domenica 10 novembre 2013

Al Festival del Film di Roma almeno di domenica arrivano le star hollywoodiane, ma son solo di 'passaggio' per il film di Spike Jonze "Her"

Il cinema hollywoodiano è sbarcato al Festival Internazionale del Film di Roma almeno di domenica, infatti, sul red carpet dell’Auditorium Parco della Musica Scarlett Johansson (ma solo lì), Joaquin Phoenix e Rooney Mara, i tre protagonisti di "Her" (in conferenza Scarlett non c'era), il nuovo film di Spike Jonze che sarà presentato (in concorso) alle ore 19.30 in Sala Santa Cecilia.

Il regista di culto, uno dei artisti più geniali e controversi degli ultimi anni, affiancherà i tre attori sul tappeto rosso e sarà protagonista di un incontro col pubblico domani alle ore 18 in Sala Petrassi. Con "Her", Jonze porta lo spettatore in un futuro non lontano affrontando l’evoluzione del complesso rapporto che coinvolge uno scrittore solitario, Theodore (Joaquin Phoenix), e un sistema informatico di nome Samantha (che ha la voce delloa Johansson), realizzato per soddisfare tutte le esigenze dell’utente. Uno spunto che già aveva fatto nascere "Simon1", ma non solo. Ovviamente visto dal punto di vista follemente geniale - dicono - del regista.
Passato oggi il film in Concorso "Entre Nós" (Tra di noi) del brasiliano Paulo Morelli realizzato assieme al figlio Pedro. La nuova opera del fondatore della 02 Filmes, la nota casa di produzione indipendente brasiliana, che ha prodotto il celebre "City of God" di Fernando Meirelles, racconta di un gruppo di amici che si incontra dieci anni dopo un tragico incidente, per rileggere le 'lettere' allora scritte e sepolte in quella villa in mezzo alla lussureggiante vegetazione: torneranno a galla vecchie passioni (e rancori), nuove frustrazioni e un oscuro segreto sepolto nel passato.
Anche qui gli spunti non sono originali (un po' "grande freddo", un po' thriller letterario), ma con un gruppo di ex ragazzi degli anni Novanta. Comunque, un dramma che coinvolge, fra sogni infranti e nostalgia, cose non dette e pentimenti. Altro film in concoro "A vida invísivel" (La vita invisibile), dramma esistenziale del regista, produttore e sceneggiatore Vitor Gonçalves, allievo del maestro António Reis, e maestro a sua volta della seconda generazione del cinema portoghese. La sua opera prima, "Uma rapariga no verão", è stato definita “una pietra miliare del cinema portoghese”. Solo che qui siamo dalle parti del primo Antonioni e del veterano de Oliveira, dove trionfano la riflessione, dolorosa e angosciante, che privilegia i 'tempi morti', piani sequenza statici e la (quasi) assenza di dialoghi, per un protagonista 'intrappolato' nel passato (non suo) e che non riesce a vivere nemmeno il 'suo' presente, sentimenti inclusi. Un film d'autore doc, d'amare o da odiare senza mezzi termini. Cinque i film Fuori Concorso di oggi. Dal kolossal "Stalingrad" del figlio d'arte russo Fedor Bondarchuk, alla commedia 'poliziottesca' dei Manetti Bros. "Song'e Napule". Il primo film russo prodotto completamente con la tecnologia del 3D ed il primo film non statunitense che adotta il formato Imax. E ci riporta nel 1942, all’interno della città assediata dall’esercito nazista. Non a caso ha già incassato in Russia oltre 30 milioni di dollari in meno di venti giorni ed è il più grande successo di box office per un film straniero, non americano, in Cina.
"Come il vento" di Marco Simon Puccioni è, invece, ispirato all’avventura umana di Armida Miserere, una delle prime donne a dirigere un carcere in Italia, ed è interpretata da Valeria Golino, accanto a Filippo Timi, Francesco Scianna e Chiara Caselli, anche loro passati sul red carpet alle ore 19.30. "Song’e Napule" è una pellicola sulla scia della grande tradizione dei generi all'italiana, da Ettore Maria Fizzarotti a Umberto Lenzi. Un divertente mix fra il musicarello e il 'poliziottesco', appunto, per una commedia-thriller urbana esilarante, fedele alla linea e allo stile dei giovani fratelli del cinema italiano. Alle ore 11.30 è stato presentato "Il carattere italiano", ritratto firmato dal regista Angelo Bozzolini sull'orchestra sinfonica italiana più prestigiosa e rinomata nel mondo, ovvero l’Orchestra Nazionale di Santa Cecilia di Roma, proiettato nella propria 'sala' dei concerti. Nel pomeriggio, alle ore 16.45, è stato proiettato, invece, lo spettacolare lungometraggio d'animazione "Metegol 3D" (già Futbolin) diretto