mercoledì 1 novembre 2017

Alice nella Città sfoggia i suoi 'piccoli' gioielli alla Festa del Cinema: da "Please Stand By" a "Brigsby Bear", da "Cercando Camille" a "Lola + Jeremy"

Presentato oggi in concorso ad Alice nella Città, il festival autonomo e parallelo alla Festa del Cinema di Roma, il coinvolgente e commovente “Please Stand by” dello sceneggiatore e regista polacco - cresciuto in Australia - Ben Lewin (fra tutti i suoi film e telefilm, va ricordato “The Sessions - Gli incontri”) con un’impagabile Dakota Fanning, cresciuta sul set (da “Mi chiamo Sam” ad “American Pastoral”), presente anche in giuria e per una master class. l film racconta la vicenda della giovane autistica Wendy (‘normale’

fisicamente) che ama ballare sulle note del suo iPod e lavorare a maglia inventando maglioncini per oggetti inanimati. Un ‘dramedy’ on the road che affronta un argomento delicato, spesso mai sufficientemente approfondito, in cui Lewin dimostra quanto la ‘normalità’ sia relativa, perché quello che accade a Wendy può capitare ad ogni adolescente ingenuo e/o fiducioso nel momento che affronta il mondo (degli adulti) da solo. Dato che Wendy è ormai adulta, ma il suo comportamento è quello di un’adolescente.
La ragazza è in un istituto-panificio ma, per provare alla sorella maggiore Audrey (Alice Eve) e alla sua educatrice-psicologa Scottie (sempre giusta Toni Collette) che può badare a se stessa, decide di scappare per partecipare a un concorso di sceneggiatura televisiva, presentando uno script (da portare personalmente) di ben 500 pagine su Star Trek. Però, dato il brutale scontro con una realtà che non conosceva, il suo più grande desiderio è tornare a casa. Quindi, un’opera – sceneggiata da Michael Golamco - che fonde intelligentemente patologia e sogni, percorso e crescita, passioni e Star Trek, visto che i suoi eroi preferiti sono Capitan Kirk e Spock, protagonisti di un mondo fantascientifico che non prevede le insidie e
i pericoli del nostro. Forse. “Stand By Me” è stato presentato il 27 ottobre scorso all’Austin Film Festival e, dopo Roma, passerà al Virginia Film Festival l’11 novembre. Anche nei giorni precedenti nella rassegna sono stati presentati altri film degni di nota e, secondo noi, da aggiudicarsi qualche premio, anche collaterale. Un’altra scoperta, nel Panorama internazionale, è stato l’indipendente “Brigsby Bear”, opera prima di Dave McCary, reduce del successo del Sundance e della Semaine de la Critique di Cannes. Un strabiliante mix di realtà e fantasia attraverso la storia di James Pope
(sorprendente Kyle Mooney) che non ha conosciuto nient’altro che il mondo di Brigsby Bear, personaggio di un programma tv per bambini inventato dai suoi genitori-rapitori. Dato che gli è vietato persino uscire di casa, causa un fatale inquinamento – gli fanno credere -, quando viene liberato dalla polizia la sua vita cambia drasticamente: l’unico modo per dare un senso a questa spaventosa realtà mai vista è fare un film sul simpatico orsetto-supereroe. Una commedia originale e innovativa che coinvolge e diverte ragazzi e adulti. Sempre nel Panorama, il francese “Lola + Jeremy” di July Hygreck che in questa sua opera prima mette in risalto tutta la sua esperienza in corti, spot e video per raccontare una storia d’amore in cui trovano
posto tutti i campi in cui ha lavorato. Un film giovane, ma non giovanilistico, che fonde e confonde i diversi media, incluso graphic novel e fumetti. Non a caso il protagonista, il ventisettenne Jeremy (Syrus Shahidi) è un graphic designer che con il suo amico Mathias (Tom Hygreck) gestisce l’agenzia Cercasi alibi disperatamente per creare finti alibi per mariti fedifraghi. La venticinquenne Lola (Charlotte Gabris), invece, lavora in una ‘fumetteria’ ed è appassionata di supereroi e dei film di Michel Gondry (se stesso in ruolo cameo), tanto che ha visto e rivisto “Se mi lasci ti cancello”. La coppia decide di riprendere una
sorta di video diario della loro storia. Lui, però, ha il padre in fin di vita e pensa di mostrarglielo per rendergli più gradevoli i suoi ultimi giorni. Ma lei, ignara, lo scopre e, delusa e ferita, lo lascia. A quel punto, Jeremy, disperato, farà di tutto per riconquistarla, persino a inscenare dei rapimenti. Anche qui realtà e finzione si mescolano in un frenetico gioco di ricerca fisica e artistica, fra yootuber e cinema d’autore. Camei anche del batterista Manu Katché, per anni a fianco di Peter Gabriel, e del rapper Youssoupha. Il film uscirà nelle sale il 9 novembre distribuito da SunFilm Group.
Due film visti nel Panorama Italia, il primo “L’età imperfetta”, opera prima di Ulisse Lendaro. Un dramma sull’adolescenza che diventa pian piano un thriller sconvolgente. La diciassettenne Camilla (Marina Occhionero) vive in una tranquilla città del nord. Ha un rapporto conflittuale con la sorellina e un sogno, che sua madre (Anita Kravos, donna dell’Est pragmatica e lavoratrice) non capisce mentre il padre sì: diventare una ballerina classica e l’imminente audizione per entrare in un’accademia francese è una grande occasione. Anche perché la sua maestra (Anna Valle) le fa capire che può farcela. Nella sua vita però, prepotente come un vento estivo, si affaccia Sara (Paola Calliari), anche lei aspirante ballerina. Sara ha diciotto anni, un padre benestante e una madre assente, ma è carismatica e sensuale. Ma tra conturbanti slanci d’affetto e crisi, decisioni e colpi di scena,
il loro rapporto prenderà una pericolosa piega, segnando per sempre la vita di Camilla. Di più non possiamo svelare perché il finale, imprevedibile, gira intorno a rivalità e inganni, rancore e vendetta. Il film uscirà nelle sale italiane distribuito da Parthenos. “Cercando Camille” di Bindu de Stoppani (Panorama Italia), già autrice di “Jump”. Una commedia in bilico tra malattia (senile) e ricerca di se stessi, ma soprattutto sul rapporto padre-figlia, in tono leggero e ostinato come la protagonista, Camille (Anna Ferzetti), appunto, decisa a fare un viaggio con il padre (Luigi Diberti) per ricostruire il suo passato e, inconsapevolmente, ritrovare se stessa e la voglia di vivere. E, forse, l’amore in un autostoppista musicista (Nicola Mastroberardino) che suona il violoncello. José de Arcangelo