sabato 28 luglio 2012

FFF. Una ragazzina cinese alla ricerca del suo padre adottivo, poi il "piccolo ragazzo dalla grande voce" Matteo Macchioni presenta "Mozart a modo mio"

FIUGGI, 28 - Ultimi due film in concorso, incontri ed eventi al Fiuggi Family Fest. Apertura in mattinata con "33 Postcards" dell'australiana di origine cinese (di Hong Kong) Pauline Chan con Guy Pearce e Zhu Lin. Storia di un'adozione a distanza, di un rapporto epistolare tra 'padrino' e figlia che, all'improvviso, diventa reale e quindi duro e crudo, ma che fa riscoprire ad entrambi sentimenti ed emozioni mai provate prima.

Mei Mei (Zhu Lin) è una piccola orfana che ha potuto andare a scuola grazie al sostegno di un australiano, Mr. Dean Randall (Pierce). Quando il coro dell'orfanotrofio si reca in Australia per una breve tournée, che parte e finisce da Sydney, la ragazzina ormai sedicenne va a cercarlo, ma scopre che è in prigione e decide di restare per aiutarlo. Ma, ovviamente, non sarà facile perché l'uomo è anche vittima di un racket che spadroneggia all'interno del carcere e il fratello lavora con una gang di ladri di macchine di lusso, nonostante abbia l'aiuto di un coraggioso avvocato, Barbara (Claudia Karvan). Un dramma tinto da poliziesco che, tra alti e bassi, conquista e commuove, anche se il finale è troppo 'all'americana', dove tutto si risolve positivamente anche quando i precedenti facevano prevedere, se non l'opposto, diverso. Comunque, il film è senza sbavature ed evita di andare sopra le righe, anche quando l'argomento e la storia lo consentirebbero. La pellicola è uno dei primi progetti dell'Hengdian Group Europe (dei grossi studios cinesi) che l'ha coprodotto con l'Australia, e che è intenzionato a estendere iniziative del genere in Europa e soprattutto in Italia.
"Hengdian è uno dei più grandi studios dell'Asia - afferma l'italiano Airaldo Piva, managig Director del Gruppo - e sorge su una superficie di 4/5 ettari, dove sono state ricostruite la Città Proibita del XII secolo e la Hong Kong del XIX secolo, e sono stati visitati da 10milioni di turisti da tutto il mondo. Una location ideale per i registi asiativi ma anche per gli europei e le coproduzioni internazionali. E ci tenevo che il film ('33 postcards') venisse presentato in anteprima europea proprio in Italia e al FFF, anche perché affronta il tema della famiglia da un'angolazione diversa". Infatti, il film - che è già uscito in Cina e Australia e ha ottenuto un buon successo di pubblico - ha partecipato a quattro festival australiani, tre cinesi e due negli Stati Uniti. "Come rappresentante del Gruppo - prosegue Piva - mi piacerebbe molto riuscire a far partire delle coproduzioni dall'Italia e già abbiamo in cantiere due progetti su cui lavorare con dei registi che ho contattato al recente Festival di Shanghai e che si sono dimostrati più disponibili dei produttori, visto che il nostro è un gruppo privato e non ha i tempi lunghi delle coproduzione con aziende e istituzioni statali. Credo sia una buona opportunità per l'Europa e per l'Italia, dato che i nostri film riescono raramente a varcare ilconfine, e la Cina offre un'occasione per crescere anche alle aziende cinematografiche". Nel pomeriggio l'ultima pellicola in gara "Kauwboy" dell'olandese Boudewijn Koole, presentato alla Berlinale 2012 nella sezione Generation. La storia di Jojo, un bambino di dieci anni, diviso tra un padre ad intermittenza e una madre assente, che trova un po' di consolazione inun piccolo merlo abbandonato. E l'amicizia speciale nata pian piano col piccolo volatile, farà crollare il muro tra lui e il padre. Un dramma - a tratti toccante - sull'elaborazione del lutto attraverso un altro, un piccolo ma importante passo del lungo cammino verso la maturità. E anche qui la 'dura realtà' ha un suo ruolo. Presentata anche il nuovo talent show di DeAKids ovvero "Mozart a modo mio" a cui ha partecipato lo stesso cantante-conduttore Matteo Macchioni, il tenore-rivelazione della 9a. edizione di "Amici". Il "piccolo ragazzo dalla grande voce", appena tornato da un concerto a Bratislava, non ha rinunciato a esibirsi nonostante la stanchezza con tre canzoni tra cui "Papageno" dal 'Flauto magico' dello stesso Mozart, una rock del rimpianto Freddy Mercury e il celeberrimo "Granada" (in spagnolo), famoso cavallino di battaglia di Claudio Villa.
"Anche se ormai siamo considerati dei cantanti in via di estinzione - ha dichiarato -, io come cantante lirico voglio condividere con i ragazzi la mia passione, coinvolgendoli ed al tempo stesso educandoli alla musica, classica e non". Infatti, il talent show è una gara per determinare che riuscirà meglio a rivisitare il grande Mozart in altri generi, dal rock alla tecno. In giornata presentato anche il libro "Sulle vie della speranza - Giuseppe e Miriam ieri e oggi" delle edizioni Paoline. Una riflessione su Giuseppe, Maria e Gesù nella loro vita quotidiana, secondo il Vangelo, ma intrecciandolo con la vita quotidiana di oggi. Proiezione speciale anche di "Young Europe" di Matteo Vicino, storia di cinque ragazzi europei raccontata dal loro punto di vista su un tema scomodo e poco cinematografico come la sicurezza stradale. La penultima serata della kermesse dedicata al 'bello della famiglia' si chiude con la proiezione di "The Avengers", uno dei grandi e riusciti successi della stagione appena finita. José de Arcangelo

