giovedì 31 ottobre 2013

Ritorna dal 2 al 6 novembre il Pitigliani Kolno'a Festival di Roma con il nuovo cinema israeliano, tra passato e presente, documentari e film di finzione

Ritorna dal 2 al 6 novembre alla Casa del Cinema di Roma, il Pitigliani Kolno’a Festival, rassegna cinematografica dedicata al cinema israeliano giunta alla sua ottava edizione, diretta da Dan Muggia e Ariela Piattelli, che propone – a ingresso gratuito fino ad esaurimento posti - decine di nuovi titoli e prestigiosi ospiti. Unica rassegna cinematografica in Italia dedicata al cinema israeliano e di argomento ebraico, prodotto da Il Pitigliani - Centro Ebraico Italiano, il Pitigliani Kolno’a Festival presenta film e documentari, organizza laboratori e incontri con registi e attori della cinematografia contemporanea. Un'occasione pressoché unica visto che i film israeliani arrivano raramente nelle nostre sale e per quello che abbiamo visto nella rassegna monografica di qualche anno fa, alla Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro, è una cinematografia in continuo movimento e innovazione. Il film d'apertura, sabato 2 novembre alle ore 20 (ingresso ad inviti) è il documentario "The Flat" di Arnon Goldfinger, che sarà proiettato contemporaneamente nelle due sale della Casa del Cinema e riproposto al pubblico domenica 3 novembre. Tra i film proposti stavolta, il documentario "I Guardiani d’Israele - The Gatekeepers" di Dror Moreh, che verrà distribuito in Italia da I Wonder in collaborazione con Unipol Biografilm Collection. Un film che ha fatto discutere, non solo in Israele: sei ex capi dei servizi segreti israeliani, lo Shin Bet, raccontano per la prima volta la loro verità. Un racconto dietro le quinte sul conflitto che ha insanguinato il Medioriente. Rifiutando lo schermo del segreto di Stato, i sei protagonisti svelano un racconto diretto, brutale, a tratti terrificante nella sua cieca logica della “ragione superiore”. Le interviste, alternate a rari materiali d'archivio, formano una contro-storia in cui l'autorevolezza dei protagonisti non lascia illusioni: anche i crimini e il sangue sono parte di un disegno che prosegue con ostinata coerenza dal 1948. Altro film presentato, stavolta di finzione, "Aya" di Michal Breziz e Oded Binnun, diplomati entrambi alla Sam Spiegel Film Institute di Gerusalemme. Il film, interpretato da Sarah Adler e Ulrich Thomsen, narra la breve storia di un musicista danese che arriva all'aeroporto di Tel Aviv, dove incontra Aya, una donna che si fa passare per la sua autista. Inizia così un viaggio in auto verso Gerusalemme tra due sconosciuti. Un grande evento del PKF 2013 presenta, lunedì 4 novembre alle ore 20:00, per la sezione PKF Professional Lab, il workshop moderato dal direttore Dan Muggia, dal titolo Dal piccolo budget al grande schermo, con il regista Sahron Bar-Ziv, che, con il suo primo film, "Room 514", ha sviluppato un proprio metodo di lavoro: con 15mila euro ha girato il film in 4 giorni, lo ha montato in 16 e lo ha presentato in 35 festival internazionali. Il regista spiegherà durante l'incontro (già proposto con successo in festival internazionali come il Filmex di Tokyo, ma anche a Sarajevo, Karlovy Vary, Tel Aviv e Varsavia) come, in un periodo di scarsi finanziamenti e grandi rischi, si possa portare una storia sul grande schermo con un "micro budget", partendo dalla strategia e sceneggiatura per approdare all’aspetto produttivo, al finanziamento e alla distribuzione. A seguire, la proiezione del suo stesso lungometraggio d'esordio, Room 514. Tra le iniziative del PKF 2013, l'Omaggio al regista Ran Tal, che sarà presente a Roma per presentare al pubblico due suoi recenti documentari, nella giornata di martedì 5 alla Casa del Cinema e in particolare durante la serata di mercoledì 6 novembre presso il Centro Ebraico Italiano Il Pitigliani (via Arco de' Tolomei, 1). Sarà infatti proiettato alle ore 19:30 "The Garden of Eden", già premiato al Festival di Gerusalemme, che ritrae, catturando la bellezza del ciclo delle stagioni e scoprendo storie umane personali e collettive, un anno di vita di Gan HaShlosha, uno dei più grandi e frequentati parchi in Israele, conosciuto come il Sakhne. Quindi, alle ore 21:00, Sira Fatucci modererà l’incontro con il regista Ran Tal, per la proiezione del pluripremiato "Children of the Sun" (visto proprio a Pesaro), già vincitore del Primo Premio nella sezione Documentari al Festival di Gerusalemme, che, tra nostalgia e memoria traumatica, tra l’incubo dei bambini costretti a dormire lontano dai propri genitori e la felicità