sabato 20 ottobre 2007

Festa Internazionale del Cinema di Roma: Bernardo Bertolucci's Day

ROMA, 21 – Giornata all’insegna dell’impegno, ma anche dell’Italia con la celebrazione “Bernardo Bertolucci e il cinema” alla Festa Internazionale del Cinema di Roma. L’impegno è stato garantito dall’anteprima dell’americano “Rendition”, diretto dal sudafricano Gavin Hood, che affronta il tema

terrorismo (e paranoia), attraverso la visione della situazione americana dopo l’11/9. Quando un presunto terrorista “sparisce” dal volo per Washington DC, la moglie e un ispettore della Cia si battono per liberarlo dalla struttura segreta di detenzione dove è finito.

Presenti all’Auditorium, oltre il regista premio Oscar per “Tsotsi”, i protagonisti Reese Witherspoon e Jake Gyllenhaal. L’Italia ben rappresentata da Bertolucci, “sostenuto” dal robusto Gérard Depardieu, interprete del suo (lungo) capolavoro “Novecento” (1976) che è stato proiettato (nella versione integrale), dopo “una lezione dal vivo” del maestro. Anche l’anteprima di “Silk” di François Girard, con Michael Pitt e Keira Knightley, è all’insegna del nostro paese, visto che si tratta della trasposizione del romanzo “Seta” di Alessandro Baricco e realizzato in coproduzione con Belgio, Francia e Canada.

Presentati anche, in anteprima nella sezione Alice nella città, 35 minuti del lungometraggio d’animazione “Winx Club – Il segreto del regno perduto” di Iginio Straffi. Le ormai famose fatine (tutte italiane ma che hanno conquistato il mondo dell’animazione in 3-D) sono state anche protagoniste, nei giardini dell’Auditorium Parco della Musica dalle 10.00 alle 18.00, di un fatato villaggio Winx che ha rievocato le atmosfere di Alfea. Le amate eroine sono state interpretate da speciali animatrici che hanno volto e sembianze umane alle sei fate più trendy e più cool del panorama internazionale. Sul Red Carpet, invece, sono state rappresentate dalle ballerine del musical omonimo che, l’anno scorso, ha girato oltre 40 teatri italiani con il tutto esaurito. Prodotto da Rainbow, in collaborazione con RaiFiction, “Winx – Il film” sarà nelle sale italiane dal 30 novembre distribuito dalla 01.

Per la sezione Extra, una delle più ricche e variegate, oltre alle proiezioni dei film targati “Actors’ Studio” (Studio 3), per “Altre Visioni” è stato presentato l’originale documentario di Guido Chiesa “Le pere di Adamo” che fonde meteorologia e impegno, interviste/interventi e animazione, cercando di stabilire un’analogia, anche scientifica, tra le nuvole e i movimenti sociali.

Il regista si affida alle parole della canzone di Nick Cave dei Grinderman, “Go Tell The Women”, per descrivere lo spirito con cui si è ritrovato alla fine della realizzazione, cioè “di ottimo umore, come dopo un viaggio faticoso ma ricco di esperienze”. Ecco, la prima strofa : “Abbiamo fatto la nostra storia / Ci siamo evoluti / Stiamo in piedi / Risolti i problemi / Siamo artisti / siamo matematici / Alcuni di noi hanno posizioni estremamente importanti / Ma siamo stanchi / Respiriamo a fatica / E siamo liberi / Vai a dire alle donne che ce ne stiamo andando”.

Al meteorologo e climatologo Luca Mercalli, che ci illumina sui capricci del tempo e delle nuvole, si contrappongono i lavoratori precari e i disoccupati (del campo artistico) francesi, François-Loic Glasman, musicista e attore intermittente; Mariline Gourdon e Sandra Bechtel, attrici intermittenti; Mitsou Doudeau, ballerina intermittente; e dall’altra parte Iain McLarty, matematico e musicista. Dà voce al cartone Giuseppe Battiston.

