giovedì 5 novembre 2015

Il MedFilm Festival di Roma ritorna alle sue date storiche, dal 6 al 13 novembre, con un programma ricchissimo di inediti e non, da "The Lesson" a "Mustang"

Con un ricchissimo programma ritorna il MedFilm Festival alle sue date storiche, infatti, la 21.a edizione si svolgerà dal 6 al 13 novembre, presso il Cinema Savoy e il Macro. Un fitto cartellone di film, incontri di approfondimento, libri ed eventi speciali. Ovvero 78 film, di cui 51 anteprime italiane, europee ed internazionali, accompagnati da prestigiosi ospiti per raccontare attraverso il cinema l’evoluzione artistica e sociale di un’area geografica su cui sono puntati gli occhi del mondo.

E prosegue la collaborazione tra l’Ufficio d’informazione in Italia del Parlamento europeo e il MedFilm Fest con la IV edizione dei Lux Film Days a Roma. Importante evento all’insegna del grande cinema europeo contemporaneo che presenterà i tre film finalisti del Premio Lux 2015: “Mediterranea” di Jonas Carpignano, film di apertura del festival che concorrerà nella Competizione Ufficiale; “Mustang” della turca Deniz Gamze Ergüven, spaccato vitale ed energico sulla condizione femminile in Turchia e “The Lesson” di Kristina Grozeva e Petar Valchanov, opera sull’adolescenza, l’identità e il ruolo della scuola. Tra gli eventi di spicco della 21° edizione il focus sulla serialità televisiva israeliana, che vedrà ospite il produttore e regista Hagai Levi, creatore di “In Treatment” e “The Affair”. Nell’ambito dell’omaggio sarà presentata, in anteprima internazionale, la puntata pilota della miniserie “The Accursed”, docu-drama che racconta quattro personalità storiche della cultura israeliana, in bilico tra genialità e follia. A seguire Hagai Levi terrà una masterclass moderata da Andrea Fornasiero.
Confermata per il terzo anno la sezione Perle: alla scoperta del nuovo cinema italiano con la partecipazione di ben 13 film, tra cui il felice ritorno di Aurelio Grimaldi con “Alicudi nel vento”, racconto della più remota delle Isole Eolie, mentre Maria Arena in “Gesù è morto per i peccati degli altri” ci conduce con amore e passione nei vicoli di Catania, tra prostitute filosofe e trans in declino. “Lampedusa”, diretto dal duo Mangiarotti/Fomeo, ci invita a un necessario momento di riflessione sui migranti, storie di mare che non conoscono confini. “Napolislam” di Ernesto Pagano propone un’incursione in una Napoli inedita che un bel giorno si sveglia e si scopre islamica. Al surrealismo e al luogo intimo dei sogni guarda invece “N-Capace” di Eleonora Danco, uno degli esordi più sorprendenti dell’anno. All’interno della sezione viene dedicato un omaggio speciale al Centro Sperimentale di Cinematografia con la presentazione di due documentari prodotti dalla Scuola nel 2015: “Lupen. Romanzo di un ladro reale” di Valerio Burli e “Fiori di fuoco” di Riccardo Cannella. All’incontro sarà presente Caterina d’Amico, Preside della Scuola Nazionale di Cinema.
