martedì 12 novembre 2013

Uno sguardo al cinema che fu e al passato della Storia sul grande schermo del Festival di Roma con "Out of the Furnace" e "Quod Erat Demonstrandum"

ROMA, 12 - Il Festival Internazionale del Film di Roma è approdato a metà percorso. Oggi, al Concorso, è passato "Out of the Furnace", un dramma contemporaneo sulla scia del gangster-movie, e soprattutto della 'Nuova Hollywood' anni Settanta, firmato da Scott Cooper. Dopo il successo ottenuto con "Crazy Heart", vincitore di due Oscar, il regista, sceneggiatore, produttore e attore statunitense è tornato dietro la macchina da presa per realizzare la sua opera seconda con un cast stellare: Christian Bale (Oscar per il miglior attore non protagonista in "The Fighter"), Woody Harrelson, Casey Affleck, Forest Whitaker (Oscar per il miglior attore protagonista de "L'ultimo re di Scozia"), Willem Dafoe, Zoë Saldana e Sam Shepard.

Russell Baze (Bale) si mette alla ricerca del fratello Rodney (Affleck), reduce della guerra in Iraq, scomparso misteriosamente dopo esser stato coinvolto nel giro di un’organizzazione criminale che organizza incontri clandestini di boxe e gestisce un traffico di stupefacenti, una banda di 'montanari' guidato da un rozzo e feroce boss. Un cupo, angoscioso, solido dramma su tematiche diventate ormai classiche del cinema hollywoodiano di ieri e di sempre, quali ingiustizia, vendetta, sacrificio e, forse, redenzione.
In seconda serata, Fuori Concorso, è stato dato spazio alle ossessioni del regista cult Eli Roth, sceneggiatore e amico di Tarantino, che con "The Green Inferno" fa rinascere il cannibal-movie all’italiana (da Deodato a Lenzi). Il cineasta statunitense – che in pochi anni ha riportato in auge e rinnovato il genere splatter con "Cabin Fever" e i due episodi di "Hostel", guadagnandosi, appunto, l’ammirazione di registi come Quentin Tarantino e Robert Rodriguez – narra le vicende di un gruppo di amici ambientalisti precipitati con il loro aereo nella giungla. Inizia così una disperata lotta per la sopravvivenza nel tentativo di evitare di venir divorati dai cannibali.
Ancora due film in Concorso, altre due opere seconde: "Quod Erat Demonstrandum" del romeno Andrei Gruzsnick e "I corpi estranei" dell'italiano Mirko Locatelli. Gruzsnick, autore di "Cealalta Irina", film premiato in numerosi festival internazionali, allievo del maestro Lucian Pintilie (uno dei padri del rinnovamento del cinema romeno), ambienta "Quod Erat Demonstrandum" a metà degli anni’ 80, sotto la dittatura di Nicolae Ceauşescu: il protagonista è un uomo controcorrente, un brillante matematico che decide di pubblicare un articolo in unra rivista occidentale senza chiedere il permesso alle autorità. Il gesto innesca una catena di eventi che cambierà 'le vite degli altri', il film tedesco che diventa diretto riferimento. Un buon dramma, girato in bianco e nero, che ci riporta al decennio precedente la caduta del muro di Berlino, un periodo che sembra ormai lontanissimo non solo politicamente, ma anche tecnologicamente. Infatti, il crollo del regime comunista era ancora lontano e non c'erano telefonini, dvd, computer portatili né attrezzature digitali.
"La premessa per la sceneggiatura - dice il regista - era la storia di un uomo partito all'estero legalmente, rimasto illegalmente, divenando in seguito un fuggitivo per le autorità di Bucarest, e che cerca poi di far espatriare la propria famiglia. All'epoca l'espressione utilizzata era 'riunificaizone famigliare'. Ma il film si è poi concentrato su quel che succede alla famiglia rimasta qui... ovvero alla moglie ed al figlio".