Amicizia e rapporti, musica e guerra sul grande schermo del Fiuggi Family Festival

FIUGGI, 27 - Al Terzo giorno del Fiuggi Family Fest ben tre film in

concorso, con argomenti più drammatici, anzi tragici, per tre drammi di diversa provenienza e spessore. Apertura in mattinata con "Wunderkinder" di Markus Rosenmuller, un tragico e toccante dramma fra amicizia, musica e guerra. In Ucrania nasce l'amicizia fra tre ragazzini progidio, la tedesca Hanna - figlia del proprietario di una fabbrica di birra - e due bambini ebrei, Larissa e Abrasha, uniti dalla passione per la musica e allievi della combattiva e determinata Irina (Gudrun Landgrebe), ma divisi assurdamente da una guerra che non riescono a capire. Infatti, l'esercito nazzista - rompendo l'accordo con Stalin - invade il territorio ucraino e raggiunge la addormentata Poltawa, dove ancora sono apparentemente uguali. Ennesimo episodio dell'olocausto, dove un piccolo e generoso 'Schlinder' cerca di salvare - senza riuscirci - i suoi amici e vicini ebrei, impegnati professionalmente col governo sovietico, il padre di Larissa è medico, quello di Abrasha e lo zio nell'Armata Rossa. Sua figlia Hanna, scioccata dalla tragedia non riuscirà a parlare, però Larissa non riuscirà a suonare per la festa del Fuhrer condannando la sua famiglia e se stessa, mentre Abrasha sopravvivrà grazie alla 'perfezione' della sua esecuzione ma non eviterà il campo di lavoro. Anche ne "La fille du puisatier" (La figlia dello scavatore di pozzi), che segna il debutto nella regia del grande attore Daniel Auteuil (anche protagonista), siamo dalle parti del melodramma, però misurato e commovente, che evita gli eccessi sentimentali e le cadute nel grottesco.
Tratto da un romanzo del drammaturgo, sceneggiatore e regista Marcel Pagnol, e con un grande cast che comprende anche Sabine Azéma, Jean-Pierre Darroussin, Kad Merad (Felipe) e i giovani Astrid Bergès-Frisbey (Patricia) e Nicolas Duvauchelle (Jacques), il film ricrea le atmosfere semplici e quotidiane, coerenti con la filosofia dell'autore di "Manon delle sorgenti" e "Jean de Florette", ma anche con il cinema del 'fronte popolare' di allora. 1939. Patricia, la prima figlia diciottenne dello scavatore di pozzi Pascal Amoretti (Auteuil) - che di figlie ne ha altre cinque -, si innamora, forse ricambiata, dell'aviatore Jacques Mazel, ricco del benestante proprietario dell'emporio del paese, a cui appartengono anche le terre su cui lavora il padre. Ma il giovane è costretto a partire all'improvviso per il fronte senza sapere che la bella ragazza - cresciuta a Parigi - è incinta, e inoltre la sua ultima lettera non le sarà mai recapitata... Nel pomeriggio il discusso film americano "October Baby" di Andrew e Jon Erwin, che in patria ha scatenato una serie di polemiche
perché considerato 'antiabortista'. In realtà, l'aborto c'entra parecchio, ma si tratta di un caso estremo, perché un 'intervento' illegale tanto allora come oggi: al sesto mese di gravidanza. Infatti, narra la vicenda della diciannovenne Hannah che scopre una terribile verità: lei non sarebbe mai dovuta nascere. E' frutto di un aborto non riuscito e, una volta venuta alla luce, è stata adottata da una coppia che aveva perso i loro gemelli al quarto mese. Però la scoperta