causata dalla consapevolezza di crescere nell’indipendenza totale, racconta la storia dei primi anni del Novecento dei kibbutzim israeliani, aziende agricole un tempo di stampo socialista che sperimentavano la vita collettiva cercando di rivoluzionare i cardini della società. Per la sezione Percorsi Ebraici, alla presenza dei rispettivi registi saranno presentati due documentari in lingua italiana: il primo, "Birobidzhan La musica dell’anima", prodotto dalla Radiotelevisione svizzera, è diretto da Matteo Bellinelli, che sarà presente alle due proiezioni del 4 e del 5 novembre, quest'ultima alla presenza anche di Katia Tenenbaum. La Terra Promessa esiste? Per molti si trova nell'ultimo lembo dell'Estremo Oriente russo, oltre la Siberia, in Birobidzhan, a lungo definita“la prima Israele, dove Stalin, nel 1932, fondò l'omonima Repubblica Autonoma Ebraica, ideata per accogliere tutti quegli ebrei russi che volessero vivere, più o meno volontariamente, su di una“loro terra, secondo ideali e valori consoni alla propria storia, tradizioni e lingua, lo yiddish, che si parla ancora a Birobidzhan, a distanza di 80 anni. L'altro documentario italiano "Il viaggio più lungo: gli ebrei di Rodi", diretto da Ruggero Gabbai, che presenterà il film in sala il 5 novembre, con Marcello Pezzetti, Direttore Scientifico del Museo della Shoah e Sami Modiano, sopravvissuto ai campi di sterminio nazisti. Prodotto tra gli altri dal Museo della Shoah di Roma e dal Memoriale della Shoah di Milano Binario 21, racconta come per secoli l'isola di Rodi abbia avuto un'importante comunità ebraica. Durante la Seconda Guerra Mondiale, fino all'estate del 1943, Rodi rimase sotto il controllo del governo fascista italiano, il quale, pur avendo emanato già nel 1938 le leggi razziali, di fatto non mise in pratica nessun atto violento verso la comunità, che non venne pertanto deportata nonostante le incessanti pressioni naziste. Tre i lungometraggi presentati dal PKF 2013: "Room 514", opera prima low budget di Sharon Bar-Ziv, che sarà presente alla proiezione (3 novembre) e che racconta di una determinata, giovane investigatrice che si confronta con un ufficiale dell’esercito accusato di avere oltrepassato i limiti della sua autorità. Un film realistico, claustrofobico e sincero che non esita a guardare dritto negli occhi la complessa realtà israeliana, dove non è sempre facile distinguere il bene dal male. Poi "The Ballad of Weeping Spring" di Benny Torati, la storia dei componenti di una band leggendaria, l'Ensemble Turquoise, separati da una tragedia automobilistica, che si riuniscono per suonare un emozionante concerto di addio a uno dei membri del gruppo. Terzo lungometraggio presentato, "Six Acts", film d'esordio di Jonathan Gurfinkel, scritto da Rona Segal (entrambi premiati al Festival di Haifa), uno sguardo realistico e crudele sul comportamento di una gioventù viziata e perduta nella storia della liceale Gili, che, determinata a migliorare il proprio status sociale, inizia a spingersi oltre i propri limiti negli incontri con gli uomini. Il secondo Omaggio del festival è dedicato a due registi, Michal Brezise e Oded Binnum, diplomati alla Sam Spiegel Film Institute di Gerusalemme, di cui saranno presentati due cortometraggi firmati a quattro mani. Il primo, "Lost paradise", che ha finora raccolto oltre cinquanta premi internazionali, è la storia di una coppia che passa una notte d'amore in un hotel. Quindi, Aya, interpretato da Sarah Adler e Ulrich Thomsen è la breve storia di un musicista danese che arriva all'aeroporto di Tel Aviv, dove incontra una donna che si fa passare per la sua autista. Inizia così un viaggio in auto verso Gerusalemme tra due sconosciuti… INGRESSO GRATUITO FINO AD ESAURIMENTO POSTI Informazioni Tel. 06 5800539 www.pitiglianikolnoafestival.it PKF@pitigliani.it

mercoledì 30 ottobre 2013

Dal 31 ottobre al 3 novembre a Firenze, la quinta edizione di France Odeon con il consueto ricchissimo programma, tra anteprime, inediti e ospiti

Presentata l'altro giorno a Palazzo Farnese, sede dell'ambasciata francese a Roma, la quinta edizione di "France Odeon - Festival di Cinema Francese che si svolgerà nella storica sala del cinema Odeon dal 31 Ottobre al 3 Novembre, a Firenze. In una affollatissima conferenza stampa il direttore del Festival, Francesco Ranieri Martinotti, con l’ambasciatore di Francia Alain Le Roy e il presidente Riccardo Zucconi hanno illustrato un ricchissimo programma. Infatti, la selezione dei film di quest’anno è di grande attrattiva e non deluderà certamente il suo affezionato pubblico.

