suo primo grande successo, Please, Please, Please, del 1956. L'inesauribile energia sul palco del Re del Rhythm and Blues pervade il racconto, un'energia ed uno stile che hanno influenzato musicisti e cantanti del calibro di Public Enemy, Michael Jackson, Prince e che affascinano e conquistano ancora oggi. Il film utilizza bellissimi materiali d'archivio (molti dei quali fino ad ora sconosciuti) e testimonianze di coloro che hanno lavorato con Brown e lo hanno conosciuto come musicista e come attivista per i diritti degli afroamericani. Tra gli altri, Mick Jagger, anche produttore del film. Sabato 28 novembre, Odeon, ore 21:30 – EVENTO SPECIALE “Sicily Jass” di Michele Cinque (Italia, 2015, 73') Nick La Rocca incise nel 1917 il primo disco della storia del jazz. Siciliano nato a New Orleans alla fine dell’800, La Rocca con la sua Original Dixieland Jazz Band realizza tra gli altri Livery Stable Blues, disco che vende più di un milione di copie. I brani dell’Original Dixieland Jazz Band, tra cui Tiger Rag, Clarinet Marmalade, influenzano i più grandi jazzisti neri del mondo, tra cui Louis Armstrong. Sicily Jass scorre su diversi piani narrativi, reali, irreali, fantastici; il materiale d'archivio fonde la voce guida del “puparo” Mimmo Cuticchio con la tromba di Roy Paci. Domenica 29 novembre, Spazio Alfieri, ore 18:15 – SEZIONE PANORAMA Il trombettista Roy Paci sarà presente alla proiezione. A partire dalle ore 22.00 Roy Paci e Salvatore Bonafede si esibiranno a Le Murate - Caffè Letterario “My Buddha is Punk” di Andreas Hartmann (Germania, Myanmar, 2015, 71') Kyaw Kyaw, un venticinquenne Punk birmano, persegue il sogno di far decollare la scena Punk a Myanmar. Anche se l'ex dittatura militare ha portato avanti alcune riforme democratiche, lui rimane scettico: a suo avviso, il paese ancora non è cambiato. Insieme alla sua band punk, cerca di sensibilizzare le persone sulle persistenti violazioni dei diritti umani. Attraverso la sua musica e le manifestazioni in piazza, critica la guerra civile in corso e la persecuzione delle minoranze etniche. Viaggia attraverso il paese per promuovere la propria filosofia tra le giovani generazioni: una simbiosi di buddismo e punk che rifiuta le regole religiose e la dottrina politica. Lunedì 30 novembre, Spazio Alfieri, ore 22:00 – EVENTO SPECIALE “Complimenti per la festa” di Sebastiano Luca Insinga (Italia, 2015, 65') Il 13 maggio 1994 uscì un album che segnò un pre e un post nella musica rock italiana, Catartica dei Marlene Kuntz. Vent'anni dopo la band di Cuneo riporta in tour tutti i pezzi di quell’album. Il film segue il tour di Catartica 994/014 lungo tutta la penisola e ricostruisce venticinque anni di carriera della band. Dai primi momenti di preparazione al tour e poi lungo le oltre 30 date in giro per i club della penisola italiana. In sala prove sulle note dei pezzi di Catartica, da Festa Mesta a Sonica, da Nuotando nell'aria a Trasudamerica. Il film mostra i protagonisti sotto una veste inedita e molto intima. Nelle pause tra una data e l’altra sono i momenti domestici e quotidiani che alimentano il film. Il ritorno in quella Cuneo dove tutto ebbe inizio e dove oggi ancora tutto scorre. Martedì 1 dicembre, Odeon, ore 21:30 – EVENTO SPECIALE Alla proiezione saranno presenti il regista e i Marlene Kuntz “Daft Punk Unchained” di Hervé Martin-Delpierre (Francia, UK, 2015, 90') I Daft Punk sono la prima band elettronica ad aver vinto un Grammy Award. Vincendone addirittura cinque sono entrati di diritto nella storia della musica mondiale. Ma chi sono i Daft Punk? Daft Punk Unchained, attraverso rari filmati d'archivio e testimonianze di collaboratori e amici, tra i quali Pharrel, Giorgio Moroder e Michel Gondry, ci racconta del duo francese che a partire dagli anni novanta, ancora a volto scoperto, ha iniziato a sconvolgere il mondo del clubbing, fino ad arrivare alla cerimonia dei Grammy Awards con i due Robot più celebri della musica. Giovedì 3 dicembre, Odeon, ore 22:30 – EVENTO SPECIALE (INGRESSO GRATUITO) “Quest’Italia suona il jazz” di Marco Guelfi (Italia, 2014, 74’) Basso elettrico, batteria e percussioni, chitarra, clarinetto, clarinetto basso, contrabbasso, pianoforte, tastiera, sassofono, tromba, trombone, trombone basso, violino, violoncello, viola, corno francese, basso tuba, fisarmonica, voce (maschile e femminile): sono tutti gli strumenti che parteciperanno alla composizione dell’Orchestra Nazionale Jazz Giovani Talenti. 125 talenti di tutta Italia, selezionati dai migliori rappresentanti della musica jazz italiana, diventeranno 25 ragazzi, venticinque elementi, venticinque persone che all’unisono daranno vita al proprio swing, provando a dare seguito al proprio sogno, vivere suonando. Giovedì 3 dicembre, Teatro Puccini, ore 20.45. A seguire concerto dell'Orchestra Nazionale Jazz Giovani Talenti diretta dal Maestro Paolo Damiani

A Roma parte la VI edizione del Festival del Cinema Rumeno Procult, alla Casa del Cinema fino al 29 novembre con i migliori film prodotti negli ultimi anni

Prende il via oggi, 25 novembre, a Roma la VI edizione del Festival del Cinema Rumeno ProCult, diretto da Teodora Madasa, Ina Sava e Adrian Grigor, una delle più interessanti manifestazioni culturali della Capitale, sia per l’originalità dimostrata negli ultimi decenni dalla cinematografia rumena, sia per la proposta delle opere - selezionate e raccolte dall’Associazione Pro-Cult, promotrice del Festival - fra le migliori presentate in tempi recenti ai Festival di tutto il mondo.

