domenica 8 aprile 2018

Apre i battenti domani 9 aprile la XIX edizione del Festival del Cinema Europeo di Lecce con un carico di film in concorso, anteprime mondiali, monografiche e premi. Protagonisti Kim Rossi Stuart e Jasmine Trinka, Ildikò Enyedi e Michael Winterbottom

Ildikó Enyedi, Michael Winterbottom insieme a Kim Rossi Stuart e Jasmine Trinca sono i protagonisti della XIX edizione del Festival del Cinema Europeo, in programma a Lecce da domani lunedì 9 al 14 aprile 2018 presso il Multisala Massimo. Il Festival, diretto da Alberto La Monica, quest’anno è dedicato a Cristina Soldano, direttrice artistica sin dalla prima edizione, la cui passione, professionalità e dedizione sono state impulso vitale per la manifestazione tutta. In sua memoria, il premio più importante, l’Ulivo d’Oro, si intitolerà da quest’anno Premio Cristina Soldano al Miglior Film.

La XIX edizione del Festival apre con l’anteprima del nuovo film di Nico Cirasola “Rudy Valentino” con Pietro Masotti, Tatiana Luter, Claudia Cardinale, Alessandro Haber, Nicola Nocella, Luca Michele Cirasola, Rosaria Russo. “Rudy Valentino” racconta, fra realtà e fantasia, il ritorno nell’estate del 1923 di Rodolfo Valentino a Castellaneta, il suo paese natale. Il film sarà nelle sale il prossimo maggio. Sempre in anteprima fuori concorso saranno presentati “Respiri” di Alfredo Fiorillo, un thriller con Alessio Boni, Pino Calabrese ed Eva Grimaldi che saranno al Festival, e “Broken” di e con Edmond Budina che presenterà in sala la pellicola. Dieci i film in concorso: “Agape” di Branko Schmidt (Croazia, 2017) racconta del rapporto proibito tra alcuni ragazzi in procinto di ricevere la
cresima e il parroco Miran, che si trova ad affrontare il disprezzo della società. “Beyond Words” di Urszula Antoniak (Olanda-Polonia, 2017) è la storia di Michael, emigrato dalla Polonia a Berlino, avvocato di successo, la cui vita viene messa a soqquadro da un bohémien polacco. “Cobain” di Nanouk Leopold (Olanda-Belgio-Germania, 2018) è un film sull’amore incondizionato di Cobain per la madre, che conduce una vita instabile, e che lui, sentendosi responsabile, decide di salvare. “Darling”, di Birgitte Stærmose (Danimarca, 2017), è una danzatrice danese di fama mondiale, che durante le prove di un balletto crolla a terra. La prognosi è chiara: la sua anca è irrimediabilmente fuori uso e non potrà danzare mai più… “Disappearance” di Boudewijn Koole (Norvegia-Olanda, 2017), segue la storia di Roos una ragazza che ritrova la madre dopo numerose e profonde incomprensioni. “Pororoca” di Constantin Popescu (Romania-Francia, 2017) narra il dramma di Cristina e Tudor, una coppia di trentenni con figli piccoli, che si trova ad affrontare la scomparsa della loro piccola Maria nel parco. “Scary Mother” di Ana Urushadze (Georgia-Estonia, 2017), è la storia di una casalinga cinquantenne, Manana, divisa fra l’amore per la vita in famiglia e quello per la scrittura, che ha represso per anni.”3/4 Three Quarters” di Ilian Metev (Bulgaria-Germania, 2017), è il ritratto di una famiglia, composta dal padre e dai suoi due figli, che a seguito della scomparsa della madre, cercano un nuovo equilibrio nell’ultima estate trascorsa insieme. “Yellow Heat” di Fikret Reyhan (Turchia, 2017). Ibrahim, figlio di una famiglia di agricoltori tradizionalisti in difficoltà economica, sogna un futuro diverso, ma scopre che non è facile trasformare i sogni in realtà. “The Party’s Over” di Marie Garel-Weiss (Francia, 2017) è la storia di una amicizia tra Céleste e Sihem, nata in centro di recupero. Amicizia che sarà la loro forza, ma anche un ostacolo fuori da un rifugio sicuro.