Il titolo trova giustificazione, fra prologo e finale, ma anche con le note di presentazione: “L’uomo mangiò il frutto dell’albero della conoscenza e incominciò a sapere, apprendere, separare. E da quel momento iniziarono anche i suoi guai. Forse ne avrebbe evitati parecchi se si fosse accorto che, su quell’albero, oltre alle mele, c’erano anche delle pere…”

Un altro documentario è “The Universe of Keith Haring” di Christina Clausen che ricostruisce la storia e la brillante e fugace carriera dell’artista che amava i graffiti e i “graffitari”, e apprezzato (non solo) da Andy Warhol. Interessante, coinvolgente e commovente ritratto di un pittore originale, indipendente e (pacificamente) trasgressivo. Infine, il nuovo film dell’australiano Rolf De Heer “Dr. Plonk” che unisce fiction (da cinema muto) e documentario (contemporaneo). Ovvero il Dr. Plonk, scienziato del secolo scorso, sulla sua macchina del tempo approda nel futuro, cioè oggi, e guarda la società attuale con gli occhi straniati di un regista di film muti.

Domani, nella stessa sezione, verrà presentato “Auschwitz 2006”, un documentario realizzato da Saverio Costanzo in occasione del viaggio nella memoria degli studenti romani, guidati dal sindaco Walter Veltroni, nel lager nazista. Oltre alle immagini dell’orribile campo di concentramento, che ricordano il capolavoro “Notte e nebbia” di Alain Resnais, sono importanti e commoventi le testimonianze dei sopravvissuti, tra cui due sorelle ebree romane, allora bambine.

Per il concorso Cinema 2007 è toccato al francese “Ce que mes yeux ont vu – The Vanishing Point” di Laurent de Bartillat e allo spagnolo “Caotica Ana” di di Julio Medem. Il primo è un thriller ambientato nel mondo dell’arte e che si domanda ‘cosa vediamo quando vediamo?’. La giovane Silvie Testud indaga sulla misteriosa donna dei quadri del grande pittore francese Antoine Watteau. L’autore spagnolo di “Lucia y el sexo”, invece, narra di una giovane e sradicata artista che, inconsapevolmente, diventa testimone e protagonista della violenza maschile. Ieri sera era stato il turno del secondo italiano in concorso, Alessandro Capone e “L’Amour caché” con Isabelle Huppert e Greta Scacchi. Un dramma, in parte deludente, tra inconscio ed egoismo, attraverso la vicenda di Danielle. La donna, al terzo tentativo di suicidio, viene ricoverata in clinica da sua figlia Sophie.

Nella sezione “Alice nella città” sono passati, per Première, “August Rush” di Kirsten Sheridan con Freddie Highmore, Kery Russell, Jonathan Rhys Meyers e Robin Williams. Una fiaba contemporanea, e quindi a lieto fine, ma raccontata con eleganza, delicatezza e sentimento tutto femminile. Lo spunto iniziale ricorda lo splendido “Il silenzio” di Mohsen Makhmalbaf, infatti è la storia di un ragazzino (orfano ma non cieco) che scopre la musica attraverso i rumori, prima della natura (la campagna) poi della metropoli (New York) e che, alla ricerca dei genitori, diventa precoce direttore d’orchestra. Presentati anche “La tete de maman” di Carine Tardie e “Un chateau en Espagne” (Francia), “And When Did You Last See Your Father?” di Anand Tucker (GB) e “Buddha Collapsed Out of Shame” di Hana Makhmalbaf (Iran).

Continuano, ovviamente, la programmazione delle altre sezioni parallele quali Raul Ruiz Faber (Studio 3), la retrospettiva Sophia Loren (alla Casa del Cinema), l’omaggio a Marco Ferreri (Sala Detrassi) e le “repliche” al Metropolitan e in provincia (Frascati e Guidonia).

José de Arcangelo