sabato 10 settembre 2011

Con il "Faust" di Aleksandr Sokurov al Festival di Venezia trionfa il cinema d'autore Doc. Coppa Volpi per Michael Fassbender e la cinese Deanie Yip

A Venezia trionfa il cinema d’autore, eterogeneo, e con qualche palese ‘dimenticanza’, anche se le previsioni degli ultimi giorni davano per vincitore del Leone d’Oro per il miglior film a chi l’ha poi avuto,
la personale trasposizione del “Faust” firmata Aleksandr Sokurov (Russia). Il Leone d’Argento per la migliore regia è andato all’autore del ‘film sorpresa’ di quest’anno, al cinese Shangjun Cai per “Ren Shan Ren Hai - People Mountain People Sea” (Cina - HK). Il Premio Speciale della Giuria all’italiano più applaudito di questa edizione “Terraferma” di Emanuele Crialese, mentre le Coppe Volpi per la migliore interpretazione maschile all’attore in ascesa Michael Fassbender nel film “Shame” di Steve McQueen (GB), ma interprete anche di “A Dangerous Method” di David Cronenberg; e quella per la migliore interpretazione femminile all’intensa e veterana diva del cinema di Hong Kong Deanie Yip per “Tao jie - A Simple Life” di Ann Hui (Cina - HK).
Il Premio Marcello Mastroianni a un giovane attore o attrice emergente a Shôta Sometani e Fumi Nikaidô nel film “Himizu” di Sion Sono (Giappone). Infine, Osella per la miglior fotografia a Robbie Ryan per “Wuthering Heights - Cime tempestose” di Andrea Arnold (GB); e Osella per la migliore sceneggiatura ai greci Yorgos Lanthimos e Efthimis Filippou per il film “Alpis” (Alps) dello stesso Lanthimos.
Per la sezione Orizzonti (riservato ai lungometraggi) premiato “Kotoko” di Shinya Tsukamoto (Giappone); Premio Speciale della Giuria (sempre per i lungometraggi) a “Whores’ Glory” di Michael Glawogger (Austria, Germania); Premio Orizzonti Mediometraggio: “Accidentes Gloriosos” di Mauro Andrizzi, Marcus Lindeen (Svezia, Danimarca, Germania). Premio Orizzonti Cortometraggio: “In attesa dell'avvento” di Felice D'Agostino, Arturo Lavorato (Italia). Menzioni Speciali: “O Le Tulafale - The Orator” di Tusi Tamasese (Nuova Zelanda - Samoa); “All The Lines Flow Out” di Charles Lim - Yi Yong (Singapore).
Il Premio Controcampo Italiano (per i lungometraggi narrativi) alla bella sorpresa “Scialla!” di Francesco Bruni; Premio Controcampo (per i cortometraggi) “A Chjàna” di Jonas Carpignano; Premio Controcampo Doc (per i documentari) “Pugni chiusi” di Fiorella Infascelli. Menzioni Speciali: al documentario “Black Block” di Carlo Augusto Bachschmidt; a Francesco Di Giacomo per la fotografia di “Pugni chiusi”
Leone del Futuro - Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis” a “Là-bas” di Guido Lombardi (Italia) presentato dalla Settimana della Critica, nonché un premio di 100.000 dollari, messi a disposizione da Filmauro di Aurelio e Luigi De Laurentiis, che saranno suddivisi in parti uguali tra il regista e il produttore. Cinecittà Luce distribuirà nelle sale il film.
“Siamo felicissimi - ha dichiarato l'Amministratore Delegato, Luciano Sovena - del premio che ha visto un'opera prima italiana qualificarsi come la migliore tra le altre provenienti da tutto il mondo. Distribuire un film come questo risponde pienamente alla nostra mission e si inserisce brillantemente nell'insieme del lavoro che Cinecittà Luce ha svolto anche durante il festival di Venezia”.
Premio CinemAvvenire per il Miglior Film in Concorso Venezia 68 al film “Shame” di Steve McQueen, con la seguente motivazione: Un'opera forte, viscerale, mai scontata. Attraverso un grande controllo stilistico, unito all'ottima performance dei protagonisti, il film trascina lo spettatore in un mondo di solitudine e dolore svelando la prigione di una sessualità esibita fino allo straniamento. Premio CinemAvvenire "Il Cerchio non è Rotondo-Cinema per la Pace e la Ricchezza della Diversità" al film “O le tulafale - The Orator” di Tamasese, con la seguente motivazione: Per essere riuscito a raccontare una storia toccante e originale in grado di parlarci di diversità, di integrazione e della conquista della parola come mezzo di riscatto morale e sociale.