In questo delicato momento storico, in cui cruenti conflitti dilaniano la Sponda Sud, si impone l’esigenza di dare riconoscimento e forza a quella parte di mondo arabo che respinge non solo l’avanzata dell’Isis, ma di ogni integralismo. In questo senso va inquadrata la Vetrina speciale No Home Movies, dedicata alla Siria, che comprende “Home” di Rafat Alzakout, toccante documentario su una compagnia di artisti esiliati,”Torn” di Alessandro Gassman, “Silvered Water – Syria Autoportrait” di Ossama Mohammed e Wiam Simav-Bedirxan,”The Immortal Sergeant” di Ziad Kalthoum. Nell’ambito del Focus si terrà il dibattito “’Siria: Il cinema tra le macerie del presente’”a cui prenderanno parte Stefano Polli (Ansa), Crispian Balmer (Reuters) e Roberto Silvestri. Il Concorso Ufficiale Premio Amore e Psiche curato da Giulio Casadei, offre una selezione di 10 opere focalizzata sullo sguardo degli immigrati, degli adolescenti, dei ribelli e delle donne spesso protagoniste, in un fertile dialogo tra mito, storia e contemporaneità. “Story of Judas” del franco-algerino Rabah Ameur-Zaimeche, racconta di Gesù e della sua passione, attraverso il punto di vista di Giuda, outsider dei martiri della storia antica. L’israeliano “Mountain”, dell’esordiente Yaelle Kayam, parte da un luogo mitico come il Monte degli ulivi a Gerusalemme dove sorge il
cimitero ebraico, per mettere in scena la profonda presa di coscienza di una giovane madre, la storia è tratteggiata con accenti depalmiani, tra sensualità, voyeurismo e omicidio. Il thriller egiziano “El Ott” di Ibrahim El-Batout trova nella mitologia egiziana, e in particolare nel culto del corpo, il controcampo speculare alla barbarie del commercio clandestino di organi. Un appiglio che non hanno i personaggi del libanese “And the Living is Easy” di Lamia Joreige, colti nel passaggio cruciale della primavera araba del 2011, tra l’ipotesi dell’esilio e l’ansia per l’instabilità politica della regione. Un’instabilità che nel tunisino “Bidoun 2” di Jilani Saadi, ambientato alla vigilia delle prime elezioni democratiche post-rivoluzione, è raccontata nelle forme di uno stralunato road movie senza meta. Le incognite del viaggio sono al centro anche dell’iraniano “Impermanent” di Amir Azizi, mystery drama polanskiano su una famiglia in procinto di traslocare. Sogno a lungo desiderato, quello di andare via, dalla protagonista del turco “Until I Lose My Breath” di Emine Emel Balci, che narra il percorso di una giovane operaia di una fabbrica tessile che si trasforma da vittima in carnefice. Restare o partire. Dubbio che condividono i personaggi del racconto di formazione autobiografico “Parisienne” di Danielle Arbid e della commedia palestinese “Love, Theft and Other Entanglements” di Muayad Alayan.
Il Concorso Internazionale Documentari Premio Open Eyes, curato per il quinto anno dal regista Gianfranco Pannone, propone una selezione di 11 opere in cui passato, presente e (incerto) futuro si intrecciano senza requie in un’area mediterranea che si allarga fino all’Africa sahariana e al Medio Oriente, senza tralasciare l’interno della penisola balcanica. Tra i titoli più importanti, spiccano il libanese “Monumentum” di Fadi Yeni Turk, viaggio nel tempo tra le statue che ornano le piazze libanesi, egiziane, irachene, tunisine; la coproduzione serbo-danese “Flotel Europa” di Vladimir Tomic, composta esclusivamente da materiale di repertorio girato su una nave da crociera che nei primi anni Novanta ospitò a Copenaghen i rifugiati politici provenienti dall’ex Jugoslavia. L’italiano “Magna Grecia - Europa Impari”, del duo Lamanna/Kerzanet, parte dai fatti di Rosarno per comporre un’opera polifonica che affronta gli argomenti più cruciali della nostra società: le donne, l’immigrazione, il razzismo, la sicurezza, la giustizia. Sempre sul tema dell’immigrazione l’israeliano “Hotline di Silvina Landsmann”, regista già vincitrice tre anni fa del Premio Open Eyes, e il film collettivo francese “And We Will Throw the Sea Behind You”, del quartetto Aubry/Gomas/Juillard/Mangeat, che mostra senza facili pietismi storie di migranti in un mondo in movimento che fatica ad accogliere il nuovo, il diverso.
