sabato 3 dicembre 2016

Dal 7 all'11 dicembre arriva al Cinema il X Roma Fiction Festival che festeggia l'anniversario con le migliori serie del mondo, e due in anteprima mondiale

“Per chi non può vivere senza le migliori serie televisive” approda – dal 7 all’11 dicembre 2016 - il Roma Fiction Fest che spegne le dieci candeline e celebra con un nuovo direttore artistico, anzi con un autore cinematografico come Giuseppe Piccione, comunque appassionato di serial, e proprio “sorpreso – dice – forse dall’idea sbagliata, di chi non crede sia un appassionato di serial. Comunque, in un epoca in cui sono tutti pazzi per le serie, anche noi abbiamo avuto l’occasione di ficcare il naso nelle serie, e scelto alcune veramente cult che sono state una sorta di epifania, come ‘Six Feet Under’ (nella sala appositamente dedicate ndr.) e, tra le italiane, Boris”. E, data questa bella confusione di mezzi e autori, attori e storie che oggi ‘vivono’ piccolo e grande schermo, c’è il piacere di godere la tivù in sala, per l’occasione The Space Cinema Moderno di Piazza della Repubblica nella capitale. Madrina della manifestazione l’attrice rivelazione di “Veloce come il vento” Matilda De Angelis, vincitrice del Premio Biraghi ai Nastri d’Argento, poi protagonista della versione italiana della serie americana “Parenthood”, ovvero “Tutto può succedere”, e ora sul set della seconda stagione

“Oggi sta cambiando tutto – afferma Piera Detassis, Presidente della Fondazione Cinema per Roma -, il Roma Fiction Fest (al secondo anno prodotto dalla Fondazione ndr.) con lungimiranza già da anni aveva avvicinato televisione e cinema, infatti, stiamo vivendo un’epoca di conversione, in cui grandi registi di cinema fanno serial e, stavolta, molte delle protagoniste sono donne”. Infatti, come accenna Piccioni, Balzac e la sua comédie humaine e i successivi romanzi a puntate che uscivano sui quotidiani e riviste, anche i serial – come già le soap opera e le telenovelas – si possono permettere di usare la digressione per portare il quotidiano di storie e personaggi trasformandoli come dichiara Lidia
Ravera, Assessore alla Cultura e Politiche Giovanili della Regione Lazio, quasi in amici di famiglia. E il festival ce li porta addirittura al cinema, occasione per socializzare e discuterne, lontani dal web. Sono 10 i titoli del concorso internazionale: unica serie italiana “Di padre in figlia”, storia dell’emancipazione femminile in Italia dal 1958 al 1980 – da un soggetto di Cristina Comencini, sceneggiato da Giulia Calenda, Francesca Marciano e Valia Santella per la regia di Riccardo Milani -, attraverso i grandi cambiamenti storici che hanno portato le donne a lottare per guadagnarsi la parità e i diritti civili: un
viaggio fra tensioni, conflitti e ribellione, amore, libertà e indipendenza. Con Stefania Rocca, Cristiana Capotondi e Matilde Gioli, assecondate da Alessio Boni, Domenico Diele, Alejandro Roja, Corrado Fortuna. Dalla Francia arriva la serie politica di Canal + “Baron Noir”, a metà fra “House of Cards” e “I Sopranos”, con un terzetto d’eccezione: Kad Merad (“Giù al Nord”, “Le petit Nicolas”), il veterano Niels Arestrup (“Il profeta”, e tanti altri) e Anna Mouglalis (dal Chabrol di “Grazie per la cioccolata” a Placido di “Romanzo criminale” e Martone de “Il giovane favoloso”). La carriera politica di Philippe Rickwaert sembra finita dopo
il sacrificio che gli è stato imposto da Francis Laugier, candidato presidenziale della Sinistra, per salvare la campagna elettorale. Ma, forse, non è proprio così. Stati Uniti e Germania, insieme, presentano “Berlin Station”, che non è quella ferroviaria della capitale tedesca, ma quella sempre meno affollata e importane della Cia. Richard Armitage è Daniel Miller, l’ultimo arrivato del gruppo di spie attive in Germania che, ovviamente, ha una missione segreta: scoprire una talpa.
Nel cast Rhys Ifans, Richard Jenkins e tra i registi l’italiano Giuseppe Capotondi (“La doppia ora”). L’irreverente comico americano Louis C.K. e la protagonista Pamela Adlon sono i creatori di “Better Things”, un’esilarane, ma anche ironicamente profonda, storia di un’attrice a Hollywood, madre di tre figlie che deve gestire una carriera, fra tivù e cinema, e allo stesso tempo provare ad educare e gestire da sola la sua turbolenta famiglia.