sconvolge la vita di questa ragazza, spingendola a cercare a tutti i costi la sua madre biologica. Alla ricerca disperata di un'identità che la salvi ancora una volta, attraverso l'amore (dei genitori 'veri', quelli che l'hanno cresciuta, e del suo amico d'infanzia) e il perdono per tutti, anche per se stessa. Oggi è toccato a Donatella Bianchi - condutrice di "Linea Blu" - presentare il suo libro "Le 100 perle del mare", edito da Eri-Rizzoli. "Volevo condividere l'esperienza del viaggio - esordisce l'autrice -, recuperando il sorriso e l'entusiasmo. 'Linea blu' c'entra perché attraverso questo lavoro ho scoperto luoghi molti distanti, risorse su cui sappiamo ben poco. Da 19 anni affrontiamo tante tematiche senza strillare, con entusiasmo e professionalità, perciò ho voluto dedicare il libro ai miei figli. Volevo soprattutto fissare l'attenzione del pubblico su alcune perle del nostro paese. Le '100' sono stati imposte perché più non si potevano fare, in realtà sono migliaia, il nostro è un paese bellissimo e queste 100 aiutano un po' ad entrare
in questa avventura. E' stato difficile perché sono molte di più, a cominciare dal Salento. Ho seguito dei criteri di diversificazione privilegiando alcune zone sommerse, alcuni luoghi pregiati dal punto di vista paesaggistico, attraverso 8mila kim di costa, da Millemiglia a Ustica e ritorno per finire a Trieste". "Per fortuna - prosegue - è incredibile come questo nostro mare riesca a rigenerarsi perché forza e biodiversità glielo consentono. E nel libro ci sono quasi tutte le regioni d'Italia, incluse Sardegna e Sicilia, una realtà costiera importante e sensibile, e alcuni luogi e realtà che rischiano di scomparire. Ma le dobbiamo considerare come i nostri gioielli di famiglia, da seguire con grande attenzione. Dalla Calabria ho scoperto Pentedattilo che è stato messo in sicurezza, le località ferrose di Amalfi, perché non racconto quello già conosciuto, ma descrivo la valle dei Mulini, i sentieri delle ferriee dove ho scoperto esemplari di felci gigantesche, una vera rivelazione. Tutto grazie ai tanti fratelli e sorelle che ho conosciuto in questi quasi vent'anni di trasmissione e che mi accolgono sempre con grande disponibilità, si mettono addirittura in ferie, i pescatori che mi aspettano mettendo a rischio il pescato. E ne
sono orgogliosa perché è un format Rai, dal costo bassissimo perché realizzato totalmente con risorse interne. Credevo fortemente in questo lavoro come missione e mi dicevo 'sono la Rai, dove certe cose non si devono fare per rispetto al pubblico". "Ci sono nuove regole sull'uso scorretto del mare - prosegue -, ma molto dipende dal lavoro delle amministrazioni locali. Ci vuole rispetto integrità e divieti sulla velocità degli scooter d'acqua, sulla pesca illimitata e altro. In questi 19 anni credo che le cose siano cambiate in meglio, tanto che nella tutela e nel rispetto delle regole in certe zone oggi la pesca si è moltiplicata del 100 per cento, pescano il doppio di prima. Perciò io consiglio a chi viaggia di andare nei parchi nazionali perché avranno delle sorprese bellissime. Siamo cambiati soprattutto noi,
uomini e donne con una coscienza ambientale, purtroppo non c'è abbastanza attenzione politica e amministrativa". Ora la Bianchi già sta pensando ad una nuova pubblicazione ma non abbandona la sua trasmissione che conta con 3milioni di telespettatori. Ieri pomeriggio avevamo visto anche, il bel documentario "Pitts, la figura del padre", un'inedito ed emozionante ritratto del grande costruttore di aerei e maestro del volo acrobatico Giorgio Marangoni - scomparso da pochi anni -, raccontato dalla moglie e dai figli. Un marito e un padre che è riuscito a condividere la passione di una vita con la famiglia, coinvolgendola senza costrizioni nel suo mondo, lavorando fra loro, insieme a loro, persino sul tavolo di cucina. Oggi invece sono stati presentati in anteprima alucni estratti del lungometraggio di animazione "I gladiatori di Roma" di Iginio Straffi, quello delle "Twinx" per intenderci, che ha realizzato un colossal ispirato alle gesta dei migliori combattenti dell'antica Roma. Dal 19 ottobre al cinema. José de Arcangelo

