sabato 8 settembre 2012

Venezia 69. Vince il Leone d'oro il coreano "Pietà" di Kim Ki-duk, e convince tutti. Niente premi per Marco Bellocchio e Terrence Malick

La 69a. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia chiude le proiezione con “L’homme qui rit” (L’uomo che ride) di Jean-Pierre Ameris, ispirata all'opera omonima di Victor Hugo e che vanta nel cast la presenza di Gérard Deapardieu ed Emmanuelle Seigner. Un dramma che gli permette, secondo il regista, di “affrontare temi diversi: la diversità fisica, l'amore, la modernità. Mi sono sempre specialmente emozionato per i film che hanno un ‘mostro’ come eroe, come protagonista.”

Il “mostro” in questione è Gwynplaine (Marc-André Grondin) – personaggio che possibilmente ha ispirato il joker/clown di Batman -, un giovane dal volto sfregiato in modo tale che sembra avere un sorriso permanente. Viene adottato da Ursus, che ha già una bambina cieca, Déa, e con loro mette su uno spettacolo itinerante del quale Gwynplaine è l'attrazione principale. Le cose si complicano, anzi cambiano, quando il giovane scopre di essere l'erede di una famiglia aristocratica… Ma andiamo ai premi che – come previsto dai pronostici – sono andati soprattutto al cinema ‘straniero’, anche se meritati. Il Leone d'Oro della 69.a edizione del Festival di Venezia è andato a Pietà di Kim Ki-duk, anche se la giuria presieduta da Michael Mann ha tenuto conto anche l'ultimo, applaudito lavoro di Paul Thomas Anderson, “The Master” – che però non aveva convinto del tutto la critica dell’inizio gara -, al quale ha assegnato il premio per la miglior regia e la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile andata ex aequo a Joaquin Phoenix e Philip Seymour Hoffman.
Gli altri riconoscimenti consegnati nel corso della cerimonia, condotta da Laetitia Casta - segnata da una spiacevole gaffe/scambio da parte dei giurati e in parte ‘salvata’ dalla modella/attrice – e dalla madrina Kasia Smutniak, sono il Premio della Giuria andato a Ulrich Seidl per “Paradise: Faith” e la Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile ad Hadas Yaron per l’israeliano “Fill the Void”. Al giovane Fabrizio Falco è andato il Premio Marcello Mastroianni, destinato all’attore/attrice rivelazione, per la doppia interpretazione in due dei tre film italiani in concorso “Bella addormentata” di Bellocchio ed “E’ stato il figlio” di Daniele Ciprì, che si è aggiudicato l’Osella per la migliore fotografia, meritata da tempo, e che ha firmato anche quella del film di Bellocchio. L’Osella per la migliore sceneggiatura è andata invece al francese Olivier Assayas per “Après Mai”.
Infine, il Leone del Futuro - Premio Venezia Luigi De Laurentiis – riservato alle opere prime presentate nelle diverse sezioni – è stato assegnato a “Kuf / Küf” di Ali Aydin. Il premio Orizzonti per il miglior lungometraggio, proiettato nell’omonima rassegna collaterale, è stato assegnato al cinese “Three Sisters” di Wang Bing. Gran Premio Speciale della Giuria della sezione Orizzonti al film “Tango Libre” del belga Frédéric Fonteyne. Premio Orizzonti Youtube per il miglior cortometraggio a “Cho-de” (Invitation) di Yoo Min-young. José de Arcangelo