In occasione del 50° anniversario del Sessantotto, la manifestazione dedica un omaggio con la proiezione di cinque film scelti da Luciana Castellina e Carlo Verdone. “Celebrare gli anniversari non è retorico, è utile: aiuta a riflettere sul passato e – se il ricordo non è contraffatto – a liberare la memoria di chi ha vissuto l’avvenimento dal mito e a far capire a chi è nato dopo di cosa si sia trattato” – sottolineano i curatori. “Tanto più interessante è l’operazione quando viene celebrato un fatto che non si è esaurito in un giorno ma è durato un tempo lungo che, piaccia o non piaccia, ha segnato una generazione in tutto il mondo. Il 1968 – che proprio per indicare che è stata una stagione e non un anno solo viene ormai scritto ‘sessantotto’ – è uno di questi eventi. Cominciato 50 anni fa”. I Protagonisti del Cinema Europeo di quest’edizione:
Michael Winterbottom | Martedì 10 aprile Regista, sceneggiatore, produttore, tra i più eclettici autori della scena britannica, Michael Winterbottom è un autore che più di tutti si è cimentato con grande forza inventiva in differenti generi cinematografici. Talento prolifico, ma mai superficiale, il regista ha spesso scelto uno stile narrativo a metà strada tra realtà documentaria e finzione. Nel corso degli anni, grazie al suo stile sperimentale e sempre originale, è diventato molto noto anche nel circuito del cinema indipendente. Dopo gli inizi come regista per il piccolo schermo, Winterbottom ha esordito nel cinema nel 1990 con “Forget About Me” raggiungendo il successo nel 1995 con “Butterfly Kiss”. Numerosi i riconoscimenti che ha ottenuto nel corso della sua carriera: nel 2003 Orso d’Oro al Festival di Berlino con “In This World” (Cose di questo mondo, 2002) e nel 2006 Orso d’Argento (insieme a M. Whitercross) con “The Road to Guantanamo” (2006), nel 2007 a Cannes ha ricevuto il Premio “François Chalais” dedicato a pellicole che documentano la realtà sociale nel mondo per “A Mighty Heart”. Nel 2008 al San Sebastiàn IFF ha vinto il Premio per la Miglior Regia con “Genova” (2008), in cui la città rappresenta l’inizio di una nuova vita per un uomo da poco vedovo (Colin Firth) e le sue due giovani figlie.
La sua ultima opera “On the Road” (2017), a cavallo tra documentario e film di finzione, è stata presentata al Festival di Berlino nel 2017. Attualmente il regista è impegnato con “Greed”, una satira sul mondo dei super ricchi e sulla loro apparentemente insaziabile avidità, interpretata da Sacha Baron Cohen, il cui personaggio emula il miliardario Green Philip, a capo della catena dei grandi magazzini BHS; e con “The Wedding Guest” con Dev Patel: il film è girato in India paese con il quale il regista intrattiene da anni un rapporto e dove ha già realizzato “Trishna”, parti dei film “Codice 46” (2003) e “A Mighty Heart” (2006). La sera di giovedì 10 aprile riceverà l’Ulivo d’Oro alla Carriera e sarà presentato al pubblico del Festival da Luca Bandirali, che introdurrà il suo film “In This World” (Cose di questo mondo, 2002). Durante il festival verranno proiettati: “ Jude” (1996), “Welcome to Sarajevo” (1997), “Wonderland” (1999), “The Claim” (2000), “24 Hour Party People” (2002), “In This World” (2002), “The Road to Guantanamo” (2006), “Genova” (2008), “The Killer Inside Me” (2010), “Meredith – The Face of an Angel” (2014).