venerdì 27 luglio 2012

Amore e politica, rapporti padre e figli, e soprattutto Flavio Insinna al Fiuggi Family Fest

FIUGGI, 26 - Fitto il programma di oggi, come avevamo anticipato, e partenza con il primo film in concorso, il messicano "Ella y el candidato" (Lei e il candidato), un dramma di attualità fra amore e politica, immagine e ideali, onestà e corruzione, 'spionaggio e negoziati'. Niente di nuovo, soprattutto riguardo al cinema statunitense si pensa vedendolo - da "Il candidato" anni Settanta, con Robert Redford, al recente "Le idi di marzo" di George Clooney -, ma è forse la prima volta per il cinema messicano che, attraverso una romantica storia d'amore, di cui vediamo i precedenti nel prologo, tra un maturo candidato alle presidenziali, Luis Fernando Grama (Héctor Arredondo), e la moglie, Lorena (Rocio Verdejo), con cui ha avuto tre figli.

Il dramma riflette sul fatto 'conviene rinunciare a tutto' - perché alla fine si è costretti anche a 'trattare' se non a lasciarsi corrompere -, inclusa la famiglia, per una guerra - oggi più mediatica che mai - dove alla fine trionfano ambizione e soprattutto la vanità. Certo, non è giusto nemmeno lasciar perdere, perché altrimenti questo nostro mondo non cambierà mai. E, forse, è già troppo tardi. Tra alti e bassi, un ritratto contemporaneo nella miglior tradizione del melodramma messicano o se volete delle telenovelas, ma quello misurato, mai sopra le righe, magari un po' convenzionale. Nel cast un grande del cinema messicano Jorge Lavat, nel ruolo dell'anziano zio, a cui la pellicola è stata dedicata perché scomparso dopo le riprese. Nel pomeriggio, in contemporanea con la presentazione del libro di Flavio Insinna, il secondo film in gara, ovvero il francese "Les papas du dimanche" di Louis Becker, con Sandra Becker, Sacha Bourdo, Thierry Neuvic, Olivier Baroux, Arauna Beralheim-Dennery e la partecipazione del veterano Thierri Lhermitte, nel ruolo di Morgan. Ma l'evento della giornata è stato proprio, Flavio Insinna che ha accettato con entusiasmo di essere al Fiuggi Family Festival per presentare il suo libro "Neanche con un morso all'orecchio". Infatti, il popolare personaggio televisivo - attore e presentatore - racconta il suo rapporto col padre e come la sua morte abbia cambiato il corso della sua esistenza.
Quel rapporto che ci fa diventare grandi, ci fa scoprire pian piano il senso di una vita intera. Un percorso faticoso che Insinna racconta senza sconti rivolgendosi al padre in un corpo a corpo serrato; un mattatore del piccolo schermo che esplora il mondo nascosto dei sentimenti e del dolore, dei conflitti e dell'amore. Di questo e di altro ha parlato prima con la stampa e poi nell'incontro col pubblico della kermesse e della cittadina. Quindi, una riflessione in cui la famiglia, tema e partecipante della kermesse, ha un posto davvero importante. "Perché una famiglia sia degna di questo nome ci vogliono tanti sacrifici da parte di tutti - esordisce l'attore -, e alla fine ci si può anche divertire insieme, ma non una famiglia tipo 'Mulino bianco', perché bisogna esserci. Sempre. Mio padre c'è stato molto, anche troppo secondo noi, tanto che quando tornava del lavoro la sera a me e a mia sorella ci faceva ripetizioni di latino e greco che, ovviamente, sapeva meglio di noi, dopo 50 anni. Ma non ha mai detto non c'ho tempo. Ci vuole un grande impegno, rimboccarsi le maniche. Da questo punto di vista la nostra è stata una famiglia privilegiata, perché anche polemizzando duramente siamo stati sempre uniti. Possiamo dire che quando uno ha vinto abbiamo vinto tutti, quando uno ha person abbiamo perso tutti insieme". "Te l'avevo detto, mio padre non l'ha mai affermato, persino quando gli ho detto che non volevo fare l'avvocato ma l'attore: ha pianto per due anni, ma poi mi ha detto basta che studi, che non ti veda bighellonare per casa. Più che parole dava l'esempio, tanto che quando se ne andato era consumato come medico, come uomo, marito e padre, pur con difetti, durezze, spigoli. Non ha mai cercato di essere un amico ma mio padre. 