Arriva dal Belgio la serie dall’incredibile successo in patria “Ennemi Public” (Nemico pubblico) in cui Angelo Bison (celebre attore teatrale e nel film “La pecora nera” di Ascanio Celestini) interpreta Guy Béranger, un pericoloso assassino di bambini giunto al termine della pena detentiva e rilasciato in libertà vigilata, affidato in custodia ai monaci dell’abbazia di Vielsart. Dall’Inghilterra, invece, approda “National Treasure”, la gogna mediatica descritta dalla nuova star della scrittura televisiva ‘british’ Jack Thorne (da “This is England” a “Glue”). Ispirata a un caso di cronaca, la
serie narra l’operazione Yewtree che portò a diversi arresti nel 2015. Alcune personalità del mondo dello spettacolo furono accusata di aver compiuto abusi sessuali anche sui minori e tra queste, il caso del celebre anchorman Jimmy Saville, interpretato per l’occasione da Robbie Coltrane (della ‘serie’ cinematografica “Harry Potter”). Diretta da Marc Munden (“Utopia”). L’Australia è rappresentata da “The Kettering Incident”, serial crime ambientato, appunto, a Kettering, con la bellissima Elizabeth Debicki (“The Night Manager”), nei panni della dottoressa Anna Macy che si ritrova
inspiegabilmente collegata al caso di due ragazze che scompaiono misteriosamente in circostanze identiche, a quindici anni di distanza l’una dall’altra, nella natura selvaggia della Tasmania. Un episodio che ricorda lontanamente il celebre, e bellissimo, “Picnic a Hanging Rock” di Peter Weir (1976). Due le co-produzioni europee presenti in gara, la prima “Midnight Sun” (Francia/Svezia), un crime thriller creato da Marlind & Stein, autori della famosa serie scandinava “The Bridge”, con l’attrice francese Leila Bekhti (“Il profeta”) e l’attore svedese Gustaf Hammarsten (“Uomini che odiano le donne”). L’altra è
“Wasteland” (Repubblica Ceca/Polonia), creata da Stepàn Hulik per HBO Europe, in cui sullo sfondo della battaglia politica di una cittadina del nord della Boemia contro l’avanzare di una compagnia mineraria che vuole sgomberare gli abitanti del villaggio, c’è la scomparsa di una quattordicenne che destabilizza l’intera comunità e rivela inquietanti risvolti e oscure verità. Infine, lo statunitense “Good Behavior” in cui Michelle Dockery, smette i panni eleganti e i modi dell’alta nobiltà inglese della Lady Mary di “Downton Abbey” per vestire, invece, quelli di un’artista della truffa e di
una ladra pronta a tutto. O quasi, visto che quando incontra un killer che sta per uccidere la moglie di un uomo, decide di rischiare tutto per cercare d’impedirglielo. Naturalmente, non è tutto perché ci aspettano anche 10 anteprime fuori concorso, tra cui quattro italiane: “Amore pensaci tu”, scritta da Fabrizio Cestaro e Federico Favot, con Emilio Solfrizzi, Filippo Nigro, Giulia Bevilacqua, Carmine Recano, Fabio Troiano e Valentina Carnelutti. La regia di Francesco Pavolini e Vincenzo Terracciano. “In arte Nino” di Luca Manfredi, un viaggio nella vita del padre, il grande Nino Manfredi,
interpretato da Elio Germano, e sceneggiato dai due con Dido Castelli. “Immaturi - La Serie”, dall’omonimo film di Paolo Genovese, un serial scritto con Paola Mammini e Giovanni Guidoni per la regia di Rolando Ravello. Nel cast Ricky Memphis, Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu, Maurizio Mattioli, Sabrina Impacciatore e Nicole Grimaudo. “Il confine”, un film-tv lungo, scritto da Laura Ippoliti e Andrea Purgatori con la collaborazione del regista Carlo Carlei. La storia di tre giovani sul drammatico sfondo della Grande Guerra, interpretati da Filippo Scicchitano, Caterina Shulha e Alan Cappelli Goetz.