La giuria del Mouse d’Oro, il premio della critica online, ha aggiudica due riconoscimenti: il Mouse d’Oro al miglior film del concorso ufficiale e il Mouse d’Argento all’opera presentata al di fuori del concorso ufficiale.
Il comitato direttivo del premio Mouse d’Oro, dopo aver ricevuto e contato il giudizio di oltre 100 giurati, ha decretato come migliori film della 68a. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia:
- Mouse d’Oro a “Killer Joe” di William Friedkin
- Mouse d’Argento a “Kotoko” di Shinya Tsukamoto
Quindi, un autore come Roman Polanski che ha firmato splendidamente la versione cinematografica (a tutti gli effetti) della pièce di Yasmina Reza in “Carnage” non ha avuto nessun riconoscimento ufficiale, ma speriamo sarà il pubblico a premiarlo perché affronta un tema sempre attuale e scottante come la violenza (che è in noi), attraverso il non troppo metaforico e, apparentemente, pacifico incontro tra due famiglie che si trovano a confronto sull’argomento ‘vittime e carnefici’ (il figlio di una ha pestato brutalmente con un bastone il figlio dell’altra), e finisce per scatenare un gioco al massacro dove verranno fuori rabbia repressa e antichi rancori, falso impegno e presunta (into) tolleranza, battute velenose e critiche al vetriolo, maleducazione e razzismo. Quattro personaggi in un interno, come cavie in gabbia (la scena, interno dell’appartamento), riusciranno a tirare fuori il peggio di loro (e di noi). E se l’ambiente è claustrofobico, Polanski riesce a trasformarlo in scena aperta, vero cinema aperto all’universo. Certo, sono stati dimenticati anche altre opere e registi come William Friedkin o il Clooney di “Le idi di marzo”, non solo. Però Mueller ha dichiarato che Polanski merita il Leone d’oro alla carriera, un altro premio sarebbe assurdo. Lo prendiamo in parola.
Ma nell’ultima giornata i riflettori del Lido erano puntati fin dalla mattinata anche sul tema dei diritti e delle libertà fondamentali dell’uomo, e alla denuncia della loro oppressione, con “This is Not a Film” di Jafar Panahi e Mojtaba Mirtahmasb, straordinario documento sulla condizione di Panahi, regista di fama internazionale costretto da una sentenza agli arresti domiciliari e all’inibizione dal suo stesso mestiere. Una testimonianza resa ancor più grave dalla notizia del fermo imposto al co-autore Mirtahmasb, bloccato dalle autorità iraniane mentre stava per imbarcarsi per l’Europa, per presentare la pellicola, proprio a Venezia. Alla proiezione del film è seguita una tavola rotonda sul tema Cinema e Diritti Umani, patrocinata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e presentata da Cinecittà Luce, Rai Cinema, Amnesty International e l’associazione Articolo 21, presso lo spazio Cinecittà Luce dell’Hotel Excelsior, al Lido.
Nel corso degli ultimi tre giorni è stato presentato anche il documentario di Barbara Cupisti, “Io sono - Storie di schiavitù”, ed Evento della sezione Controcampo Italiano. Il documentario, prodotto da Faro Film in collaborazione con Rai Cinema, con il patrocinio di Amnesty International sezione italiana, focalizza l’attenzione sui vari aspetti della tratta degli esseri umani, che “in Italia è la terza fonte di reddito per le organizzazioni criminali, seconda solo ad armi e droga” secondo quanto riporta la Relazione 2009 del COPASIR (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica). Sono ragazzi, uomini, donne, transessuali i protagonisti del film della Cupisti. Arrivano in Italia spinti dalla fame, dalla miseria, dalle guerre e dal desiderio di migliorare il proprio futuro, e per il viaggio sono obbligati a pagare cifre sproporzionate alle organizzazioni illegali e criminali. Una volta arrivati in Italia si trovano a lavorare “a nero”, sottopagati o addirittura costretti a prostituirsi per restituire l’ammontare del loro debito.
José de Arcangelo