Ildikò Enyedi | Venerdì 13 aprile Il Festival presenta la retrospettiva completa dei suoi film, compresa la copia restaurata de “Il mio XX secolo”, in anteprima mondiale alla trascorsa edizione della Berlinale. E proprio con “Il mio XX secolo”, sua opera prima, che la regista si è aggiudicata al Festival di Cannes la Caméra d’Or. Il film viene annoverato tra le migliori pellicole ungheresi di tutti i tempi. Enyedi ha partecipato a molti festival, tra i quali Venezia, nel 1994, in concorso con “Magic Hunter” e Locarno nel 1999 con “Simon mágus”, film con cui nel 2000 ha vinto l’Ulivo d’Oro alla prima edizione del Festival del Cinema Europeo. Attualmente Enyedi è impegnata con “The Story of My Wife: Léa Seydoux” suo primo film in lingua inglese con l’attrice francese Léa Seydoux e il norvegese Anders Baasmo Christiansen.
La sera del 13 aprile, nel corso di un incontro con il pubblico moderato da Massimo Causo, Ildikó Enyedi riceverà l’Ulivo d’Oro alla carriera e introdurrà “Corpo e anima” (On Body and Soul, 2017) il suo ultimo film, Orso d’Oro alla Berlinale 2017 e candidato Oscar come miglior film straniero quest’anno. Uscito nelle sale italiane nel gennaio scorso. Oltre ai già citati “Il mio XX secolo” (1988) e “Corpo e anima” (2017), la retrospettiva comprende “Vakond” (1987), “Magic Hunter” (1994), “Tamas et Juli” (1997), “Simon mágus” (1999). Ed ecco i Protagonisti del Cinema Italiano:
Kim Rossi Stuart | Giovedì 12 aprile Eclettico attore e regista, comincia a muovere i suoi passi nel mondo del cinema e soli 5 anni e a 14 lascia la scuola per intraprendere la sua futura professione cominciando a studiare teatro. Kim Rossi Stuart raggiunge la popolarità con la miniserie tv “Fantaghirò” di Lamberto Bava. Dopo piccoli ruoli in film di spessore come “Il nome della rosa” di Jean-Jacques Annaud e una prova d’attore con il film di Franco Brusati “Lo zio indegno”, è con “Senza pelle” di Alessandro D’Alatri e “Cuore cattivo” di Umberto Marino che si impone tra i nuovi talenti del cinema italiano. D’Alatri gli affida il ruolo di Gesù ne “I giardini dell’Eden” per il quale ottiene alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia il Premio Pasinetti. Ma il vero e unanime riconoscimento arriva nel 2004 con “Le chiavi di casa” di Gianni Amelio che gli vale ancora una volta il Premio Pasinetti al Festival di Venezia, un Nastro d’Argento, un Golden Globe e il premio miglior attore anche al Festival di Valencia; poi con “Romanzo criminale” di Michele Placido, ancora un Nastro d’Argento. Rossi Stuart ha sempre preferito i film d’autore e il cinema impegnato, costellando la sua carriera di successi, sempre diretto da grandi registi: Roberto Benigni lo ha voluto come Lucignolo nel suo “Pinocchio”; è stato sul set di “Al di là delle nuvole” firmato da Michelangelo Antonioni e Wim Wenders; con Carlo Mazzacurati ha interpretato “Un’altra vita”. Placido lo chiama di nuovo per ricoprire il ruolo di Renato Vallanzasca in “Vallanzasca – Gli angeli del male” per il quale si aggiudica un altro Nastro d’Argento, il Ciak d’Oro e il Premio Ennio Flaiano. Nello stesso 2010 Rossi Stuart è in “Questione di cuore” di Francesca Archibugi, e “Piano, solo” di Riccardo Milani per il quale vince il premio come migliore attore al Bastia Italian Film Festival. Daniele Luchetti lo vuole per interpretare suo padre in “Anni felici”, parzialmente autobiografico. È del 2005 il suo esordio alla regia con “Anche libero va bene”, presentato al Festival di Cannes e con il quale ottiene il Premio Miglior regista esordiente ai David di Donatello e numerosi altri riconoscimenti a Festival nazionali e internazionali; nel 2016 presenta “Tommaso” suo secondo film dietro la macchina da presa