lunedì 19 ottobre 2009

Roma FilmFest. L'esordio dietro la cinepresa di Stefania Sandrelli con la storia di una poetessa del medioevo


ROMA, 19 – La ‘famiglia Sandrelli’ al Festival Internazionale del Film di Roma per il debutto dietro la macchina da presa della cara, bella e brava, attrice Stefania: “Christine Cristina” con Amanda Sandrelli protagonista, presentato in anteprima - fuori concorso. Una storia importante, un personaggio speciale – ovviamente femminile – e una bella idea per un discreto film d’esordio che, purtroppo, non riesce a coinvolgere fino in fondo e ‘rimanda’ la sempre affascinante, simpatica ed entusiasta star del cinema italiano ad una seconda prova.

“Non credo ci sia una grossa differenza tra fiction e cinema – esordisce Stefania -, quello che conta è il senso di responsabilità nel lavoro e nei confronti del pubblico. Si ruba inconsapevolmente e poi lo si restituisce. Io ho cominciato con Pietro Germi (“Divorzio all’italiana” e “Sedotta e abbandonata” ndr.), poi ho lavorato con Scola, Pietrangeli, Comencini e tanti altri, ho assorbito qualcosa da ognuno di loro. Li spiavo, li guardavo, cercavo di capire e di capirli. Risucchiavo il meglio delle persone come un’ape. E’ quasi inevitabile per gli attori la voglia di passare dall’altra parte. Sono quasi dieci anni che ci provavo, avevo proposto precedentemente una sceneggiatura, ‘Buongiorno amore’, ma nessuno me l’ha fatto fare”.

Come è nata l’idea? “E’ stata una questione di intuito, di fiuto. Cercando in occasione del Natale alcuni libri in via Cola di Rienzo, vidi nella vetrina di Gremese la miniatura di una donna che attirò la mia attenzione. Piccola quasi eterea, compita e attenta davanti a un mobile scrivania, seduta in posizione di scrittura. La moltitudine dei colori, la sospensione tra cielo e terra di quel luogo misterioso, mi incuriosì. Frugai tra le pagine di quel libro e trovai Cristina da Pizzano. E la storia di questa poetessa medioevale si è impossessata di me”.

“Pochi conoscono il suo nome – continua la neoregista -. Eppure Cristina è stata una figura esemplare nella storia della letteratura. Italiana, vissuta in Francia nel momento del passaggio dalla notte del Medioevo all’alba dell’Umanesimo, fu la prima donna a vivere soltanto grazie alla propria penna, cioè scrivendo e pubblicando opere poetiche. Poeti si nasce o si diventa? Nel caso di Cristina fu precisamente una conquista. Ed è proprio la storia di questa conquista avventurosa che il film vuole raccontare”.

Scritto da Giacomo Scarpelli, Stefania Sandrelli, Marco Tiberi con la supervisione di Furio Scarpelli, il film non è però un pamphlet femminista.

“E’ un film che ho portato nella pancia – confessa l’autrice – perché l’ho pensato e ideato e ho avuto la possibilità di farlo. La sceneggiatura è il sostegno del film, ma credo sia stata la forza e la grazia femminile che ha evitato che diventasse femminista tout court, e anche perché mi sono affidata a grandi sceneggiatori maschi dotati anche di una sensibilità femminile”.

“Secondo Scott Fitzgerald – aggiunge Tiberi – c’è uno spunto maschile e uno femminile, il primo è Pollicino, il secondo Cenerentola. Questa è una favola realistica perché Cristina passa prima dalle stelle alle stalle, e poi di nuovo dalle stalle alle stelle”.

Infatti, da un’agiata condizione (il padre era un astronovo al servizio del re Carlo V) Cristina precipita nella miseria più nera, con due figli piccoli, nell’imperversare delle lotte tra Armagnacchi e Borgognoni, e ha un solo imperativo: sopravvivere.

“Ho trovato in Amanda – dichiara l’autrice sulla scelta della figlia attrice – la disponibilità, la bravura e l’affetto che forse solo lei poteva darmi a tutto tondo. Christine ha dei lati in comune con Amanda, è tenerella, buffetta, ma è anche una donna che si è conquistata un posto illustre nella storia. Ha un suo contegno, non fa qualsiasi cosa per apparire e si capisce perché. Non ho costruito il personaggio su di lei, e ho rispettato l’essenza di Christine”.

“Non mi sono sentita investita da grande responsabilità – ribatte Amanda – ma mi sono affidata alle sue scelte. Al di là dell’affetto, credo che ero quella giusta per dare a Christine quello che meritava. Visto che la gestazione è stata lunga, ho avuto la possibilità di conoscere Christine a fondo e pian piano. E mi sono lasciata andare. Mai in vita mia mi sono sentita sostenuta in tutti i sensi da tutto e tutti. Non trovo vizi in mia madre a parte quello di seguirmi con la spremuta di arance, ma sul set si annullano i meccanismi della vita quotidiana. Sono onorata di essere Christine ma non mi sono mai preoccupata di essere all’altezza o meno, altrimenti non ci sarei riuscita”.

Ma nella pellicola - che la Sandrelli firma col compagno Giovanni Soldati - recitano anche Alessio Boni, Alessandro Haber, Blas Roca Rey (attore e marito di Amanda nella vita), Naomi e Nicholas Marzullo, Paola Tiziana Cruciali, con la partecipazione di Mattia Sbragia e con la partecipazione straordinaria di Roberto Herlitzka che, nei panni del saggio Sartorius, offre una scena da antologia, quella dell’incontro-sfida con Amanda-Christine.

La Francia dell'opera prima della Sandrelli - dato che si tratta di una produzione italiana a basso costo (2 milioni e mezzo di euro) - è stata ricostruita nel Lazio, con il sostegno della Film Commission, e negli studi di Cinecittà, 'riciclando' il "set di un vecchio San Francesco".

José de Arcangelo