L’apertura ufficiale, a partire dalle h.19.00, presso l’Accademia di Romania, alla presenza di S.E. l’Ambasciatrice Dana Manuela Constantinescu e dei membri della giuria. Alle h.20.00 verrà presentato in anteprima - sarà in sala la regista Cristina Tilica - il documentario “Dopo 25 anni. Sposati alla rivoluzione” (2015), storia di una coppia che, 25 anni fa durante la difesa armata all’interno del Museo d’Arte di Bucarest, decise di sposarsi sotto il fuoco dei proiettili nemici, avendo come soli testimoni un soldato ed un conservatore museale.
Cinque i film partecipanti al Concorso per Lungometraggi “Metamorfoze”, che sarà possibile vedere presso la Casa del Cinema da giovedì 26 fino a domenica 29 novembre: “Il prescelto” (Cel ales), 2015, di Cristian Comeagă (26 novembre h.20.00), thriller e road-movie pluripremiato ai Festival del Film di Los Angeles e di Vancouver, all’International Independent Film Awards di Encino in California ed all’International Film Festival di Madrid; sarà presente l’attore protagonista Bogdan Stanoevici. “Un piano di sotto” (Un etaj mai jos), 2015, in anteprima italiana - 27 novembre h.20.10 - dramma psicologico con risvolti sociali, presentato all’ultima edizione del Festival di Cannes nella sezione ‘Un Certain Regard’ e diretto dal regista Radu Muntean, esponente della New Wave dei cineasti rumeni, già noto per film quali “The Paper Will Be Blue” (2006) e “Tuesday, After Christmas” (2010). Doppio appuntamento per sabato 28 novembre: alle h.17.00 “Il caso Kerenes” (Pozitia Copilului) di Calin Peter Netzer,già Orso d'Oro al Festival di Berlino 2013, ispirato ad un caso realmente accaduto, drammatica storia di una donna dell’alta borghesia (interpretata dalla magnifica attrice Luminita Gheorghiu), che cerca di salvare il figlio da un omicidio involontario, sullo sfondo di una società incline alla corruzione; alle h.20.30
“Funerali felici” (Funeralii fericite) (2013), alla presenza del regista Horatiu Malaele, che affronta il drammatico tema dell’immigrazione in un quartiere periferico di Bucarest. Gran finale domenica 29 novembre alle h.19.00 con “Q.E.D (Quod Erat Demonstrandum)”(2013) di Andrei Gruzsniczki, straordinaria opera in bianco e nero già vincitrice del Premio alla Giuria al Festival Internazionale del Film di Roma, storia di un matematico che nel 1984 decide di pubblicare una ricerca su una rivista specializzata americana, senza il permesso del Partito Comunista, evento che avrà drammatiche ripercussioni sulla sua vita e su quella di altri. Ottima selezione anche quella operata fra le pellicole del Concorso per il Documentario
“Transparente”; oltre al documentario di apertura si segnalano: “Canzoni per il museo” di Eliza Zdru (2013) storia di 4 cantanti rumeni in cerca di qualcuno cui lasciare la propria eredità musicale; “L’operazione lo Straniero” di Carmen Avram, (2014), sul Re Mihail I di Romania, esiliato durante il comunismo ma tenuto d’occhio dai servizi segreti rumeni ‘Securitatea’; “Foresta” di Sinisa Dragin, docu-fiction Premio della Giuria come film innovativo al Festival Visions du Réel di Nyon (Svizzera, 2014) e Menzione Speciale della Giuria al Festival di Sarajevo, sorta di spy-story sulla visita di Tito in Romania nel 1947 e su un’opera d’arte a lui regalata dal regime comunista.
