mercoledì 30 luglio 2014

Le Giornate degli Autori approdano al Lido con l'11a. edizione per scoprire 'un nuovo pubblico per un cinema nuovo' e rimettersi in gioco

Le Giornate degli Autori - Venice Days alla 71.a Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia approdano all'11a. edizione, ed essendo organizzate dagli autori non premiano gli autori: "è un principio che ha sempre guidato il nostro lavoro - dicono - e a cui non deroghiamo neppure nell'anno in cui istituiamo il Premio Venice Days. Nessuna giuria tradizionale in campo, nessun rituale consueto. Vogliamo invece che sia il pubblico - per quannto si tratti di un campione accuratamente selezionato e internazionale - a prendere in mano il senso stesso di un riconoscimento, facendone oggetto di riflessione e dibattito. Proprio ciò che a nostro avviso si è perso nella tradizione delle grandi rassegne e che va invece riconquistato come strumento per costruire una nuova platea di spettatori appassionati". Quindi sarà un pubblico di appassionati a giudicare, di quel pubblico che ama il cinema incondizionatamente e lo vuole ancora vedere in sala per reagire, emozionarsi, ridere, commuoversi, magari arrabbiarsi insieme agli altri per dopo discuterne, difendendo un'opera piuttosto che un'altra, amandola oppure odiandola, ma comunque sempre dopo averla vista. "Ricominciare dall'undicesima edizione - affermano gli Autori - significa rimettersi in gioco e questo abbiamo inteso fare con una selezione ormai storicamente 'asciutta' - appena dodici film e qualche evento speciale negli unidici giorni di programmazione , una serie di iniziative mirate ai temi che le associazioni degli autori hanno ritenuto di stretta attualità, un tono generale che cerca la provocazione e la diversità. Non per il piacere di stupire e di scandalizzare, ma per rispondere alla richiesta di novità e di intelligenza che il pubblico ormai attende con insistenza dai grandi festival, per non vederli ridotti a semplice vetrina del consenso. Nel motto 'scopriamo' un nuovo pubblico per un cinema nuovo' c'è tutta la nostra sfida dei prossimi anni che punta a uno svecchiamento deciso dei linguaggi e delle liturgie, a un cinema 'giovane' nelle intenzioni e nelle esigenze". Ed ecco i titoli: "One on One" di Kim Ki-duk (Corea del Sud), in apertura fuori competizione, una studentessa viene rapita, stuprata e uccisa. Sette membri delle 'Ombre', terrorizzano i sette sospettatidel delitto; "El 5 de Talleres" di Adriàn Biniez (Argentina), attraverso la vicenda di Patòn Bonassiolle, 35enne giocatore di calcio di una squadra di serie C, racconta una società in cui il disagio batte alla porta e il vero eroe è il perdente; "Retour a Ithaque" (Ritorno all'Avana) di Laurent Cantet ("La classe"), dal romanzo del cubano Leonardo Padura, narra di cinqui amici riuniti per festeggiare il ritorno di Amadeo dopo sedici anni di esilio; "Before I Disappear" di Shawn Christensen (Usa-GB), opera prima che narra di Richie che, al punto più basso della sua resistibile esistenza, riceve una telefonata che potrebbe cambiargli la vita: la sorella gli chiede di badare per qualche ora alla nipotina undicenne Sophia; "I nostri ragazzi" (The Dinner) di Ivano De Matteo, con Alessandro Gassman, Giovanna Mezzogiorno, Luigi Lo Cascio e Barbara Bobulova, in prima mondiale, che racconta di due fratelli opposti, uno avvocato di grido, l'altro pediatra impegnato e le loro moglie perennemente ostili l'una all'altra, che s'incontrano da anni, una volta al mese in un ristorante di lusso, ma i figli...; "Les Nuits d'eté" di Mario Fanfani (Francia), opera prima, nella Francia del 1959, mentre i coscritti partono per l'Algeria, Michel ed Hélène vivono la loro esistenza di coppia esemplare; "Patria" di Felice Farina (Italia), dal libro di Enrico Deaglio, la storia di un operaio, un sindacalista e un impiegato, arroccati in cima a una torre mentre la loro fabbrica si prepara a chiudere i battenti; "Metamorphoses" di Christophe Honoré (Francia), in cui Europa scappa da scuola a bordo di un camion guidato dal giovane fascinoso Giove, ma appena oltre l'asfalto dell'autostrada c'è una terra abitata da dei potenti che sanno trasformare gli uomini in animali e piante in un batter d'occhio...; "Tussen 10 en 12" (Between 10 and 12) di Peter Hooendoorn (Belgio-Francia-Olanda), è ambientato in una giornata estiva, gli effetti devastanti della notizia che due normali