"I corpi estranei" segna invece il ritorno alla regia di Locatelli, apprezzato autore e produttore di documentari, regista de "Il primo giorno d’inverno", film d’esordio presentato alla 65.a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Con il suo nuovo lavoro, Locatelli affronta il dramma di due uomini, uno alle prese con la malattia del figlioletto (Filippo Timi), mentre l’altro è un giovane maghrebino (Jaouher Brahim) che assiste un amico. Il microcosmo dell’ospedale diventa l’occasione per un incontro fra due anime sole e impaurite, due “corpi estranei” alle prese con il dolore, che sapranno aprirsi all’incontro. Più che la malattia è la fragilità di quelli che assistono i malati e affrontano una catastrofica tragedia. Ne parliamo a parte, in occasione della conferenza stampa.
Fuori Concorso, anche l’anteprima di "Border" di Alessio Cremonini. Dopo l’esperienza come assistente di Ettore Scola ne "La cena" e come sceneggiatore di "Voci" di Franco Grimaldi e "Private" di Saverio Costanzo, Cremonini firma la sua opera prima da regista cinematografico: affronta il tema della crisi siriana e dei profughi, raccontando il viaggio pieno di pericoli che due giovani sorelle sono costrette a fare per fuggire dal loro paese d’origine verso la Turchia. Ancora Fuori Concorso, un sorprendente giallo-rosa, "Je fais le mort" di Jean-Paul Salomé, regista famoso a livello internazionale per i suoi "Belfagor - Il fantasma del Louvre" e "Arsenio Lupin". Il film, sospeso fra commedia e thriller, narra la storia di Jean, un attore disoccupato che riceve una bizzarra offerta di lavoro: aiutare la polizia a ricostruire le scene dei crimini interpretando la parte del morto. L’ossessione di Jean per i particolari colpisce gli ispettori e gli permette di conquistare una delicata posizione di rilievo nell’indagine che riguarda una serie di omicidi.
Il programma di CinemaXXI prevede la proiezione di "Racconti d’amore" di Elisabetta Sgarbi, tra i più originali talenti del cinema italiano. Quattro storie d’amore ambientate fra le nebbie e i canali della pianura padana, preceduto dal cortometraggio "Nato prematuro" di Enzo Cei, uno dei maggiori fotografi italiani, sul percorso assistenziale cui è sottoposto un bambino nato prematuramente in un moderno reparto di Neonatologia. Al MAXXI una sessione trasforma l’Auditorium in uno spazio installativo contemporaneo, con opere che invitano lo spettatore a determinare la durata dell’esperienza. Due i mediometraggi proiettati: "La imagen arde" del regista e artista visivo Lois Patiño, vincitore del premio per il miglior regista emergente a Locarno, già in concorso a CinemaXXI lo scorso anno con il fortunato "Montaña en sombra"; e "Fade" opera ipnotica dell’artista e videasta Jean-Claude Ruggirello. Infine, "Nepal Forever" della registra e pittrice Aliona Polunina e "Skywalker" di Mingchun Gong. Per il Concorso di Prospettive Doc Italia, alle ore 17 Teatro Studio, è passato "Vacanze al mare" dello scrittore e sceneggiatore Ermanno Cavazzoni, celebre per romanzi come “Il poema dei lunatici” (1987, dal quale Federico Fellini ha tratto il suo ultimo film "La voce della luna", cui ha collaborato come sceneggiatore), “Le tentazioni di Girolamo” (1991), “Vite brevi di idioti” (1994), “Cirenaica” (1999), “Gli scrittori inutili” (2002), “Storia naturale dei giganti” (2007). Il documentario racconta la stravagante storia delle vacanze estive degli italiani. Per la retrospettiva “Ercole alla conquista degli schermi” in programma "Maciste all’inferno" di Riccardo Freda, mentre la rassegna su “Claudio Gora regista e attore” ha proposto "L’incantevole nemica".
Ancora tre lungometraggi presentati in giornata da Alice nella città: "Lauf, junge, lauf - Corri ragazzo corre" di Pepe Danquart, ancora un toccante dramma sulle persecuzioni naziste nella Polonia alla vigilia della fine della Seconda guerra mondiale, di cui è protagonista un bambino di 8 anni, Jurek, fuggito dal ghetto di Varsavia; "Patema Inverted" del giapponese Yasuhiro Yoshiura, storia ambientata in un mondo sotterraneo, pieno di tunnel che si diramano dappertutto e dove apparentemente tutti vivono felici e tranquilli; e "Container 158" di Stefano Liberti e Enrico Parenti, documentario sul campo attrezzato di via Salone a Roma, il più grande d'Europa dove vivono 1200 rom di varia origine. José de Arcangelo