Sono passati cinque anni da quando, nella prima edizione di France Odeon, il sindaco di Firenze consegnò a Charles Aznavour le chiavi della città. Da allora, grazie alle politiche di sostegno ai festival della Regione Toscana, la principale e più antica rassegna di cinema francese, fondata da Aldo Tassone, è cresciuta ulteriormente fino a raggiungere un’affluenza record di oltre cinquemila spettatori nei suoi quattro giorni di proiezioni. Il programma di questa 5° edizione, è il frutto di una selezione effettuata tra gli oltre 200 film prodotti in Francia nel 2013. Ci saranno opere provenienti dai Festival di Cannes, Berlino, Venezia e Toronto. Molti film saranno in anteprima per l’Italia e in tre casi la presentazione a Firenze precederà l'uscita nelle sale francesi. Come di consueto France Odeon punta su un ventaglio di 12 titoli che rappresentino la varietà e la ricchezza del cinema francese.
L’apertura del festival (giovedì 31 ottobre alle ore 18.30) sarà dedicata a Marine Vacth, la bellissima protagonista di "Jeune & Jolie" (Giovane e bella) realizzato da François Ozon (di prossima uscita in Italia per la Bim che da sempre distribuisce la miglior cinematografia francese). Alla giovane attrice - in presenza dell’Ambasciatore di Francia, Alain Le Roy - sarà consegnato il premio L’Essenza del Talento che, a partire da questa edizione, France Odeon e Salvatore Ferragamo Parfums attribuiranno ogni anno all’astro nascente del cinema francese sia esso regista, attore, sceneggiatore, produttore.
Sempre nella giornata inaugurale (ore 20.45), Edouard Waintrop, direttore della Quinzaine des Réalisateurs, presenterà la scoppiettante e originale commedia "Les Garçons et Guillaume, à table!" di Guillaume Gallienne (distribuirà da noi Eagle Pictures), applauditissimo a Cannes proprio nella sezione degli autori. A rappresentare invece Daniel Auteuil, che ha diretto ben due film del programma, "Marius" e "Fanny" - ispirati all’opera di Marcel Pagnol - ci sarà l’attrice protagonista di entrambi, Victoire Bélézy (venerdì 1 e domenica 3 Novembre ore 17.30). Mentre Nicole Garcia, che aveva chiuso l’edizione 2011 del festival insieme a Toni Servillo, tornerà a Firenze (sabato 2 novembre ore 19.30) per presentare "Un beau dimanche", (Toronto Film Festival 2013) tra i cui interpreti segnaliamo un’intensissima ed elegante Dominique Sanda. Il pubblico fiorentino potrà assistere anche all’anteprima dell’irresistibile film di Roman Polanski, "La Vénus à la fourrure" (Venere in pelliccia, prossimamente nelle sale italiane per 01 Distribution) con Emmanuelle Seigner e Mathieu Amalric (sabato 2 Novembre ore 22.00).