I sei cortometraggi che saranno presentati al Festival e parteciperanno al Concorso per il Cortometraggio “Cinemagia”, sono tutti di alta qualità: di Adrian Sitaru, un regista pluripremiato e nominato all’Orso d’Oro, le cui opere hanno vinto numerosi BAFTA, saranno proposti due cortometraggi,“Escursione” (2014) ed “Arta” (2015), quest’ultimo presentato al Festival di Venezia nella selezione ‘Orizzonti’; “Via della bandiera n.0” di Anca Oproiu (2014), proveniente dall’International Film Festival Filofest di Ljublijana; “La mucca finlandese” di Gheorghe Preda, presentato nell’ambito dello ‘Short Film Corner’ di Cannes; “Ramona” di Andrei Cretulescu, Premio ''Canal +'' nella sezione ‘Semaine de la Critique’ di Cannes 2015; “Have a Sweet Dreams”, di Ciprian Suhan - regista che sarà presente in sala - vincitore del Premio per il miglior cortometraggio al Genova Film Festival 2015. La Giuria del Festival, che assegnerà i premi alle opere vincitrici, è composta da: Nae Caranfi, regista-simbolo del cinema romeno dagli anni Novanta e pluripremiato autore di opere quali: “E’ Pericoloso Sporgersi”, “Asfalt Tango”, “Dolce far niente”, “Filantropica”, “The Rest is Silence” e
“Closer to the Moon”; Andrea Stucovitz, produttore e creatore nel 2006 della Partner Media Investment, società di produzione e distribuzione cinematografica, di cui è attualmente amministratore; Donatella Pascucci, operante presso il MiBACT (Direzione Generale per il Cinema); Miruna Cajvaneanu, giornalista rumena, corrispondente a Roma di Hotnews.ro, ha collaborato alla realizzazione di studi sui romeni in Italia e, nel 2014, ha realizzato il cortometraggio "24/24", sulle donne romene che lavorano nelle famiglie italiane; Ovidiu Pufu, responsabile della comunicazione presso l’Ambasciata di Romania in Italia, lavora presso il Ministero degli Esteri della Romania dal 2008 e presso l'Ambasciata di Romania a Roma dal 2011. Tutti i film saranno proiettati in lingua originale con sottotitoli in italiano (l’opera “Il Caso Kerenes” verrà presentata già doppiata in italiano, perché già uscita in sala). Le proiezioni saranno ad ingresso libero fino ad esaurimento posti.
Il Festival del Cinema Rumeno ProCult a Roma, organizzato dall’Associazione Culturale ProEvent con l’Ambasciata di Romania in Italia, l’Accademia di Romania a Roma, è realizzato con il contributo del Ministero degli Esteri Rumeno-Dipartimento per i Romeni all’Estero. Fra gli sponsor privati: LycaMobile, Banca Transilvania, Corso Grand Suite, Roma..nia, Blue Air.

venerdì 20 novembre 2015

Torna dal 21 al 26 novembre 2015 alla Casa del Cinema di Roma il "Pitigliani Kolno'a Festival - Ebraismo e Israele nel cinema con le nuove produzioni cinematografiche e una celebrazione dei primi dieci anni con una mini-rassegna

Torna dal 21 al 26 novembre 2015 alla Casa del Cinema di Roma e presso il Centro Ebraico Italiano il Pitigliani (Via Arco de' Tolomei, 1), il Pitigliani Kolno’a Festival - Ebraismo e Israele nel cinema, giunto alla decima edizione, dedicato alla cinematografia israeliana e di argomento ebraico e diretto da Ariela Piattelli e Dan Muggia.

Invariate le sezioni del festival, prodotto dal Centro Ebraico Italiano il Pitigliani: dal Panorama sul nuovo cinema israeliano, ai Percorsi ebraici, con la novità della sezione Ombre Indelebili, dedicata alle opere sulle seconde e terze generazioni di ebrei dopo la Shoah e di una mini-rassegna che celebra i 10 anni del festival. Tra i lungometraggi presentati nella prima sezione, il film di apertura del festival, la commedia “Zero Motivation”, opera prima di Talya Lavie, che racconta di un’unità di giovani soldatesse dell’esercito israeliano. Nell’ufficio delle risorse umane, in una base militare nel lontano deserto, le “missioni” consistono soltanto nel servire caffè agli ufficiali uomini, a distruggere documenti di carta, giocare al computer e contare i giorni che mancano alla fine della leva. Enorme successo in Israele, ha vinto numerosi premi, tra cui quello all’Israeli Film Academy 2014, il premio come Migliore Regista e Migliore Attrice (Dana Ivgy) all’ Odessa International Film Festival 2014 e il Grand Prix al Tribeca Film Festival 2014.
