sabato 30 luglio 2011

In anteprima il film di Roland Joffé sugli anni giovanili di San Josémaria Escrivà de Balaguer al Fiuggi Family Fest

FIUGGI, 30 - Presentati gli ultimi tre film in concorso al Family Film Fest e tra questi potrebbe esserci il vincitore: il primo è stato "The First Grader" di Justin Chadwick (Usa-GB-Kenya), un potente dramma che parla di speranza, del coraggio di accettare il proprio passato e anche di riconciliazione in un continente ancora martoriato dall'odio e dalla vendetta, dalle miseria e dalla guerra. Narra la storia vera di un anziano di un povero villaggio del Kenya, ex combattente della guerra per l'indipendenza del paese dal colonialismo britannico, che a 84 anni lotta per il diritto di andare a scuola per la prima volta per ricevere l'educazione (gratuita) che non ha mai potuto avere, ma soprattutto per leggere da sé la lettera che ha ricevuto. Lo aiuta una coraggiosa insegnante che si inemica autorità e popolazione, ancora una volta mossi da interessi e antichi rancori, divisioni ed egoismo. Più che una ricostruzione anche e soprattutto una riflessione che riguarda tutti, non solo gli africani per evitare di continuare a ripetere gli stessi errori, di "cadere dalla padella nella brace", sia personalmente che socialmente e/politicamente.
"The Way" di Emilio Estevez (Usa), con protagonista il padre del regista, ovvero Martin Sheen, assecondato da un cast internazionale che comprende Deborah Kara Unger, James Nesbitt, Angela Molina, Simon Andreu e tanti altri. Un oftalmico americano riceve all'improvviso una telefonata che gli annuncia la morte del figlio, con cui aveva da tempo rotto i rapporti, perché era partito alla ricerca di se stesso. L'uomo (nei flash-back apparizione lo stesso Estevez) è morto mentre percorreva i primi chilometri del Cammino di Santiago (di Compostela) e il padre decide di continuare il suo percorso portando con sé le sue ceneri, nel tentativo di recuperare il loro legame ed elaborare il lutto. Sul suo cammino incontra molti compagni di viaggio ciascuno con un desiderio nel cuore da realizzare sulla strada, ma in realtà per ritrovare un senso alle loro esistenze. Un dramma on the road, forse, troppo lungo anche se non è mai noioso e viene sostenuto dalla 'magia' del mitico cammino che attira pellegrini da tutto il mondo cristiano da oltre cinquecento anni.
"West is West" di Andy de Emmony (Irlanda), vira sulla commedia multietnica, anzi anglo-pakistana. Tra ritorno alle radici e romanzo di formazione, tra satira di costume e scontro-incontro di culture, tra conflitti familiari e rapporto padre-figli. Manchester, 1975: l'adolescente anglo-pakistano Sajid Khan, ha un'esistenza complicata non solo a causa dell'età ma soprattutto delle forti convinzioni del padre legate alla tradizione culturale pakistana e alle vessazioni dei compagni di scuola. Nel tentativo di aiutare il figlio a liberarsi dal bullismo di cui è vittima, il genitore decide di portarlo nel Punjab a vivere con la sua prima famiglia, che lui aveva abbanonato 35 anni prima. Sarà questa l'occasione per cicatrizzare antiche ferite, riscoprire le origini, risanare vecchi conflitti e ritrovare se stessi e l'armonia familiare. Ed è questo, forse, il più vicino alla tematica del festival.
L'anteprima, particolarmente attesa dal mondo cattolico, è stata "There be Dragons" di Rolanf Joffé, non dimenticato regista di "Urla del silenzio" e "Mission". Una supercoproduzione tra Usa, Argentina e Spagna dedicata alla vita di San Josémaria Escrivà de Balaguer a cui il regista ha voluto contrapporre la storia di finzione di un suo amico d'infanzia coinvolto nella guerra civile. Grande cast internazionale anche qui: Charlie Cox, Wes Bentley, Charles Dance, Rodrigo Santoro, Ana Torrent, Geraldine Chaplin, Derek Jacobi, Dougray Scott e la bond girl Olga Kurylenko. Un giornalista quarantenne da tempo ripudiato dall'anziano padre, si ritrova ad investigare su un vecchio amico del genitore, un sacerdote in procinto di essere canonizzato dalla chiesa cattolica. L'uomo inizia così a scoprire la complicata relazione tra idue dall'infanzia fino all'epoca della guerra civile spagnola negli anni Trenta, precisamente nel '36-'37. Quindi un dramma spettacolare ispirato agli anni giovanili del fondatore dell'Opus Dei e messo di fronte al dilemma dell'odio e del perdono, e in contrasto con altri personaggi ambigui (l'amico Manolo si infiltra nelle fila dei repubblicani per fare la spia e al tempo stesso combatte sul fronte a fianco degli stessi antifascisti) e con avvenimenti storici 'parziali' e lontani che evitano di raccontare il dopo. Infatti, chi vuole conoscere tutta la storia di Escrivà si dovrà informare altrove. In Italia la pellicola dovrebbe uscire anche se non sono state ancora definite le trattative per la distribuzione, mentre è già uscito in America, Spagna e Sudamerica, anche perché la Spagna del 1936 è stata ricostruita in Argentina.
Domani la premiazione del film scelto dalla giuria presieduta dal regista Gennaro Nunziante ("Che bella giornata" con Checco Zalone).
José de Arcangelo