'In famiglia potrai sempre tornare perché nessuno ti tradirà'. La mia più grande fortuna è la mia famiglia, quella che nessuno mi potrà mai levare. E' il suo amore l'Oscar della mia vita". "Una cosa che ripeteva spesso - prosegue - era 'quando sbagli non dare mai la colpa agli altri e avrai la coscienza a posto'. Non bisogna scaricare barile ma pretendere tutto da te stesso nel bene e nel male. 'Se un giorno ti dicono che sei un genio e l'altro che sei un bricco non farci caso perché la verità sta nel mezzo. Se scrivono che sei una monnezza ricordati che il giorno dopo su quel giornale mettono un merluzzo al mercato'." "Una volta gli ho chiesto, tu medico non hai mai rubato? lui mi rispose: 'un giorno capirai la bellezza di dormire sonni tranquilli'. E quando vedeva in televisione qualcuno a cui era stato spiccato un avviso di garanzia, che finiva indagato o in manette, scuoteva la testa e diceva amaro 'la disonestà è non lavorare'; lo diceva proprio lui, nato in un paesino a due passi da Corleone, un ragazzo che era riuscito a laurearsi con due anni di anticipo. Infatti, ci diceva a proposito degli studi 'le cose o le sai o non le sai, a torto o a ragione, perché lo studio è fatto di testardaggine e applicazione: una paginetta al giorno'. Tanto che quando noi facevamo le nottate a studiare, passava e diceva ora non staresti così se avessi fatto come me, hai fatto il cretino e ora ti devi alzare alle 3 a studiare. Roba semplice per persone perbene. Basta che ti impegni tutti i giorni come io in chirurgia. Addirittura quando vedevo che la mia carriera non ingranava e gli avevo detto: Smetto! Lui disse: 'Non puoi scappare adesso dopo tanti sacrifici. Noi Insinna non scappiamo mai, e dormirai ore serene". A proposito di Canale 5 o al ritorno su Rai1, dice "Per me è stato come fare un giro in Rolls Royce, sei ti chiedono di condurre 'La corrida', che fai? Non accetti? Ma io non ho mai stipulato un contratto di esclusiva con nessuno. Faccio una cosa per volta, sia Rai3, Raisat, Mediaset, Rai1 non conta dove ma
cosa fai. Se quello che ti propongono è bello va bene ovunque. I momenti di transizione lo passano, anzi li viviamo tutti, anche Canale 5, Raiuno, il cinema... Basta andare avanti a testa alta, sereni. Faccio un mestiere in cui si vive di quello che non fai. Tornare in Rai per fare una cosa in cui non ci credo, che non vale la pena fare, non è da me. Entrambi le parti devono essere convinte di quello che vogliono fare. C'è qualcosa in programma ma ci dobbiamo ancora mettere d'accordo". Intanto da metà settembre condurrà una trasmissione su Radio2 il sabato e la domenica dalle 13.00 alle 14. Poi si vedrà. "La sofferenza del nostro paese la pagano sempre i meno i disagiati - conclude -, mi dispiace profondamente che i lavoratori siano costretti a scioperare, che le famiglie non riescano a pagare le medicine, a fare la spesa. Si parla sempre di progresso ma non vale per tutti, se pensiamo che a un'ora di volo si muore ancora di morbillo, che dei bambini muoiono nel deserto, in isolamento completo, riusciamo a capire che un paese fortunato ha bisogno di poveri". La giornata si è conclusa con la versione musical di Peter Pan "Seconda Stella a Destra" con musiche di edoardo Bennato messa in scena dai giovani volontari dello StaFFF. José de Arcangelo

giovedì 5 luglio 2012

Giglio e Umbria Film Festival gemellate da una "partnership turistico-cinematografica, dall'8 al 15 luglio. Presenti Terry Gilliam, Ralph Fiennes e Mike Figgis. Un evento con "Truffaut vs. Godard"

