mercoledì 29 luglio 2009

Una famiglia composta spesso da donne e bambini sullo schermo del Fiuggi Family Fest

FIUGGI, 29 – Ieri la giornata di proiezioni, la quarta della II edizione del Fiuggi Family Festival, si è aperta con il concorso per presentare il terzo film (di 4 su dodici) diretto da una donna: “Snijeg – Neve” della bosniaca Aida Begic, un dramma corale al femminile sulle conseguenze della guerra, anzi di un altro genocidio, dopo quello del Rwanda affrontato dalla documentarista americana Laura Waters Hinson in “As We Sorgive”.

“Neve” racconta – all’indomani della guerra in Bosnia – una settimana nella vita di una famiglia privata della gran parte dei suoi uomini, anzi dei maschi. Infatti, gli unici sopravvissuti sono il nonno e un bambino ancora traumatizzato dall’orribile massacro etnico. Le donne cercano di andare avanti con il poco che possiedono – marmellate, soprattutto di prugne, e conserve -, facendo i conti con le paure e le domande rimaste senza risposta. Ma un giorno si presenta in casa un uomo della zona, un serbo loro vecchia conoscenza, che vuole comprare la loro terra per conto terzi. Ma nulla potrà cambiare finché la verità non viene a galla.

Gran Premio della Settimana della Critica al festival di Cannes 2008, l’opera è un intenso e commovente dramma – forse un po’ lento per chi ma il ritmo frenetico del cinema contemporaneo - che diventa il quadro, a tratti poetico a tratti inquietante, della vita quotidiana di un piccolissimo villaggio-famiglia, dove i rapporti sono tesi e al tempo stesso resi fragili da lutti, da rancori, da sogni infranti, da verità non dette, appunto. Ma anche una riflessione di come dopo la strage si tenti ancora di cancellare una comunità, un’etnia tramite la speculazione, sradicando i sopravvissuti dalla propria terra.

Nel pomeriggio è toccato all’olandese “Frogs and Toads – Rane e Rospi” di Simone van Dusseldorp con Nino Morris den Brave e Witney Franker. Una tipica, ma non convenzionale, commedia avventurosa su, con e per ragazzi con interventi da musical e titoli d’animazione classica.

Racconta le vicende di un ragazzino che ha promesso al fratello – in ospedale per un piccolo intervento chirurgico alla gola – di prendere in un vasetto delle uova di rana che dovrebbero fargli tornare la voce. E così, il piccolo Max inizia una spericolata fuga dall’ospedale fino in campagna dove abita la nonna che ha tanti animali e si prende cura anche di quelli selvatici feriti o in difficoltà. Per strada si unisce a lui una coetanea di colore, dando il via ad un’avventura per loro sconosciuta, quasi magica. Perché (tutti) i piccoli cittadini non hanno mai visto certe cose e soprattutto gli animali ‘dal vivo’. Ma anche qui, per ragioni ben diverse, gli uomini sono assenti. Tranne il padre della ragazzina che arriverà alla fine.

Oggi per il concorso vengono presentati, la mattina in anteprima italiana, l’atteso film di Michael Winterbottom “Genova”, ambientato nel capoluogo ligure, e nel pomeriggio “Intercampus” di Gabriele Salvatores, Fabio Scamoni e Guido Lazzaroni che fa parte di un progetto più ampio, di cui è stato presentato l’anno scorso al festival di Locarno, “Petites Historias das Crianças” degli stessi Scamoni (anche produttore per RedHouse), Lazzaroni e Salvatores. Il calcio come progetto (InterCampus) per favorire lo sviluppo di bambini vittime della guerra e/o della povertà. E sono gli stessi bambini che raccontano e si raccontano con spontaneità disarmante, spesso commovente.

Il progetto dell’Inter è nato nel 1997 su un programma flessibile di intervento sociale e cooperazione in 17 nazioni nel mondo (dall’Iran al Brasile, dalla Romania alla Cina, dalla Bosnia al Cameroun e alla Colombia) utilizzando il gioco del calcio come strumento di promozione a beneficio di 9mila bambini bisognosi tra gli 8 e i 14 anni, sotto la guida di 200 operatori locali.

Nello stesso pomeriggio di ieri, nella sala Tv, è stato presentato da Boomerang, il canale satellitare dei grandi classici dell’animazione, un episodio di “Le avventure di Piggley Winks”, una serie dove i bimbi conosceranno il mondo attraverso le fantastiche storie di una fattoria, narrate da un nonno ai suoi nipoti porcellini. E il network presenterà stasera, in anteprima italiana, una nuovissima versione in 3D delle avventure del gatto più pigro e goloso del mondo dei cartoon: “Garfield”.

Per i Documentari internazionali abbiamo visto “Luanda, Factory of Music” di Kiluanje Liberdade e Inés Gonçalves (Angola). A Luanda giovani poeti creano musica con le loro parole. Il Dj Buda è uno di loro. Nel suo computer porta alla vita incredibili ritmi elettronici. A squarciagola questi ragazzi sparano parole nel microfono nello stile di Frank Sinatra, producendo una musica che non si è mai sentita, una musica attraverso cui ogni giovane racconta la sua storia. Il risultato di queste sessioni è una cacofonia polifonica che parla della vita in Angola, dei ragazzi stessi che vogliono potersi ascoltare, comunicare, ballare.

Ieri sera anche la terza anteprima italiana, al PalaFamily, con "Flash of Genius" di Marc Abraham con un sempre efficace Greg Kinnear, stavolta protagonista assoluto, nei panni dell'inventore dei tergicristalli ad intermittenza. Un dramma di impegno civile, una storia vera, se vogliamo un biopic su un inventore che osò di sfidare un colosso come la multinazionale Ford, che gli aveva 'rubato' l'invenzione e tentava di farlo tacere a suon di milioni di dollari. Un buon dramma che però non ha i 'lampi di genio' del personaggio. In uscita nelle sale dal 7 agosto.

José de Arcangelo