Ma ci sono due anteprime mondiali d’eccezione, la prima è l’attesissimo “When We Rise” (Usa), scritta dal premio Oscar, Dustin Lance Black (“Milk”), e diretta da Gus Van Sant, e di cui non sono ancora state diffuse né foto né immagini (alla stampa è riuscita a vedere solo il blindato trailer). E’ la cronaca delle conquiste del movimento LGBT a partire dai celebri eventi di Stonewall nel 1969. Nel cast Guy Pearce, Mary-Louise Parker, Rachel Griffiths, Ivory Aquino, Carrie Preston, Rosie O’Donnell e Whoopi Goldberg. La seconda è “Madiba” (Canada/Sudafrica) dedicata a Nelson Mandela, interpretato da Laurence Fishburne, con Orlando Jones,
Michael Nyqvist e Terry Pheto. Scritto da Avie Luthra e Jane Maggs. Le altre, un insolito “Maigret”, interpretato da Rowan ‘Mr. Bean’ Atkinson, tratta dai romanzi di Georges Simenon e adattati dal figlio John, che sarà presente a Roma in compagnia del celebre giallista Donato Barrisi (“Il suggeritore”). E ancora, l’evento televisivo dell’anno ovvero il rifacimento di “Roots” (Radici) che ha segnato la storia della televisione realizzata negli Stati Uniti nel 1977 e tratta dal romanzo di Alex Haley. Nel nuovo cast Forest Whitaker, Anna Paquin, Jonathan Rhys Meyers e lo stesso Fishburne. Il protagonista è il
debuttante Malachi Kirby che sarà nella capitale per presentarlo in compagnia del Kunta Kinte della miniserie originale, LeVar Burton, poi nel cast di “Star Trek: The Next Generation”. In “Madoff”, invece, il protagonista è il presidente della Giuria Internazionale della X edizione del Festival, Richard Dreyfuss, indimenticabile interprete di “American Grafiti” di George Lucas, “Lo squalo” e “Incontri ravvicinati del III tipo” di Steven Spielberg, non solo, visto che ha vinto un Oscar con “Goodbye, amore mio” (1977) e ha ricevuto una nomination per “Goodbye, Mr. Holland” (1995). Scritta da Ben Robbins e
Brian Ross, è la storia del finanziere che ha truffato migliaia di persone che andrà in onda in Italia su Sky Cinema. Ultimo titolo fuori concorso è l’inglese “Fleabag”, creato e interpretato da Phoebe Waller-Bridge. La vita della giovane donna londinese del titolo, scorre tra disavventure familiari, una situazione sentimentale pressoché caotica e l’elaborazione del lutto della sua migliore amica, con cui gestiva un piccolo bar ora sull’orlo del fallimento (viene presentata in versione integrale, 6 episodi di 30’).
Non mancherà, ovviamente, la sezione Kids & Teen con “Mini Cuccioli” del gruppo Alcuni; le canzoni dello Zecchino d’Oro raccontate in animazione; le indagini d’ispirazione letterarie di “Geronimo Stilton”, il ‘gentil topo’; le avventure del pipistrello “Bat Pat” e i suoi amici; l’eterna ricerca del tesoro in “Pirata & Capitano”; l’anteprima cinematografica di “Paw Patrol, dal 22 nelle sale italiane; “The Lion Guard”, vero e proprio sequel del cult “Il re leone”; le incredibili avventure de “Il piccolo Houdini”; la ‘latina’ “Elena di Avalor”, la nuova principessa forte, indipendente e coraggiosa di casa (globale) Disney. Con l’adolescenza si
passa alle serie con attori in carne e ossa, come l’argentina “Soy Luna”, creata da Jorge Edelstein e reduce del grandissimo successo mondiale, che ora arriva anche in Italia. Poi il primo episodio della seconda, attesissima, stagione di “Maggie e Bianca Fashion Friends” che, insieme al cast, presente in sala, faranno ballare e cantare i piccoli spettatori al ritmo delle canzoni della serie tutta italiana creata da Iginio Straffi, a cui faranno eco nella stessa giornata due episodi inediti di “World of Winx” con una performance live. Ma ci saranno anche i nuovi episodi di “Sailor Moon Crystal”, che segna il ritorno in tv di una delle eroine più amate dell’animazione giapponese anni ’90. Il programma si conclude domenica 11 con la premiazione dell’Excellence Award Ragazzi a D’Alò.
Gli altri Excellence Award vanno a Richard Dreyfuss, a Marco Giallini popolare protagonista della serie “Rocco Schiavone” che ha debuttato nella corrente stagione; a Rosario Rinaldo, presidente di Cross Productions (David di Donatello per “Certi bambini”), che ha realizzato la sopracitata serie. Le Masterclass sono due, la prima dello stesso Dreyfuss, l’altra dello sceneggiatore Umberto Contarello, collaboratore di Paolo Sorrentino, da “The Must Be The Place” a “The Young Pope”. Gli incontri con Annabel Scholey, Contessina de’ Bardi ne “I medici” e membro della giuria internazionale; con Giallini; con Pierfrancesco Diliberto (Pif) e il cast della serie “La mafia uccide solo d’estate”, ispirata al suo film omonimo; e con Luca Bigazzi, fotografo; Ludovica Ferrario, scenografa; Carlo Poggioli, backstage; Luca Canfora e Fabio Mollo, costumisti; tutti per “The Young Pope”. Tra gli eventi la presenza di Charlie Weber, l’amato Frank di “Le regole del delitto perfetto” e Bellamy Young, la First Lady Mellie Grant, prima donna presidente americano nella serie “Scandal”. Infine “10 anni del RomaFictionFest, 10 pensieri sulle serie”, incontro con gli autori delle fiction italiane.
Evento speciale - 75 anni di Wonder Woman festeggia l’eroina dei fumetti DC Comics - creata da William Moulton Marston nel 1941 - con la serie americana, trasmessa tra il 1975 e il 1979, interpretata da Lynda Carter, ex Miss America, in attesa dell’arrivo nelle sale e su grande schermo del primo film a lei dedicato. Quindi, un ricco programma che celebra anche il matrimonio tra televisione e cinema, perché ormai sul piccolo schermo la realtà supera la fantasia, pubblica e privata, reality e fiction. José de Arcangelo