poliziotti portano ad una famiglia; "Mita Tova" (The Farewell Party) di Sharon Maymon e Tal Granit (Israele), un gruppo di anziani che vivono insieme in una casa di riposo decidono di mettere a punto un rudimentale strumento per dare la 'dolce morte' a un amico che vuole finire la sua vita con dignità; "The Goob" di Guy Myhill (GB), nel pieno di un'ondata di calore che stringe alla gola la campagna assolata di Fenlnad, il sedicenne Goob Taylor incontra una seducente Eva, mentre la mamma ha altri pensieri in testa, dopo aver incontrato un affascinante straniero; "Ashajaor Majhe" (Labour of Love) di Adityavikram Sengupta, opera prima in cui, come in un racconto di Calvino, marito e moglie condividono la stessa casa e un amore intenso ma sono costretti a non incontrarsi quasi mai; "He Ovat Paenneet (They Have Escaped) di JP Valkeapaa, narra di un ragazzo, addetto al servizio civile in un centro per adolescenti problemati, che s'innamora di una delle paziente. I due rubano una macchina e fuggono verso un destino che rischia di essere mortale. Attesissimo il film di chiusura firmato Alex de la Iglesia (Spagna), girato tra Buenos Aires, Rosaro e Barcellona su sceneggiatura del campione del mondo argentino Jorge Valdano (anche narratore), "Messi" mischia ricostruzioni con attori, materiale d'archivio e interviste a ex calciatori e allenatori (da César Luis Menotti a Diego Armando Maradona, da Alejandro Sabella a Johan Cruyff), giornalisti argentini e spagnoli, i compagni di squadra Mascherano, Pinto, INiesta e Piqué, l'endocrinologo che curò il piccolo Lionel per il suo disturbo della crescita, e i dirigenti dello F.C. Barcelona. Però anche le Giornate degli autori riservano altri eventi e proiezioni speciali. Si apre con Women's Tale con i corti "Spark and Light" di So Yong Kim e "Somebody" di Miranda July per una serata speciale tutta al femminile, poi ci saranno la presentazione, in accordo con la 71a. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica, di "9 x 90" di Marco Bonfanti, Claudio Giovannesi, Alina Marazzi, Pietro Marcello, Sara Fgaier, Giovanni Piperno, Costanza Quatriglio, Paola Randi, Alice Rohrwacher e Roland Sejko. Nove registi per un grande archivio, quello dell'Istituto Luce che compie novant'anni. Per festeggiare questo compleanno, alcuni dei più apprezzati nuovi autori italiani sono stati invitati a realizzare un piccolo film di dieci minuti con immagini dell'Archivio. E' nato un album di narrazioni diverse che raccontano il primo giorno di una guerra e di invocazioni di pace; di crolli e ricostruzioni; memorie di paesaggi e realtà (forse) perdute; miracoli, superstizioni e sogni. Si parla dela condizione delle donne, di sessualità, del significato di una canzone, della luna. Ci sono la favola e il diario, la fantastoria e la poesia, le parole di grandi scrittori e quelle di persone comuni. Con personaggi reali e storici, e anche di pura finzione. In accordo con Tribeca Film Festival approda "Five Star" di Keith Miller che, ambientato a Brooklyn, racconta dell'adolescente John che, dopo la morte del padre colpito da una pallottola vagante, viene accolto da Primo, deciso a educarlo alla legge della strada. Attesissimo anche "The Show Mas Go On" di Ra di Martino con Sandra Ceccarelli, Iaia Forte, Maya Sansa e Filippo Timo. Tra documentario e finzione, mito e commedia, la storia di MAS, i Magazzini allo Statuto che aprì i battenti a Roma all'inizio del Novecento come grandi magazzini di lusso. Di quell'epoca sono rimasto solo i lampadari a mezz'aria e i Mas sono diventati i magazzini del Popolo. E se la loro chiusura viene sbandierata da 40anni (quasi siamo arrivati nella capitale allora già era annunciata), ancora viene frequentata da un'umanità vasta e variopinta: dalle drag-queen alle badanti rumene, dai giovani sposi moldavi alle suore, dalle attrici ai costumisti. Un luogo di culto che diventa 'palcoscenico' su cui il tessuto urbano che normalmente lo frequenta si intreccia a scene recitate e citazioni cinematografiche, per cercare di restituirne lo spirito, la potenzialità e l'energia. Infine "The Lack" di Masbedo, tratto da un soggetto di Beatrice Bulgari e Mitra Divshali e girato tra l'Islanda e Lisca Bianca nelle Eolie, mette in scena quattro varizioni sul tema della 'mancanza', rappresentata da sei personaggi femminili. Ogni donna è immersa in una propria natura silenziosa e primitiva. José de Arcangelo