Il regista Nadav Lapid sarà quindi ospite del festival per presentare il suo secondo lungometraggio, “The Kindergarten Teacher”, la storia di una maestra d’asilo che scopre tra i suoi allievi un bambino poeta. Essendo amante di poesia e un po’ poetessa lei stessa, si sente obbligata a salvare dalla banalità questa creatura dall’animo sensibile che rischia di perdersi in un mondo che non ama gli artisti e in cui le persone più sensibili finiscono sempre sconfitte. La missione trasforma la maestra in una “donna Quixote” che tenta di salvare il mondo con la poesia, e scuote un bambino pensieroso che non ha mai chiesto di essere salvato. Il film ha ricevuto numerosi premi in tutto il mondo, tra cui il premio della critica al Jerusalem Film Festival 2014, il premio come Miglior Film al Seville European Film Festival 2014 e il Gran Premio al Concorso Internazionale Nuovi Talenti al Taipei Film Festival 2015.
Documentario che affronta il tema della migrazione è “Hotline”, di Silvina Landsmann: Linea diretta per rifugiati e immigrati è un centro non governativo di volontari a Tel Aviv, che dedica la sua attività a difendere i diritti di chi trova rifugio in Israele e di chi decide di andare a viverci per trovare lavoro clandestino. Il centro offre servizi legali a immigrati clandestini, garantisce visite nei centri di detenzione e promuove attività politica. Vincitore del premio miglior documentario al Jerusalem Film Festival 2015. Altro film di spicco della sezione, “The Farewell Party”, di Sharon Maymon e Tal Granit, ambientato in una casa di riposo di Gerusalemme, dove il 75enne Yehezkel, decide di aiutare il suo migliore amico malato terminale a morire in pace. Malgrado sua moglie Levana sia contraria, sviluppa il progetto di un macchinario per l’eutanasia, e lo fa con l’aiuto della moglie dell'amico, di un esperto veterinario e di un ex poliziotto che da il via alla missione segreta. Il piano viene realizzato con successo, tanto che la voce si è sparsa e cominciano ad arrivare altre richieste di simili missioni... Quindi, “Kicking Out Shoshana”, di Shay Kanot, commedia brillante, campione d’incassi in Israele, che affronta con coraggio e ironia il pregiudizio omofobo così diffuso nel mondo del calcio. Il film è interpretato dall'attore Oshri Cohen, già ospite in passato del PKF.
La sezione Percorsi Ebraici presenta, tra gli altri, “Sacred Sperm”, documentario diretto dal regista ed ebreo ortodosso Ori Gruder, ospite del festival a Roma, che si interroga su come spiegare al proprio figlio il divieto nella religione ebraica di disperdere il seme. Documentario personale su un tema controverso, che entra nei meandri della comunità ebraica chassidica di Israele, intervistando esperti, amici e rabbini. Tra gli altri film presentati nella sezione, l'italiano “Pecore in erba”, di Alberto Caviglia, che sarà ospite del festival. Si parlerà anche di spiritualità tra cinema e religione con un panel che vedrà la presenza della direzione del Religion Today Film Festival. Quindi, una sezione PKF Celebration, che celebrativa i 10 anni del festival, presenterà un 'best of' di queste edizioni. Tra questi, il documentario “Watermarks”, di Yaron Zilberman, che racconta la forza di nuotare di sette donne, della squadra di nuoto del club ‘HaKoah’ di Vienna. Le donne, che negli anni Trenta del secolo scorso erano state delle giovani sportive in una Vienna ribelle e intellettuale, con lo scoppio della guerra si sono sparpagliate ai quattro angoli della Terra...
La nuova sezione Ombre Indelebili intende presentare lavori che descrivano l'effetto della Shoah sulla seconda e sulla terza generazione in Italia e nel mondo. Tra i documentari proposti, “Numbered”, di Uriel Sinai e Dana Doron. Si stima che circa 400mila persone siano state tatuate ad Auschwitz; oggi i sopravvissuti sono solo poche migliaia. Che significato ha oggi quel numero tatuato sulle braccia dei sopravvissuti, per loro, per i loro figli e i nipoti? Il film documenta il contesto terribile in cui quei numeri furono assegnati e il significato che hanno assunto oggi per le persone che ci convivono. Protagonista del film diventa il numero stesso e la sua evoluzione come simbolo personale e collettivo dal 1940 ad oggi. Il documentario si è aggiudicato tra gli altri, il premio come Miglior Documentario al Religion Today Film Festival. Il produttore Gady Castel sarà presente al festival per presentare il documentario “Rinascere in Puglia”, di Yael Katzir, che racconta il viaggio in Puglia di tre donne di Tel Aviv alla ricerca delle proprie radici. Quindi, “Farewell, Herr Schwarz”, documentario di Yael Reuveny, in cui due famiglie, una in Germania una in Israele, si specchiano e si confrontano, pur avendo sempre ignorato l’esistenza dell’altra. Il film costruisce e demolisce il mito della famiglia e propone una nuova visione dei racconti famigliari. Il film ha vinto tra gli altri il premio per il Miglior documentario a Haifa IFF 2013, il premio per il Migliore Film Tedesco al Berlin Jewish Film Festival 2014, il premio al Miglior Regista esordiente al Toronto Jewish Film Festival 2014.