Sono stati presentati in due conferenze stampa a Firenze e a Perugia, rispettivamente il Giglio Film Festival, alla sua prima edizione e l’Umbria Film Festival, giunto alla sua XVI edizione, due manifestazioni gemellate in una vera e propria “partnership turistico-cinematografica” che abbraccia il toscano Borgo Giglio Castello e l’umbro Borgo di Montone, inseriti nel Club dei borghi più belli d’Italia. I due eventi - Giglio Film Festival, che si tiene l’8 e il 9 luglio ed è diretto da Serena Zarlatti e Vanessa Strizzi , e l’Umbria Film Festival a Montone (Perugia), dall’11 al 15 luglio, con la direzione artistica di Vanessa Strizzi e la direzione organizzativa di Marisa Berna, proporranno a ingresso gratuito, una selezione di pellicole internazionali in anteprima italiana e di cortometraggi nelle rispettive, splendide location all’aperto con proiezioni, concerti in piazza, tavole rotonde e ospiti internazionali quali Terry Gilliam, Ralph Fiennes, Mike Figgis, Paul Laverty, ma anche la “nostra” Barbora Bobulova e tanti altri. Si parte con il debutto del Giglio Film Fest (8-9 luglio), che vivrà una due-giorni di anticipazione nell’isola toscana, in piazza del Castello presentate dall’attore Giorgio Caputo (“Un posto tranquillo 2”; “Rino Gaetano – Ma il cielo è sempre più blu”; “Romanzo criminale – La serie”; “Polvere”). La prima serata di cinema all’aperto sarà preceduta, domenica 8 luglio alle ore 19:30 da un aperitivo e a seguire, alle ore 20:30, l’evento Truffaut vs. Godard con l’attrice/regista Roberta Lena (“Nuovo Cinema Paradiso”; “La visione del Sabba”; “Bar Sport”; “Il caso Martello”) e Giorgio Caputo che leggeranno il carteggio che, nel periodo successivo all’Oscar di “Effetto Notte”, decretò la fine dell’amicizia tra i due grandi registi francesi. All'interno della Rocca del Giglio Castello, inoltre, spazio all’installazione “Il Sognatore”, opera creata appositamente per il festival da Guendalina Salini, affermata artista contemporanea romana. Una sezione del festival sarà dedicata ai cortometraggi per bambini, con film di animazione provenienti da tutto il mondo, mentre – per quanto riguarda i lungometraggi – per la Sezione Anteprime, la sera di domenica 8 luglio, proiezione di “You Instead”, settimo lungometraggio del regista David Mackenzie (“Perfect Sense”; “Spread”; “Young Adam”), una spensierata storia d’amore rock‘n’roll, ambientata nella rumorosa magnificenza e tra gli indimenticabili suoni del più famoso festival musicale scozzese. Il film sarà seguito dalla proiezione, alle ore 23:00 di “Scialla!”, di Francesco Bruni, alla presenza dell’attrice protagonista Barbora Bobulova. Lunedì 9 luglio, alle ore 22:00 sempre in Piazza XVIII Novembre, proiezione in anteprima - alla presenza del regista, Ruggero Dipaola - di “Appartamento ad Atene”, recente vincitore del Premio Miglior Film al Los Angeles Greek Film Festival. Il film, opera prima interpretata da Laura Morante, è ambientato nella capitale greca durante l’occupazione nazista del 1943. Quindi la proiezione di “FantaItaly”, breve film di Adriano Pintaldi, “saluto” del FantaFestival al Giglio. La location del festival si sposterà quindi in Umbria, nel borgo medievale di Montone (Perugia) dall’11 al 15 luglio 2012 dove, sempre a ingresso gratuito, con un concerto di apertura in piazza a cura del Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto "A. Belli" , si terrà la sedicesima edizione dell’Umbria Film Fest. Circondato dal verde, dai querceti e dagli olivi e patria di Braccio Fortebraccio, il borgo di Montone presenterà un nutrito parterre di ospiti, primo fra tutti il regista americano Terry Gilliam (da “Brazil” a “L’esercito delle 12 scimmie” e “Paura e delirio a Las Vegas”) - presidente onorario e autore del logo del festival. Quindi, l’attore/regista inglese Ralph Fiennes che presenterà in anteprima italiana il suo esordio alla regia, “Coriolanus”, interpretato da Gerard Butler e Vanessa Redgrave, un thriller a sfondo politico e di ambientazione contemporanea, ispirato dall’omonima opera di Shakespeare. Sarà anche ospite il regista Mike Figgis (“Via da Las Vegas”; “Complice la notte”), che ha recentemente ultimato le riprese del suo ultimo film e lo sceneggiatore-simbolo dei film di Ken Loach, Paul Laverty, autore, tra gli altri della sceneggiatura di “The Angels' Share”, presentato dal regista inglese in concorso al recente Festival di Cannes, dove ha vinto il Premio della Giuria. Saranno presentati film in anteprima italiana, tra cui “En Kongelig Affære”, del danese Nicolaj Arcel, film vincitore dell’Orso d’Argento per la miglior sceneggiatura e per il miglior attore al Festival di Berlino 2012, interpretato tra gli altri da Mads Mikkelsen, vincitore del Premio come Miglior Attore al Festival di Cannes 2012 per l’interpretazione del film “Beyond the Hills”. Ma anche il lungometraggio d’animazione “Une vie de Chat”, dei registi francesi Alain Gagnol e Jean-Loup Felicioli, nomination all’Oscar 2012 per l’animazione. Ma il festival proporrà anche, come di consueto, la tavola rotonda sui Migranti, dal titolo “La comunicazione nella società multiculturale”, quindi i due concerti che animeranno all’apertura e alla chiusura del Festival il borgo di Montone e il concorso di corti Umbriametraggi, giunto al suo sesto appuntamento, dedicato alle opere brevi dei filmmakers umbri e sostenuto dallo storico laboratorio Augustuscolor.