In un evento speciale, realizzato in collaborazione con AIPD e Trisomia 21 Firenze, si affronterà il tema della disabilità partendo da "Henri" di Yolande Moreau, interpretato da Pippo Delbono che salirà sul palco dell'Odeon, sabato 2 Novembre alle ore 15.45, per presentare il film e testimoniare la sua costante attenzione per garantire le pari opportunità alle persone disabili. La giornata di domenica inizierà con una matinée in collaborazione con il Festival dei Popoli (alle ore 10.30) che vedrà protagonista il grande documentarista Nicolas Philibert e il suo ultimo lavoro "La maison de la radio" con il quale ha saputo tradurre in immagini l’invisibilità della radio, senza cancellarne la magia. Seguirà un incontro sul sistema radiofonico francese con lo stesso regista, il direttore di Radio Rai, Bruno Socillo e altri esperti. A chiudere il festival insieme alla regista Rebecca Zlotowski (alle ore 20.00) sarà Tahar Rahim (già interprete di "Un prophète" e ora de "Il passato") protagonista insieme a Léa Seydoux di "Grand Central". Il film, ambientato in una delle più grandi centrali nucleari di Francia, parla del più pericoloso e radioattivo dei sentimenti: l'amore.

mercoledì 16 ottobre 2013

L'8° Festival Internazionale del Film di Roma "all'insegna della continuità e della novità e alla ricerca di un'identità, parola del direttore artistico Marco Muller

L'ottava edizione del Festival Internazionale del Film di Roma - dall'8 al 17 novembre 2013 - si presenta all'insegna della 'continuità e della novità' e con un totale di sette sale (quest'anno è stata recuperata la Sala Santa Cecilia) e due esterne, come di consueto, Casa del Cinema e Cinema Barberini (al posto del Metropolitan ormai chiuso), oltre alla sezione realizzata in collaborazione col MaXXI. Quindi, l'ex Festa del cinema è alla ricerca - come ha detto il direttore artistico Marco Muller - dell'equilibrio tra Festa, appunto, e Festival proponendo quest'anno un programma che dà spazio allo spettacolo popolare e al cinema d'autore, parallelamente e attraverso le diverse sezioni. Per portare il saluto del Comune e della Regione - che con la Provincia - sono i promotori della manifestazione, alla conferenza stampa di presentazione c'erano gli assessori alla cultura Barca e Lidia Ravera, che hanno preso la parola dopo il Presidente della Fondazione Cinema per Roma Paolo Ferrari e prima del direttore artistico Muller. La prima ha sottolineato che resta comunque una 'Festa del cinema', anche quando è stata negli ultimi anni un po' trascurata dalle istituzioni e nonostante non abbia ancora un percorso ben definito, "un marchio importante per la città" che va finanziato e sostenuto. "E un momento di giubilo condiviso - ribatte la Ravera -, perché prima c'era solo la tivù, ma ci sono modi diversi di andare al cinema anziché stare sempre sul portale per la visione, mentre le sale si svuotano o addirittura chiudono. Perché ciascuno si è murato nella sua cameretta con lo schermo privato. L'investimento nel festival è importante, essenziale, insostituibile perché il cinema forma parte dell'arte popolare, di raffinata ricerca linguistica. Il rientro della Regione nella Film Commissione e il rilancio del festival che si presta in questa 8a. edizione al work in progress, una strada tra festa e festival, di spartizione comune. Dargli un'identità è più difficile ma non bisogna distinguere rigidamente, non ci deve essere nessun integralismo né d'autore né industriale. L'unica bussola possibile è la qualità del cinema, il buon cinema". Quindi, Muller sottolinea che "ricominciano le avventure dell'occhio, le capriole della visione planetaria. Il cinema-cinema e gli oggetti artistici più singolari; gli autori e i geniri; i capolavori (German) e il cinema popolare, i film di ricerca e l'intrattenimento; i film di-cui-si-sa-già-tutto e quelli tutti-da-scoprire; i nomi confermati e quelli nuovissimi (le opere prime e seconde