Spazio anche all'Italia con il documentario “I figli della Shoah”, diretto da Beppe Tufarulo, prodotto da Global Vision Group in collaborazione con Rai Cinema, scritto da Israel Moscati “figlio della Shoah”, protagonista stesso del film, che decide di partire per un viaggio alla ricerca di altri figli e nipoti di sopravvissuti per condividere con loro la propria, personale sofferenza. Il festival si chiude giovedì 26 novembre al Centro Ebraico Italiano il Pitigliani di Trastevere con la proiezione di due cortometraggi di giovani registi italiani, “Family Picture”, di Daniele Di Nepi e “Felice nel box”, di Ghila Valabrega. Il PKF 2015 è realizzato con il patrocinio di Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo; Regione Lazio; Roma Capitale; con il sostegno di Unione delle Comunità Ebraiche Italiane fondi 8 per 1000; Ufficio culturale Ambasciata Israele - Roma; IIFCA Fondazione Italia-Israele per la cultura e le arti; IFF - Israel Film Fund; Rabinovich Foundation Cinema Project; in collaborazione con Casa del Cinema - Roma; Zètema progetto cultura; Villa Borghese Roma. Si ringraziano: Bellacarne Kosher Grill; LBT Catering Lebonton; Ariel Nacamulli ph. Info Tel. 06 5800539 www.pitiglianikolnoafestival.it pkf@pitigliani.it

Da oggi al 28 novembre la 33.a edizione del Torino Film Festival con tante anteprime tra lungo, medio e cortometraggi da tutto il mondo. Eventi, omaggi e celebrazioni per i grandi maestri: Orson Welles, Federico Fellini e Mario Bava

Dopo la pre-apertura riservata a “Bella e perduta” di Pietro Marcello (da ieri nelle sale) la 33.a edizione del Torino Film Festival si inaugura oggi - e andrà avanti fino al 28 - come di consueto all’insegna di un ricco e sorprendente programma che non delude mai il suo affezionato pubblico cittadino, nazionale e internazionale.

Sono 158 i lungometraggi selezionati (fra oltre 4.000 visionati), 15 mediometraggi e 32 cortometraggi, di cui 47 lungometraggi tra opere prime e seconde, 50 anteprime mondiale, 20 internazionali, 8 anteprime europee e 71 anteprime italiane. Apertura stasera con l’anteprima di “Suffragette” di Sarah Gavron, con Carey Mulligan, Helena Bonhan Carter e Meryl Streep, prossimamente nelle sale distribuito dalla Bim. Nell’Inghilterra di inizio Novecento, la ribellione delle donne per la disparità di trattamento rispetto agli uomini.
Può sembrare strano, ma come afferma il direttore Emanuela Martini, “è il primo film che affronta l’argomento” incentrato proprio sull’origine del movimento. E se quest'anno non c'è un vero e proprio filo rosso, donne, rapporti familiari e lavoro sono temi che rispuntano qua e là. La principale sezione competitiva del Festival, Torino 33, presenta 15 film realizzati nel 2015, tra America Latina e Asia, Europa e America del Nord, sempre alla ricerca e alla scoperta di nuovi talenti e che esprimono le migliore tendenze del cinema indipendente internazionale. I titoli, tra cui tre italiani: “Colpa di Comunismo” di Elisabetta Sgarbi (Italia); “Coma” di Sara Fattahi (Siria/Libano); “Coup de Chaud / Heatwave” di Raphael Jacoulot (Francia); “God Bless the Child” di Robert Machoian e Rodrigo Ojeda-Beck (Usa); “Idealisten / The Idealist” di Christina Rosendahl (Danimarca); “John From” di Joao Nicolau (Portogallo); “Keeper” di Guillaume Senez (Belgio/Svizzera/Francia); “Les Loups / I lupi” di Sophie Deraspe (Canada/Francia);
“Mia madre fa l’attrice” di Mario Balsamo (Italia); “La patota / Paulina” di Santiago Mitre (Argentina/Brasile/Francia), rifacimento ‘aggiornato e corretto’ dell’omonimo classico argentino di Daniel Tinayre (1960); “I racconti dell’orso – The Bear Tales” di Samuele Sestieri e Olmo Amato (Italia); “Lo scambio” di Salvo Cuccia (Italia); “A Simple Goodbye” di Degena Yun (Cina); “Sopladora de hojas” (t.l. Soffiatrice di foglie) di Alejandro Iglesias (Messico); e “The Waiting Room” di Igor Drijaca (Canada/Bosnia/Croazia).