domenica 1 luglio 2012

Alla 48a. Mostra Internazionale del Nuovo Cinema - Festival di Pesaro stravince "Djeca - Buon Anno Sarajevo" della bosniaca Aida Begic che si aggiudica ben tre premi

PESARO, 1 - Cerimonia di premiazione anticipata e un po’ sbrigativa per dare spazio alla partita Italia-Spagna, per la conclusione della 48a. Mostra Internazionale del Nuovo Cinema con

ben tre premi per il film bosniaco “Djeca” di Aida Begic. A decretare vincitore il film – che verrà distribuito dalla Kitchen Film col titolo “Buon Anno Sarajevo” è stata per prima la giuria composta dalla regista Antonietta De Lillo, dall'attrice Francesca Inaudi e dal critico e cronista cinematografico Boris Sollazzo; poi quella dei giovani, composta da studenti e neo laureati dell’Università di Urbino “Carlo Bo”, infine da una giuria presieduta da Paolo Fosso e composta da Andrea Paolotti e da un rappresentante di Amnesty International Italia che gli ha assegnato il premio “Cinema e diritti umani” di Amnesty International Italia. La giuria ufficiale gli ha conferito il premio Lino Miccichè, all'unanimità, con la seguente motivazione: “Djeca, di Aida Begic, è un film post-traumatico. Un film che ha il pregio di riuscire a parlare senza traccia di patetismo delle conseguenze devastanti della guerra in Bosnia, e allo stesso tempo di ogni conflitto, di ogni shock bellico. E' un'opera dalla delicatezza dolce e dolorosa, come l'interpretazione dell'intero cast, sostenuto dalla superba performance della protagonista, che nonostante la giovane età esprime la maturità e l'asciuttezza degne di una grande attrice.
Un film modernamente neorealista che mescola con perfetto equilibrio finzione e pochissimi elementi documentari, appena accennati e laceranti. Un film in cui il grande talento della regista accompagna lo spettatore nella prospettiva di uno sguardo femminile pudico e potente, empatico e tagliente ma totalmente privo di auto indulgenza. Uno sguardo dolente ma in fondo carico di speranza. Quello di una donna e di una generazione che non ha alcuna intenzione di arrendersi. I giovani giurati, invece, hanno così motivato la loro scelta: “Per la tematica trattata che approfondisce argomenti spesso trascurati o affrontati superficialmente; per l'alta qualità della fotografia e del montaggio; per l'aspetto emozionale che va oltre l'inchiesta asettica suscitando un coinvolgimento profondo nella soggettività della bravissima e giovanissima protagonista”. Hanno poi deciso di assegnare una Menzione Speciale al film israeliano “Sharqiya” di Ami Livne “per la prospettiva originale attraverso la quale emerge il tema della speranza in uno scenario problematico come quello israeliano”. Il premio “Cinema e diritti umani” è stato invece così motivato: “Con una narrazione apparentemente asciutta ma al contempo densa di suggestioni poetiche, in cui l’estetica dell’azione si mescola senza soluzione di continuità all’estetica del linguaggio, il film riesce a raccontare con decisione la condizione di una giovane e antica nazione europea. Attraverso gli occhi e la quotidianità di una donna che vive sulla propria pelle i contrasti drammatici della Bosnia post-bellica senza rinunciare alle proprie convinzioni, si sviluppa una storia che parla di diritti umani soffocati, della commistione tra criminalità e politica e del sacrificio di quello che è il fiore di una nazione ovvero la nuova generazione, resa drammaticamente e disperatamente orfana da una guerra non sua e non ancora superata”. Anche la giuria del premio di Amnesty International Italia ha voluto esprimere una