fuori concorso alla 73ª Mostra del Cinema di Venezia. Il teatro è comunque sempre rimasto saldo nei suoi progetti. Giovedì 12 aprile, Kim Rossi Stuart incontra il pubblico, presentato da Enrico Magrelli, e riceverà l’Ulivo d’Oro alla carriera. Il Festival del Cinema Europeo presenta una selezione di dieci film che in particolare hanno segnato la sua carriera, tra cui i due titoli da lui diretti: “Il ragazzo dal kimono d’oro” di Fabrizio De Angelis (1987), “Senza pelle” di Alessandro D’Alatri (1994), “Cuore cattivo” di Umberto Marino (1995), “Le chiavi di casa” di Gianni Amelio (2004), “Anche libero va bene” di e con Kim Rossi Stuart (2005), “Romanzo criminale” di Michele Placido (2005), “Piano, solo” di Riccardo Milani (2007), “Questione di cuore” di Francesca Archibugi (2009), “Vallanzasca – Gli angeli del male” di Placido (2010), “Tommaso” di e con Rossi Stuart (2016).
Jasmine TrincaR | Sabato 14 aprile Con il suo ultimo film, “Fortunata” di Sergio Castellitto, dopo il Premio come migliore attrice nella sezione Un Certain Regard al Festival di Cannes e il Nastro d’Argento nel 2017 si è aggiudicata il David di Donatello 2018. “Nessuno si salva da solo” (2015), sempre di Castellitto, le è valso la candidatura sia ai David di Donatello sia ai Nastri d’Argento. Per una giovane ragazza scelta tra migliaia di liceali da Nanni Moretti per “La stanza del figlio”, e che aveva altre idee per il proprio futuro, quello del cinema è stato sicuramente un percorso brillante costellato da grandi prove attoriali che le hanno fatto conquistare numerosi e importanti riconoscimenti. Nel 2003 ha ricevuto insieme a tutto il cast al femminile ancora un Nastro d’Argento per “La meglio gioventù” di Marco Tullio Giordana. Due anni dopo, nel 2006 è ancora Moretti a volerla ne “Il caimano”. Nel 2009 è alla Mostra del Cinema di Venezia con “Il grande sogno” di Michele Placido (con il quale girerà anche “Romanzo criminale”) pellicola per la quale conquista il Premio Marcello Mastroianni. Altri due Nastri d’Argento nel 2013: uno per “Un giorno devi andare” di Giorgio Diritti e uno per “Miele” di Valeria Golino. Una filmografia, quella della Trinca, che vanta oltre 20 titoli firmati dai più grandi autori del nostro cinema, oltre ai già citati: Riccardo Milani (“Piano, solo”), Paolo e Vittorio Taviani (“Maraviglioso Boccaccio”), solo per ricordarne alcuni.
Ha interpretato anche alcuni corti (per Francesca Archibugi e Valerio Mastandrea) e serie tv. Al di là del nostro cinema la vediamo in “Ultimatum” di Alain Tasma, in “The Gunman” di Pierre Morel e in “Saint Laurent” di Bertrand Bonello. Attualmente l’attrice ha in post produzione due titoli italiani, “Euphoria” di Valeria Golino e “Sulla mia pelle” di Alessio Cremonini in cui interpreta Ilaria Cucchi. Sarà impegnata anche sul set di due film girati all’estero “The Man Who Saved Paris” del canadese Robert Budreau con Kristin Scott Thomas e Stanley Tucci e “Red Snake” della francese Caroline Fourest “un film di guerra sulla guerra delle donne”. Jasmine Trinca, al Festival la sera del 14 aprile, ritirerà l’Ulivo d’Oro alla Carriera e sarà protagonista di un incontro con il pubblico condotto da Laura Delli Colli; segue la proiezione del film “Fortunata” di Castellitto. Durante il Festival del Cinema Europeo si rivedranno dieci dei suoi film più rappresentativi: “La stanza del figlio” di Moretti (2001), “La meglio gioventù” di Giordana (2003), “Il grande sogno” di Placido (2009), “L’Apollonide” di Bertrand Bonello (2011), “Miele” di Valeria Golino (2013), “Un giorno devi andare” di Diritti (2013), “Une autre vie” di Emmanuel Mouret (2013), “Nessuno si salva da solo” di Castellitto (2015) “The Gunman” di Pierre Morel (2015).