Ma ovviamente ci sono sempre le sezioni storiche, gli eventi, gli omaggi e le celebrazioni. A partire da Festa Mobile che presenta opere fuori concorso e inediti in Italia, che esprimono il meglio della produzione cinematografica internazionale. Tra le anteprime, l’italiano “La felicità è un sistema complesso” di Gianni Zanasi con Valerio Mastandrea, Hadas Yaron e Giuseppe Battiston (nei cinema dal 26); “The Dressmaker”, bizzarro apologo dell’australiana Jocelyn Moorhouse con Kate Winslet; “The Lady in the Van” dall’eccentrica storia autobiografica di Alan Bennett, diretto da Nicholas Hytner e interpretato dalla grande Maggie Smith; “The Idol”, il biopic di Hany Abu-Assad su Mohammad Assaf, il giovanissimo cantante di Gaza vincitore del televisivo “Arab Idol”.
E che assegnerà il Gran Premio Torino della 33.a edizione del TFF a uno degli autori europei più originali e sensibili emersi negli anni Ottanta: l’inglese Terence Davies. Capace di mescolare malinconia e ferocia, ironia e disperazione, con la “Trilogia” (1983), “Voci lontane... sempre presenti” (1988), “Il lungo giorno finisce” (1992) e, recentemente, “Of Time and the City” (2008) e “The Deep Blue Sea” (2011), ha raccontato la sua gente e la cultura tradizionale della middle-class britannica con dolore profondo ma anche con sconfinato amore. Sempre immerso nel rimpianto per le radici perdute, Davies ha elaborato uno stile che mescola il realismo all'evocazione poetica, dove la secchezza brutale si fonde senza soluzione di continuità con le aperture all'immaginazione e al canto collettivo.
Per l’occasione verrà presentato il suo nuovo film, “Sunset Song” - proprio nelle giornata della consegna del premio -, e che si muove sulla scia dei temi e le suggestioni dei film precedenti. “Sunset Song” racconta la storia di Chris Guthrie, una ragazza forte e intelligente che, negli anni precedenti la Prima Guerra Mondiale, cresce nella campagna della Scozia nord orientale (the Mearns), in una famiglia dominata dal padre gretto e violento. Il film, tratto da “Canto del tramonto” - classico della letteratura scozzese pubblicato nel 1932 da Lewis Grassic Gibbon - e interpretato da Agyness Deyn (la super-modella star nascente del cinema britannico) e da Peter Mullan nella parte di suo padre, parla di radici, di attaccamento alla terra e a certe tradizioni e, contemporaneamente, di combattiva voglia di trovare la propria strada e di preservare la propria integrità morale.
In omaggio a Terence Davies, sarà inoltre presentato uno dei suoi capolavori: “Voci lontane... sempre presenti”, che sarà introdotto dall'autore prima della proiezione. Ma Festa Mobile è anche documentario, da “Oida” ovvero “Oggi insieme domani anche”, il nuovo film con cui Antonietta De Lillo affronta il tema dell’amore; a “Ritorno a Spoon River” di Edgar Lee Masters; da “Phantom Boy” di Jean-Loup Felicioli e Alain Gagnol (“Un gatto a Parigi”), un film d’animazione su un bambino leucemico che scopre di avere superpoteri; a “Tangerine” di Sean Baker, irruente trans scopre che il suo ragazzo, mentre lui era in galera, l’ha tradito con una donna. E
una piccola sottosezione intitolata ‘Palcoscenico’ che raggruppa opere molto diverse nelle quali s’intrecciano teatro e cinema: dal recentissimo allestimento del National Theatre di Londra di “Hamlet”, diretto da Lyndsey Turner con Benedict Cumberbatch; a “Sexxx” di Davide Ferrario sul lavoro del coreografo Matteo Levaggi e il Teatro Balletto di Torino. Sonia Bergamasco introdurrà la proiezione del classico “Palcoscenico” di Gregory La Cava, da cui ha tratto ispirazione, insieme alla regista Monica Luccisano, per il nuovo spettacolo che aprirà la stagione del Teatro Baretti di Torino.
Infine, insieme al tris di capolavori di Orson Welles “Quarto potere”, “Rapporto confidenziale” e “L’infernale Quinlan”, la versione restaurata di un capolavoro dell’animazione firmato Bruno Bozzetto, nel suo cinquantesimo anniversario, “West & Soda”; altre due opere italiane restaurate dalla Cineteca Nazionale quali “Giulietta degli spiriti” di Federico Fellini con un cast tutto al
femminile capeggiato dall’indimenticabile Giulietta Masina, moglie e musa; e il cult “Terrore nello spazio” di Mario Bava (1965), dove il mago della fotografia, degli effetti speciali (artigianali) e della regia affronta la fantascienza. Ancora un restauro stavolta dal Museo del Cinema di Torino, “Tragica alba a Dongo” di Vittorio Crucillà (1950) sulle ultime ore di Mussolini, mai uscito nelle sale e considerato a lungo perduto.