nei diversi concorsi sono, anche quest'anno, moltissime); i film 'giusti' dovrebbero davvere essere all'appello, dentro una programmazione snella e leggibile senza bisogno di senaletica complicata". Film per ogni gusto e pubblico, almeno sulla carta, tanto che dobbiamo dargli fiducia finché non saremmo alle prese con i percorsi (o le corse) per poter vedere e/o assaggiare il più cinema possibile, non solo per 'lavoro' ma soprattutto per 'passione' che quello che in fondo tiene in vita i festival e soprattutto il cinema in sala, un 'rito' sociale insostituibile altrove, perché - secondo noi - il grande cinema perde la sua magia 'contenuto' nel piccolo formato di video, televisione, computer, ma anche nella 'saletta' di casa per quanto sia attrezzata. Per ora ci limiteremo a dare le cifre e i film del concorso, ovvero della selezione ufficiale. Sono stati visionati 2620 film provenienti da 76 paesi: 1542 lunghi e 1078 corti. Sono 67 i lungometraggi della Selezione ufficiale, 11 i mediometraggi e 19 i cortometraggi. 18 quelli in concorso, tra cui 12 in prima mondiale, 5 in prima internazionale e 1 in prima nazionale. 16 i fuori concorso in Gala, di cui 6 in prima mondiale, 2 in prima internazionale, 2 in prima europea, 5 in prima nazionale, 1 prima festival. Poi altri 3 in collaborazione con Alice nella Città, 1 prima internazionale, 1 europea e 1 nazionale. Infine 3 eventi speciali, di cui 2 in prima mondiale e 1 in prima nazionale. Al concorso CineMaxxi 16 lungometraggi, 6 medio e 13 corti. Per Prospettive Doc Italia 7 documentari in concorso (in prima mondiale) e altri 3 fuori concorso (sempre in prima mondiale). Apertura ufficiale con "L'ultima ruota del carro" di Giovanni Veronesi, fuori concorso, e Chiusura con "Sou Duk / Saodu (The White Storm) del pluripremiato Benny Chan, maestro cinese del film d'azione e autore del cult "Big Bullet". In concorso: "Another Me" della spagnola Isabel Coixet (Spagna/GB); "Ben o degilim / I am not Him" di Tayfun Pirselimoglu (Turchia/Francia/Grecia/Germania); "I corpi estranei / Foreign Bodies" di Mirko Locatelli (Italia); "Dallas Buyers Club" di Jean-Marc Vallée (Usa); "Entre nos / Sheep's Clothing" di Paulo Morelli (Brasile); "Gass / Acrid /Acre" di Kiarash Asadizadeh (Iran); "Her" di Spike Jonze (Usa); "Lanse Gutou / Blue Sky Bones" di Jian Cui (Cina); "Manto acuifero" di Michael Rowe (Messico); "Mogura no uta / THe Mole Song" di Takashi Miike (Giappone); "Out of The Furnace" di Scott Cooper (Usa/GB); "Quod Erat Demonstrandum" di Andrei Gruzsniczki (Romania); "Sebunsu Kodo / Seventh Code" di Kiyoshi Kurosawa (Giappone); "Sorg og glaede / Sorrow and Joy" di Nils Malmros (Danimarca); "Take Five" di Guido Lombardi (Italia); "Tir" di Alberto Fasulo (Croazia/Italia); "A vida invisivel / La vita invisibile" di Vitor Gonçalves (Portogallo); "Volantin cortao / Cut Down Kite" di Diego Ayala e Anibal Jofré (Cile). Fuori concorso: "Au bonheur des ogres / Il paradiso degli orchi" di Nicolas Bary (Francia), tratto dal libro di Pennac; "Las brujas de Zugarramurdi / Le streghe di Zegurramurdi" di Alex de la Iglesia (Spagna); "Gods Behaving Badly" di Mark Turtletaub (Usa); "The Green Inferno" di Eli Roth (Usa), il noto regista di "Hostel"; "The Hunger Games: Catching Fire" - La ragazza di fuoco" di Francis Lawrence con Jennifer Lawrence (una delle star presenti), in uscita poi nelle sale; "Je fais le mort" di Jean-Paul Salomé (Francia); "La luna su Torino / 45th Parallel" di Davide Ferrario (Italia); "Rome and Juliet / Romeo e Giulietta" del redivivo Carlo Carlei (GB); "Song'e Napule" di Antonio e Marco Manetti (Italia); "Snowpiercer" di Joon-ho Bong" (Corea del Sud); "Stalingrad 3D" di Fedor Bondarchuk (Russia); "Tales from the Dark" di Simon Yam, Fruit Chan, Chi Ngal Lee, Godon Chan, Lawrence Lau, Teddy Robin (Hong Kong); "Trudno byt' bogom /Hard to Be a God / E' difficile essere un Dio" del rimpianto Aleksej Jurevic German (Russia), opera