
La storia per chi ancora non ha letto il premiato romanzo-esordio di Giordano, il più giovane a vincere il Premio Strega e poi il Campiello, che è stato anche star in passerella a Venezia. I numeri primi sono divisibili soltanto per uno e per se stessi. Sono numeri solitari e incomprensibili agli altri. Alice e Mattia sono entrambi “primi”, entrambi perseguitati da tragedie che li hanno segnati nell’infanzia: un incidente sugli sci per Alice, che le ha causato un difetto a una gamba; la scomparsa della sorella gemella per Mattia. Quando da adolescenti si incontrano nei corridoi di scuola, riconoscono il proprio dolore l’uno nell’altra. Crescendo, i loro destini s’intrecciano in un’amicizia speciale, finché Mattia, laureatosi in Fisica, non decide di accettare un posto di lavoro all’estero. I due si separano per molti anni e sarà una sequenza di eventi a ricongiungerli, per riportare in superficie una quantità di emozioni mai confessate.
Quindi un ‘horror dei sentimenti’ da amare o da odiare, costruito con la sapiente professionalità dall’autore di “Private” e “In memoria di me”.
“Mi hanno proposto il romanzo in un momento in cui non ero interessato a una storia d'amore – confessa Costanzo -. Dopo però il libro è cresciuto moltissimo, commercialmente, diventando un segno popolare. Allora mi sono proposto come sceneggiatore e ho iniziato a collaborare con Paolo (Giordano ndr.). E solo alla fine ho deciso di fare la regia”.
“Il dolore presente nel romanzo è tale che se non si stempera un po' diventa irrappresentabile – afferma il regista -. L'horror permette di rileggerlo attraverso l'ironia, offre la libertà di sdrammatizzare. La musica che apre il film è un pezzo dei Goblin (autori delle musiche di ‘Profondo rosso’ ndr.) e il coretto presente nella parte dell'infanzia è di Morricone, tratto da ‘L'uccello dalle piume di cristallo’. Quando giravamo la musica era sul set, l’operatore di macchina ce l’aveva nelle cuffie e gli attori recitavano sopra la musica”.
Passati in secondo piano gli altri film della giornata: “13 Assassins” di Takashi Miike. “Notizie degli scavi” che segna il ritorno di un Autore come Emidio Greco, “That Girl in Yellow Boots” di Anurag Kashyap e “Zebraman 2”, ancora di Miike, fuori concorso.
Il film in concorso firmato dal regista giapponese cult Miike è il remake di un samurai-movie anni Sessanta e fonde, quindi, tradizione e modernità sia nella narrazione sia nello stile, tanto che il tocco dell’autore verrà fuori nel finale, dove trionfano l’ironia e l’iperrealismo esasperato. Il nobile samurai Shinzaemon Shimada riceve in segreto l’incarico di assassinare il crudele signore feudale Naritsugu in seguito alla sua violenta ascesa al potere. Insieme a un gruppo di abilissimi colleghi, Shinzaemon progetta un’imboscata per catturare il feudatario. Naritsugu, però, è protetto da un micidiale esercito capeggiato dallo spietato Hanbei, acerrimo nemico di Shinzaemon, e gli impavidi samurai sanno che stanno per avventurarsi in una missione suicida. Shinzaemon e i suoi uomini trasformano un piccolo villaggio di montagna in una trappola mortale, ma all’arrivo di Naritsugu scoprono che il nemico

L’altra pellicola dell’autore giapponese – fuori concorso – è il sequel di “Zebra man” proiettato nei giorni scorsi, sorta di avventura grottesco-satirica sulla scia del trionfo dei supereroi nei fumetti e sul piccolo e grande schermo non solo nipponici.
Quindici anni sono trascorsi dall’epica battaglia tra Zebraman e gli alieni… Nel 2025, Zebra City è una metropoli modello dove si sperimentano riforme politiche. Uno di questi esperimenti è “L’Ora della Zebra”. Ogni giorno alle 5:00 e alle 17:00, per cinque minuti, la legge permette ogni sorta di atto criminale! I potenziali criminali vengono annientati, e insieme a loro, anche i malati e gli anziani. Dall’entrata in vigore dell’Ora della Zebra il tasso di criminalità inizia a diminuire, rendendo Zebra City la metropoli più sicura al mondo – e finalmente il nero e il bianco sono chiaramente distinti! Sulle strade di Tokyo, completamente trasformate, Shinichi si risveglia all’improvviso: ha perso la memoria. Sono esattamente le 5:00 – comincia l’Ora della Zebra! Ed ecco che un agente della Zebra-Polizia apre il fuoco contro di lui. Nell’area destinata agli sfollati, Shinichi incontra Asano-san, un dottore, e Sumire, una misteriosa giovane. Quando Shinichi la sfiora, su una parte del suo corpo spuntano strisce da zebra e nel medesimo istante recupera la memoria! Yui è presa da violente convulsioni… È l’inizio di una battaglia in bianco e nero tra il Bene e il Male, e la posta in gioco è il destino dell’umanità!
Tratto dall’omonimo racconto di Franco Lucentini, l’opera di Greco (da “L’invenzione di Morel” a “L’uomo privato”) è un dramma delicato ma ancora attuale, perciò il regista stesso l’ha riadattato riportandolo dagli anni Sessanta all’oggi.
Soprannominato ironicamente il “professore”, il protagonista è un quarantenne (Giuseppe Battiston)

L’indiano “Quella ragazza dagli stivali gialli” narra, invece, la ricerca di Ruth per ritrovare il padre in un luogo a lei estraneo, Mumbai. Per disperazione, la ragazza accetta un impiego, senza permesso di lavoro, in un salone di massaggi dove offre il “lieto fine”. Il film è ambientato nella brulicante metropoli, una città che chiede a gran voce spazio e indipendenza eppure esita a farsi trascinare nelle implicazioni politiche di questa richiesta. Una città dotata di un’identità unica che cerca di integrarsi ma anche di tenersi a distanza dalle proprie radici e in cui ognuno vuole la sua parte. Anche Ruth si trova in una condizione simile sullo sfondo di questo territorio estraneo e insieme stranamente familiare, in cui ognuno vuole un pezzo della sua vita.
Tra gli altri film in programma oggi, anche “Il primo incarico” di Giorgia Cecere, in Controcampo Italiano, cui è seguita la cerimonia di premiazione della sezione. Il premio è andato – giustamente – a “20 sigarette”, opera prima di Aureliano Amadei – unico sopravvissuto (civile) alla strage di Nassirya - e una menzione speciale per il suo protagonista Vinicio Marchioni.
Definito dall’autrice un western dei sentimenti e con Isabella Ragonese (la madrina del festival) protagonista, “Il primo incarico” è ambientato nell’Italia del 1953: Nena, una ragazza del Sud, deve trasferirsi lontano da casa per il suo primo incarico come

José de Arcangelo