Il Guest Director Julian Temple presenta “Questioni di vita e di morte”, una selezione ispirata al suo nuovo film “The Ecstasy of Wilko Johnson” (in programma) dove mescola alle riprese con Wilko molti brani di film classici che raccontano le sensazioni e le emozioni di persone che si trovano ad affrontare il pensiero della morte: Eccole: “A Matter of Life and Death” (Scala al Paradiso, 1946) di Michael Powell e Emeric Pressburger; “La belle e la béte” (La bella e la bestia, 1946) di Jean Cocteau e René Clement; “Det Sjunde Inseglet” (Il settimo sigillo, 1957) di Ingmar Bergman; “Sayat Nova” (Il colore del melograno, 1969) di Sergej Parajanov; “Stalker” (1980) di Andrej Tarkovskij; “Oil City Confidential” (2009) di Julien Temple. La sezione ‘After Hours’ si aprirà invece con “February”, esordio nella regia di Osgood Perkins, figlio del mitico Anthony, a sua volta attore e ora regista di un’inquietante thriller sulla scia di quelli che resero famoso il padre. Infatti, narra il demoniaco intreccio della vita di tre ragazze, due rimaste sole nel college durante le vacanze invernali, mentre la terza tornerà a scuola in una sorta di sanguinoso pellegrinaggio. Attesissimi: il ritorno di Sion Sono che nel 2015 ha girato cinque film, tre dei quali presenti al TFF: “Tag”, dove l’horror incontra il surrealismo; “Shinjuku Swan”, scatenato noir metropolitano tratto dall’omonimo manga; “Love and Peace”, bizzarro, personale e imprevedibile ‘film di Natale’ con una tartaruga mutante, un impiegato nerd che sogna di diventare cantante pop e un misterioso barbone come protagonisti. Poi “The Nightmare” di Rodney Ascher (“Room 237”), documentario sul fenomeno della ‘paralisi del sonno’. Autori molto amati come Guy Maddin, con il caleidoscopico “The Forbidden Room”, e Bruce McDonald, con “Hellions”, incubi e traumi della femminilità adolescente che si mescolano con inquietanti mostri di Halloween.
Mix di generi in “The Final Girls” di Todd Strauss-Schulson, dove un gruppo di amici finisce nello slasher che stanno guardando; “Lace Crater” di Harrison Atkins, che coniuga l’ormai classico ‘mumblecore’ degli indie americani con bizzarre atmosfere alla Cronenberg; “Uns Geht es gut” (We Are Fine) di Henri Steinmetz, in bilico tra racconto di formazione e suggestioni di “Arancia meccanica” di Stanley Kubrick; infine, un film di guerra “Kilo Two Bravo” di Paul Katis, su un battaglione di soldati inglesi intrappolato in un campo minato durante la guerra in Afghanistan; e “Moonwalkers”, action comedy di Antoine Bardou-Jacquet che rivisita una celebre ‘teoria del complotto’: un angente della Cia e un manager rock inglese nel \1969 ricostruiscono un falso allunaggio sul set di un regista sperimentale.
Ma, la tradizionale sezione notturna, si apre letteralmente alla mezzanotte, anzi alla ‘Notte bianca’ torinese: domani, sabato 21, dalle 10 di sera alle 6 del mattino di domenica, nel corso della ‘Notte Horror’, verranno presentati “The Girl in the Photographs” di Nick Simon, prodotto da Wes Craven, gioco a rimpiattino tra un serial killer e un fotografo snob; “The Devil’s Candy” dell’australiano Sean Byrne (“The Loved Ones”) in trasferta americana, dove si incrociano metal rock, maledizioni demoniache, uno psicopatico e un pittore; “The Hallow” di Corin Hardy, sulla consueta casa maledetta e i suoi ignari abitanti.
Omaggio, infine, a un autore italiano inventivo e squinternato, Augusto Tretti, del quale si vedranno “La legge della tromba” e “Il potere”, affiancati da “Augusto Tretti: un ritratto”, realizzato nel 1985 da Maurizio Zaccaro.
A TFFdoc dedica il focus al Mediterraneo, al centro di una mappa delle rotte imprevedibili, dei confini abbattuti e delle vite che diventano cinema. Il cinema documentario, quindi, conferma la sua vocazione eccessiva e indefinibile nel tentare l’impossibile compito di “mostrare l’oggetto inafferrabile”, e gli 11 titoli della competizione internazionale e i 9 titolo del concorso italiano sono l’esempio perfetto di questa hybris necessaria. Eventi speciali: “La France est notre patrie” di Rithy Panh (Francia/Cambogia) e “Miss Cinema – Archivio Mossina” a cura di Home Movies, è una sorta di catalogo di provini 16mm (1942-1952), dall’Archivio stesso che disegnano inattesi ritratti di ragazze, aspiranti stelle del cinema. Omaggio con l’autoritratto “Chantal Akerman par Chantal Akerman” (1996).