rimasta postuma del regista a cui va il Marc'Aurelio alla Carriera; "Di Renje zhi Longwang 3D / Young Detective Dee: Rise of the Sea Dragon 3D" di Tsui Hark (Cina). Presidente delle giuria del concorso e CineMaxxi, rispettivamente, James Grey, regista, sceneggiatore americano, autore del non dimenticato "Little Odessa"; e Larry Clark, anche lui americano, e considerato fra i più importanti registi e artisti degli ultimi cinquant'anni e vincitore l'anno scorso, non senza polemiche, del Marc'Aurelio. Oltre alla sezione CineMAXXI e Alice nella Città, che verranno presentate separatamente, il Festival di Roma prevede una serie di retrospettive e omaggi. La retrospettiva "Ercole alla conquista degli schermi", a cura di Steve Della Casa e Marco Giusti, comprende undici titoli scelti tra quasi duecento girati in Italia tra il 1957 e il 1965, ovvero i soprannominati mitologici che fecere rivivere non solo Ercole, ma anche Maciste, Ursus, Sansone e Ulisse. I più famoso l'Ercole interpretato da Steve Reeves, Mister Universo, che - prodotto da Dino De Laurentiis conquistò anche gli Stati Uniti. Molti erano le prime opere di registi come Mario Bava, Vittorio Cottafavi, Riccardo Freda, ma anche (non accreditati) persino da Antonioni e Maselli. Per ricordare Giuliano Gemma verrà proiettato "Arrivano i titani" di Duccio Tessari. L'altra retrospettiva è dedicata a "Claudio Gora, regista e attore", a cura di Emiliano Morreale. Saranno presentati i nove film da lui diretti da Gora (nome d'arte di Emilio Giordana). Il CSC-Cineteca Nazionale propone quattro eventi speciali: "Le tentazioni del dottor Antonio", l'episodio di "Boccaccio '70" firmato da Federico Fellini con Peppino De Filippo e 'Anitona' Ekberg; restaurato con il contributo di Dolce&Gabbana e la collaborazione di Surf Film e Videodue, a vent'anni dalla scomparsa del 'Maestro'. "Germania Anno Zero" di Roberto Rossellini (1948), restaurato con Cinecittà-Luce, Fondazione Cineteca di Bologna, Coproduction Office all'interno del Progetto Rossellini. "Nella città l'inferno" di Renato Castellani (1959), con l'indimenticabile Anna Magnani per un doppio omaggio: al regista nel centenario della nascita e all'attrice nel quarantesimo anniversario della scomparsa. "Il processo di Verona" di Carlo Lizzani (1963), con cui il Festival e il CSC-Cineteca Nazionale rendono omaggio al regista, recentemente scomparso. Non mancherà l'ottava edizione di The Business Sgtreet e New Cinema Network, l'appuntamento di mercato fortemente consolidato nell'agenda dei professionisti dell'industria cinematografica internazionale. Ovviamento non è tutto, ma quasi, e in attesa dell'apertura dei battenti vi auguriamo Buona Visione al Cinema (in sala). José de Arcangelo

sabato 12 ottobre 2013

Ritorna a Roma Asiatica, ovvero il festival degli Incontri con il cinema asiatico, che apre oggi con una serata tutta iraniana

Tante le novità in vista per la XIV Edizione di Asiatica, Incontri con il cinema asiatico, il Festival diretto da Italo Spinelli, che apre oggi 12 e andrà avanti fino al 20 ottobre 2013 alla Pelanda dell'ex-Mattatoio, a Testaccio. L'Opening della manifestazione prevede due eventi speciali dedicati all’Iran. Sabato 12 il Festival sarà inaugurato dal concerto per solo piano ''Picturesque'' del celebre pianista e compositore iraniano Peyman Yazdanian. Come compositore di colonne sonore Yazdanian ha collaborato con i più importanti cineasti iraniani tra cui: Abbas Kiarostami, Jafar Panahi, Asghar Farhadi e cinesi come Li You e Lou Ye. Per la colonna sonora del film ''Mistery'' ha ricevuto la candidatura al premio per il miglior compositore di cinema asiatico agli Asian Film Awards di Hong Kong nel 2012. Seguirà la proiezione speciale del film ''Ragbar'' (1971), il primo capolavoro di Bahram Bayzai pioniere, alla fine degli anni sessanta, del nuovo Cinema Iraniano. Il restauro del film è stato realizzato nel 2011 dalla World Cinema Foundation presso il laboratorio L'immagine Ritrovata, cofinanziato dal Doha Film Institute. Il restauro ha richiesto oltre 1.500 ore di lavoro. Di questo film Scorsese ha dichiarato:''Sono molto fiero che la World Cinema Foundation abbia restaurato questo film saggio e bellissimo[...] Lo stile mi ricorda ciò che amo di più dei film neorealisti italiani e la trama ha la grazia di una favola antica.