Venti sono i cortometraggi del Concorso Internazionale Premio Methexis. La sezione curata da Alessandro Zoppo presenta un percorso espanso di fremiti ed emozioni, silenzi e attese, immagini che si rivelano nel loro disfarsi, e ci donano un’occasione unica per assaporare opere che ancora non trovano spazio nel circuito distributivo italiano. Dai racconti di formazione firmati Nora El Hourch, Ahmed Ibrahim, Behzad Azadi e Dominik Mencej, agli elettrizzanti ibridi docu-fiction di Carlos Essmann, Randa Maroufi, Vadim Dumesh,Jure Pavlović e Luka Popadić, fino alle allucinazioni di Derya Durmaz e Nina Violić, passando per l’approccio melanconico, fragile e brutale al tempo stesso, di Francisco Carvalho, Lotfi Achour, Miki Polonski, Stella Kyriakopoulos, Michele Cadei e Adel Oberto. Al centro, il potere dell’amore e dell’accoglienza che bagna i lavori di Basil Khalil, Hassene Belaïd, Darine Hotait e del collettivo Maajoneh. Tutti aggrappati ad un’idea di futuro che vuole rimettere al centro la Natura e l’umana compassione. Registi, attori, critici, giornalisti, scrittori presenti al festival, offriranno un’ulteriore, importante, occasione di approfondimento dei temi proposti dai film. Il pubblico potrà avere una diretta testimonianza del sentimento che ha animato le opere proposte in questa, davvero speciale, edizione, multiforme, ma al tempo stesso coerente, legata dal fattore comune della contemporaneità del pensiero, nel nostro caso non unico.
Tra le presenze internazionali si comincia con Jonas Carpignano e Koudous Sehion, regista e attore del film di apertura Mediterranea, riproposto anche nella sezione dei LUX FILM DAYS; si prosegue con Rabah Ameur-Zaïmeche - Algeria, Hagai Levi - Israele, Fadi Yeni Turk e Lamia Joreige - Libano, Amir Azizi - Iran, Jilani Saadi - Tunisia, Erwan Kerzanet e Paul Hamy - Francia. Tra gli italiani, Aurelio Grimaldi, Eleonora Danco, Josella Porto, Anita Lamanna, Piergiorgio Mangiarotti,Valerio Burli, Riccardo Cannella e Fulvio Risuleo. Il Premio alla Carriera 2015 andrà a Ugo Gregoretti, sperimentatore ostinato di cinema e televisione, che verrà omaggiato dal festival con la proiezione di “Apollon - Una fabbrica occupata”, cronaca della lunga occupazione della tipografia romana, durata oltre un anno. La consegna del Premio avverrà il 13 novembre, presso il Cinema Savoy, in occasione della Cerimonia di Premiazione. Il Premio Koiné 2015 andrà alla S.I.M.M. Società Italiana di Medicina delle Migrazioni, impegnata a promuovere le attività sanitarie in favore degli immigrati in Italia. La consegna del Premio avverrà il 6 novembre, presso il Cinema Savoy, in occasione della Cerimonia di Apertura. Giuria tutta italiana per il Concorso Ufficiale Premio Amore e Psiche con la partecipazione dei produttori Tilde Corsi e Gianluca Arcopinto, la giornalista Paola Saluzzi, il giornalista e scrittore Pietrangelo Buttafuoco, e il regista Toni D’Angelo.