dall'argentino Juan Josè Campanella, premio Oscar per il miglior film straniero 2010 con "Il segreto dei suoi occhi". La pellicola è un'anteprima Fuori Concorso in collaborazione con Alice nella Città. Due sono stati gli incontri col pubblico: alle ore 16 il premio Oscar per "Il silenzio degli innocenti", Jonathan Demme, ha parlato del suo viaggio nel cinema, commentando le sequenze più significative della sua carriera - che va dal documentario alla fiction, dalla musica al teatro - e rispondendo alle domande della platea. Alle 17.30, presso il Teatro Studio, Álex de la Iglesia, regista e sceneggiatore spagnolo grande protagonista del cinema popolare europeo, che ha portato al Festival la sua ultima fatica "Le streghe di Zugarramurdi", film che ha fatto registrare dieci minuti di applausi durante la proiezione per la stampa.
La sua corrosiva ironia ha pervaso anche l'incontro dove ha parlato non solo dei suoi film, ma anche dei rapporti umani - catastrofici - e delle nostre quotidiane 'bugie', anzi della nostra ipocrisia perché non diciamo mai la verità a chi ci circonda, nascondendoci sotto una falsa gentilezza e recitando la parte dell'altruista. Anche della genesi del suo ultimo film, che raccoglie anche spunti di una pellicola mai realizzata, perché considerata vent'anni fa troppo folle.
Zugarramurdi esiste, è un paesino nel nord della Spagna considerato la culla della stregoneria, fra il XV e il XIX secolo, dove si sono tenuti i più celebri processi dell'inquisizione. E la grotta/antro delle streghe è quella vera, ed è comunicante (ci si arriva da lì) con il casolare, quindi si passa dalla cucina alla caverna, ancora oggi. Esistono ancora gli scritti del processo, da cui il regista ha scoperto il perché le streghe 'volano': estraevano un veleno dai rospi che mischiavano ad altre sostanze allucinogene ottenendo una sorta di crema simile allo Lsd, che poi spalmavano sotto le ascelle e sul bastone della scopa che sfregavano sul sesso e...
Al CinemaXXI, la linea di concorso dedicata alle nuovi correnti del cinema mondiale, ha offerto oggi: "Rangbhoomi" di Kamal Swaroop, il padre della nouvelle vague indiana, sulla vita del primo cineasta indiano Dadasaheb Phalke. Poi il pubblico ha assistito ad un programma di quattro film medi e corti – "Just Like Us" di Jesse McLean, "Theatrum Orbis Terrarum" di Salomé Lamas, "Gangster Backstage" di Teboho Edkins e "The Buried Alive Videos" di Roee Rosen – mentre poi ha toccato all'opera "A mãe e o mar" del portoghese Gonçalo Tocha, premiato quest’anno al Festival Doc Lisboa. Prospettive Doc Italia ha proposto, invece, "The Stone River" di Giovanni Donfrancesco, “un’antologia di Spoon River” sulle storie dei lavoratori della pietra che raggiunsero da tutta l’Europa il paese di Barre (Vermont), e "L’altro Fellini" di Roberto Naccari e Stefano Bisulli (ancora un indiretto omaggio), che racconta il complicato rapporto che ha unito il cineasta Federico con il meno noto fratello Riccardo, soprattutto attore (anche nei suoi film) e non solo. In mattinata si è tenuta, proprio al MAXXI, una tavola rotonda con i protagonisti della grande stagione del Peplum (che il Festival celebra attraverso la retrospettiva “Ercole alla conquista degli schermi”): hanno partecipato fra gli altri Mimmo Palmara, Alan Steel, Kirk Morris, Helene Chanel, Alberto De Martino, Mario Caiano, Gianfranco Parolini, Umberto Lenzi, Ruggero Deodato, Sofia Scandurra. In questa occasione i curatori della retrospettiva Steve Della Casa e Marco Giusti hanno presentato il volume “Il grande libro di Ercole” edito dal Centro Sperimentale di Cinematografia in collaborazione con Edizioni Sabinae. Per la retrospettiva sono stati presentati "Nel segno di Roma" di Guido Brignone e Michelangelo Antonioni (non accreditato), mentre per ricordare Claudio Gora lo Studio 3 ha ospitato "Il Cielo è rosso" firmato dal celebre attore/regista genovese. Sempre nello Studio 3, si è svolto l'omaggio a Luigi Magni, il regista romano recentemente scomparso, con la proiezione de "La Tosca", seguita da "Arrivano i bersaglieri". Il programma di Alice nella Città ha offerto il toccante "Who Is Dayani Cristal?" di Marc Silver e Gael García Bernal (di cui ne parliamo a parte) e "Juliette" di Pierre Godeau, il discreto ritratto di una post adolescente alle prese con i rapporti sentimentali, anche conflittuali, fra amore, amicizia e sesso. José de Arcangelo