[...] Oggi tutto il mondo potrà finalmente vedere questo magnifico film”. Incontri di Asiatica (Domenica, 13 alle 17) ha un ospite d’eccezione. Ashis Nandy, antropologo e psicologo, uno dei più stimati intellettuali indiani; l’incontro sarà incentrato sul tema della rappresentanza democratica dei diritti e tutela delle minoranze nel mondo globalizzato. Le nove giornate di festival includono 47 lungometraggi e 31 cortometraggi, alla presenza degli autori delle opere in competizione. Film inediti del cinema indipendente asiatico provenienti da Afganistan, Bangladesh, Cambogia, Cina, Corea, Filippine, Giordania, Hong Kong, India, Indonesia, Iran, Irak, Kazakistan, Mongolia, Pakistan, Singapore, Siria,Taiwan, Thailandia, Turchia. Apre la competizione ''A Fallible Girl'' di Conrad Clark una storia di due giovani donne cinesi tra Dubai e Abu Dhabi, alle prese con le complicazioni della globalizzazione. “Television'' è del bengalese Mostofa Sarwar Farooki, regista destinato a divenire, secondo The Hollywood Reporter, tra i più famosi del sud-est asiatico mentre Variety lo segnala come ''elemento cruciale del nuovo movimento del cinema del Bangladesh''. Dalla Turchia ''Yozgat Blues'' è la storia di un'amicizia tra un cantante cinquantenne, la cui carriera è andata a rotoli, e una sua giovane allieva, promoter in un supermercato. Payman Maadi ha iniziato la sua carriera come sceneggiatore e attore con Asghar Farhadi. ''Snow on Pines'' è il suo debutto come regista e mostra una crisi coniugale con le prospettive di vita che si aprono dopo la separazione. Film rivelazione della nuova onda della cinematografia impegnata iraniana. Dalla Corea del Sud, ''The Stone'' di Cho Se-rae, racconta il rapporto tra il capo di una banda criminale e un giocatore amatoriale di Go, si trasforma in un mix drammatico tra regole del mondo crimine e etica del gioco. Altre opere in programma: il più recente film di Brillante Mendoza ''Possessions'', lo sconvolgente ''Moebius'' di Kim Ki-duck e, dal maestro del cinema indonesiano Garin Nuogro, ''Soegija'' il diario del primo vescovo cattolico in Indonesia. Tra i film fuori competizione ''Vara:A Blessing'' di Khyentse Norbu, che è stato l'opening film del Festival di Pussan. Dall'India, il pluripremiato ''Ship of Theseus'' di Anan Gandhi, filmaker e scrittore, profondamente interessato alla filosofia, psicologia e magia. Ritorna lo Sguardo Sul Mondo Arabo, particolarmente ricco e intenso. L’apertura della sezione, creata nel 2011, si terrà domenica 13, con il documentario dalla Siria “Untold Stories” alla presenza del regista Hisham al- Zouki, che ha seguito il viaggio di una ragazza siriana, che lasciando Damasco torna alla sua città natale, dove infuria la guerra civile. Dall’Algeria ''Les jours d’avant'' di Karim Moussaoui, ambientato alla periferia meridionale di Algeri nel fatidico 1993, racconta il difficile rapporto di due giovani, che hanno praticamente smesso di credere che sia possibile comunicare l'uno con l'altra. Nella loro relazione in poco tempo la violenza, precedentemente distante e attutita, esplode con irruenza. ''Democracy Year Zero'' di Amira Chebli, regista che sarà presente al Festival, racconta la rivoluzione tunisina a partire dalle rivolte nella regione mineraria di Gafsa, nel gennaio 2008, fino alle prime elezioni libere del 2011. ''Bahrain The Forbidden Country'', il paese proibito della rivoluzione araba, è l'oggetto del documentario della giovane regista francese Stephanie Lamorré (che sarà presente alla proiezione) che presenta