E ancora ‘Italiana. Corti’, concorso riservato a cortometraggi italiani inediti, caratterizzati dall’autonomia e originalità di linguaggio. Da “La derniere image” di Giulio Squillacciotti – che attraverso un unico piano sequenza restituisce le stanze di un museo deserto, apparentemente abbandonato – a “Lampedusa” di Philip Cartelli e Mariangela Ciccarello, nel 1831, un’eruzione vulcanica formò una piccola isola nel cuore del Mediterraneo, a qualche chilometro dalla costa sud della Sicilia. Nacque una disputa internazionale, durante la quale diverse potenze europee rivendicarono il possesso del territorio. Sei mesi dopo l’isola sprofondò, riducendosi a uno scoglio sommerso.
‘Onde’, una selezione la cui scommessa è sempre quella di provare a controllare il potere prismatico del cinema, la sua capacità di scomporre la luce tra le attese che provengono dai mille mondi dello sguardo e le istanze che promanano dai mille modi del filmare. Da “Aqui, em Lisboa” di Denis Coté (Portogallo), quattro storie di Lisbona per i dieci anni del festival IndieLisboa, a “Heterophobia” di Goyo Anchou (Argentina), tormento ed estasi di un giovane gay di Buenos Aires; da “A Morning Light” di Ian Clark (Usa), una coppia nei boschi dell’Oregon e due vicini dall’aria minacciosa si lamentano del cane; a “Pompei Eternal Emotion” di Pappi Corsicato (Italia).
Spazio Torino è il concorso dei migliori cortometraggi realizzati da cineasti nati o residenti in Piemonte, un’area geografica da sempre caratterizzata da un’intensa attività cinematografica: “Dust – La vita che vorrei” di Gabriele Falsetta; “La magia bianca di Ezio Gribaudo” di Marco Agostinelli e Andrea Liuzza; “Tram Stories” di Leone Balduzzi; “L’ultimo balcone” di Bruno Panebarco. Evento speciale: “Neve rosso sangue” di Daniel Daquino. A Valmala, Cuneo, il 6 marzo 1945: un gruppo di partigiani è accampato al santuario di Valmala per conteggiare le forze a disposizione a rientro dall’inverno e per stabilire il da farsi nei mesi successivi, La guerra sta quasi per finire. Da non dimenticare il TorinoFilmLab, nato dal desiderio di affiancare al festival un laboratorio dedicato ai talenti emergenti, è una vera e propria comunità creativa che sostiene giovani film maker di tutto il mondo, con particolare attenzion a opere prime e secnde.
Per l’occasione verranno presentati “Eva Novà” di Marko Skop (Repubblica Slovacca), “Interruption” di Yorgos Zois (Grecia), “Mountain” di Yaelle Kayam (Israele/Danimarca), “Ni le ciel ni la terra / The Wakhan Front” di Clément Cogitore (Francai/Belgio), “Rodinny Film / Family Film” di Olmo Omerzu (Rep.Ceca/Germania/Francai) “Sophelikoptern/The Garbage Helicopter” di Jonas Selberg Augustsen (Svezia), “Tikkun” di Avishai Sivan (Israele) e “Underground Fragrance” di Pengfei (Francia/Cina).
La retrospettiva voluta dal direttore Emanuela Martini. “Titolo e sottotitolo evocativi: ‘Cose che verranno’, cioè la traduzione letterale di ‘Things to Come’ (in italiano ‘La vita futura’ o il più catastrofico ‘Nel 2000: guerra o pace?’, che H.G. Wells adattò dal suo libro ‘The Shape of Things to Come, nel quale ipotizzava cosa sarebbe avvenuto in una città immaginaria dopo lo scoppio della Seconda guerra mondiale. E ‘La Terra vista dal cinema’ che ovviamente fa risuonare ‘Le voyage dans la lune’ di Méliès’ al quale si ispira (e sotterraneamente ‘La Terra vista dalla Luna’ di Pier Paolo Pasolini, surreale, straccione futuro-presente): perciò, visioni futuribili, più o meno ironiche, più o meno fantasiose, più o meno scientifiche, dove il cinema diventa il cannocchiale che, con la sua distanza ravvicinata, può consentirci di ipotizzare quello che accadrà a due passi o a due secoli da noi”.
Una rassegna dei classici di fantascienza realizzati tra gli anni Quaranta e Novanta del secolo scorso, passando da “La vita futura” di William Cameron Menzies (1936) a “Mad Max” (Interceptor, 1979; da “Alphaville” di Jean-Luc Godard (1965 a “Il pianeta delle scimmie (1968); da “Brazil” di Terry Gilliam (1985) a “Strange Days” di Kathryn Bigelow e “Crash” di David Cronenberg (1996). Al Premio Cipputi partecipano 6 film presentati nelle sezioni Torino 33, Festa Mobile, TFFdoc/Internazionale e Italiana.doc: “Colpa di comunismo” di Elisabetta Sgarbi, “Borsaliino City” di Enrica Viola; “La felicità è un sistema complesso”, “Fi Rassi Rond-Point”di Hassen Ferhani, “La gente resta” di Maria Tilli; “Il successore” di Mattia Epifani. José de Arcangelo