giovedì 23 giugno 2011

Alla Mostra del Nuovo Cinema di Pesaro è la gioventù di oggi la protagonista, dall'Argentina alla Russia passando per la Thailandia

PESARO, 23 - Dall'Argentina alla Thailandia con i due film in concorso ieri alla Mostra del Nuovo Cinema. L'esistenza oggi tra disagio e isolamento, incomunicailità (ipercomunicativa) e riflessione sui sentimenti, in primis ovviamente l'amore di coppia. Due modi oppos
ti di vedere la realtà contemporanea. Vince - vista la reazione del pubblico in piazza - "Medianeras" opera prima scritta e diretta da Gustavo Taretto, perché la sua riflessione è sui toni della commedia, intelligente ed ironica, mai banale, che mette a nudo tutte le nostre manie e fobie contemporanee. Dal barricamento dentro casa, giustificato dal lavoro al computer, ma anche e soprattutto dall'incapacità di comunicare (tranne che per internet), di esprimere i sentimenti e le nostre paure.
In una Buenos Aires disordinata e sconclusionata anche da un punto di vista architettonico, 'vivono' Martin e Mariana. Lui è un web designer le cui nevrosi e crisi (di panico) lo costringono a barricarsi nel suo monolocale, schiavo di una realtà virtuale. Lei, architetto che non ha mai costruito nulla e fa la 'vetrinista', è vittima di turbamenti e ossessioni, reduce di una lunga relazione con l'uomo sbagliato. I due, anche se vivono sulla stessa strada e in palazzine una di fronte all'altra non si sono mai incontrati...
"Tu puoi sempre aprire una piccola finestra - dice il regista - nelle medianeras (le pareti perimetrali cieche degli edifici ndr) per consentire che un raggio di sole entri nella tua vita". E, in questo modo, il grigiore esistenziale, forse, sparirà. Ma sicuramente vedrai il mondo e gli altri in modo diverso, anzi forse solo così li scoprirai.
Più impegnativo "Eternità", dramma esistenziale del tailandese Sivaroj Kongsakul, fra (tormentato) romanticismo e filosofia (orientale), fra ricordi e suggestioni. Anche perché, se le immagini seducono e trascinano, il complesso e complicato meccanismo narrativo confonde e spaventa, persino, il pubblico di non addetti ai lavori, e non solo. Inoltre, chi non ama il ritmo malinconico e,comunque, avvolgente (e volutamente ripetitivo) delle cinematografie orientali non reggerà fino alla fine.
In un piccolo centro rurale, l'anima di un uomo di mezza età torna a camminare sulle orme del suo passato attraverso tre fasi: come fantasma errante che vaga nella sua casa dell'infanzia; come giovane innamorato della sua futura moglie (a cui fa la promessa dell'amore per l'eternità del titolo); come uomo assente nella vita della sua famiglia dopo la sua morte.
"Volevo - afferma l'autore - che il film trattasse della memoria di mio padre e della nostra famiglia. Ho poi voluto che le tre parti fossero connesse dall'oscurità come metafora della morte di una persona cara che resterà con noi per sempre".
Ma ieri è stata la giornata dell'altro evento speciale, quello dedicato al giovane Cosimo Terlizzi, artista che lavora con diversi linguaggi dell'arte contemporanea (dalla fotografia al videoclip). Infatti, i suoi 'documentari' sono particolari, addirittura gustosi e divertenti perché sono contaminati da elementi di fiction e di commedia, tra informazioni scientifiche e gag, tra denuncia e constatazione. In questo contesto si sviluppano i tre episodi di "Murgia" (2009), sul parco nel cuore della Puglia, tra i più belli e dannati dell'area mediterranea, che nasconde tesori della natura (acqua, piante, animali) e della storia (Castel del Monte). Un gradevolissimo road-movie tra acume e ironia che coinvolge e trascina.
"Il solstizio di San Giovanni Battista" (2010), girato nel Parco Naturale Capanne di Marcarolo in Piemonte, si ispira al cambio di direzione che il sole compie tra il 21 e il 22 giugno, considerato un evento particolare e magico.
"Dopo aver consultato un testo prodotto dal parco di Marcarolo sulle erbe medicinali - confessa Terlizzi - e riti popolari della zona, ho deciso di focalizzare la mia attenzione su quel tema". E così in questo nuovo road-movie parte alla ricerca di tutte queste piante ed erbe che in questo breve arco di tempo 'vengono influenzate con intenza energia' dal sole.
Gli altri suoi lavori sono stati poi presentati all'interno del Dopofestival, "Ritratto di famiglia" (2001) che prende spunto da una fotografia del 1867 che ritrae una ricca famiglia in posa; "S.N. via Senza nome Casa senza numero" (2001-2008) che, tramite filmini in super8, registra anno dopo anno le trasformazione della sua Bitonto e dei suoi parenti. Infine "Une saison en enfer" (2004), "I fratelli Fava" e "Regina", entrambi del 2008.
L'omaggio a Bertolucci ieri è approdato al clou con la presentazione, al Teatro Sperimentale, del cult "Ultimo tango a Parigi", un capolavoro travagliato e perseguitato (era stato condannato al rogo alla fine degli anni Settanta) che oggi può sembrare datato a chi lo vede la prima volta ma che è stato - con "Arancia meccanica" di Kubrick - uno dei film che hanno contribuito a rivoluzionare il linguaggio cinematografico, ma anche la visione e il punto di vista dell'autore e soprattutto dello spettatore, che non spesso coincidono, anzi. In mattinata era stato presentato anche un documentario di cortometraggio "Il canale", ritrovato nell'Archivio Nazionale Cinema d'Impresa e girato a Suez nel 1967, seguito da "La via del Petrolio" , dello stesso anno, prodotto dall'Eni e già presentato in altre rassegne e/o festival.
Interessante per tema e riprese è il documentario della coppia Pavel Kostomarov e Aleksandr Rastorguev "I Love You" uno scioccante e originale ritratto della gioventù russa realizzato dagli stessi protagonisti, i quali nel corso di un anno hanno filmato le loro storie di vita con una piccola videocamera digitale. Tre storie, tre amici, tre giovani del Sude della Russia che vivono, giorno dopo giorno, tra feste, amori e lavoro (poco). Un autentico quadro senza filtri tra disagio e disillusioni, tra l'arte d'arrangiarsi nel nuovo millennio e riflessioni sulla coppia (matrimonio o no). Niente inibizioni e tanta assenza di veri sentimenti, forse.
José de Arcangelo