rare immagini, girate clandestinamente, della repressione ‘dimenticata’ dai media. In ''Rafea Solar Mama'' una donna beduina che vive con le sue quattro figlie in uno dei piu poveri villaggi desertici al confine tra Giordania e Iraq diventa la protagonista di un viaggio che la porterà in India e di nuovo in Giordania per essere la prima donna ingegnere dell’energia solare, in contrasto con la mentalità tradizionalista della sua comunità. Le registe di questo film, premiato al Sundance, sono entrambe egiziane nate, cresciute e residenti al Cairo. ''Gaza Calling'' Una famiglia con un figlio a Ramallah, che, per le autorità israeliane, ha commesso lo stesso ‘crimine’ di tutti suoi parenti: essere residenti a Gaza, quindi ‘infiltrati’ nel loro stesso territorio. Dalla Palestina anche un corto pieno d’ironia tutto al femminile su cosa pensano dell’amore donne, giovani e meno giovani, in attesa dei consigli custoditi, nei fondi di caffè, abilmente letti e interpretati. Il documentario ''Buka Barane'' proviene dalla regione Hakkari, a maggioranza di abitanti kurdi e mostra l’impatto della guerra tra l’esercito turco e la guerriglia dei curdi, raccontata da chi allora era bambino. Jumping Frames è la selezione di cortometraggi di videodanza proposti dal City Contemporary Dance Company di Hong Kong. Tredici corti a cui seguiranno anche momenti di dibattito tra artisti e spettatori. Prosegue l'appuntamento con Archivio a Oriente, un’esperienza nata nel 2011, per la produzione di cortometraggi nell'ambito del festival stesso. Insieme all'Istituto Luce Cinecittà. propone a registi asiatici di lavorare su materiali di repertorio dell’Archivio Storico Luce a Roma per creare ex novo dei cortometraggi, secondo la loro libera e personale interpretazione del materiale fornito. Alla musica, legata alle immagini, Asiatica dedicherà uno spazio particolare, con una serie di concerti, sonorizzazioni e performance sonore live di giovani musicisti, allievi del Master SONIC ARTS dell'Università di Roma Tor Vergata. Dei Corti di Animazione Giapponese, creati tra gli anni '20 e '30 dai pionieri dell'animazione giapponese, saranno sonorizzati dal vivo. La selezione è in collaborazione con la Cineteca Nazionale, l’Archivio Storico dell’Istituto Luce e il National Film Centre of Tokyo. Dall'India i Cortometraggi dello FTII (il Film and Television Institute of India con sede a Pune), una sezione che nasce dalla collaborazione tra Asiatica, il Centro Sperimentale di Cinematografia (CSC) e il Film and Television Institute of India (FTII) per favorire lo scambio tra principali scuole di cinema italiane e indiane. Saranno proiettati anche i 9 Cortometraggi del 9filmfest: i filmati finalisti al festival di Bangkok in Thailandia tutti caratterizzati dalla durata massima di 9 minuti. Quindi, InsideOut Videoarte ‘Audiovisioni d’oriente’ (www.insideoutplatform.org), sezione speciale della piattaforma di scambio culturale tra Italia e Cina nata dalla collaborazione di C.A.R.M.A.- Centro d'Arti e Ricerche Multimediali Applicate e ITACI Art&Cult, propone ad Asiatica FilmMediale una selezione sviluppatasi come occasione d’incontro e confronto tra artisti intermediali italiani e cinesi, per uno sguardo differenziato sulla storia e l’attualità del fenomeno Cina. La videoarte, disciplina in cui confluiscono i più avanzati linguaggi non verbali oggi esistenti, si dispone come strumento di reciproca comprensione e sinergia vitale tra le culture. La mostra espone una pluralità di tecniche, soluzioni formali, approcci e punti di vista, nel tentativo di costruire una drammaturgia di differenze tale da disegnare uno spazio mentale che possa disporsi a contribuire attivamente alla formazione di una nuova globalità caratterizzata dal dialogo tra le culture. Gli artisti in mostra sono: Piero Chiariello, Igor Imhoff, Zhou Yi, Mario Raoli, Rebecca Ruige Xu, Lino Strangis, Miao Xiaochun, Zhou Xiaohu e Tian Xiaolei.