Per il quinto anno la giuria ufficiale sarà affiancata dalla giuria PiuCulture, testata giornalistica online focalizzata sulla vita quotidiana degli stranieri che vivono a Roma, in particolare nel II Municipio. La giuria PiuCulture sarà composta da Sekou Bamba (Costa d’Avorio), Petra Barteková (Slovacchia), Marjan Shalchian (Iran), Louie Ann Malazan (Filippine), Morteza Khaleghi (Afghanistan), Ruth Gebresus (Eritrea) e Francisco León (Perù). Per il Concorso Internazionale Documentari Open Eyes: il giornalista Crispian Balmer, i registi Aurelio Grimaldi ed Enrica Colusso, la montatrice e regista Marzia Mete e la scrittrice Igiaba Scego, che mercoledì 11 novembre alle 19:00 presenterà al Cinema Savoy il suo nuovo romanzo ‘Adua’, in compagnia di Flavia Barca, Katia Ippaso e Gianfranco Pannone. Ad assegnare i premi del Concorso Internazionale Cortometraggi Premio Methexis, una giuria molto speciale, formata da 8 studenti diplomandi provenienti dalle Scuole Nazionali di Cinema europee e mediterranee e dai detenuti della Casa Circondariale di Rebibbia Nuovo Complesso; gli studenti/giurati sono: Francesco Fanuele (Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma), Vera Daidone (Scuola Sentieri Selvaggi di Roma), Jean Claude Chincheré (Accademia delle Belle Arti di Torino), Didac Gimeno (ECAM - Escuelas de Cine y Televisión de Madrid), Cynthia Sawma (ALBA – Academie Libanaise des Beaux – Arts di Beirut), Emir Can Gösku (MSGSU – Mimar Sinan Fine Arts University di Istanbul), Constantinos Giannakopoulos (AUTH – Aristotle University of Thessaloniki), Toni Geitani (IESAV – University of Saint-Joseph di Beirut). Il Premio Methexis verrà assegnato nel corso di una riunione plenaria tra studenti e detenuti che si terrà nella Casa Circondariale di Rebibbia Nuovo Complesso il 12 novembre. Un ringraziamento particolare va al DAP - Ministero della Giustizia per il fondamentale supporto dato al Progetto Methexis. 20 studenti universitari saranno parte attiva della XXI edizione del MedFilm festival. In collaborazione con le Università di Roma Tre, La Sapienza e la John Cabot University, 20 studenti universitari avranno l’opportunità di vivere dall’interno la manifestazione, andando a formare 3 giurie parallele ed autonome a quelle ufficiali, una per ciascun Concorso (Lungometraggi, Cortometraggi e Documentari) a cui sarà affidato l’importante compito di rintracciare le opere che, con maggiore lucidità e compiutezza, avranno saputo comunicare i temi proposti dal festival. Nell’ambito del MedFilm Festival verrà data diffusione al bando “Lazio Cinema International”, una misura da10 milioni di euro promossa dalla Regione Lazio per dare nuovo slancio al settore cinematografico e dell’audiovisivo laziale, supportarne la proiezione internazionale e per sostenere la promozione del Lazio nel mondo. Nei luoghi del festival sarà possibile ricevere informazioni dettagliate sull’intervento, finalizzato a sostenere la realizzazione di coproduzioni tra un “Produttore PMI Italiano” e uno o più produttori esteri. Il contributo concesso alle imprese sarà a fondo perduto e si inserisce in un percorso complessivo di sostegno al rilancio del settore audiovisivo che da mesi la Regione porta avanti attraverso diverse forme e diversi strumenti, che passano in primis dalla costruzione di una strategia di azione regionale ancora più integrata e in sintonia con le politiche del governo nazionale. Il bando “Lazio Cinema International” è disponibile sul portale: www.lazioeuropa.it Durante il MedFilm Festival Roma Lazio Film Commission sarà presente presso il Cinema Savoy con un desk e materiali informativi sul Bando Lazio Cinema International. Ha una valenza speciale l'immagine scelta per il manifesto della 21° edizione del MedFilm Festival. Tratta da“Centro di permanenza temporanea” (2007, video) di Adrian Paci, artista albanese, migrante lui stesso, arrivato in Italia nel 1997. L’opera incrocia tematiche care al festival come immigrazione, lavoro e movimento continuo quali metafora della condizione umana. Un grazie speciale al pittore e scultore Alfredo Futuro che ha dato nuova forma ai Premi del festival, 9 statuette in oro e argento, create dalla sua sapiente manualità d’artista.