Menzione speciale al documentario “Ferrhotel” di Mariangela Barbanente perché: “Raccontando la vita quotidiana di una comunità di rifugiate e rifugiati della Somalia, che hanno trovato riparo in un hotel abbandonato al centro di Bari, il film delega la qualità poetica alle voci dei protagonisti. Il loro linguaggio tradizionalmente spirituale ci accompagna e ci guida nelle loro problematiche attraverso i racconti del loro tragico passato, delle loro speranze, dei loro tentativi di integrazione. Il Ferrhotel diventa rifugio per alcuni e gabbia per altri; qualcuno va, qualcuno resta. In tutti, in un presente vissuto tra incertezza e speranza, vi è la determinazione a riprendersi la propria dignità di persone”. Come è noto alla Mostra di Pesaro, la sezione “Cinema in Piazza” propone una selezione dei titoli presenti nelle sezioni principali del festival adatti per un pubblico meno specializzato ma altrettanto curioso. Le cinque pellicole che hanno partecipato a questa sezione sono state: “Barbara” del tedesco Christian Petzold, “Sharqiya” di Ami Livne, “La Jubilada” (La pensionata) del cileno Jairo Boisier, “Unten Mitte Kinn” (Lower Upper Cut) del tedesco Nicolas Wackerbarth e lo stesso “Djeca” (Buon anno Sarajevo) di Aida Begic. Gli spettatori della “piazza” dell’edizione 2012, che hanno votato alla fine di ogni proiezione e sul sito del festival, hanno assegnato il premio del pubblico al film “Barbara” di Christian Petzold, presentato in anteprima fuori concorso. La pellicola tedesca ha conquistato il pubblico della Piazza e ha trionfato con una media di 3,2 punti (su 4), distanziando di misura il vincitore del Concorso “Djeca”, secondo con 3,1. Sul terzo gradino di questo podio immaginario è finito il film israeliano “Sharqiya” con la media di 2,8
Ma ci sono stati, come di consueto, altri premi. La giuria del concorso video Premio Cinemarche Giovani, riservato ai giovani, entro i 30 anni d’età, che vivono, studiano o lavorano nella Regione Marche (per cortometraggi a tema libero della durata massima di 3 minuti), composta dal critico Pierpaolo Loffreda (coordinatore del Premio) e dai giornalisti Paolo Angeletti (“Il Resto del Carlino”), Alberto Pancrazi (Rai) e Claudio Salvi (“Il Messaggero”), ha assegnato a maggioranza il Premio Cinemarche Giovani 2012 al cortometraggio: “Mnemonautica” di Francesca Accorroni, Daiana Acosta, Eleonora Pepa, che è stato proiettato durante la premiazione. La giuria ha anche attribuito due menzioni speciali ai film: “Numero 24” di Serena Zeppilli e a “Black Deceit” di Saverio Romagnoli, Licia Tofani, Gloria Verdicchio, Francesca Marinangeli, Sara Campetelli. José de Arcangelo