Accanto alla sezione competitiva, la manifestazione salentina propone numerosi spazi di approfondimento, sezioni dedicate a cortometraggi e a documentari che rappresentano un percorso di ricerca di nuovi temi e di nuovi linguaggi audiovisivi. Ritorna per il terzo anno la sezione dedicata alla commedia europea, una vetrina che presenta una selezione di cinque opere in anteprima italiana; Cinema e Realtà, la sezione intende dare visibilità a temi sociali e culturali di rilievo attraverso il cinema, proponendo un’occasione di riflessione e di approfondimento su argomenti ed eventi della realtà contemporanea. Premio Mario Verdone, viene assegnato dai figli Silvia, Carlo e Luca Verdone a un giovane autore (massimo 40 anni) che con la sua opera prima si sia particolarmente distinto nell’ultima stagione cinematografica. Il riconoscimento vuole onorare il critico, saggista e storico del cinema Mario Verdone, sempre attento nella scoperta di artisti di talento, non solo nel Cinema ma nel mondo dell’arte in generale, come dimostrano i suoi numerosi saggi e scritti; Premio Emidio Greco, per il sesto anno consecutivo, il Festival del Cinema Europeo, insieme al Centro Nazionale del Cortometraggio e d’intesa con la famiglia, attribuisce un Premio in memoria del regista, con l’intento di premiare un giovane autore italiano (massimo 35 anni) per il suo talento nella realizzazione di un cortometraggio. E ancora Vetrina Fondazione CSC, una sezione destinata a promuovere alcune attività del Centro Sperimentale di Cinematografia, quali il restauro e la diffusione culturale con la Cineteca Nazionale e la formazione con la Scuola Nazionale di Cinema. Ogni anno il Festival presenta un film restaurato e alcuni film di diploma degli allievi.
Infine, Puglia Show, venti cortometraggi selezionati per il tradizionale concorso riservato a giovani registi pugliesi under 35 anni, sezione curata da Luigi La Monica; il Premio Lux, tramite il quale il Parlamento Europeo favorisce il dibattito sulle questioni sociali e i valori che più rappresentano la società europea, mentre Short Matters! è la sezione che mette in rassegna i cortometraggi che hanno avuto la nomination al Best European Short Film Award 2017 dell’European Film Academy. Realizzato dalla Fondazione Apulia Film Commission e dalla Regione Puglia con risorse del Patto per la Puglia (FSC), il Festival del Cinema Europeo è ideato e organizzato dall’Associazione Culturale “Art Promotion” con il sostegno del Comune di Lecce e del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo-Direzione Generale Cinema. Il Festival del Cinema Europeo, riconosciuto dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo “manifestazione d’interesse nazionale”, è membro dell’Associazione Festival Italiani di Cinema e si pregia del Patrocinio del Parlamento Europeo, del Centro Sperimentale di Cinematografia, del S.N.G.C.I., della FIPRESCI, del S.N.C.C.I., del Centro Nazionale del Cortometraggio, dell’Agiscuola. Festival del Cinema Europeo organizzazione: Associazione Culturale “Art Promotion” segreteria organizzativa: Cineporto di Lecce c/o Manifatture Knos Via Vecchia Frigole n.36 – 73100 Lecce – Tel/Fax: +39 0832 093331 info@festivaldelcinemaeuropeo.com – www.festivaldelcinemaeuropeo.com